"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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sabato 6 marzo 2010

Presunzione della fede

Il sottocitato scritto è stato motivo di confronto in un gruppo del quale sono responsabile. Trovo interessante proporlo.

 "Nessuno è tanto ateo da non avere una fessura di dubbio. E nessuno è tanto fedele da non avere una fessura di inquietudine" (Paolo VI)


Una volta le religioni avevano confini precisi. Non soltanto geografici, ma, se così si può dire,  teologici. Il cristianesimo non era l'ebraismo, l’ebraismo non era l'islamismo, l'islamismo non era l'induismo...
Mettere piede in una chiesa che non fosse della propria religione era allora severamente proibito.
C'è chi ricorda come non fosse permesso a un cattolico entrare in un tempio protestante, dove pure avrebbe
potuto ascoltare lo stesso Vangelo e pregare lo stesso Gesù.
Sorprendente perciò è stato nel 1986 il gesto con cui Giovanni Paolo II invitò ad Assisí i più alti rappresentanti delle diverse religioni per pregare insieme in spirito di fraterna comunione.
Tutte le religioni portano a Dio:
non contano tanto
le forme quanto lo
spirito che le anima.
Avrebbe dunque ragione Gandhi
quando, con una finissima immagine,
ci viene a dire:
« Dio è un pozzo,
ogni religione vi attinge,
l'una con un secchio,
l'altra con una giara,
la terza con un otre.
Guardiamo all'acqua
e non alla forma dei nostri recipienti ».

1 commento:

  1. Ciao Enrica
    Ti unisco un commento del Rabbi Israel, su una frase del Vangelo,. Forse lo conosci, mi ha incuriosito.

    “E tu amerai il tuo prossimo come te stesso, perché io sono il tuo Signore, il tuo Dio”
    Il Rabbi Israel così commenta questo versetto biblico:
    Nella Russia zarista c'erano due amici ebrei che si erano giurati amicizia fino alla morte. Così quando uno venne accusato di azioni sovversive l'altro si autoaccusò e tutti e due vennero imprigionati. Un giorno lo Zar li fece chiamare e disse loro: state tranquilli sarete liberi ma ho chiesto di vedervi perché desideravo incontrare due uomini animati da una così grande amicizia. E adesso ho un piacere da chiedervi:”prendetemi come terzo amico”.
    Ecco il profondo significato del versetto biblico, disse il Rabbi Israel: quando due persone si amano come questi due Dio diventa loro amico.

    A presto, Alda

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