"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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giovedì 23 giugno 2016

S. Giovanni Battista il Santo delle note musicali

San Giovanni, il santo delle note musicali: ecco perché si festeggia il 24 giugno

Per i torinesi San Giovanni è sinonimo di festa: il 24 giugno ricorre infatti la festa del santo patrono torinese, celebrato con messe e funzioni religiose e infine solitamente con la musica e i fuochi d'artificio sul Po.
Ma ci sono alcuni aspetti legati a San Giovanni di cui pochi torinesi sono a conoscenza e che vale la pena di raccontare. Innanzitutto: San Giovanni quale? Secondo la Chiesa ci sono oltre sessanta San Giovanni riconosciuti ufficialmente nel corso della storia.
I due più noti e più importanti per la religione cristiana sono però il Battista (o Decollato, perché gli fu fatta tagliare la testa dal re Erode su richiesta della figliastra Salomè) e l'Evangelista, entrambi contemporanei di Gesù. Ed è il primo, San Giovanni Battista (colui che battezzò Gesù nel Giordano) a essere il santo patrono della nostra città.
Al di là dell'importanza religiosa (è considerato un profeta sia sai cristiani sia dai musulmani), la figura di San Giovanni Battista ha avuto un'importanza che si ripercuote nella vita quotidiana di tutti, anche se non lo sappiamo.
Poco dopo l'anno mille, infatti, Guido d'Arezzo compose un “Inno a San Giovanni” che inizia così: “Ut queant laxis / Resonare fibris / Mira gestorum / Famuli tuorum / Solve polluti / Labii reatum / Sancte Johannes”. Dalle sillabe iniziali dei primi sette versi sono state ricavate le sette note musicali: UT, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, con UT che per comodità di solfeggio è diventato poi DO, l'iniziale di Dominus (Signore).
Infine, a proposito di musica e di canti, il motivo per cui San Giovanni Battista si festeggia il 24 giugno è perché quel giorno il sole è al suo apogeo, ovvero nel periodo dell'anno successivo al solstizio d'estate in cui la giornata è più lunga di tutto l'anno.


http://www.torinotoday.it/cronaca/san-giovanni-24-giugno-torino-note-musicali.html

Un dono inaspettato dall'ex Sindaco di Sesto S. Giovanni


Ieri mattina dal rientro dei mie impegni ho avuto ospite inaspettato il nostro "ex" sindaco di Sesto S. Giovanni Giorgio Oldrini che ci ha donato il suo ultimo libro (alcuni racconti sulla sua vita, pubblicato da Tarantola Editore, all'interno del quale c'è scritto un ricordo su di noi molto soft. 

Dire che sono emozionata è poco, l'ho letto in un soffio; scorrevole, commovente ma soprattutto VERO scritto con la tenerezza e la sensibilità che distingue Giorgio. GRAZIE 






Giorgio Oldrini era al suo primo mandato come Sindaco di Sesto S. Giovanni quando deponemmo presso di lui il lamento di genitori che avevano sul loro corpo, e soprattutto su quello di Giuliana, ferite che bruciavano. Per quanto atteneva al suo incarico e, oseremmo dire, la missione che era chiamato a vivere intervenne tempestivamente e unito all'abbraccio donatoci in quella “drammatica ” situazione ci “salvò” in tre. Indimenticabile la sua sensibilità e delicatezza verso noi. A Giorgio, ora, amico del cuore la suprema delicatezza della gratitudine.

mercoledì 8 giugno 2016

Benvenuto Don Roberto Davanzo, nuovo Prevosto di Sesto S. Giovanni

“Omne solum forti patria est“

SESTO SAN GIOVANNI - 5 giugno 2016 ore 18.30 - Don Roberto Davanzo ha fatto ufficialmente il suo ingresso a Sesto San Giovanni come parroco di Santo Stefano e quindi nel ruolo di prevosto. Don Roberto è il successore di don Giovanni Brigatti: per 11 anni ha guidato la Caritas Ambrosiana, oggi “nelle mani” di Luciano Gualzetti.
Don Roberto ha celebrato la santa messa di domenica nella Basilica sestese alla presenza dei preti della città. Una messa viva, con la folla delle grandi occasioni che si è stretta attorno al nuovo prevosto per far sentire tutto il suo affetto. Il parroco si Santo Stefano ha puntato molto sul concetto di “comunità”, ripetendo più volte la necessità della sua parrocchia, come di tutta la città di Sesto San Giovanni, di saper essere una comunità unita e viva. A don Roberto, come segno di accoglienza, è stata regalata una bicicletta con la quale potrà girare la città per conoscerla meglio in tutte le sue sfaccettature.
http://www.nordmilano24.it/2016/06/06/don-roberto-davanzo/
Dietro all'immagine di inizio ministero di don Roberto leggo questo bellissimo scritto di Primo Mazzolari
Si cerca per la Chiesa un uomo senza paura del domani, senza paura dell'oggi, senza complessi del passato.
Si cerca per la Chiesa un uomo che non abbia paura di cambiare, che non cambi per cambiare, che non parli per parlare.
Si cerca per la Chiesa un uomo capace di vivere insieme agli altri, di lavorare insieme, di piangere insieme, di ridere insieme, di amare insieme, di sognare insieme.

Si cerca per la Chiesa un uomo capace di perdere senza sentirsi distrutto, di mettere in dubbio senza perdere la fede, di portare la pace dove c'è inquietudine e l'inquietudine dove c'è pace.

Si cerca per la Chiesa un uomo che abbia nostalgia di Dio, che abbia nostalgia della Chiesa, nostalgia della gente, nostalgia della povertà di Gesù, nostalgia dell'obbedienza di Gesù.
Si cerca per la Chiesa un uomo che non confonda la preghiera con le parole dette d'abitudine, la spiritualità col sentimentalismo, la chiamata con l'interesse, il servizio con la sistemazione.
Si cerca per la Chiesa un uomo capace di morire per lei, ma ancora più capace di vivere per la Chiesa; un uomo capace di diventare ministro di Cristo, profeta di Dio, un uomo che parli con la sua vita.
Si cerca per la Chiesa un uomo.
Questo è il davanti dell'immagine Werken van Barmhartigheid, Meester van Alkmaar 1504) 
L'immagine qui a fianco è un estratta da uno dei sette pannelli dal 1504, quando le sette opere di misericordia sono rappresentate dal Maestro di Alkmaar. La massiccia facciata della casa sul pannello di sinistra è diviso in due parti quasi uguali. Il lato destro del quadro è occupata dalle persone che soffrono la fame. Sottolinea l'artista il contrasto tra la povertà della mendicanti sulla destra e la ricchezza della casa, a sinistra, con la sua cameriera e signore vestite finemente. In primo piano sta spingendo un gruppo di poveri disgraziati insieme davanti alla porta dei ricchi casa. Mentre la cameriera si ferma il cesto di pane, un uomo condivide il pane ai poveri. Sembra che sta guardando che entra il pane. È una rappresentazione di Gesù 'parole:' lasciare che la mano sinistra quello che fa la mano destra ". (Matteo 6: 3)? Se ha occhi solo per la ragazza?
Egli dà pane per l'uomo con un bambino sulle spalle. Una donna si protende con la mano destra una pagnotta al bambino a terra. Anche le persone nella loro miseria possono fare bene insieme.

Gesù è in piedi poco appariscente tra i mendicanti. Egli è riconoscibile per la sua tipica faccia: lunga e stretta, con i capelli cadenti lungo la riga in mezzo. L'artista gli ha dato alcuna corona sacra, così lui spicca ancora meno. "Nel mezzo si trova quello che non sai di te." (Giovanni 1,26). Sappiamo solo certi che è Gesù, perché questo pannello è parte di una serie di sette. Questa figura è in ogni pannello.
Anche se ci sono tutti i tipi di attività è in corso, il tutto fa un silenzioso, sobrio impressione. Come se l'artista vuole mettere in chiaro che essere considerato 'indigenti fame "come una forma di preghiera silenziosa. Come con attenzione ha costruito la scena, sembra se guardiamo alla sua composizione. La testa di Gesù si trova proprio nel centro dell'immagine. A differenza di tutti gli altri, guarda lo spettatore. Come se gli chiede: "E tu?" Lo sguardo interrogatorio di Gesù, possiamo chiedere: `Dove posso ottenere l'immagine? Condivido con i poveri di ciò che ho da offrire su materiali o beni spirituali? Oppure ho sentito in certi momenti o in qualche modo essi stessi ai poveri? Ho il coraggio di mostrare le mie mani vuote, si fermano e chiedono? " Che cosa significa il pannello nel nostro tempo in cui pensiamo al nostro povero e rifugiati? Gesù è in mezzo a loro? Rev. Reinhold Philipp

giovedì 2 giugno 2016

Riflessione personale su un progetto di una vacanza speciale

Una riflessione che rileggo da tanti anni: la condivido con voi 
Ho lasciato senza risposta l'interrogativo più importante:
Può andare bene, per me, che ho adottato una normale bambina con problemi.....O No...?
Quali sono i veri valori dell'uomo e come si misura il valore di un bambino fragile?


Quando si sta per adottare un bambino è come progettare una favolosa e lunga vacanza...in Francia: la Torre Eiffel, il museo del Louvre ...si cercano le guide, si impara un po' la lingua, si prepara il bagaglio e si parte.
Poi dopo qualche ora si atterra e l'hostess arriva e dice: "Benvenuta in Olanda!" ...
Olanda?...ma io volevo andare in Francia!...è tutta la vita che sogno la Francia..
Ma...non ti hanno portato in un posto poi tanto terribile!...è solo un posto diverso - dove va tutto a passo molto più ridotto che in Francia...è tutto meno splendente... 
Ma dopo un po' che sei lì...e hai ripreso respiro...cominci a scoprire che in Olanda ci sono i Mulini a Vento, ci sono i Tulipani e ci sono anche i Rembrandt...
mentre tutti quelli che conosco non fanno che andare e venire dalla Francia e non fanno che parlare di come ci sono stati bene 
...e così io per il resto della vita avrei dovuto dire...sì...è lì che sarei dovuta andare...così come avevo in programma...e il dolore per non esserci stata non sarei mai...mai riuscita soffocarlo...

Ma non ho passato la vita a disperarmi perché non sono stata in Francia...non sarei mai stata libera di godermi le cose speciali...così soavi e meravigliose...che ha l'Olanda...quel luogo imprevisto...quel luogo così diverso.
Giuliana tu sei il senso ricamato con fili d’oro sui perché della mia Esistenza. 
mamma Enrica