"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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sabato 30 aprile 2011

Primo Maggio: significato (a cura di Intrage)


La storia del Primo Maggio, il giorno della festa dei lavoratori, è quasi sconosciuta alla maggior parte delle persone. All’origine dei festeggiamenti c'è il grande movimento di lotta che negli anni ‘80 del XIX secolo che ha mobilitato milioni di lavoratori in America ed in Europa per la conquista delle otto ore lavorative, e non solo.  
A partecipare furono soprattutto le organizzazioni dei lavoratori, che si sono battute per le "Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire". E' questo infatti lo slogan usato nelle manifestazioni. Si è aperta così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il Primo Maggio, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria indipendenza.
Ma gli avvenimenti di quelle giornate di lotta per chiedere la giornata lavorativa di otto ore, si sono concluse tragicamente. Una feroce ondata repressiva si è abbattuta contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, fino al punto che la polizia ha sparato sui dimostranti causando numerosi morti e feriti. Il ricordo dei "martiri di Chicago" è diventato simbolo di lotta per le otto ore e in questa giornata, si rivive una scommessa vinta dai movimenti dei lavoratori.

In Italia la prima commemorazione della Festa del Lavoro c'è stata nel 1891. Con l’avvento del fascismo, Mussolini ha deciso di abolirne le celebrazioni e ha stabilito la data del 21 aprile (Natale di Roma) per festeggiare "il lavoro italiano e non quello inteso in senso astratto e universale".
Nel 1945, con la Liberazione, il Primo Maggio è tornato a coincidere con la festa del lavoro. Delle celebrazioni in epoca repubblicana resta memorabile per la sua tragicità quella del 1947 a Portella delle Ginestre, nelle campagne del palermitano, dove, durante una manifestazione di braccianti, i banditi di Salvatore Giuliano hanno spararato sulla folla uccidendo 50 persone.

Oggi, dopo oltre un secolo, la festa del Primo Maggio si presenta come un’occasione per ribadire la centralità del lavoro nella vita della democrazia, per estendere i diritti degli uomini e delle donne e fare avanzare ovunque le prospettive di progresso sociale. Il sindacato italiano si batte da sempre per difendere la democrazia ed avere in Italia più sviluppo e maggiore competitività.

venerdì 29 aprile 2011

Omaggio a Giovanni Paolo II, che il 1° maggio verrà dichiarato BEATO.

Giovanni Paolo II verrà beatificato il 1 maggio 2011. Una data che riesce, per singolare coincidenza, a contenere tre grandi "amori" che hanno segnato la sua vita: il mondo del lavoro (memoria liturgica di San Giuseppe lavoratore), la devozione a Maria (inizio del mese mariano) e la Divina Misericordia (festa da lui voluta proprio nella prima domenica dopo Pasqua).



O Trinità Santa,
ti ringraziamo per aver donato
alla Chiesa
il Papa Giovanni Paolo II
e per aver fatto risplendere in lui
la tenerezza della Tua paternità,
la gloria della Croce di Cristo
e lo splendore dello Spirito d’amore.
Egli, confidando totalmente
nella Tua infinita misericordia
e nella materna
intercessione di Maria,
ci ha dato un’immagine viva
di Gesù Buon Pastore
e ci ha indicato la santità
come misura alta
della vita cristiana ordinaria
quale strada per raggiungere
la comunione eterna con te.
Concedici, per sua intercessione,
secondo la tua volontà,
la grazia che imploriamo,
nella speranza che egli
sia presto annoverato
nel numero dei tuoi santi.
Amen.
CAMILLO CARD. RUINI
Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma

giovedì 28 aprile 2011

Une merveilleuse photo...Faites-lui faire le tour de la Terre...



Voila ce que tout honnête journaliste devrait avoir à cœur de montrer.....Mais cela n 'est pas vendeur...?
Enfin une belle photo de guerre! C'est l'autre coté de la guerre, et c'est émouvant !
Le cœur d'un soldat = le cœur d'un homme, d'un père...
Voilà ce qui devrait faire les manchettes au lieu de tout ce qu'on nous montre de peu d'importance.
Cette histoire est dure, mais tellement réconfortante pour le cœur, quand on regarde cette photo de John Gebhardt en Afghanistan.
L'épouse de John Gebhardt, Mindy, dit que la famille entière de cette petite fille a été exécutée. Les insurgés voulaient la tuer aussi et lui ont tiré une balle dans la tête...mais heureusement ils ont raté leur coup et elle n'est pas morte. Elle fut soignée à l'hôpital de John et est en voie de guérison même si elle pleure et se plaint.
Les infirmières ont dit que John est le seul à pouvoir la calmer, alors John a passé les 4 dernières nuits à la tenir dans ses bras et les deux dorment sur cette chaise. La petite se remet lentement.
John est un véritable héros de la guerre et il représente ce que l'occident tente de faire là bas.
Ça, mes amis, ça vaut la peine d'être partagé avec le reste du MONDE entier. Allez-y !!! Vous ne verrez jamais une telle chose dans les nouvelles. Gardez la nouvelle en marche. Rien n'arrivera si vous ne le faites pas, mais le monde a besoin de voir des photos comme celle-ci et a besoin de réaliser que nous faisons la différence... même si c'est une petite fille à la fois.
http://www.facebook.com/home.php#!/laurent.melon

Una splendida foto... Lascialo andare intorno alla terra ...
Questo è ciò che ogni onesto giornalista deve dimostrare: cuore .....
Finalmente una bella foto di guerra! Questa è l'altra faccia della guerra, e si sta muovendo!
Il cuore di un soldato = il cuore di un uomo, di un padre ...
Questo dovrebbe fare notizia invece di quello che ci viene mostrato di poca importanza.
Questa storia è dura, ma così confortante per il cuore quando si guarda a questa foto di John Gebhardt in Afghanistan.
La moglie di John Gebhardt, Mindy, ha detto che l'intera famiglia di questo piccolo bambino è stata uccisa. Gli insorti volevano uccidere anche lei e sparò un colpo in testa ... ma per fortuna hanno perso il loro colpo e lei non è morta.
È stata curata in ospedale ed è in via di guarigione, anche se piange e si lamenta.
L'infermiere ha detto: "John è l'unico in grado di calmarla, così John ha trascorso gli ultimi quattro notti e giorno tenendola in braccio e i due dormono su questa sedia". La piccola è in lenta ripresa.
John è un vero eroe di guerra e rappresenta ciò che l'Occidente sta cercando di fare la’. Questo, amici miei, ne vale la pena di essere condivisa con il resto del mondo intero.
Vai avanti!
Non vedrete mai una cosa del genere nelle notizie. Guardiamo le nuove in cammino.
Non succederà nulla, se non la facciamo passare ma il mondo ha bisogno di vedere foto come questa e deve rendersi conto che ci fanno la differenza ... anche se è una piccola figlia alla volta.
(Traduzione rudimentale mia)

mercoledì 27 aprile 2011

Francesca: da "amante" a... "missionaria"

Ho ricevuto da Sergio, via e-mail, questa testimonianza che porto a vostra conoscenza.
Il nome della protagonista è stato cambiato per ovvie ragioni.

Nella complessità della nostra esistenza, non sempre si sceglie di diventare single dando la colpa ad una serie di fallimenti sentimentali.
La storia di Francesca ne è un esempio.
Francesca ha 33 anni ha sempre vissuto in solitudine, ma questo modo di vivere non possedeva l'autonomia e l'autostima per guidare la sua esistenza terrena.
Questa condizione era dovuta anche alla sua tragica storia personale.
Torniano indietro nel passato, un salto di trent’anni; sua madre giovane e bella ragazza di paese, aveva finalmente trovato lavoro in città, presso una facoltosa, rispettabile e borghese famiglia, nella quale svolgeva il ruolo di cameriera.
Il padrone di casa dopo vari tentativi andati a vuoto, la seduce e la mette incinta. Nei primi mesi abilmente nasconde la gravidanza, ma poi è inutile negare l'evidenza dei fatti, la moglie del signore per nascondere i pettegolezzi sul marito, cacciatore imperterrito di sottane, la caccia dalla casa a malo modo.
La donna, umiliata e offesa, sceglie il modo più facile per sopravvivere: si fa mantenere dagli uomini.
Francesca cresce con gli amanti della madre in casa, sentendosi ripetere tutti i giorni:"Gli uomini sono tutti mascalzoni e vanno sfruttati".
A 21 anni cerca il padre, spera che le dia un po' d'amore e di comprensione, lui accetta l'incontro di malavoglia, ma è un incontro di ghiaccio: "Francesca, ti servono soldi? Ti posso dare del denaro per l'università! Ma il mio nome mai!" gli disse il padre.
Lei cercava amore, ma trovò freddezza e cinismo.
Disgustata fuggì da quella casa con disprezzo, a stento ricacciò le lacrime che le zampillavano negli occhi, da quel giorno non una lacrima uscì da loro.
Così il disprezzo per i maschi diventò sovrano nella sua vita. Abbandona gli studi e prosegue sulla strada della madre.
Diventa un'amante crudele che odia tutti, uomini e donne: ha il cuore così gonfio di collera che neanche si accorge di vivere.
Diventa una abile maestra nel manipolare le arti per sedurre le vittime, anzi accresce il suo potere, supera la madre: vuole anche il controllo totale dei suoi amanti e poi raggiunto l'apice della conquista, li abbandonava.
Alcuni dei suoi amanti si perdono drammaticamente in quello che ritenevano una facile avventura.

Passano anni, un giorno in un aeroporto, a causa di una improvvisa emergenza, i voli vengono sospesi, e in questa situazione Francesca ha l'incontro che le cambierà la sua vita.
Passeggiava innervosita ed annoiata per il contrattempo, poi stanca del suo incedere sui tacchi a spillo che gli torturavano i piedi, cercò un posto a sedere in quella affollata sala d'aspetto.
Era tutto occupato, ma in fondo nell'ultima fila; vide un posto, essa s'avvicinò rapida e felina, arrivata in prossimità della poltroncina s'accorse che il suo vicino era un prete…
Si fermò di scatto: in quel momento non era certo il vicino desiderato.
Ma poi l'insistente dolore ai piedi la fece cedere.
"Prego, signorina" disse il prete sollevando la misera valigetta che occupava il sedile. "Grazie" disse Francesca, con tono della voce altezzoso.
Passarono alcuni minuti, il silenzio regnava tra loro, il sacerdote leggeva un libro, poi ad un tratto alzò gli occhi e incrociò gli occhi azzurri di Francesca, essa abbassò lo sguardo, cosa che non gli era solita fare, si sentì turbata: lei che aveva in pugno tutti gli uomini!...ma nessun uomo l'aveva guardata in quel modo!...si sentì toccata nell'anima da quell'umile sguardo.
Affascinata da quel magnetismo,cercò di iniziare un dialogo e mentre cercava le parole, pensò tra se: "Adesso mi metto a parlare con i preti, si vede che sto invecchiando!".
L'uomo colse l' imbarazzo e ruppe il silenzio, raccontandole che stava tornando in Africa nella sua Missione dopo aver raccolto dei fondi per il sostentamento di una piccola scuola che aveva creato da poco tempo.
Francesca di fronte a quella spontaneità e purezza, apri l'animo senza riserve; le parole le uscirono dalla bocca come la lava da un vulcano in eruzione, e tutta di un fiato gli raccontò la sua vita.
Poi ad un tratto, quasi pentita, si fermò di colpo, chissà cosa penserà di me:"Che sono una puttana!" - "Cosa ti succede!" disse Francesca a voce alta.
Il missionario richiuse il libro le prese la mano, Francesca ebbe un brivido, ma non era un fremito di passione, era qualcosa di diverso, di profondo che le toccava il cuore." Cara ragazza mia, non essere triste, pensi che Dio non voglia bene anche a te, Dio è padre di tutti".
Proprio a lei diceva quelle cose, a lei che era sempre stata senza un padre, e poi, quel Dio Padre di tutti!
Quella affermazione di paternità la colpì, le portò a galla tutta la sofferenza soffocata inutilmente da anni.
Inaspettatamente e per la prima volta nella sua vita, Francesca sentì che doveva assumere la responsabilità di se stessa.
L'altoparlante gracchiando annunciò la ripresa dei voli.
Il missionario si alzò e disse: "Piacere d'averti conosciuta, ricordati che l'amore, quello vero fa miracoli"; le strinse la mano e gli diede il suo biglietto da visita.
"Se ti serve qualcosa, telefonami"; la salutò si diresse con passo deciso verso il cancello d'imbarco.

Dopo quello strano incontro, Francesca tornò a casa. In un primo tempo rimandò gli appuntamenti, poi li annullò, poi il suo cellulare suonò invano.
Dopo poco tempo cambia casa, chiude con il misero e infelice passato.
Riprende gli studi, si laurea in lettere.
Ritrova l'agenda dove aveva scritto il telefono del missionario, dopo qualche tentativo prende la linea, telefona al Padre.
"Aspettavo la tua telefonata Francesca, ho pregato tanto per questa telefonata".
"Padre vengo da lei, spero che le serva una mano, posso fare la maestra e so anche cucinare!"
Il missionario sorrise e disse:" Ti aspetto, Francesca".
Francesca partì dopo due giorni per quello sperduto villaggio africano, in qualità di missionaria laica.

Nella missione africana Francesca si dedica agli altri, avendo capito che i problemi personali si superano condividendo i problemi degli altri, nel suo un percorso di donna si costruisce un'identità autonoma.

Da vera single, non è più vittima della propria storia: anche una storia scabrosa può trasformarsi in qualcosa che abbia un valore.
Nella piccola chiesa da poco realizzata nella missione, c'è una piccola statua di una Madonna, una Madonna un po' diversa; una Madonna nera, lei alla sera, stanca della laboriosa giornata e ancora abbagliata dal candido sorriso dei suoi piccoli alunni s'inginocchia e piange: dolci calde lacrime le solcano il bel viso, ma non è dolore è la pioggia dell'anima che le coltiva il cuore, il quale si immerge nella misericordia di Dio.
(Sergio)
                                                                                                                                                                           

lunedì 25 aprile 2011

Una Testimonianza da Far Tremare i Polsi...


Le parole di questa donna,
Gianna Jessen,
ti entreranno dentro l'anima
per tutta la vita.
JosephMcPeter

Ho pensato di scrivere (per chi non ha tempo di ascoltare) le parole che Gianna dice nel video:
Sono stata adottata. I miei genitori biologici avevano 17 anni. Lei era al sesto mese e mezzo quando si rivolse a PLANNED PARENTHOOD, il più grande ente abortista del mondo.
Le consigliarono un aborto salino tardivo.
Si inietta una soluzione salina nel grembo materno che corrode il bambino; questo viene partorito morto nelle successive 24 ore.
Ma con grande sorpresa di tutti non sono arrivata morta, ma viva!
Il 6 aprile 1997, nella clinica abortista della contea di Los Angeles.
Una cosa stupenda sul perfette tempismo del mio arrivo è che il medico abortista non era ancora in servizio. Così non ha potuto terminare il suo progetto sulla mia vita, ovvero la mia morte.
So di parlare in un ufficio governativo, amo il vostro paese quanto il mio….ma so che di questi tempi è politicamente MOLTO scorretto nominare Gesù Cristo in luogo pubblico, metterlo in mezzo in questo tipo di riunioni, perché il suo nome può causare ad alcuni un tremendo disagio.
Ma io non sono sopravvissuta per mettere le persone a proprio agio.
Sono sopravvissuta per agitare un po’ le acque. E mi piace molto farlo.
Sono stata partorita viva, come già detto. Dopo 18 ore. Dovrei essere cieca, ustionata, morta. E NON lo sono!
Una bellissima rivincita è che il medico abortista dovette firmare il mio certificato di nascita.
Così so che è. Chiunque esamini le mie carte può leggere “nata per aborto salino”. AH! Non hanno vinto! Ho fatto qualche ricerca sull’uomo che tentò di abortirmi. Ha la più grande catena di cliniche degli Stati Uniti, che rende 70 milioni (di dollari) all’anno.
Lessi in una sua intervista anni fa, e diceva: “Ho abortito più di un milione di bambini, la considero la mia passione”.
Vi dico questo, cari Signori, perché siamo in un’ interessante battaglia; che lo sappiate o meno è in corso una battaglia tra la vita e la morte.
Da che parte stai TU?
Noi facciamo sul serio. Io spero di essere odiata, prima di finire questa vita. Così quando sarò presso Dio, saprò che cosa significa essere odiati. Lui, Cristo, venne odiato! E non mi fa piacere,ma io so di essere già odiata, perché proclamo la vita. Io dico: “Non mi avete avuta”. L’olocausto silenzioso non ha vinto su di me.
Fra le altre cose la mia missione è anche questa: infondere interesse per un dibattito che abbiamo archiviato, messo sugli scaffali. L’abbiamo chiamato “una questione”, abbiamo rimosso i sentimenti, ci siamo induriti.
E’ veramente questo che volete? Quanto siete disposti a sopportare e a rischiare per proclamare la verità, nell’amore e nella grazia, facendovi avanti, disposti almeno a farvi odiare? O forse siete voi il problema? O io?
Così mi misero in una prima casa di accoglienza, dove decisero che non gli piacevo. Non so come si possa non adorarmi a prima vista! Che strana gente!
Sono stata odiata fin dal concepimento da così tanti, ma amata da molti di più, ma più di tutti da Dio. Sono la Sua bambina. La bambina di Dio non si tocca!
Sulla mia fronte è scritto: “Trattatemi bene perché mio padre è il padrone del mondo”.
Così da quella casa mi trasferirono ad un’altra, bellissima, la casa di Penny. Avevo 17 mesi, 14chili di peso morto, e quello che chiamo il dono della paralisi cerebrale, per la mancanza di ossigeno al cervello, mentre lottavo per sopravvivere.
Ora mi sento obbligata a dire questo: se l’aborto riguarda solo i diritti della donna, come la mettiamo con i miei di diritti? Nessuna femminista radicare manifestava per i miei diritti quel giorno. La mia vita veniva soppressa nel nome dei diritti della donna. Io non soffrirei di paralisi cerebrale se non fossi sopravvissuta.
Quando sento l’orribile e disgustoso ragionamento che dovremmo abortire i bambini perché a rischio di disabilità….OH!!! il mio cuore si riempie di orrore.
Cari Signori, ci sono cose che si possono imparare solo dai più deboli fra noi.
Se li sopprimete siete voi a rimetterci. Il Signore avrà cura di loro, ma voi soffrirete per sempre.
E che arroganza! Assoluta arroganza. E’ stato un tema a lungo sostenuto in questo nostro mondo che il forte dovrebbe dominare sul debole. Stabilire chi vive e chi muore. Non vedete l’arroganza? Non potete nemmeno far battere il vostro cuore , tutto il potere che credete di avere non lo possedete affatto. E’ la misericordia di Dio che vi sostiene! Anche quando lo odiate.
Così la gente diceva alla mia Penny: “ Gianna non sarà mai nulla”. Molto incoraggiante!
Lei decise di ignorarli, lavorava con me tre volte al giorno, riuscivo a sollevare la testa, e per farla breve:a tre anni e mezzo camminavo, con il deambulatore e i tutori. Ora sto in piedi –zoppico un pochino – senza deambulatore e senza tutori.
A volte cado elegantemente, altre volte meno elegantemente, dipende dalle situazioni.
Ma è tutto per la gloria di Dio. Sono più debole di molti di voi,ma questo è il mio discorso.
E’ un piccolo prezzo da pagare, per poter appiccare il fuoco nel mondo come sto facendo.
E' offrire speranza. Nella nostra incomprensione di come vanno le cose, ci sfugge quanto può essere bella la sofferenza. Non che me l'andrei a cercare, ma quando arriva ci dimentichiamo che Dio ha il controllo e che è capace di rendere belle le cose più miserabili.
Ho incontrato la mia madre biologica. L’ho perdonata. Sono una cristiana. E’ una donna distrutta. Venne ad un mio incontro due anni fa, si alzò e disse: “Ciao, sono tua madre”. Fu un giorno difficile, ma mentre sopportavo la situazione - voi penserete che sono stupida – ma io stavo lì e pensavo: “Io non ti appartengo, sono di Cristo, sono la Sua bambina. Sono una principessa. Qualunque cosa tu dica nella tua amarezza, nella tua rabbia, non è un peso per me, non lo porterò” Dicevo queste cose dentro di me.
Avete una opportunità. Vorrei parlare agli uomini in sala, una cosa che non si fa mai.
UOMINI voi siete fatti per la grandezza. Voi siete fatti per alzarvi ed essere uomini. Siete fatti per difendere donne e bambini, non per farvi da parte e voltare la testa quando sapete che è in corso un omicidio, e non fate niente. Non siete fatti per usare la donna e poi abbandonarla. Siete fatti per essere gentili, grandi, aggraziati, forti, per prendere posizione.
Ascoltatemi: sono stufa di fare il vostro lavoro!
DONNE.. voi non siete fatte per essere abusate, non siete fatte per starvene lì e ignorare il vostro valore. Meritate che si combatta per voi. Sempre. E’ il vostro momento: che tipo di persone volete essere?
Immagino: straordinarie. Immagino: che siano all’altezza.
Ai politici in sala, in particolare agli uomini: siete fatti per la grandezza, mettete da parte la politica. Siete fatti per difendere il bene e la giustizia.
Questa ragazza vi dice: è il vostro momento. Che uomo vuoi essere? Un uomo preoccupato solo per la sua gloria? O un uomo preoccupato per la gloria di Dio? E’ tempo di prendere una posizione, Victoria (lo Stato in cui parla), è il tuo momento.
Dio vi aiuterà, sarà con voi, avete l’occasione di dare gloria e onore a Dio nel 2008.
Voglio finire con questo: alcuni potrebbero essere seccati dal mio parlare di Gesù. Ma come posso andarmene zoppicando per questo mondo e non dare tutto il mio cuore, spirito e forza al Cristo che mi ha dato la vita? Se pensate che io sia sciocca, è solo un gioiello in più per la mia corona.
“Il mio unico scopo nella vita è quello di far sorridere Dio”.
Spero di avere detto qualcosa di sensato, mi è venuto dal cuore.
Dio vi benedica e vi protegga.
Alcuni mi hanno chiesto quale sia l’origine dell’espressione "far tremare i polsi".
Premendo il link sotto c'è un ottima spiegazione 
http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=8374&ctg_id=44

sabato 23 aprile 2011

Jesus - Mary Did You Know Video - The Passion


Commovente la Mamma
che soffre per il Figlio!
Quanto dolore
quanto amore,
quanta premura,
quanta tenerezza!

Messaggio pasquale dei capi delle Chiese di Gerusalemme


Santo Sepolcro - Gerusalemme

Testo integrale del Messaggio pasquale dei capi delle Chiese di Gerusalemme per quest'anno 2011 (la traduzione è di Terrasanta.net)

Alleluia! Cristo è risorto. È veramente risorto. Alleluia!
Noi, capi delle Chiese della città santa di Gerusalemme, veniamo a voi coi nostri saluti e la nostra gioia nel celebrare la Risurrezione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
I cristiani riconoscono che la loro gioia è salda nella speranza della promessa di vita eterna che il nostro Signore ha conquistato per tutti coloro che credono. E tuttavia, quando da Gerusalemme, la città della redenzione, noi vediamo la sofferenza dei nostri fratelli e sorelle cristiani in Egitto, in Iraq e in altre parti della nostra regione la nostra gioia si fa più importante. Ci accorgiamo che la tristezza cerca di offuscare la gioia della Pasqua proprio mentre siamo testimoni della violenza che si è abbattuta sulle manifestazioni pacifiche delle popolazioni nel mondo arabo nei mesi scorsi.
Noi cristiani assistiamo in preghiera agli sviluppi in corso nel Medio Oriente. Preghiamo che le riforme conducano a società civili moderne in cui la libertà di espressione, la libertà religiosa e i diritti umani – compresi i diritti di quelle che numericamente sono considerate minoranze – siano rispettati. Invitiamo tutte le persone di fede e di buona volontà a cercare la pace; al contempo riconosciamo che la pace non può essere acquistata pagando il prezzo del silenzio e della resa alla corruzione e all’ingiustizia.
La violenza, quando esplode, ci ricorda che la croce di Cristo è sempre presente per i fedeli discepoli del Principe della Pace. La crocifissione è una realtà che costantemente si rinnova per molti membri del nostro clero e del popolo che continuano a cercare di vivere in mutua comprensione e cooperazione con i propri vicini.
Esortiamo tutti i cristiani a pregare per la riconciliazione tra i popoli in Terra Santa, dove una situazione che va deteriorandosi fa sembrare la pace e la giustizia più lontane che mai. Chiediamo alle Chiese di tutto il mondo di stare al nostro fianco nel dare voce a coloro che sono ridotti al silenzio, nell’abbattere i muri che ci separano gli uni dagli altri e nel costruire ponti di buona volontà tra i popoli.
Preghiamo anche per le guide delle nazioni e per coloro che dimostrano chiedendo cambiamenti, perché usino saggezza e discernimento per servire al bene dei loro popoli e promuovere soluzioni pacifiche nel dar vita ai cambiamenti più opportuni per un futuro migliore per tutti i figli di Dio. Nostro Signore è morto per i peccati di tutto il mondo perché tutti i popoli vedano nel suo esempio come la violenza porta solo alla morte e alla distruzione. Nella sua risurrezione facciamo esperienza della sua vittoria sulla violenza e sulla morte e abbracciamo una visione del futuro in cui tutti i popoli vivranno insieme nell’armonia.
Proprio questa visione ci dà la speranza di riaffermare la nostra fede davanti alla disperazione. I cristiani di tutto il mondo celebrano quella vittoria sulla morte che è nostra come dono di Dio che ha compassione e misericordia di tutto il suo creato. Condividiamo la nostra gioia nella risurrezione con voi. La croce sta sempre davanti a noi, giorno dopo giorno, ed è una croce vuota. Una nuova vita è venuta. Cristo è risorto. Noi siamo risorti. Alleluia. Rendiamo grazie a Dio.

+ Theophilos III, patriarca greco ortodosso
+ Fouad Twal, patriarca latino
+ Torkom II Manoogian, patriarca armeno apostolico ortodosso
+ fra Pierbattista Pizzaballa, ofm, custode di Terra Santa
+ arcivescovo Anba Abraham, patriarca copto ortodosso
+ arcivescovo Swerios Malki Murad, patriarca siro-ortodosso
+ arcivescovo Joseph-Jules Zerey, patriarca greco-melchita
+ arcivescovo Abouna Matthias, patriarca etiopico ortodosso
+ arcivescovo Paul Sayyah, esarca patriarcale maronita
+ vescovo Suheil Dawani, Chiesa episcopaliana di Gerusalemme e del Medio Oriente
+ vescovo Munib Younan, Chiesa evangelico-luterana in Giordania e in Terra Santa
+ mons. Pierre Malki, esarca patriarcale siro-cattolico
+ padre Rafael Minassian, esarca patriarcale armeno-cattolico
(Pasqua 2011)


http://massimopavanello.blogspot.com/2011/04/messaggio-pasquale-dei-capi-delle.html#more

martedì 19 aprile 2011

Auguri di Serena S. Pasqua da Enrica Giulio Giuliana


Vivere una Pasqua di serenità
di pace e di armonia.
Auguri

Gesù è risorto per portare pace (Angelo Roncalli)


Uomo del terzo millennio
Gesù è risorto per portare pace
nel mio animo nel tuo animo,
nell'animo delle genti.
Anche se il male sembra brillare
alimentato dalla fiamma del potere
che con le armi insegue la pace
ed erige ancora mura per paura,
tu uomo di fede non temere
e continua a credere
nella potenza dell'amore.
Quando le forze senti mancare,
alza lo sguardo alla croce
e ascolta la sua voce:
Non avere paura
Io sono con voi tutti i giorni,
sino alla fine del mondo.
Angelo Roncalli

Colomba (Danilo Cardini)


Mia cara colomba
che volteggi
leggiadra nel cielo,
dà più speranza
a chi non ama la vita,
dà più sapore
al tuo bellissimo volo,
cerca di far vivere
una Pasqua di serenità
e di armonia.
Cara colomba,
vola più in alto di tutti
e facci vedere
come si può arrivare
più su...

Scegliere (Søren Kierkegaard)

Questo post portava il titolo del video eliminato da You Tube "Discepoli" di (Søren Kierkegaard) . L'ho sostituito in data 23 maggio 2011 con una riflessione sempre di Søren Kierkegaard:

 
Esistere significa "poter scegliere"; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell'uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all'alternativa di una "possibilità che sí" e di una "possibilità che no" senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell'altro.
(Søren Kierkegaard)

Pasqua (significato)

Pasqua. Nome d'origine incerta: si fà risalire alla notte dell'esodo, quando Dio passò oltre o saltò le case degli Israeliti, le cui porte erano segnate col sangue d'un agnello sacrificato, e risparmiò i loro primogeniti mentre perirono i primogeniti degli egiziani (Es 12,1-14.29-34).
La parola pesàch, pasqua è interpretata quindi come passaggio.
Già festa di primavera dei pastori nomadi, divenne celebrazione del passaggio dalla schiavitù d'Egitto alla libertà nella terra promessa, celebrata nel plenilunio di primavera (il 14 di Nisan), con la cena dell'agnello. Gesù durante la cena pasquale istituì l'eucaristia come memoriale del suo sacrificio, nuova Pasqua che significa il passaggio dalla morte alla vita con la sua risurrezione e dal peccato alla vita nuova per i credenti (lCor 5,7s).
(bibbia Ravasi)

Nei primissimi tempi dei cristianesimo la Risurrezione fu ricordata ogni otto giorni, la domenica; poi, in età apostolica, si aggiunse la celebrazione annuale, ma non ci fu subito accordo sulla data. Una prima corrente, detta paolina-giovannea o dei quartodecimani, celebrava la memoria il 14 nilsàn, in qualunque giorno della settimana cadesse, unendo nella stessa festa la memoria della morte e quella della Risurrezione di Cristo. Una seconda corrente, chiamata petrina, celebrava la solennità nella domenica successiva al 14 nísán.
A queste correnti proprie dell'Asia si contrapponevano le Chiese dell'Occidente, che celebravano la Pasqua nella domenica che seguiva al plenilunio di primavera. Nacquero controversie gravi che dapprima l'orientale san Policarpo e papa Aniceto, poi papa Vittore e sant'Ireneo tentarono di risolvere. Ma soltanto al concilio di Nicea (325) si ottenne che la Pasqua fosse celebrata nello stesso giorno (quello dell'uso romano) da tutta la cristianità. Il compito di stabilire, ogni anno, tale giorno (che altrimenti avrebbe potuto variare in rapporto ai diversi sistemi di calcolo dell'equinozio primaverile) fu affidato alla
Chiesa di Alessandria. Successivamente, nel 525, secondo il nuovo computo di Dionigi il Piccolo, la Pasqua venne fissata fra il 22 marzo e il 25 aprile. La data della Pasqua presso le Chiese ortodosse solitamente non coincide con quella della Chiesa cattolica, perché le ortodosse non hanno accolto in generale la riforma gregoriana del calendario; pertanto la Pasqua sovente è celebrata dopo la data della cattolicità.
Si pensa generalmente che all'inizio la pasqua fosse una festa pastorale: l'offerta delle primizie del gregge, cui posteriormente sarebbe stata aggiunta la festa agricola dell'offerta delle primizie della mietitura dell'orzo: il pane azimo. Queste due feste, collegate con gli avvenimenti dell'epoca mosaica, assunsero un nuovo significato storico religioso: il ricordo della liberazione degli Ebrei dall'Egitto. La pasqua mantenne il carattere di festa familiare anche dopo l'accentrazione del culto ebraico nel tempio di Gerusalemme e l'obbligo di passare qui la Pasqua.
Il fatto storico-religioso che legò indissolubilmente la pasqua all'uscita dall'Egitto si legge nel capitolo 12 dell'Esodo. Mosè ordinò al popolo, prima di abbandonare l'Egitto, che ogni famiglia ebraica immolasse un capo di bestiame piccolo (agnello, pecora o capra) senza difetto, di un anno, e aspergesse col suo sangue gli stipiti e il frontone delle porte delle case i cui membri erano riuniti per il banchetto sacro: la vittima pasquale doveva essere mangiata in piedi, con il bastone in mano, pronti per la partenza, che sarebbe avvenuta in quella stessa notte, dopo che l'angelo di Dio fosse passato per uccidere tutti i primogeniti egiziani, risparmiando i primogeniti ebrei le cui abitazioni erano segnate coi sangue. Vinti dalla prova divina, gli Egiziani fecero pressione affinché gli Ebrei partissero al più presto, e questi dovettero portare seco la pasta non ancora lievitata (venne così aggiunto un nuovo significato al rito del pane azimo). Così, come Dio vegliò tutta la notte per porre in salvo il suo popolo, questo veglierà nella notte di pasqua.
Fu nel corso di una celebrazione pasquale che Gesù Cristo, secondo la narrazione evangelica, istituì il sacramento dell'eucaristia.
encicl. Larousse

venerdì 15 aprile 2011

Santo Chiodo e la Croce di San Carlo Borromeo

Per tre giorni la Basilica Minore di Sesto San Giovanni (la nostra) ospita la reliquia del Santo Chiodo e la Croce di San Carlo Borromeo, uscite dal Duomo e dalla Città di Milano per la prima volta dopo 400 anni, grazie alla concessione di Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo Dionigi Tettamanzi



La presenza della Croce di San Carlo Borromeo, dà un valore unico a questo avvenimento.
Il motivo di tutto ciò si collega al fatto che ricorre il quarto centenario della Canonizzazione di San Carlo Borromeo, avvenuta il Primo Novembre 1610 in San Pietro, alla presenza del Papa Paolo V.
San Carlo fu Arcivescovo di Milano dal 1565 al 1584, anno della sua morte.
La croce che sarà innalzata durante la processione è una croce semplice di legno con un incavo nel quale è contenuto un cofanetto di cristallo che protegge il Santo Chiodo. E’ stata fatta realizzare da San Carlo per poterla portare in processione per le vie di Milano.
Infatti, a San Carlo, negli anni della terribile peste, fu chiesto dalla popolazione di organizzare una processione con il Santo Chiodo per impetrare la cessazione di tale flagello che era iniziato nel 1576 nel Borgo degli Ortolani.
Quanto al sacro chiodo, le sue origini si ritrovano nella prima metà del IV° secolo, quando, la Regina Elena, Madre di Costantino, avviò delle ricerche con l’intento di ritrovare le reliquie della Passione del Signore. Sarà nel 1461 l’Arcivescovo Carlo di Forlì, avendo ormai completato l’abside dell’attuale Duomo, i cui lavori erano iniziati nel 1386, a decidere di riporre qui in un cofanetto il Santo Chiodo. Oggi tale reliquia è conservata in un tabernacolo segnalato da una lampada rossa ben visibile all’ingresso in Duomo.
Successivamente, si stabilì la celebrazione solenne del 3 maggio, Festa del Ritrovamento della Santa Croce. Una volta soppressa tale festività liturgica, le celebrazioni verranno spostate al 14 di settembre, Festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Così ogni anno si ripete il rito. Con l’Arcivescovo, che sale lassù attraverso un “marchingegno” chiamato ‘Nivola’ – perché è dipinto come una grossa nuvola con angioletti svolazzanti – che pare essere stato perfezionato da Leonardo da Vinci, proprio in quegli anni, ospite dei Visconti Sforza.
(appunti di Graziano Masperi)

"Quel chiodo grida che veramente Dio, in Cristo,
riconcilia il mondo a sé "

mercoledì 13 aprile 2011

The Passion of the Christ Trailer G


"La passione di Cristo" di Mel Gibson è un film particolarmente significativo, recitato in aramaico (l'antico ebraico) e in latino (la lingua dei romani che occupavano il territorio israelita), a mio avviso, è la miglior pellicola girata sulle ultime ore del Messia Gesù di Nazaret.
E' un lavoro assai curato, che riassume i quattro Vangeli canonici, e raccoglie alcune delle visioni tratte dai diari di suor Anna Katharina Hemmerick, una sensitiva del fine 700, fatta recentemente santa dalla Chiesa Cattolica.
La sensitiva riviveva in trance l'esperienza della flagellazione e della crocifissione.
Essa sosteneva che il Cristo non portò solo il palo trasversale ma lintera croce, e che la sua pelle fu scarnificata da alcuni romani ubriachi durante la flagellazione.
Un film crudo dove si evidenzia la sofferenza fisica della carne, ma allo stesso tempo, si percepisce la straordinaria forza spirituale, trasmessa anche dalla sofferenza di Maria madre di Gesù, e dal sacrificio del Nazareno, per il perdono dei nostri peccati.

Il film racconta le ultime dodici ore della vita di Cristo. Inizia con la preghiera nell'orto dei Getsemani, dove Gesù si è diretto al termine dell'Ultima Cena e dove resiste alle tentazioni di Satana. Tradito da Giuda Iscariota, viene arrestato e portato dinanzi ai capi dei Farisei che lo condannano a morte.  
Ponzio Pilato, governatore romano della Palestina cui si chiede di deliberare, ascoltati i capi di imputazione, offre al popolo infuriato di scegliere se salvare la sua vita o quella di Barabba, noto criminale. Gesù viene flagellato dai soldati romani e riportato dinanzi a Ponzio Pilato. Poiché il popolo ha scelto di salvare la vita di Barabba, Ponzio Pilato, dopo aver chiesto se non era ancora abbastanza, si lava le mani ad indicare che non vuole essere coinvolto nella scelta. Gesù costretto ad attraversare Gerusalemme e a salire sul Golgota portando sulle spalle la croce. Giunto in cima al monte gli vengono trafitti mani e piedi con i chiodi e viene drizzata la croce davanti agli occhi straziati della madre Maria e delle pie donne, tra cui Maria Maddalena. Gesù affronta l'ultima tentazione, quella di essere abbandonato dal Padre, poi alle tre del pomeriggio, muore mentre il cielo viene squarciato dai fulmini e si strappa la tenda del tempio di Gerusalemme.


Giovedì Santo: «Padre, abbà...»

Giovedì Santo ore 21-22 Gesù al Getsemani «Padre, abbà, se possibile»... 
"In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra". 

Lc 22,44

T'invocava con tenerissimo nome: / la faccia a terra / e sassi e terra bagnati / da gocce di sangue: / le mani stringevano zolle / di erba e fango: / ripeteva la preghiera del mondo: / «Padre, abbà, se possibile»... / Solo un ramoscello d'olivo / dondolava sopra il suo capo / a un silenzioso vento...

- Turoldo-
mosaico di Facchina a Lourdes

martedì 12 aprile 2011

Il ramoscello di olivo non è un portafortuna


«...la folla prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna!» (Gv 12,12-19)
La domenica delle Palme, da molti cristiani, viene ricordata soprattutto per i ramoscelli di olivo che vengono distribuiti in chiesa.
Ed oggi tutte le chiese sono gremite all'inverosimile, proprio perché i fedeli sono desiderosi di ricevere il ramoscello di olivo benedetto, anche se molti di essi lo scambiano per un portafortuna o per un amuleto.
Il ramoscello di olivo non è né un portafortuna ne un amuleto: è un sacramentale, un oggetto benedetto che ti ricorda Dio o qualche verità divina.
L’acqua benedetta, la Croce, il Rosario, le Ceneri sono tutti dei sacramentali.
Cosa simboleggia allora il ramoscello di olivo?
Il significato simbolico del ramoscello di olivo è la pace.
E chi aveva veramente capito questo significato religioso, uscendo dalla chiesa, andava diritto in casa di un parente o amico cui non aveva più rivolto la parola per una qualche ragione, e, dandogli il ramoscello, diceva: «Pace!».
Se dunque c'è un fratello con cui non parli, non tenere per te il ramoscello di olivo che oggi hai ricevuto in chiesa; va a casa di questo tuo fratello e, porgendogli il ramoscello, di «Pace!»
Quel ramoscello di olivo, dunque, sia per tutti noi segno di pace, con Dio, con noi stessi e con i fratelli.
da il "Seminatore" di Lorenzo Montecalvo

Con la Domenica delle Palme, con cui si ricorda l’ entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme per andare incontro alla morte, inizia la Settimana Santa durante la quale si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione. Il racconto dell’ ingresso di Cristo a Gerusalemme è presente in tutti e quattro i Vangeli, ma con alcune varianti: quelli di Matteo e Marco raccontano che la gente sventolava rami di alberi, o fronde prese dai campi, Luca non ne fa menzione mentre solo Giovanni parla di palme (Mt 21,1-9; Mc 11,1-10; Lc 19,30-38; Gv 12,12-16). L’ episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”, in occasione della quale i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione. Ciascuno portava in mano e sventolava il lulav, un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi, la palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera che s’ innalza verso il cielo, e il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio, legati insieme con un filo d’ erba (Lv. 23,40). Spesso attaccato al centro c’ era anche una specie di cedro, l’ etrog (il buon frutto che Israele unito rappresentava per il mondo).
Il cammino era ritmato dalle invocazioni di salvezza (Osanna, in ebraico Hoshana) in quella che col tempo divenuta una celebrazione corale della liberazione dall’ Egitto: dopo il passaggio del mar Rosso, il popolo per quarant’ anni era vissuto sotto delle tende, nelle capanne; secondo la tradizione, il Messia atteso si sarebbe manifestato proprio durante questa festa.
La scelta dell'asina al posto del cavallo
Gesù, quindi, fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso della Palestina, acclamato come si faceva solo con i re però a cavalcioni di un’ asina, in segno di umiltà e mitezza. La cavalcatura dei re, solitamente guerrieri, era infatti il cavallo.
-Famiglia Cristiana-

lunedì 11 aprile 2011

L’unzione a Betania ..:Il profumo di nardo al nostro tempo













Rifletto su uno scritto inviatoci da un'infermiera che condivido con voi.
 IL PROFUMO DI NARDO AL NOSTRO TEMPO.

Cari Enrica e Giulio, la mia riflessione personale si è soffermata sull'immagine dei vaso infranto e del profumo che ne emanava: che spreco nel destinarlo ad un uso che non avrebbe “reso nulla”! Questa scena mi ha richiamato alla memoria voi e la vostra storia con Giuliana. Ho raccontato la vostra esperienza di amore “sprecato”. Vista con gli occhi dell'uomo, secondo la logica dì ciò che conviene, la vostra scelta è un esempio di follia. Giudicando dal di fuori, ispirati dal banale buon senso, credo sia facile sentenziare e suggerire ipotesi di soluzioni del “problema Giuliana” che vi preservino dallo *spezzarvi la vita* che tanto non impedisce a Giuliana di peggiorare il suo stato patologico. Questa è la logica economica del mondo: un sacrificio è opportuno solo se vi è un tornaconto. Ma purtroppo la VITA segue un'altra logica meno lineare, meno deterministica, il mistero che essa racchiude sfugge ad ogni tentativo di lettura e di interpretazione banale semplicistica. Credo che la vostra scelta di "obbedienza” sia un esempio di come il valore della vita non sia nella sofferenza, nel dolore, nella contraddizione di un quotidiano che ti lacera e di un calice che si fa sempre più amaro, no, non è il dolore che il Signore ci riserva, esso è parte della vita stessa, della nostra umanità... La vostra testimonianza evangelica emana dalle vostre vite spezzate, da cui esce insieme alla fragilità di Giulio ed Enrica, una freschezza, una lucidità, una profondità, ed una dignità così intensamente vissute da rendere tangibile il mistero della FEDE. Vi sono molte immagini nel Vangelo che ci invitano a riflettere sul valore che attribuiamo alle cose ed alla vita e noi possiamo la maggior parte dei nostro tempo ad inseguire la felicità ed a cercare il tesoro a cui attaccare il nostro cuore.
Grazie perché la vostra testimonianza mi insegna ad essere docile, a lasciarmi trovare da Gesù, a pregare perché sia capace di *perdermi» in Lui per vivere in pienezza. Grazie per tutto l'amore che instancabilmente donate. Con amicizia Monica
-foto: fiore di nardo - mosaico: unzione Betania 

L’unzione a Betania dal Vangelo di Marco 14,3-9 

 3Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo. 4Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? 5Si poteva benissimo vendere quest’olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei. 6Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un’opera buona; 7i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. 8Essa ha fatto ciò ch’era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto».