"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 26 novembre 2018

La corona di Avvento

La Corona di Avvento
Storia e significato all’interno del Rito Ambrosiano
La candela ha avuto sempre un significato speciale per l’uomo, soprattutto perché prima che venisse scoperta l’elettricità rappresentava la vittoria sull’oscurità della notte. Alla luce delle candele San Girolamo traduceva la Bibbia dal greco e dall’ebraico al latino nelle grotte scure di Betlemme, dove nacque Gesù Cristo. In casa, di notte, quando manca l’energia, ancora oggi tutti corrono a cercare una candela e un fiammifero.
Accendere candele ci fa ricordare anche la festa ebraica di Chanukkah, che celebra la riconquista della città di Gerusalemme da parte dei fratelli maccabei dalle mani dei greci del re Antioco IV.
Prima dell’era cristiana, i pagani celebravano a Roma la festa del dio Sole Invincibile (Diessolisinvicti) nel solstizio d’inverno, il 25 dicembre. La Chiesa, saggiamente, ha iniziato a celebrare il Natale di Gesù in quel giorno, per mostrare che Cristo è il vero Dio, il vero Sole, che porta nei suoi raggi la salvezza. È la festa della luce che è Cristo: “Io sono la Luce del mondo” (Gv 12,8). A Natale è scesa per noi la vera Luce “che illumina ogni uomo” (Gv 1,9).
Nella fiamma della candela sono presenti le forze della natura e della vita. Ogni candela segna un anno della nostra vita sulla torta di compleanno. Per noi cristiani simboleggiano la fede, l’amore e il lavoro realizzato a favore del Regno di Dio. Le candele sono vite che si immolano nella liturgia dell’amore per Dio e per il prossimo. Tutto ciò è stato portato nella liturgia dell’Avvento. Con rami di pino, una corona con sei candele prepara i cuori all’arrivo del Dio Bambino.
In queste sei settimane siamo invitati ad aspettare Gesù che viene. È un periodo di preparazione e di gioiosa attesa del Signore. La Corona d’Avvento è composta, nel rito ambrosiano, da sei candele legate ai rami a formare un cerchio che non ha inizio né fine ed è simbolo dell’eternità di Dio e del regno eterno di Cristo. Ogni domenica se ne accende una.
Le sei candele dell’Avvento simboleggiano quindi le grandi tappe della salvezza in Cristo. L’Avvento, come tempo di preparazione alla festa di Natale, nasce e si sviluppa sul modello della Quaresima.
Come infatti la più importante delle feste dell’anno liturgico, la Pasqua di Risurrezione, prevede un periodo di preparazione (la Quaresima appunto), così, attorno al secolo VI, la liturgia sentì il bisogno di un periodo di preparazione anche alla seconda grande festa dell’anno liturgico, cioè il Natale.
E come la Quaresima è scandita su sei domeniche, anche l’Avvento fu strutturato su sei domeniche. Fu attorno al secolo VII-VIII che la Chiesa romana accorciò l’avvento a quattro settimane, e quest’uso si diffuse poi in tutta la Chiesa latina occidentale. Tranne che a Milano, però, dove si conservò il computo più antico, quello appunto delle sei domeniche. Lo si chiamò “Avvento ambrosiano”, ma solo perché nel resto della Chiesa occidentale si faceva diversamente, sul modello del “nuovo” Avvento romano di quattro domeniche.
In realtà quindi – a ben guardare dal punto di vista storico – non si tratta di una particolarità ambrosiana: a Milano infatti si continuò a fare quello che anticamente si faceva in tutte le Chiese.
Nella successione delle domeniche la liturgia d’Avvento rinnova l’aspirazione di Israele e dell’intero creato alla salvezza. L’itinerario delle prime cinque domeniche è evidenziato dalla titolatura di ciascuna di esse, cui corrisponde la scelta delle letture nei tre anni:
La venuta del Signore (il Vangelo tratta della seconda venuta di Gesù nella gloria)
I figli del Regno (il Vangelo tratta dell’invito alla conversione che Giovanni Battista rivolge ai propri discepoli per essere pronti alla venuta del Messia)
Le profezie adempiute (il Vangelo tratta dell’adempimento delle antiche profezie in Gesù)
L’ingresso del Messia (il Vangelo tratta dell’ingresso gioioso di Gesù a Gerusalemme)
Il Precursore (il Vangelo tratta di Giovanni e della sua testimonianza che Gesù è il Messia)
L’itinerario liturgico delle prime cinque domeniche sfocia nella celebrazione della venuta del Verbo nel grembo della Vergine Maria, mistero cui è dedicata la VI domenica di Avvento, che la tradizione ambrosiana denomina “Domenica dell’Incarnazione”. In essa è celebrata, con una prospettiva marcatamente cristologica, la Divina Maternità della Vergine Maria.
Ecco che allora, simbolicamente, la Corona di Avvento si presenta nella Liturgia come un’accensione di luce, graduale e progressiva, che troverà il suo culmine nella notte di Natale quando saremo chiamati ad accogliere la presenza della Luce di Gesù nella nostra vita. 

“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madian. Poiché ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti” (Is 9,1-6).

Tratto da itirenario tematico" Camminiamo insieme" verso il Signore che viene- Avvento 2018
- Basilica S. Stefano- Sesto S. Giovanni- di Monsignor dRoberto Davanzo, prevosto-

Silenzio e stupore

Silenzio e stupore: solo la natura parla insegnandoci a dimenticare le miserie terrene... un’anima al cospetto di se stessa: infinità finita.. 
Alba, dopo un risveglio in paradiso, col Brioschi (quota 2410 m.) adagiato ben al di sopra del candido oceano di nubi e la Croce imbiancata da una coltre di brina e gelo. 
-Ermes Malvisi-

Sei bella, donna

Sei bella. / E non per quel filo di trucco. / Sei bella per quanta vita ti è passata addosso, / per i sogni che hai dentro / e che non conosco. / Bella per tutte le volte che toccava a te, / ma avanti il prossimo. / Per le parole spese invano / e per quelle cercate lontano. / Per ogni lacrima scesa / e per quelle nascoste di notte / al chiaro di luna complice. / Per il sorriso che provi, / le attenzioni che non trovi, / per le emozioni che senti / e la speranza che inventi. / Sei bella semplicemente, come un fiore raccolto in fretta, / come un dono inaspettato, come uno sguardo rubato / o un abbraccio sentito. / Sei bella / e non importa che il mondo sappia, / sei bella davvero, ma solo per chi ti sa guardare. 
-A. Merini-
 Tra tanta ingiustizia e volgarità esiste un altro ‘Sguardo’ e altre Parole che ci scaldano il cuore.
Questa iicorrenza è stata istituita dall’assemblea dell’Onu nel 1999. La data è stata scelta per ricordare il sacrificio di Patria, Minerva e Maria Teresa, tre sorelle che, a causa della loro militanza politica contro il regime del dittatore dominicano Rafael Leonida Trujillo, furono brutalmente trucidate nel 1960. Le sorelle Mirabal, fervide attiviste politiche della Repubblica Dominicana e sostenitrici del “Movimento 14 giugno”, mentre stavano andando in auto a far visita ai loro mariti (anch’essi incarcerati per la loro militanza politica), furono fermate dalla polizia, condotte in una piantagione di canna da zucchero e, dopo indicibili torture, gettate in un precipizio per simulare un incidente. L’opinione pubblica comprese subito che si trattò di un efferato assassinio. L’eco di tale tragedia si diffuse, però, solo dopo la morte del dittatore. E il sacrificio delle donne fu noto al mondo intero solo nel 1999, quando questa storia intrisa di violenza e di disuguaglianza di genere giunse sul tavolo dell’assemblea dell’Onu. Anche l’Italia, dal 2005, celebra il ricordo di tutte le donne vittime di violenza. Perché ancora oggi, a distanza di cinquantotto anni dall’assassinio delle sorelle Mirabal, a casa, a scuola, a lavoro, per strada, su internet, una donna su tre (secondo i dati forniti dall’Onu) subisce violenza fisica e psicologica.
stateofmind 

martedì 20 novembre 2018

21 novembre- Presentazione della beata Vergine Maria
















Presentazione di Maria al Tempio, Duomo di Milanotransetto destro 06-
scultore Agostino Busti detto Bambaia- 

Memoria mariana di origine devozionale, si collega a una pia tradizione attestata dal protovangelo di Giacomo. La celebrazione liturgica, che risale al secolo VI in Oriente e al secolo XIV in Occidente, dà risalto alla prima donazione totale che Maria fece di sé, divenendo modello di ogni anima che si consacra al Signore. (Mess. Rom.) 

"Santa Maria fa' che le nostre opere di tutti i giorni, pur piccole, siano piene d’amore". Amen 
Oggi i Consacrati celebrano con gioia anche la loro festa. 

Altare della Presentazione della Vergine- Duomo Milano
L'altare della Presentazione della Vergine, sulla destra, mantiene l'aspetto datogli nel 1543 quando fu commissionato ad Agostino Busti, detto il Bambaia, dal Canonico Vimercati. A fianco dell'altare si trovava il monumento funerario del Vimercati, pure del Bambaja, oggi trasferito nella navata destra della chiesa. Esso ha la forma di un tempio classico, interamente composto da marmo bianco, retto da colonne in marmo policromo. Al centro ospita il rilievo con la Presentazione di Maria. La scena è concepita come se si trattasse dell'interno del tempio di cui le colonne e il frontone dell'altare costituiscono la parte esterna. Maria bambina è ritratta in basso al centro, nell'atto di salire la scala in cima alla quale il sacerdote circondato dai fedeli è pronto ad accoglierla a braccia aperte. Ai lati della scala si trovano, sulla sinistra i genitori Anna e Gioacchino, e a destra un gruppo di fedeli che reca offerte. I personaggi sono caratterizzati da una rappresentazione fortemente realistica ed espressiva, evidente nei volti dalle vivaci espressioni. Nella rappresentazione prospettica dell'interno del tempio è evidente l'ispirazione al finto abside edificato da Bramante in San Satiro, a breve distanza dal Duomo. Il Bambaja è autore anche delle statue che coronano l'altare, con la Vergine, San Paolo, San Giovanni Battista e due sante, e del San Martino nella nicchia laterale.

Il Protovangelo di Giacomo – noto anche come Vangelo dell'Infanzia di Giacomo o come Vangelo di Giacomo – è un vangelo in lingua greca composto probabilmente verso il 140-170. Espande i racconti dell'infanzia di Gesù contenuti nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Luca, fino a presentare un'esposizione della nascita e dell'educazione di Maria, per poi rielaborare le narrazioni canoniche sulla natività di Gesù. Si tratta del più antico testo cristiano che sostenga la verginità di Maria non solo prima, ma durante e dopo la nascita di Gesù.. È uno dei vangeli apocrifi (non è cioè incluso in alcun canone biblico). Tuttavia la tradizione cristiana ha accolto alcune delle informazioni in esso contenute, in particolare relativamente alla vita di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino. Deve il nome "protovangelo" all'umanista francese Guillaume Postel nel XVI secolo ed è relativo all'antecedenza cronologica degli eventi in esso narrati rispetto al materiale contenuto nei quattro vangeli canonici.

L'anima arriva ovunque


Se vuoi essere vicino ad una persona non devi affrontare strade, ostacoli, confini. Basta un semplice pensiero, un gesto, qualsiasi cosa, che parta dal cuore, perché ognuno sa che il mezzo più veloce di altri è l’Anima. È lei che arriverà ovunque, anche quando il pensiero non vorrà arrivare.
S. Piogia - oil paintings by Daniel Gerhartz

Gioia con fiducia


Desidero che non vi manchi mai la gioia...
E' lo spirito che deve essere gioioso 
ed ergersi pieno di fiducia sopra ogni evento. 
-Seneca-
-"Brenda Burke" on Pinterest.-

Diritti dei bambini ed adolescenti


Ci preoccupiamo di ciò che un bambino diventerà domani, ma dimentichiamo che è qualcuno oggi
- Tauscher-

Il 20 novembre ricorre la giornata mondiale dei diritti dei bambini e dei ragazzi, un’occasione per ricordare le prerogative dei minori e ripensare al loro stile di vita e a chi ancora vive in situazioni di disagio. La data non è casuale, ma richiama l’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Era l’anno 1989, la Convenzione sarebbe stata ratificata in Italia nel 1991. Ma ancora oggi, anche in Italia, sono molti i contesti in cui i diritti dei bambini e dei ragazzi non vengono tutelati e, anzi, i minori vivono in situazioni di precarietà e povertà inaccettabili.

martedì 13 novembre 2018

Sorreggere il mondo


Quelli che sorreggono il mondo sono coloro che sanno regalare un pezzetto di vita agli altri. E lo fanno con tutto il cuore. I primi posti appartengono a quelli che, in ognuna delle nostre case, danno ciò che fa vivere, regalano vita con mille gesti non visti da nessuno, gesti di cura, di accudimento, di attenzione, rivolti ai genitori o ai figli al coniuge o a chi busserà domani. Fossero anche spiccioli di bontà, solo briciole, non è mai irrisorio, mai insignificante un gesto di bontà cavato fuori dalla nostra povertà.
-padre E. Ronchi-

Cammina con il cuore

Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore.
-P. Coelho-

...Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina. 

Quando non potrai camminare, usa il bastone. 
Però non trattenerti mai!
S.Madre Teresa di Calcutta

Gentilezza

Ci sono vari modi per prendersi cura di una persona...
Le puoi chiedere se ha mangiato, se è coperta abbastanza, se ha dormito. Oppure, puoi domandarle se è felice, se ha pianto, se ha il cuore spezzato e ha bisogno d'aiuto...
Sono sempre solo parole, ma le prime accudiscono il CORPO, le seconde nutrono l'ANIMA.- P. Felice


Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. In occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza, condivido un brano di Eugenio Borgna, psichiatra fenomenologo: «La gentilezza ci consente di allentare le continue difficoltà della vita, le nostre e quelle degli altri, di essere aperti agli stati d’animo e alla sensibilità degli altri, di interpretare le richieste di aiuto che giungano non tanto dalle parole quanto dagli sguardi e dai volti degli altri: familiari, o sconosciuti. La gentilezza è un fare e un rifare leggera la vita, ferita continuamente dalla indifferenza e dalla noncuranza, dall’egoismo e dalla idolatria del successo, e salvata dalla gentilezza nella quale confluiscono, in fondo, timidezza e fragilità, tenerezza e generosità, mitezza e compassione, altruismo e sacrificio, carità e speranza. La gentilezza è come un ponte che mette in relazione, in misteriosa e talora mistica relazione, queste diverse disposizioni dell’anima: queste diverse forme di vita: queste diverse emozioni. Ma la gentilezza è un ponte anche perché ci fa uscire dai confini del nostro io, della nostra soggettività, e ci fa partecipare della interiorità, della soggettività, degli altri; creando invisibili alleanze, invisibili comunità di destino, che allentano la morsa della solitudine, e della disperazione, aprendo i cuori ad una diversa speranza, e così ad una diversa forma di vita».

martedì 6 novembre 2018

Abituarsi all'oscurità

“Per quanto una situazione possa sembrare disperata, c'è sempre una possibilità di soluzione. Quando tutto attorno è buio non c'è altro da fare che aspettare tranquilli che gli occhi si abituino all'oscurità.” 
-Haruki Murakami-

Uno dei paesaggi più stimolanti ed enigmatici della Terra. Il mare diventa un simbolo dell'assoluto, una realtà dubbia situata sulla soglia della realtà e della fantasia, tra il conscio e l'inconscio. Liberamente ispirato a "The sad sea" (il mare triste) del poeta spagnolo Antonio Machado.

Le ceneri dei nostri cari vanno rispettate

Per la Chiesa la cremazione è lecita, ma le ceneri vanno rispettate. 
Scrivo un brano tratto dall'omelia del 2 novembre di monsignor Roberto Davanzo nostro prevosto Basilica S. Stefano a Sesto S. Giovanni: 
"La chiesa si è pronunciata recentemente per dire tre cose: 
A. Anche i cattolici possono accettare questa pratica: non è mancanza di fede nel mistero della resurrezione dei corpi  
B.Va evitata la dispersione delle ceneri: è importante che ci sia un luogo dove ricordare i nostri cari defunti, per farne memoria in modo corretto. Noi uomini e donne abbiamo bisogno di fissare lo sguardo su qualcosa di preciso, anche se sappiamo bene che ciò che conta è altrove.  
C.Va scoraggiata la prassi di conservare le ceneri in casa: i morti non sono proprietà di nessuno e chiunque deve poter pregare sulla loro tomba. Inoltre, tenere in casa le ceneri dei propri cari impedisce il distacco da chi ormai è nella vita di Dio"... 

Giovanni Strazza (1818-1875): "La Vergine Velata"-
-Il marmo. Esso diventa trasparenza-
E' INCREDIBILE LA POTENZA DEL TALENTO. 

Si tratta di una statua in marmo di Carrara scolpita a Roma dallo scultore italiano, raffigurante il busto di una velata Vergine Maria. La data esatta del completamento della statua è sconosciuta, ma probabilmente nei primi anni 1850. 
Cit. Vittorio Sgarbi.
La Vergine velata , nel dicembre 1856 raggiunse l'isola di Terranova ( Canada ). Al momento è conservata in Presentation Convent e nella Scuola, sede delle Suore della Presentazione, nella Piazza della Cattedrale, nella città di San Juan de Terranova 

venerdì 2 novembre 2018

La speranza nel cuore

Giorno dopo giorno si compie la consapevolezza della propria fragilità e dei propri limiti, si compie il coraggio di andare avanti, lo stupore di constatare che la speranza è sempre nel cuore.

Cos'è una risurrezione del cuore.

-dipinto di A. Guardassoni, L'innominato e il cardinale-
C'è una risurrezione del corpo e c'è una risurrezione del cuore. Sappiamo che la risurrezione dei corpo avverrà «nell'ultimo giorno», quella dei cuore avviene o può avvenire ogni giorno. E come si fa' a risuscitare un cuore?
Hai un genitore anziano, in casa o all'ospizio? Forse il suo cuore è morto per il silenzio dei figli. Fagli una telefonata, promettigli che domani andrai a trovarlo. Probabilmente hai risuscitato un cuore. Tuo marito o tua moglie o tuo figlio è uscito di casa demoralizzato dopo un ennesimo scontro: telefonagli, fagli rinascere in cuore la fiducia. Forse abbiamo risuscitato anche noi un cuore.

Ricordiamo, a questo proposito, la famosa «notte dell'innominato» ne “I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni. L'innominato, un mattino, si alza dopo che la coscienza lo ha torturato tutta la notte per i suoi delitti. Saputo che c'è in visita il cardinale Federico Borromeo... Appena in presenza dell'uomo di Dio, gli grida, più arrabbiato con se stesso che pentito: «Ho l'inferno nel cuore». Finalmente, dopo la sua confessione, il perdono, l'abbraccio del pastore e le lacrime, si alza ripetendo: «Provo un refrigerio, una gioia, sì una gioia, quale non ho provato mai in tutta questa mia orribile vita!». Manda subito a liberare Lucia che teneva sequestrata nel suo castello. Comincia una vita nuova. Non si poteva descrivere meglio di così cos'è una risurrezione dei cuore.



I Promessi Sposi-Capitolo XXIII-"A misura che queste parole uscivan dal suo labbro, il volto, lo sguardo, ogni moto ne spirava il senso. La faccia del suo ascoltatore, di stravolta e convulsa, si fece da principio attonita e intenta; poi si compose a una commozione più profonda e meno angosciosa; i suoi occhi, che dall'infanzia più non conoscevan le lacrime, si gonfiarono; quando le parole furono cessate, si coprì il volto con le mani, e diede in un dirotto pianto, che fu come l'ultima e più chiara risposta..."

Il pianto dell'Innominato
Il discorso appassionato e vibrante del cardinale Borromeo commuove profondamente l'innominato, il quale sente salire le lacrime agli occhi che, pure, non sono abituati a piangere sin dalla fanciullezza: alla fine delle parole
 di Federigo il bandito si copre il volto con le mani e scoppia in un pianto dirotto, che rappresenta la risposta più eloquente alle sollecitazioni del prelato. Il Borromeo ringrazia la bontà divina e alza le mani e gli occhi al cielo, facendo poi per prendere la mano dell'innominato il quale, tuttavia, lo esorta a stare lontano per non contaminare la propria mano pura e benefica con la sua macchiata del sangue di tanti innocenti; il cardinale vuole invece stringerla, certo che in futuro essa riparerà i torti compiuti, solleverà gli afflitti e si stenderà disarmata verso gli antichi nemici. L'innominato esorta ancora Federigo a non trattenersi lì con lui, lasciando il popolo che è venuto in folla a vederlo, ma il cardinale ribatte di volere assistere la pecorella smarrita e afferma che, forse, Dio diffonde tra la gente la gioia per la conversione di cui ancora non sa nulla, aprendo poi le braccia e pregando l'innominato di accettare il suo abbraccio. Il bandito ha un attimo di esitazione, quindi abbraccia il cardinale e appoggia il volto in lacrime sulla spalla del prelato, bagnando la sua porpora mentre Federigo stringe la casacca di quell'uomo che si è macchiato di tanti atroci delitti.

Io credo: Risorgerò.

Memento mori: «ricordati che devi morire», ha ripetuto per secoli la tradizione cristiana, dimenticando che questa parola è più pagana che cristiana. La parola cristiana è un'altra: «Ricordati che devi risuscitare». Ricordati che puoi risuscitare già ora e che puoi diventare un operatore di risurrezione combattendo la morte in te e negli altri, smascherando tutte le complicità con la morte, aiutando tanti fratelli a uscire dai loro sepolcri, uniti tutti a Cristo che ha vinto e vincerà la morte. Tra le opere di misericordia ce n'è una che dice: "seppellire i morti"; possiamo dire che c'è anche quella di: «Risuscitare i morti».

2 novembre - Commemorazione di tutti i fedeli defunti

💙 con il cielo nel cuore 💙
"Ci rivedremo non so quando MA SO DOVE. 
Ci rivedremo e sarà un giorno pieno di sole". 

-tratto dalla canzone di Ross Parker e le parole sono di Hugh Charles.