"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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mercoledì 31 marzo 2010

"dal rimorso al perdono"

Su in informatore parrocchiale, un po’ di tempo fa’, era stata pubblicata una bellissimo poesia.
Ve l'affido, perché credo che, dietro l'intuizione poetica, ci sia una profonda verità teologica che può essere di conforto a chi ha ferite così laceranti da sanare.



Perché, mamma, eri disperata 
quando hai scoperto lo tua maternità? 
Desideravo percorrere con te
tutto la mia strada. 
Gelosa della tua libertà, 
hai nascosto a tutti il mio fiorire.  
E' ancora vivo il rimorso di quella sera 
quando, appena nato,
m'hai lasciato in un fagotto,
tra i rifiuti. 
Da allora non conosci più sorriso, 
ma io, dal Paradiso,
posso darti una mano... 
Oggi è festa, e ogni piccino 
porta un augurio alla sua mamma: 
sorridi, mamma,
è festa anche per te 
e il regalo che io ti mando
è il mio perdono.

Londra: città giovane e vivace

VIAGGIO A LONDRA DI MARISA E FAMIGLIA
Il viaggio a Londra lo ricorderò come uno dei momenti più belli della mia vita.
Non solo per ciò che ho visto – e Londra è una città veramente splendida – ma soprattutto perché il viaggio è stato pensato e organizzato da nostro figlio Stefano.
Dopo anni di vacanze sempre in montagna dove siamo nati (causa l'impegno finanziario per il mutuo sulla casa), nostro figlio ci ha proposto 3 giorni a Londra. Ci siamo affidati completamente a lui e alle sue condizioni: poco o niente bagagli ed essere “spartani”, ma non sapevamo quanto! Soggiorno in OSTELLO: 4 piani di scale a piedi in una stanza di 8 persone provenienti da ogni parte dal mondo!!! SPLENDIDO!!!
Il volo, che per me era il primo, è stato bellissimo, nonostante siamo partiti dall’Italia con piogge torrenziali, e, contrariamente a ciò che si dice sul tempo di Londra, abbiamo trovato giornate tiepide e belle.
Ciò che mi ha colpito nella capitale britannica - oltre alla bellezza della città nei suoi monumenti,cattedrali, musei, grandissimi parchi, splendidi ponti sul Tamigi – la perfetta integrazione di altri popoli, specialmente di colore, anche nelle istituzioni: dalle forze dell’ordine agli impiegati negli uffici informativi etc.
E’ una città “giovane e vivace”, offre molto ai giovani e agli studenti di tutto il mondo (chiunque si reca a Londra per studio, trova sempre un lavoro: perfino tenere in mano per ore un cartello con l’indicazione di un locale, diventa un lavoro per mantenersi!). Gli inglesi sono ORDINATI: tutti sulla destra sulle scale mobili, tutti in rigorosa divisa i giovani studenti dei college e...tutti in fila.!!! Sono anche molto cortesi: ogni volta che
qualcuno per sbaglio ti spinge o ti urta si prodigano in un’infinità di scuse. Non siamo più abituati!
La maggior parte dei londinesi usa i mezzi pubblici per spostarsi, ce ne sono tantissimi! Dalla metropolitana che è la più vecchia al mondo, ai bus a due piani. Molto usati sono i taxi – Stefano ci spiegava che costano poco e vengono usati anche per recarsi al lavoro - Tre giorni sono volati e debbo dire che la “spartaneità“ ci  ha permesso di risparmiare tempo e denaro e quindi poter vedere molte più cose. Riguardando le fotografie
ci prende
una certa nostalgia
per quel breve
ma intenso viaggio
pieno di intimità familiare,
fuori dalla solita routine e dai quotidiani problemi.
Marisa

Oggi mia madre mi ha fatto morire!

Ho ricevuto questo scritto e i due link allegati nel giorno dedicato "in difesa della vita". Mi hanno molto turbato e ve li propongo.
ABORTO: CRIMINE O LIBERAZIONE?
1 maggio
Per amore, i miei genitori, oggi, mi hanno chiamato alla vita.
15 maggio
Le mie prime arterie appaiono, e il mio corpo si forma molto rapidamente.
19 maggio
Ho già una bocca
21 maggio
Il mio cuore incomincia a battere.
28 maggio
Le mie braccia e le mie gambe si allungano. Già mi stendo e mi stiro.
8 giugno
Alle mie mani spuntano piccole dita. Presto, grazie a loro, potrò afferrare.
16 giugno
Solo oggi mia madre ha saputo che ci sono. Ho tento gioito!
20 giugno
E' certo oramai: sono una bambina!
24 giugno
Tutti i miei organi si delineano: posso sentire il dolore.
28 Giugno
Ho dei capelli e le sopracciglie che mi fanno bella.
8 luglio
I miei occhi sono completi da
tempo, anche se le mie palpebre restano chiuse.
Ma presto potrò vedere tutto:
il mondo così grande e bello,
ma soprattutto il viso della mia
cara mamma che ancora mi porta.
19 luglio
Il mio cuore batte magnificamente.
Mi sento così protetta e sono così felice!
20 luglio
OGGI MIA MADRE MI HA FATTO MORIRE!
Tratto da : AVORTEMENT- CRIME OF LIBERATION? dI Jean Toulet Edizione Fayord-Parigi VI

diario di un bimbo mai nato - NO ALL'ABORTO
http://www.youtube.com/enricasignorag#p/f/15/oWg8jreCdc8


aborto in diretta
http://www.youtube.com/user/EnricaSignoraG#p/f/12/aOvvPe6ct7A

martedì 30 marzo 2010

”prendetemi come terzo amico”.

Ecco Alda: il tuo commento del Rabbi Israel diventa post.
Il Rabbi Israel così commenta questo versetto biblico:
“amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”. (Levitico 19, 18)
Nella Russia zarista
c'erano due amici ebrei che si erano
giurati amicizia fino alla morte.
Così quando uno venne accusato
di azioni sovversive l'altro si autoaccusò
e tutti e due vennero imprigionati.
Un giorno lo Zar li fece chiamare
e disse loro: state tranquilli sarete liberi
ma ho chiesto di vedervi perché desideravo incontrare due
uomini animati da una così grande amicizia. E adesso
ho un piacere da chiedervi:”prendetemi come terzo amico”.
Ecco il profondo significato del versetto biblico, disse il Rabbi Israel: quando due persone si amano come questi due Dio diventa loro amico.
 Il versetto del Levitico19, 18 è tratto dalla Sacra Bibbia C.E.I di Gerusalemme

lunedì 29 marzo 2010

"Ave Maria" di Schubert: la pace che solo tu sai donare.

E’ una toccante preghiera, a me molto cara, perché è stata suonata e cantata (con le parole sotto scritte) da un amico cantante e musicista nel giorno del mio matrimonio.
AVE MARIA
Ave Maria! Vergin del ciel
sovrana di grazie
e madre pia
che accogli ognor
la fervente
preghiera,
non negar a questo
straziato mio cuor
tregua al suo dolor!
Sperduta l’alma mia
si prosta a te
e pien di speme
si prosta ai tuoi piè,
t’invoca e attende
che tu le dia
la pace che solo tu puoi donar.
Ave Maria!


domenica 28 marzo 2010

Per Gianandrea Noseda: “Il tuo cuor straripa di melodiose note”

Con gioia e onore pubblico una poesia scritta da un’amica dei genitori di Gianandrea Noseda (Direttore Musicale internazionale che ha già diretto le maggiori orchestre del mondo e che nel luglio 2006 ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana in riconoscimento della sua instancabile attività a favore della diffusione della musica e della cultura italiana nel mondo). Grazie Angela, grazie Tarcisio del dono di questo scritto.
A me resta continuare ad ascoltare, guardare e sognare mentre vostro figlio dirige magistralmente l’orchestra in modo coinvolgente e appassionante.
AL CARISSIMO "MAESTRO e DIRETTORE” GIANANDREA NOSEDA
Con affetto ti esprimo gioia grande vera,
ed esalto il “Sommo Amore”
a te in dono "Eccelso Signore!"
Grande la missione affidata
di partecipare all’ umanità malata
le armonie e le gioie di lassù
a conforto del nostro viver di quaggiù,
Ti vedo “Missionario" generoso e forte. 
Il tuo cuor straripa di melodiose note 
per realizzar meravigliosi concerti 
di potenti e delicate sfumature 
dalle tonalità più belle e più pure.
Li offri ai fratelli di tutto il mondo:
come sole che vince tenebre,
come sorriso che vince tristezza,
come speranza che vince delusione,
come coraggio che vince paura, 
come sapienza che vince stoltezza.
Molto cordiale, quindi, il tuo “GRAZIE
«al buon Dio. ai cari Genitori, alla cara Moglie,
agli esimi Professori e al meraviglioso complesso
dei collaboratori.
Da’ lor oceani di amor,
corrisposto con la volontà
del tuo cuor fatto grande di bontà.
Tanti carissimi auguri!
 (Lina Costa)
Il musicista cava l'essenza dell'arte da se stesso...
egli ode dal di dentro
(Novalis) 

venerdì 26 marzo 2010

Gioia e pace nel vostro cuore


S.PASQUA

Che sia Pasqua

di serenità, di felicità,

di gioia e pace

nel vostro cuore

e in quello

di chi vi vuole bene.

enrica

Ali su cui voleremo insieme

Basta una scintilla di bontà e il mondo comincerà a cambiare.
PER SILVANA E MARIA TERESA NEL GRAZIE
Faccio mie, per voi, le parole di Gibran: "nelle vostre mani Dio parla e dietro ai vostri occhi egli sorride alla terra". E ancora "e noi che riceviamo non lasciamo che la gratitudine ci opprima.
Piuttosto i vostri doni sono ali
su cui voleremo insieme...".
E il mio cuore è un canto
di riconoscenza per voi.
Non potrò mai ricambiare
in doni, ma in affetto
e amore non esitono "post"
tanto immensi per contenerli.
Auguri di Buona Pasqua
colmi di bene e di tenerezza
per voi e i votri cari.
 enrica a nome degli  "ultimi..."

...dirò ad ogni casa: Pace!


MATTINO DI PASQUA
Io vorrei donare una cosa  al Signore, 
ma non so che cosa. 
Andrò in giro per le strade 
e mi fermerò soprattutto 
coi bambini  a giocare in periferia, 
e poi lascerò un fiore
ad ogni finestra dei poveri 
e saluterò chiunque  incontrerò per via.
E poi suonerò con le mie mani  
le campane sulla torre.
Andrò nel bosco questa notte
e abbraccerò gli alberi 
e starò in ascolto dell'usignolo,
quell'usignolo che canta 
sempre solo da mezzanotte all'alba.
E poi andrò a lavarmi nel fiume 
e all'alba passerò sulle porte
di tutti i miei fratelli 
e dirò a ogni casa:
Pace!
 David Maria Turoldo

mercoledì 24 marzo 2010

L'ateo e l'orso

Ho ricevuto questa storiella da un amico (via e-mail) e ho pensato di creare il tema: "sorridamo un po'".
L’ATEO E L’ORSO
Un ateo stava facendo una passeggiata nella foresta. "Che alberi maestosi! Che fiumi impetuosi! Che begli animali!" si diceva. Mentre camminava lungo il fiume sentì un movimento tra i cespugli dietro di sé.
Si voltò per dare un'occhiata e vide un grizzly di tre metri che lo caricava. Si mise a correre più velocemente che poteva su per il sentiero. Guardò sopra la sua spalla e vide che l'orso si avvicinava sempre di più.
Guardò ancora e vide che l'orso era sempre più vicino. Il suo cuore pompava freneticamente e cercava di correre ancora più veloce. Inciampò e cadde a terra. Rotolò per cercare di tirarsi su ma vide che l'orso era proprio sopra di lui, avendolo raggiunto con la sua zampa sinistra e alzando la destra per colpirlo. In quell'istante l'ateo gridò: "Mio Dio!" Il tempo si fermò. L'orso si congelò. La foresta era silenziosa. Mentre una luce abbagliante brillava sull'uomo, una voce venne fuori dal cielo: "Hai negato la mia esistenza per tutti questi anni, insegnato ad altri che non esisto e addirittura attribuito il creato ad un incidente cosmico. Ti aspetti che ti aiuti in questa circostanza? Devo considerarti un credente?". L'ateo guardò dritto verso la luce:
"Sarebbe ipocrita da parte mia chiederti all'improvviso di considerarmi cristiano ora, ma forse puoi rendere
cristiano l'orso?" . "Molto bene", rispose la voce.
La luce se ne andò.
I suoni della foresta
ricominciarono.
L'orso abbassò
la sua zampa destra,
accostò insieme
entrambe le zampe,
abbassò il capo e disse:
"Signore,
benedici questo
cibo che sto per
ricevere e per il
quale ti sono molto grato".

martedì 23 marzo 2010

Il canto dentro il silenzio


“Io Sono”
è il mio nome:
oltre il dubbio e la fede
oltre le stesse immagini ,
oltre ogni previsioni,
sono la voce di cieli nuovi
e di terre nuove.
E il silenzio
e il canto dentro il silenzio.
David Maria Turoldo

Ultime parole di Gesù in croce



LE ULTIME PAROLE DI GESU’ IN CROCE


Da mezzogiomo fino alle tre del pomeriggio si fece buio
su tutta la terra, e Tu, Gesù, dicevi:
"Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno".
Lc 23,48
Verso le tre, gridasti a gran voce:
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.
Mt 27,46; Mc 15,46
Uno dei malfattori appeso alla croce con Te disse:
"Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno",
e Tu gli rispondesti:
In verità ti dico, oggi sarai con Me nel paradiso.
Lc 23,42-43
Ai piedi della croce c'erano Tua Madre e il discepolo:
Donna, ecco tuo figlioFiglio, ecco la tua madre
Gv 19,26-27
e ci desti Maria come madre della Chiesa e madre nostra.
Sapendoti ormai giunto alla fine, esclamasti:
Ho sete”…
Gv 19,28
certamente di tutte le nostre anime!
E poi, affidandoti
pienamente a Dio:
Tutto è compiuto.
Padre, nelle tue mani consegno  
il mio spirito".
Lc 23,46

Oggi, meditando la tua passione, imparo da Te,
Signore Gesù,
come vivere - perdonando;
e come morire - affidandomi al Padre.
Così sia davvero, per tua grazia.
Maggioni

lunedì 22 marzo 2010

Il mio ramoscello d'olivo è lo "straccio"

Domenica delle Palme 5 Aprile 1998


PARLO A TE, SIGNORE

Le campane suonano a festa: è il “giorno delle Palme”. Dalla finestra aperta sale un canto: “Lodate, lodate…”. Bambini, ragazzi, adulti con in mano un ramoscello d’olivo, appena benedetto, innalzano l’”Osanna” mentre in processione si recano in Basilica.
Questo avviene realmente, io immagino la scena mentre in ginocchio raccolgo l’acqua volutamente e con dispetto, buttata fuori dalla vasca da bagno dalla mia e Tua figlia.
Il mio ramoscello d'olivo è lo “straccio” che strizzo, il mio “Osanna” è un grido di rabbia che esce dal cuore in questo momento.
Potrebbe essere un canto gradito a Te, Padre mio, se facessi tutto questo con “Amore”; ma oggi non posso Signore, o meglio non ne sono capace.
Mentre sono china sul pavimento, a mollo, mi arriva un pugno in testa accompagnato da una docciata uniti da una serie di impropri da parte della più debole!!!
E’ questo Signore che vuoi? Sono questi i tuoi disegni nei miei confronti? Non provi pietà?
Te l’ho presentata al fonte battesimale il “giorno delle Palme”.
Te l’ho portata per ricevere il Sacramento della S. Cresima il “giorno delle Palme”.
Ti supplico, Padre, almeno in questo giorno, rinnova, in lei, il frutto dello Spirito che rappresenta “Luce” e "Pace” per lei e per me!
Perdona, Padre, questo lamento, ma lei continua con le sue immaginarie ripetitività, con le sue pericolose provocazioni, con i suoi urli che vibrano nel cervello e che straziano il cuore.
Ti prego, Padre, permetti che anch’io alzi il ramoscello d’olivo, sia pure rappresentato da un ramo di sofferenza.
Ascolta, Padre, il mio canto accorato e accoglilo con “Amore” anche se è un’insieme di note rabbiose e dolorose. Aiutami, Padre, come il Cireneo ha aiutato Gesù nella salita al Calvario!
Stammi vicino, Padre, in questa mia processione che sto compiendo in ginocchio,  sola e in umiltà sofferente, mentre le lacrime dell’orgoglio e del dolore si mescolano all’acqua rovesciata sul pavimento.
“E’ il giorno delle Palme”: non continuare ad offrirmi il “Sabato Santo!”.
Anch’io sono Tua figlia!…Accostami con tenerezza al Tuo cuore e fa’, che attraverso la fede, io
riesca ad intravedere, in questo continuo e buio "Sabato Santo", la  “Luce” della S. Pasqua.
Enrica, signora "G"

Tu non c'eri lassù...


A STENTO IL NULLA

No, credere a Pasqua
non è giusta fede;
troppo bello sei a Pasqua!

Fede vera
è al venerdì santo
quando Tu non c'eri
lassù!

Quando non una eco
risponde
al suo alto grido

e a stento il Nulla
dà forma
alla tua assenza.
(David Maria Turoldo)

Dipinto di Salvador Dalì "il Crocifisso di S. Giovanni della Croce.
Spettacolare è l’effetto prodotto da questo dipinto, oggi custodito nel Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow. Ciò dipende da un’intuizione geniale: Gesù crocifisso non è visto da sotto in su né in posizione frontale, come lo potrebbe osservare qualsiasi persona umana, ma è considerato dall’alto verso il basso, cioè come lo vede Dio Padre! Questa intuizione non è originale di Salvador Dalì. Il pittore catalano, infatti, disse di essersi ispirato a un disegno di un grande santo spagnolo del Cinquecento, San Giovanni della Croce, e da un sogno: Dalì vede Gesù senza corona di spine, con il corpo perfetto e privo di ferite, aderente al legno della croce ma senza chiodi. La croce è protesa verso il basso e sospesa immobile in uno spazio oscuro che si illumina nella parte inferiore a definire un preciso paesaggio. La terra riceve luce dal cielo e anche il Cristo è illuminato dall’alto, così che il suo braccio sinistro proietta l’ombra sul legno del patibolo. È dunque l’Eterno Padre la sorgente di luce che illumina il mondo e rende ragione della morte del Figlio. Come il nucleo dell’atomoche esplode (sono ancora impressioni descritte da Dalì), Gesù crocifisso si pone nella storia e nel cosmo come la più grande energia, capace di ricostruire dal di dentro l’universo. L’ardito scorcio che caratterizza la parte superiore del quadro cambia direzione nella zona inferiore, per far emergere un paesaggio, quello di Port Lligatin Spagna, con un lago, una barca e dei pescatori: un riferimento alla realtà storica e ambientale che non esclude una possibile allusione alla barca di Pietro, cioè la Chiesa, che riceve luce per navigare nel mondo, dove è inviata per illuminare le genti.
Vincenzo Francia.

Girare il mondo con quel recipiente...

UNA RELIQUIA DELLA PASSIONE
Se dovessi scegliere
una reliquia della tua Passione,
prenderei proprio quel catino
colmo d'acqua sporca.
Girare il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede
cingermi dell'asciugatoio
e curvarmi giù in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere
i nemici dagli amici,
e lavare i piedi del vagabondo,
dell'ateo, del drogato,
del carcerato, dell'omicida,
di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego mai,
in silenzio finché
tutti abbiano capito
nel mio il tuo amore.
-M. Delbrêl-

- dipinto di Sieger Köder- Lavanda dei piedi – Gv 13. 
Gesù e Pietro s'inchinano profondamente l'uno verso l'altro. Gesù si è inginocchiato, quasi prostrato davanti a Pietro in un gesto assoluto, non si vede nemmeno il suo volto. In questo momento Gesù è solo e soltanto servizio per questo uomo lì davanti a lui. Solo servizio, e così vediamo il suo volto rispecchiato nell'acqua, sui piedi di Pietro. Pietro si inchina verso Gesù. La sua mano sinistra ci parla di rifiuto: "Tu Signore vuoi lavare i piedi a me?". La sua mano destra e il suo capo, in contrasto, si appoggiano con tutto il loro peso sulla spalla di Gesù. Pietro non guarda al Maestro, non può vedere neppure il suo volto che appare nel catino. Nel vangelo di Giovanni. Gesù risponde alla domanda esitante di Pietro: "Quello che faccio tu ora non lo capisci ma lo capirai dopo". È questa parola che si rispecchia nell'immagine. Adesso, in questa situazione, non conta il capire ma l'incontro, l'accettare un'esperienza. Il corpo di Pietro è un corpo che vive un processo, un incontro dalla testa ai piedi. Una persona che scopre il suo bisogno di essere lavato, una persona che scopre allo stesso tempo la sua dignità. Sono bisognoso che Lui mi lavi i piedi, sono degno che Lui mi lavi i piedi...Di conseguenza non è il volto di Gesù che è al centro dell'immagine, ma il volto di Pietro. È lì, sul suo volto luminoso, dove si riflette il segno della dignità riacquistata. Lo sguardo di Pietro è diretto verso i piedi di Gesù. Questi piedi sono smisurati, ma soltanto all'occhio di chi guarda l'immagine. Dallo sguardo di Pietro ci lasciamo condurre a questi piedi e scopriamo con Lui che nell'esperienza che sta vivendo, intuisce una chiamata ad un servizio: "Vi ho dato un esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi". Pietro capisce in questo momento che il suo impegno sarà quello di ripetere gli stessi gesti di Gesù, non solo verso di Lui, ma anche verso ogni fratello, verso il corpo di Cristo, il suo corpo ecclesiale. Dietro le persone, vediamo sul tavolo un calice con il vino e un piatto con il pane spezzato, elementi non relegati sullo sfondo, ma avvicinati all'evento che si vive al centro dell'immagine. La luce che emana il vestito di Gesù si riflette pure sull'angolo della tovaglia. C'è anche l'ombra delle due persone che abbraccia questi segni dell'Eucaristia, si tratta di un unico incontro. È la stessa luce che illumina pane e vino, le mani e i piedi del discepolo e del Maestro. È la luce della fedeltà di Dio alla sua Alleanza. La luce dell'abbandono di Gesù nelle mani del Padre, la luce della salvezza. L’artista, Sieger Köder, utilizza spesso il blu come colore della trascendenza. Il tappeto blu contrasta con i colori marroni, i colori della terra, che predominano nell'immagine. Il tappeto blu ci indica che il cielo si trova sulla terra, lì dove si vive il dono di sé per l'altro. L'immagine ci dice: se noi cristiani stiamo cercando il volto di Cristo, dobbiamo forse lasciarci condurre ai piedi degli altri, impegnarci in un servizio che riconosce la dignità, che accetta il bisogno dell'altro. Ma come vivere questo servizio senza offendere l'altro, se non lasciandoci lavare da una mano amica i propri piedi, riconoscendoci bisognosi? Lì dove due corpi si intrecciano nel dare e nel ricevere si costruisce il corpo di Cristo, si inizia capire cos'è l'Eucaristia.
padrestefanoliberti

Sieger Köder nasce il 3 gennaio 1925 a Wasseralfingen, in Germania, dove termina i suoi studi. Durante la seconda guerra mondiale viene mandato in Francia come soldato di frontiera ed è fatto prigioniero di guerra. Tornato dalla prigionia, frequenta la scuola dell’Accademia dell’arte di Stoccarda fino al 1951; quindi studia filologia inglese all’università di Tubinga (come parte della sua formazione di insegnante). Dopo 12 anni d’insegnamento di arte e di attività come artista, Köder intraprende gli studi teologici per il sacerdozio e, nel 1971, viene ordinato prete cattolico. Dal 1975 al 1995, padre Köder esercita il suo ministero come parroco della parrocchia in Hohenberg e Rosenberg. Morirà il 9 febbrai 2015 a Ellwangen, non lontano da Stoccarda, dove aveva trascorsi i vent’anni anni della pensione. Gli anni del suo ministero di prete sono fra i più prolifici come ispirazione per le opere d’arte. C’è completa sinergia fra il Köder ministro e l’artista. Usa le sue pitture come Gesù usava le sue parabole. “Rivela” la profondità del messaggio cristiano attraverso le metafore, spargendo luce e colore sulla vita e sulla storia umana. L’arte di Köder è caricata pesantemente della sua esperienza personale di guerra durante il periodo Nazista e il periodo dell’Olocausto.