"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 29 gennaio 2018

Conflitto tra uomo e donna

Ecco cosa ha scritto lo stesso Milov sul suo lavoro: “Mostra un conflitto tra un uomo e una donna, e l’espressione interiore ed esteriore della natura umana. La loro interiorità è rappresentata da bambini trasparenti che cercano di toccarsi attraverso la grata. AL CALARE DELLA NOTTE I BAMBINI COMINCIANO A BRILLARE. Questo splendore è un simbolo di purezza e sincerità, che unisce le persone e dà la possibilità di riavvicinarsi quando arriva un periodo buio”.Il bel messaggio non è l’unica ragione per cui questo lavoro è così importante: è anche la prima volta che un artista ucraino ha ricevuto una sovvenzione da Burning Man per creare la sua arte.
Nulla è più triste che il trovarsi in una casa dove le persone e le cose che dovrebbero essere le più intime ci sono quasi sconosciute.
(C. M. Franzero)

sabato 27 gennaio 2018

La ballata di Chopin che salvò una vita

27 Gennaio: Giorno della memoria-
La ballata di Chopin che salvò una vita

Wladyslaw Szpilman, ebreo, pianista alla Radio Polacca di Varsavia, viene catturato e si ritrova nel ghetto di Varsavia dopo l'invasione tedesca e la deportazione di migliaia di persone nei campi di concentramento. Da allora inizia per lui una vita fatta di fughe e stenti all'interno di una città devastata dai bombardamenti e dalla solitudine. Dopo aver intrapreso diversi lavori ed aver cambiato molteplici alloggi di fortuna, Szpilman riesce a sopravvivere fino alla liberazione avvenuta ad opera dell'Armata Rossa, anche grazie all'inaspettato aiuto di un ufficiale tedesco, Wilm Hosenfeld, che lo aiuta dopo averlo sentito suonare le note tristemente struggenti della “Ballata no.1 Op.23 in Sol minore di Chopin. Il figlio di Szpilman, Andrzej, ha lungamente chiesto che lo Yad Vashem annoverasse Hosenfeld come Giusto tra le nazioni, cosa avvenuta nel dicembre del 2008.
Il libro scritto da Szpilman, da cui Roman Polanski ha tratto il film omonimo vincitore della Palma D'Oro al Festival di Cannes, è un lungo e travagliato viaggio nella memoria, ma è soprattutto una sorta di manifesto della volontà di sopravvivenza di un Uomo ad ogni forma di soppressione fisica e psicologica e armato solo di una chiave di violino.
Ella Corradi
Wladyslaw-Szpilman

giovedì 25 gennaio 2018

Supremo coraggio


Supremo coraggio nell'Amore, coraggio di parlare, agire, soffrire, di lasciare tutte le cose o essere lasciati soli. Temperarci con incarichi rischiosi, rialzarci ogni volta che cadremo. Certezza che apparteniamo alla vita nella vittoria nella sconfitta, nella potenza nascosta nella più fragile bellezza, dignità nel dolore, accettare l'offesa, ma disdegnare di ripagarla con l'offesa. Forza di amare sempre e a ogni costo.  
Khalil Gibran

Una foto magica

E' una valle bellissima il paesaggio è idilliaco ed è caratterizzato da alcuni piccoli villaggi sparsi, con la chiesetta di Notre-Dame de la Neige e le ultime baite del villaggio di Maison Blanche verso il fondo del pianoro, alla testa della vallata. il castello di Fenis è il più conosciuto e scenografico della Valle d’Aosta adagiato in una bella radura, con tutti gli elementi tipici dell’epoca medioevale: mura merlate e torri di avvistamento.
Ella Corradi
gennaio 2018

Scelgo

Scelgo di vivere per scelta, e non per caso.
Scelgo di fare dei cambiamenti, anziché avere delle scuse.
Scelgo di essere motivato, non manipolato.
Scelgo di essere utile, non usato.

Scelgo l’autostima, non l’autocommiserazione.
Scelgo di eccellere, non di competere.
Scelgo di ascoltare la voce interiore, e non l’opinione casuale della gente. 

- Eileen Caddy -

 immagine طيور الصباح

Guardare con uno sguardo puro.

erica hopper paintings -

martedì 16 gennaio 2018

Ottimista

Il vero coraggio di fronte ad ogni problema fa’ dire tranquillamente: “Da qualche parte certamente c’è una soluzione e io la troverò”. 
-B. Ferrero-

Impariamo a volerci bene


Viviamo ogni giorno con entusiasmo e non lasciamo che nessuno mai ci venda tristezza, perché la pace nel cuore è la nostra più grande ricchezza! Lasciamo alle spalle i cattivi pensieri, mettiamo da parte i giorni più duri. C’è sempre un domani migliore di ieri. Soprattutto impariamo a volerci bene!
- dipinto condiviso da pinterest-

lunedì 8 gennaio 2018

Il dono dell'amicizia


"Beati coloro che hanno il dono di fare amicizia, poiché è questo uno dei doni più belli da ricevere e da donare. Si tratta soprattutto di riuscire a mettere da parte se stessi e di apprezzare quanto c'è di nobile e amorevole nell'altro".
Thomas Hughes

Riflessione amara


Un dono semplice


Un dono facile da confezionare: semplice ed utile. Non richiede cuciture: tre strofinacci da cucina, un po' di nastrino, un mestolo, una pallina ed uno scritto:
"Quando non sono più carina usami in cucina".

martedì 2 gennaio 2018

31 dicembre giorno di riflessione


31 dicembre -baci fraterni sotto il vischio.
Questo è un giorno di riflessione, si ripensa a ciò che si è fatto durante l'anno, agli obiettivi raggiunti e a quelli rimandati. In fondo il tempo non si ferma mai. L'anno nuovo NON si sostituisce al vecchio ma ne continua il percorso con il suo carico di esperienze, fallimenti, successi, conquiste, ferite, gioie, dolori...e noi tutti siamo parte integrante di questo avvicendarsi che chiamiamo storia. 
SIA "NUOVO" IL NOSTRO AGIRE...il tempo continui pure la sua marcia.

Il vischio. Storia, descrizione, mitologia e utilizzi una delle piante più venerate sin dall’antichità.


Sono molte le piante sacre che nel periodo delle festività natalizie decorano le case di tutto il Mondo: l’Agrifoglio, l’Abete (bianco o rosso), il pungitopo, la stella di Natale ma anche l’Elleboro, l’Alloro, la Rosa canina, la Gaggia.
Probabilmente, però, la pianta simbolico/magica più importante legata all’arrivo del nuovo anno è il vischio. E’ una pianta considerata sacra da tempo immemorabile e di grande rilievo nella mitologia dei popoli centroeuropei. Al vischio sono legate moltissime leggende e superstizioni.  E’ offerta come pianta augurale e propiziatrice, grazie alla tradizione che lo indica capace di allontanare i malefici, da qui deriva l’usanza nordica di offrire il vischio all’inizio dell’anno.
Mitologia. Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, ci dice che “I Druidi non consideravano niente di più sacro del vischio e dell’albero su cui esso cresce, purché di tratti di un rovere (robur). Già scelgono come sacri i boschi di rovere in quanto tali, e non compiono alcun rito religioso si non hanno fronde di questo albero (…). essi ritengono ritengono tutto ciò che nasce sulle piante di rovere come inviato dal cielo, un segno che l’albero è stato scelto dalla divinità stessa. Peraltro il vischio di rovere è molto raro a trovarsi e quando viene scoperto lo si raccoglie con grande devozione: innanzitutto al sesto giorno della luna (che segna per loro l’inizio del mese e dell’anno e del secolo, ogni trent’anni) e questo perchè in tal giorno la luna ha già abbastanza forza e non è a mezzo. Il nome che hanno dato al vischio significa “che guarisce tutto”. Dopo aver apprestato secondo il rituale il sacrificio e il banchetto ai piedi dell’albero, fanno avvicinare due tori bianchi a cui per la prima volta sono state legate le corna. Il sacerdote, vestito di bianco, sale sull’albero, taglia il vischio con un falcetto d’oro e lo raccoglie in un panno bianco. Poi immolano le vittime, pregando il dio affinché renda il dono (il vischio) propizio a coloro ai quali lo hanno destinato. Ritengono che il vischio, preso in pozione, dia la capacità di riprodursi a qualunque animale sterile, e che sia un rimedio contro tutti i veleni”.
Perché il vischio è il simbolo di augurio del nuovo anno?Si capisce di conseguenza il perchè il vischio è legato all’anno nuovo. Lo stesso nome di San Silvestro, che si festeggia l’ultimo dell’anno, secondo J. Bross, appare perfettamente adatto a una festa che commemora la sopravvivenza dello spirito della foresta sotto forma di vischio. L’usanza del Gui-l’an-neuf (il Vischio dell’anno nuovo) è rimasta viva in tutte le province francesi. Ancora oggi a San Silvestro a mezzanotte, nel momento preciso in cui comincia l’anno nuovo, in Francia è d’uso scambiarsi gli auguri con un ciuffo di vischio guarnito di frutta. Nella cultura e tradizione popolare il vischio è sempre stato un potente simbolo di rigenerazionedi vittoria della vita contro la morte. Durante l’inverno, quando l’albero sembra morto, il vischio ha foglie di un verde dorato intenso, ed è allora -novembre e dicembre- che i suoi frutti sferici, traslucidi e biancastri, arrivano a maturazione.  Ne “Il ramo d’oro” il grande antropologo scozzese James Frazer scrive a proposito del vischio “D’inverno gli adoratori dell’albero dovevano salutare la vista del fresco fogliame fra i rami nudi, come segno che se la vita divina non animava i rami, sopravviveva nel vischio, come il cuore di chi dorme batte ancora quando il corpo è inerte
altovastese.it/flora-2/vischio-pianta-sacra-antichi-simbolo-portafortuna-nuovo-anno

La stella di Betlemme

La stella di Betlemme, cosa hanno visto i re magi sul portale di Betlemme?
I Re Magi probabilmente sono stati testimoni di una congiunzione planetaria estremamente brillante, che hanno preso come una nuova stella. Questo fenomeno planetario, secondo le cronache, si è verificato nel 6 a. C., nella costellazione dei pesci, tra i pianeti Marte, Giove e Saturno, che avrebbero formato una brillante figura geometrica di grande bellezza nel cielo (un'altra brillante congiunzione planetaria si è verificato l'anno 3 A.C. Tra Venere e Giove, Nella costellazione di Leo, il cui bagliore è stato così intenso che sono stati confusi).
Le Sacre Scritture contano che più di duemila anni fa, tre [Re] Maghi (nel. Si esplicita solo "Maghi") seguirono una splendente e grandiosa stella, che si fermò nel cielo per segnare il luogo di nascita di Gesù .
E 'uno dei simboli più riconoscibili della festa di Natale. I Vangeli contano che più di due millenni fa una brillante stella condusse Gaspar, Melchiorre e Baltasar, i tre re magi, al villaggio di Betlemme, dove era appena nato Cristo. Ma cosa hanno visto questi personaggi nel cielo della Giudea? Una grande stella disposta da Dio? O una cometa o una supernova? O forse una stranissima combinazione di pianeti?
La Bibbia informa molto poco su questa misteriosa stella, quella che appare solo nel Vangelo di San Matteo.
Dopo aver sentito il re, i re magi sono partiti. La stella che avevano visto nell'est era davanti a loro, finché non si fermò nel posto dove era il bambino... e entrando in casa, trovarono il bambino con Maria, sua madre, " Dov'è il re degli ebrei Che è nato? Perche 'la sua stella si e' vista in oriente e siamo venuti a adorarlo. Poi, aprendo i loro scrigni, gli offrivano doni: oro, incenso e mirra ".
Per cercare di chiarire questo mistero, bisogna prima chiarire due cose. In primo luogo, crediamo che la nascita di Gesù sia avvenuta in primavera e non il 25 dicembre, poiché san Luca ha detto che i pastori non sorvegliavano le loro greggi sulle montagne, ma a Betlemme, a causa del duro clima A dicembre, le pecore sarebbero state sotto il tetto e non pascolando alle intemperie. Inoltre, il 25 dicembre era una data in cui i romani, dominatori della Giudea per quel tempo, celebravano le loro feste saturnali, quindi è molto probabile che i primi cristiani festeggeranno in questa data la nascita di Gesù per evitare persecuzioni.
Il secondo punto è che c'è un gran numero di coincidenze nell'affermare che Cristo non sarebbe nato esattamente 2012 anni fa, ma forse tra gli anni 7 e 2 A.C. Cristiano Nel XVI secolo, e lo divise in prima e dopo Cristo, ha commesso due errori: in primo luogo non stato l'anno zero, numero sconosciuto in quella parte del mondo in quell'epoca e che si deve sottrarre a qualsiasi numero che si voglia Considerare. E, in secondo luogo, ha dato l'affermazione di Clemente di Alessandria che Gesù nacque l'anno 28 del Regno Dell'Imperatore Cesare Augusto, senza riparare che questo imperatore governava Roma altri quattro anni sotto il nome di Ottaviano, prima che il Il Senato lo proclamasse come "Augusto". per questo si crede che Gesù sarebbe nato in realtà tra marzo e aprile del 5 o 6 A.C.
Cos'era la stella di Betlemme?
Questi chiarimenti devono essere andare. In primo luogo, la stella di Betlemme, che brillava per intere settimane, non sarebbe stata una meteora, perché questo corpo celeste diventa una palla di fuoco quando entra nell'atmosfera e dura solo pochi secondi prima di scomparire.
Altri affermano che la stella di Betlemme è stata la cometa di Halley, il più spettacolare degli aquiloni conosciuti, che passa ogni 76 anni sulla terra. Ma questa cometa è stata visibile in Giudea nei mesi di agosto e settembre dell'anno 11 d. C., ciò che non corrisponde alle date della nascita di Gesù. Inoltre, nell'antichità, gli aquiloni erano considerati simboli di morte e distruzione, e non come segno di nascita di un re o divinità.
Un'altra teoria afferma che la stella di Betlemme sarebbe stata una supernova o una supernova, che si origine a causa dell'esplosione di una stella e la cui lucentezza eclissa persino quella di tutta la galassia che la contiene. Ma, durante la nascita di Gesù, non c'è alcun riferimento storico sull'improvvisa apparizione di una luce splendente nel cielo. E se è accaduto, nessuna cultura ha documentato il fatto (alcuni scritti cinesi parlano di una nova che è stata vista nella primavera del 5 D. C., ma si riferiscono a lei come un fenomeno poco spettacolare). Inoltre, nella storia, ogni volta che si è verificata una supernova (come negli anni 1006, 1054, 1572 e 1604), i cronisti di ogni epoca l'hanno descritta copiosamente.
La spiegazione più probabile, secondo gli scienziati, è che i re magi sarebbero stati testimoni di una congiunzione planetaria estremamente brillante, che hanno preso come una nuova stella. Questo fenomeno planetario, secondo le cronache, si è verificato nel 6 a. C., nella costellazione dei pesci, tra i pianeti Marte, Giove e Saturno, che avrebbero formato una brillante figura geometrica di grande bellezza nel cielo (un'altra brillante congiunzione planetaria si è verificato l'anno 3 A.C. Tra Venere e Giove, Nella costellazione di Leo, il cui bagliore è stato così intenso che sono stati confusi).
Martin Gaskell, astrofisico inglese che è anche docente e ricercatore dell'università di Valparaiso, ha escluso dal suo lato che la stella di Betlemme è stata una supernova e molto meno la cometa di Halley. " Ci sono due ipotesi. La prima è la triplice congiunzione planetaria tra Giove, Saturno e Marte, evento che succede ogni 800 anni ed è documentato dai babilonesi l'anno 7 prima di Cristo. E' un evento molto raro che si è verificato al momento giusto e che avrebbe potuto essere interpretato come un riferimento alla nascita di un re d'Israele. L'altra possibilità è una occultamento, che accade quando la luna esce di fronte al pianeta Giove, come è accaduto il 6 A.C. Quest'ultimo evento è stato registrato in monete dell'epoca, che mostra la costellazione di Aries, l'ariete, salta in cielo e guardando indietro la stella ".
Cosa avete visto?
Ma e 'davvero cio' che hanno visto i re magi? Per la scienza è molto difficile dirlo, ed è impossibile avere una certezza totale. Per i teologi cattolici, in ogni caso, l'unica cosa certa è che i re magi sono stati testimoni di una stella straordinaria, disponibile nel cielo per eventi astronomici assolutamente insoliti, che avrebbero indicato, in una sorte di omaggio dell'universo al suo grande Creatore, Il luogo esatto di nascita del figlio di Dio.
Papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, che oltre ad essere sommo Pontefice è un rinomato teologo che è stato caratterizzato nei suoi scritti dalla sua ferroviaria difesa che la fede è perfettamente compatibile con la ragione, su questo punto riafferma il potere di Dio sulla Materia ("altrimenti non sarebbe dio", sostiene). Inoltre, come corollario, aggiunge che "non è la stella che determina il destino del bambino, ma il bambino che guida la stella".
Padre Constantino Bada Prendes de La Granda