In
un tempo lontano, due agricoltori stavano passeggiando tranquillamente tra il
mercato, quando qualcosa attira la loro attenzione. In una bancarella vi erano
dei semi che non avevano mai visto, così decisero di chiedere cosa fossero al
venditore della bancarella. Uno dei due uomini chiese al commerciante: “Che
semi sono questi?” “Sono semi di bambù, sono speciali e vengono dall’Oriente”,
rispose il commerciante. “E perché sono così speciali?” chiese uno dei due
agricoltori. “Se li acquisterai e li pianterai, saprai perchè. Hanno bisogno di
acqua e concime, nient’altro” Così entrambi gli agricoltori comprano quei semi
di bambù. Una volta tornati nei loro terreni, piantarono quei semi e iniziarono
ad annaffiarli e concimarli. Ma dopo un periodo ancora non erano germogliate, a
differenza di altre piante che già davano i frutti. Uno dei due agricoltori
disse all’altro: “Quel vecchio mercante ci ha ingannati con i semi. Da questi
semi non crescerà mai nulla”. E decise di smettere di prendersene cura. L’altro
invece continuò a coltivare i propri semi, dando loro tutta l’acqua e il
concime necessari. Continuava a passare il tempo, ma i semi non germogliavano.
L’agricoltore era ormai sul punto di gettare la spugna, quando un bel giorno
vide che il bambù stava finalmente crescendo. Ma non solo, l’uomo era rimasto
letteralmente sorpreso per il fatto che in sole sei settimane le sue piante avevano
raggiunto un’altezza di 30 metri. Come è possibile che il bambù abbia impiegato
7 anni per germogliare e che in sole sei settimane sia riuscito a raggiungere
una tale altezza? Molto semplice: durante i 7 anni di apparente inattività, il
bambù stava generando un complesso sistema di radici che gli avrebbe permesso
di crescere così tanto.
Cosa possiamo imparare dal bambù e dall’agricoltore?
Molte volte il nostro sforzo è grande ed è per questo che ci aspettiamo un
risultato proporzionale al nostro impegno e al nostro coraggio. Quando non
vediamo i frutti del nostro lavoro, ci arrendiamo all’idea che le nostre
capacità non siano sufficienti o che le condizioni ci impediscano di crescere.
Sbagliato! Bisogna perseverare
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Il bambù (in inglese bamboo) è il termine utilizzato per identificare un gruppo di piante della famiglia delle graminacee che conta circa 1400 specie e 100 generi, di crescita veloce, analoghe ad altre graminacee come il riso, il mais il grano ecc.; esistono diversi tipi di bambù, dai tropicali a quelli che ben si adattano anche a climi temperati e freddi.Il bambù è originario delle regioni tropicali e sub-tropicali per lo più dell’Estremo Oriente, ritroviamo specie spontanee anche in Africa, Oceania e America, ma il bambù si trova naturalmente anche in zone temperate, a latitudini da 46° N a 47° S, dal livello del mare fino a 4000 metri di altitudine (IFAR/INBAR, 1991, Tewari, 1992).
Il temine Bambù ha origine dalla lingua Malai “Mambu” e fu tradotto poi in inglese con il più noto nome di Bamboo; la sua introduzione in Italia è attribuita al Prof. Orazio Fenzi, botanico toscano ed è datata 1884. I bambù sono piante a portamento arbustivo, sempreverdi, molto vigorose, la loro altezza può variare da pochi centimetri fino a 40 metri ed il diametro può raggiungere i 30 cm. Variegata ed ampia è anche la gamma di forme e colori: si possono incontrare bambù di colore giallo, nero, a strisce, rampicanti e persino spinosi. Il genere Phyllostachys è sicuramente il più diffuso e conosciuto in Italia, frequentemente viene confuso con l’Arundo donax, presente su tutta la penisola lungo ripe e scarpate.
Il temine Bambù ha origine dalla lingua Malai “Mambu” e fu tradotto poi in inglese con il più noto nome di Bamboo; la sua introduzione in Italia è attribuita al Prof. Orazio Fenzi, botanico toscano ed è datata 1884. I bambù sono piante a portamento arbustivo, sempreverdi, molto vigorose, la loro altezza può variare da pochi centimetri fino a 40 metri ed il diametro può raggiungere i 30 cm. Variegata ed ampia è anche la gamma di forme e colori: si possono incontrare bambù di colore giallo, nero, a strisce, rampicanti e persino spinosi. Il genere Phyllostachys è sicuramente il più diffuso e conosciuto in Italia, frequentemente viene confuso con l’Arundo donax, presente su tutta la penisola lungo ripe e scarpate.
Caratteristiche del bambù
- elevato assorbimento di anidride carbonica: un bosco di bambù è in grado di catturare fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro all’anno grazie alla notevole e perenne superficie fogliare;
- forte capacità di contrastare l’inquinamento atmosferico e del suolo: con le sue radici il bambù trasforma gli inquinanti (compreso l’azoto) in biomassa;
- resistenza all’attacco di malattie solite per altre graminacee, perciò la pianta non necessita di particolari cure ed attenzioni;
- capacità di mantenere pulite le acque di fiumi e laghi: infatti i bambù rappresentano una strategia per la gestione dei rifiuti organici animali economicamente ed ecologicamente sostenibile;
- ideale per il consolidamento e il rimboschimento delle scarpate, prevengono frane e smottamenti grazie all’apparato radicale formato da rizomi e da radichette che non appesantisce il terreno con carichi concentrati.
- ottima capacità di trattenere l’acqua, grazie alla quale previene il dilavamento del terreno evitando così, in caso di forti piogge, pericolosi ingrossamenti di torrenti e fiumi. La suddetta capacità serve alla stessa pianta per resistere ad eventuali periodi di siccità più o meno lunghi;
- resistenza agli incendi: allo stato verde è difficilmente combustibile ed anche se si brucia la sua parte aerea e il suo carattere rizomatoso gli garantisce la capacità di rigenerare comunque canne nuove ogni anno;
- ottima barriera naturale contro le polveri, frangivento e antirumore.
- bambuseto.it/il-bambu/
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