"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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mercoledì 27 febbraio 2019

Il ricco stolto - Rembrandt-


COMMENTO ARTISTICO ALLA PITTURA REMBRANDT: “IL RICCO STOLTO”
(don Antonio Scattolini)
Fa sempre una certa impressione entrare di notte dentro una stanza buia. In questo caso, il nostro occhio ci permette di aver accesso ad una scena notturna in cui sta un uomo anziano, che sembra perfettamente a proprio agio al tenue lume di una candela, circondato da libri e documenti. La sua attenzione è tutta rapita da un oggetto che stringe con la destra e che egli sta osservando da vicino. Se guardiamo bene si tratta di una moneta: il vecchio la sta contemplando con grande interesse come se si trattasse di una medaglia col ritratto di una persona cara! Gli occhiali abbassati sul naso rafforzano questo senso di concentrazione o meglio di adorazione idolatrica! Sembra quasi che l’unica luce della sua vita, l’unica cosa che illumina il suo volto, provenga da quella moneta. 
Il suo mondo infatti è tutto lì, riassunto in quelle carte e in quel denaro che gli sta davanti. C’è qualcosa di segreto, qualcosa che ha il tono di una macchinazione o di un intrigo che si ordisce nell’ombra. Tra questi codici, tra registri contabili, sacchetti di monete, un bilancino … nel buio di questa notte, l’uomo deciderà del suo futuro … e forse il suo destino definitivo … per sempre!
Rembrandt, col suo tocco di classe, mostra già in questa piccola opera giovanile (cm. 32 x 42), quel talento straordinario che esprimerà al meglio nei tanti capolavori della sua maturità (es. La Ronda di notte - 1642) e della sua vecchiaia (es. Il Figliol Prodigo - 1669). L’ambiente olandese del XVII secolo, caratterizzato dai floridi commerci internazionali incentrati su Amsterdam, favorisce i contatti e la circolazione di stampe ed opere d’arte; è qui che Rembrandt cresce, lavora e “scrive” con la sua pittura una delle pagine più significative della storia dell’arte. Anche la sua vita avventurosa, sempre in equilibrio precario tra alterne fortune affettive ed economiche, tra ammirazione e solitudine, tra gloria e tragedia, fa di lui un personaggio straordinario. Pur di
modeste origini (il padre era mugnaio) l’artista conosce la pittura scuola italiana nel laboratorio di Pieter Lastman, e dopo qualche anno, con il collega Jan Lievens, apre bottega diventando in poco tempo un artista affermato, consapevole del suo talento. Avvicinandoci alle sue tele noi ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad grande maestro. La percezione fisica del colore, sempre steso con passione, ha la capacità di attirare la nostra attenzione e di predisporci ad apprezzare la drammaticità, la dignità e l’amore per la vita che caratterizzano le sue opere, rilevando anche quel senso di disincanto che in molti casi rasenta anche l’umorismo (anche nei suoi numerosi autoritratti). La sua abilità nella tecnica pittorica è pari alla sua capacità di rappresentare scene di soggetto biblico, sia interpretando magistralmente i significati più profondi delle pagine delle Scritture, sia scegliendo un tipo di linguaggio artistico che diventa esso stesso evangelico, suscitando una presa di posizione netta, o di favore o di rifiuto netto della sua pittura. Lo possiamo costatare anche in quest’opera, in cui il gioco del chiaroscuro, di impronta caravaggesca, stacca nettamente le zone di luce, isolandole dal buio del fondale: il dettaglio della mano che nasconde la candela ricorda i dipinti di Georges La Tour o di Gherardo delle Notti. I colori sono essenziali, ridotti a poche sfumature di giallo, di marrone, di grigio. Non sappiamo dove sia ambientata la scena; forse una cantina (simile al caveau di una banca). A proposito di quest’opera, Stefano Zuffi annota: “Secondo l’attendibile biografo, Van Houbraken, il motto di Rembrandt era “se voglio procurare benefici alla mia mente non cercherò gli onori, ma la libertà”: e il ventunenne pittore dichiara con forza la sua indipendenza rispetto alle convenzioni”. Infatti, l’abile regìa dell’artista, sempre alla ricerca di soluzioni innovative rispetto ai canoni tradizionali, imposta l’azione su un piano ravvicinato, di fronte ad una figura seduta, ritratta a mezzobusto; questa scelta, che si caratterizza per l’intensità emotiva, ci pone nel ruolo di osservatori ravvicinati e vuole coinvolgerci direttamente nella scena, portandoci dentro la vicenda rappresentata, nella convinzione che qui c’è qualcosa che dovrebbe farci meditare. Il soggetto di questo quadro non tratta infatti di una qualsiasi scena di genere, ma interpreta con i colori il testo di una importante parabola evangelica; si tratta del brano di Luca 12, 13-21, la cosiddetta parabola del Ricco Stolto. Rembrandt quindi rivolge agli spettatori un ammonimento contro l’avarizia, di cui questo personaggio diviene una allegoria. Forse la presenza di testi scritti in ebraico esprime anche una polemica antigiudaica. Va riconosciuta la forza di questo dipinto la cui originalità ci affascina ancor oggi, a distanza di secoli, poiché la capacità di Rembrandt di guardarsi allo specchio con estremo realismo (cfr. i suoi autoritratti), ci invita a riconoscerci con verità nel protagonista della tela e della pagine evangelica. Secondo il grande critico Ernst Gombrich “Rembrandt pareva possedere una conoscenza quasi soprannaturale di ciò che i greci chiamavano “lavorìo dell’anima”. Come Shakespeare, sembra essere penetrato nella più segreta intimità di ogni tipo umano, arrivando ad intuire il comportamento di ognuno nelle più diverse situazioni. È questo dono che rende le sue illustrazioni bibliche così diverse da tutto quanto era stato fatto prima di lui. Protestante devoto, Rembrandt dovette leggere e rileggere la Bibbia. Penetrò nello spirito degli episodi e tentò di immaginarseli esattamente come dovevano essere apparsi, e come i personaggi dovevano essersi mossi ed atteggiati”. Così, anche noi oggi, in quest’uomo di cui percepiamo la solitudine e l’attaccamento alle sue cose pari solo al suo bisogno di affetto, ritroviamo la nostra umanità sempre tentata di assolutizzare i beni terreni, dimenticando ciò che vale sul serio alla prova della vita. L’illusione, anzi l’assurdità di poter mettere una ipoteca sul futuro è ciò che viene rimproverato a colui che, qui rappresentato dal personaggio di Rembrandt, è preoccupato solo di sé e non vede più nessuno, né il Signore, né i suoi fratelli.

martedì 26 febbraio 2019

Dono gratuito

Non puoi dire di aver vissuto veramente se non hai mai fatto qualcosa per qualcuno che non potrà mai ripagarti.

sabato 23 febbraio 2019

Amare ad ogni costo

Supremo coraggio nell'Amore, coraggio di parlare, agire, soffrire, di lasciare tutte le cose o essere lasciati soli. Temperarci con incarichi rischiosi, rialzarci ogni volta che cadremo. Certezza che apparteniamo alla vita nella vittoria nella sconfitta, nella potenza nascosta nella più fragile bellezza, dignità nel dolore, accettare l'offesa, ma disdegnare di ripagarla con l'offesa. Forza di amare sempre e a ogni costo.  
Khalil Gibran

venerdì 22 febbraio 2019

Speranza per tutti.

“La vera arte di vivere consiste nel vedere il meraviglioso nella vita quotidiana”. 
-Pearl S. Buck-

Eccomi con un carico di ottimismo e sorrisi sventolando un fiore e inneggiando: “Speranza per tutti!”.
Louis Marie De Schryver paintings

giovedì 21 febbraio 2019

In mare aperto navigo...

Il nostro posto non è nei successi e nei risultati trionfali, ma in una nave in mare, in mare aperto, dove prima o poi, durante la navigazione della vita, verranno acque agitate e vento contrario.

- E. Ronchi -

Mimosa e ginestra per voi

I fiori hanno un’ influenza misteriosa e sottile sui sentimenti, analogamente a certe melodie musicali. Rilassano la tensione della mente. Dissolvono in un attimo la sua rigidità. 
(Henry W. Beecher)
Sono per voi mimosa e ginestra che fioriscono sul nostro terreno sopra Bordighera. 
foto di febbraio dell'amica Diana

mercoledì 20 febbraio 2019

Un inno alla vita, grazie Davood.


Un inno alla vita.

Ho trovato, con emozione, questo video del grande "professionista" che nel 2002 mi ha salvato la vita, dopo un lungo intervento, al Centro Tumori di Milano operando in microchirurgia e ricostruendo il lato dx del mio viso colpito da un sarcoma. 
Grazie Davood sei nel mio cuore sempre.

Davood Fallahdar si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia presso la Scuola di Medicina di Milano nel 1992. Ha iniziato la sua formazione specialistica in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e Microchirurgia presso l'Università di Milano, e ha acquisito ulteriore esperienza presso acclamate Istituzioni internazionali a Parigi, New York University , San Francisco, Stati Uniti, Göteborg e Barcellona.
L'esperienza pluriennale di specialista / consulente del Fallahdar in chirurgia plastica ed estetica dura oltre 15 anni.
È stato inserito nel registro britannico specializzato in GMC per la chirurgia plastica nel 2000. È inoltre iscritto al registro specializzato GMC italiano dal 1998.
Nel 2006 ha ricevuto il riconoscimento speciale per l'Eccellenza in Microchirurgia dal rinomato Istituto Nazionale Tumori di Milano e, nello stesso anno, ha completato la sua terza specialità, Certificato di Specialità in ORL (ENT / Head and Neck Surgery).
Il signor Fallahdar ha pubblicato numerosi articoli nella letteratura peer reviewed e ha presentato sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, è stato coinvolto nella ricerca sulla ricostruzione chirurgica della morfologia umana, presso l'Università di Milano.
Fallahdar ha ricoperto incarichi di consulente presso l'Ospedale Addenbrooke NHS Foundation Trust, a Cambridge, e il National Cancer Institute, Milano.
Dal 2007 al 2009, Fallahdar ha ricoperto il posto di chirurgo plastico di Locum Consultant presso il Royal Marsden NHS Foundation Trust, dove ha fatto parte di un team multidisciplinare altamente qualificato, intraprendendo una vasta gamma di chirurgia plastica e ricostruttiva e microchirurgia allo stato dell'arte. , con particolare attenzione al raggiungimento di funzionalità ed estetica ottimali.
Si impegna a fornire tecniche chirurgiche sicure e meticolose e la massima qualità delle cure al fine di ottenere i migliori risultati.
Dedicato a rimanere all'avanguardia nel suo campo e ad aggiornare le conoscenze e le competenze degli standard più elevati, frequenta regolarmente rinomati incontri e corsi di chirurgia plastica nazionali e internazionali.

Che fai tu, luna, in ciel?


































Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna?
-G. Leopardi-
La luna ieri sera sembrava rossa ma il mio smartphon è magico: l'ha fotografata bianca!!!
ore 18.50 - La camera era illuminata a giorno: un argenteo manto rosato copriva il letto. 
-La foto sotto è scattata in collina dal mio giovane amico Giulio-

giovedì 14 febbraio 2019

Un augurio per te.

Che la tua vita sia piena di colori, gli stessi che fanno dell’arcobaleno uno spettacolo che incanta. Vorrei fosse davvero così, Con coda ondeggiante e criniera al vento, liberi, come onde che si inseguono nel mare iniziamo il nuovo giorno!
- dipinto Jim Warren-

lunedì 11 febbraio 2019

Insieme, virtualmente, da nove anni, grazie



12 febbraio 2019 - nove anni di blog
Se vuoi essere vicino ad una persona non devi affrontare strade, ostacoli, confini. Basta un semplice pensiero, un gesto, qualsiasi cosa, che parta dal cuore, perché ognuno sa che il mezzo più veloce di altri è l’Anima. È lei che arriverà ovunque, anche quando il pensiero non vorrà arrivare.
S. Piogia
Grazie a tutti voi, provenienti da tutto il mondo, abbiamo raggiunto 7000 visualità mensili dei post.

XXVII Giornata Mondiale del Malato 2019

11 febbraio Beata Vergine Maria di Lourdes- 
XXVII Giornata Mondiale del Malato. 

Vi affido tutti a Maria, Salus infirmorum. Lei ci aiuti a condividere i doni ricevuti nello spirito del dialogo e dell’accoglienza reciproca, a vivere come fratelli e sorelle attenti ai bisogni gli uni degli altri, a saper donare con cuore generoso, a imparare la gioia del servizio disinteressato. 
Papa Francesco


































http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/sick/documents/papa-francesco_20181125_giornata-malato.html?fbclid=IwAR1Uv6uh_M4rVPs96bCEY-YB-8RJ0cC3zRiYLZapnRiQVrmqAr3CZqThpwU

venerdì 8 febbraio 2019

Non abbiamo imparato...

"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, 
a nuotare come i pesci, 
ma non abbiamo imparato 
l'arte di vivere come fratelli" 
(Martin Luther King).

Lunga vita

Con il cuore colmo di vita e di amore camminerò.
Felice seguirò la mia strada.
Felice invocherò le grandi nuvole cariche d'acqua.
Felice invocherò la pioggia che placa la sete.
Felice invocherò i germogli sulle piante.
Felice invocherò polline in abbondanza.
Felice invocherò una coperta di rugiada.
Voglio muovermi nella bellezza e nell'armonia.
La bellezza e l'armonia siano davanti a me.
La bellezza e l'armonia siano dietro di me.
La bellezza e l'armonia siano sotto di me.
La bellezza e l’armonia siano sopra di me.
Che la bellezza e l’armonia siano ovunque,
sul mio cammino.
Nella bellezza e nell’armonia tutto si compie.
Dal Canto della notte Navajo

giovedì 7 febbraio 2019

Non sempre si può fare

Non dispiacerti di ciò che non hai potuto fare, rammaricati solo di quando potevi e non hai voluto. 
Mao Tse-tung

Mai arrendersi- impariamo dal bambù

La Favola del Bambù che chiunque deve conoscere.  
In un tempo lontano, due agricoltori stavano passeggiando tranquillamente tra il mercato, quando qualcosa attira la loro attenzione. In una bancarella vi erano dei semi che non avevano mai visto, così decisero di chiedere cosa fossero al venditore della bancarella. Uno dei due uomini chiese al commerciante: “Che semi sono questi?” “Sono semi di bambù, sono speciali e vengono dall’Oriente”, rispose il commerciante. “E perché sono così speciali?” chiese uno dei due agricoltori. “Se li acquisterai e li pianterai, saprai perchè. Hanno bisogno di acqua e concime, nient’altro” Così entrambi gli agricoltori comprano quei semi di bambù. Una volta tornati nei loro terreni, piantarono quei semi e iniziarono ad annaffiarli e concimarli. Ma dopo un periodo ancora non erano germogliate, a differenza di altre piante che già davano i frutti. Uno dei due agricoltori disse all’altro: “Quel vecchio mercante ci ha ingannati con i semi. Da questi semi non crescerà mai nulla”. E decise di smettere di prendersene cura. L’altro invece continuò a coltivare i propri semi, dando loro tutta l’acqua e il concime necessari. Continuava a passare il tempo, ma i semi non germogliavano. L’agricoltore era ormai sul punto di gettare la spugna, quando un bel giorno vide che il bambù stava finalmente crescendo. Ma non solo, l’uomo era rimasto letteralmente sorpreso per il fatto che in sole sei settimane le sue piante avevano raggiunto un’altezza di 30 metri. Come è possibile che il bambù abbia impiegato 7 anni per germogliare e che in sole sei settimane sia riuscito a raggiungere una tale altezza? Molto semplice: durante i 7 anni di apparente inattività, il bambù stava generando un complesso sistema di radici che gli avrebbe permesso di crescere così tanto. 

Cosa possiamo imparare dal bambù e dall’agricoltore? Molte volte il nostro sforzo è grande ed è per questo che ci aspettiamo un risultato proporzionale al nostro impegno e al nostro coraggio. Quando non vediamo i frutti del nostro lavoro, ci arrendiamo all’idea che le nostre capacità non siano sufficienti o che le condizioni ci impediscano di crescere. Sbagliato! Bisogna perseverare
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Il bambù (in inglese bamboo) è il termine utilizzato per identificare un gruppo di piante della famiglia delle graminacee che conta circa 1400 specie e 100 generi, di crescita veloce, analoghe ad altre graminacee come il riso, il mais il grano ecc.; esistono diversi tipi di bambù, dai tropicali a quelli che ben si adattano anche a climi temperati e freddi.Il bambù è originario delle regioni tropicali e sub-tropicali per lo più dell’Estremo Oriente, ritroviamo specie spontanee anche in Africa, Oceania e America, ma il bambù si trova naturalmente anche in zone temperate, a latitudini da 46° N a 47° S, dal livello del mare fino a 4000 metri di altitudine (IFAR/INBAR, 1991, Tewari, 1992). 
Il temine Bambù ha origine dalla lingua Malai “Mambu” e fu tradotto poi in inglese con il più noto nome di Bamboo; la sua introduzione in Italia è attribuita al Prof. Orazio Fenzi, botanico toscano ed è datata 1884. I bambù sono piante a portamento arbustivo, sempreverdi, molto vigorose, la loro altezza può variare da pochi centimetri fino a 40 metri ed il diametro può raggiungere i 30 cm. Variegata ed ampia è anche la gamma di forme e colori: si possono incontrare bambù di colore giallo, nero, a strisce, rampicanti e persino spinosi. Il genere Phyllostachys è sicuramente il più diffuso e conosciuto in Italia, frequentemente viene confuso con l’Arundo donax, presente su tutta la penisola lungo ripe e scarpate. 
Caratteristiche del bambù
  • elevato assorbimento di anidride carbonica: un bosco di bambù è in grado di catturare fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro all’anno grazie alla notevole e perenne superficie fogliare;
  • forte capacità di contrastare l’inquinamento atmosferico e del suolo: con le sue radici il bambù trasforma gli inquinanti (compreso l’azoto) in biomassa;
  • resistenza all’attacco di malattie solite per altre graminacee, perciò la pianta non necessita di particolari cure ed attenzioni;
  • capacità di mantenere pulite le acque di fiumi e laghi: infatti i bambù rappresentano una strategia per la gestione dei rifiuti organici animali economicamente ed ecologicamente sostenibile;
  • ideale per il consolidamento e il rimboschimento delle scarpate, prevengono frane e smottamenti grazie all’apparato radicale formato da rizomi e da radichette che non appesantisce il terreno con carichi concentrati.
  • ottima capacità di trattenere l’acqua, grazie alla quale previene il dilavamento del terreno evitando così, in caso di forti piogge, pericolosi ingrossamenti di torrenti e fiumi. La suddetta capacità serve alla stessa pianta per resistere ad eventuali periodi di siccità più o meno lunghi;
  • resistenza agli incendi: allo stato verde è difficilmente combustibile ed anche se si brucia la sua parte aerea e il suo carattere rizomatoso gli garantisce la capacità di rigenerare comunque canne nuove ogni anno;
  • ottima barriera naturale contro le polveri, frangivento e antirumore.
  • bambuseto.it/il-bambu/

martedì 5 febbraio 2019

Sant'Agata protettrice delle donne

Sant’Agata, Santa patrona di Catania, subì il martirio come cristiana ma , malgrado l’amputazione delle mammelle e la tortura sui carboni accesi, non rinnegò mai la sua fede.Sant’Agata può essere il simbolo di tutte quelle donne che vengono torturate, maltrattate, ferite fisicamente e psicologicamente e persino uccise dai loro compagni in questa nuova era in cui il genere femminile rappresenta le nuove ‘martiri’ consacrate al credo dell’amore per i loro uomini ai quali si affidano anima e corpo, li perdonano, li giustificano fino all’estremo sacrificio. Che ci crediate o meno, oggi 5 febbraio, dedichiamo alla protezione di questa Santa , vittima e martire per mano degli uomini, tutte le donne; che possa aiutarle a non sopportare ma a ribellarsi e denunciare i propri aguzzini.
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sabato 2 febbraio 2019

Giornata nazionale per la vita

41ª Giornata nazionale per la vita, che sarà celebrata in tutte le diocesi domenica 3 febbraio 2019, sul tema “È vita, è futuro”. 
Confidiamo che la Giornata per la vita divenga sempre più un’occasione per inaugurare un patto per la natalità, che coinvolga tutte le forze culturali e politiche e, oltre ogni sterile contrapposizione, riconosca la famiglia fatta di papà, mamma e figli, come grembo generativo del nostro Paese. 
d.Paolo Gentili.