«...la folla prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: Osanna!» (Gv 12,12-19)
La domenica delle Palme, da molti cristiani, viene ricordata soprattutto per i ramoscelli di olivo che vengono distribuiti in chiesa.
Ed oggi tutte le chiese sono gremite all'inverosimile, proprio perché i fedeli sono desiderosi di ricevere il ramoscello di olivo benedetto, anche se molti di essi lo scambiano per un portafortuna o per un amuleto.
Il ramoscello di olivo non è né un portafortuna ne un amuleto: è un sacramentale, un oggetto benedetto che ti ricorda Dio o qualche verità divina.
L’acqua benedetta, la Croce, il Rosario, le Ceneri sono tutti dei sacramentali.
Cosa simboleggia allora il ramoscello di olivo?
Il significato simbolico del ramoscello di olivo è la pace.
E chi aveva veramente capito questo significato religioso, uscendo dalla chiesa, andava diritto in casa di un parente o amico cui non aveva più rivolto la parola per una qualche ragione, e, dandogli il ramoscello, diceva: «Pace!».
Se dunque c'è un fratello con cui non parli, non tenere per te il ramoscello di olivo che oggi hai ricevuto in chiesa; va a casa di questo tuo fratello e, porgendogli il ramoscello, di «Pace!»
Quel ramoscello di olivo, dunque, sia per tutti noi segno di pace, con Dio, con noi stessi e con i fratelli.
da il "Seminatore" di Lorenzo Montecalvo
Con la Domenica delle Palme, con cui si ricorda l’ entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme per andare incontro alla morte, inizia la Settimana Santa durante la quale si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione. Il racconto dell’ ingresso di Cristo a Gerusalemme è presente in tutti e quattro i Vangeli, ma con alcune varianti: quelli di Matteo e Marco raccontano che la gente sventolava rami di alberi, o fronde prese dai campi, Luca non ne fa menzione mentre solo Giovanni parla di palme (Mt 21,1-9; Mc 11,1-10; Lc 19,30-38; Gv 12,12-16). L’ episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”, in occasione della quale i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione. Ciascuno portava in mano e sventolava il lulav, un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi, la palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera che s’ innalza verso il cielo, e il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio, legati insieme con un filo d’ erba (Lv. 23,40). Spesso attaccato al centro c’ era anche una specie di cedro, l’ etrog (il buon frutto che Israele unito rappresentava per il mondo).
Il cammino era ritmato dalle invocazioni di salvezza (Osanna, in ebraico Hoshana) in quella che col tempo divenuta una celebrazione corale della liberazione dall’ Egitto: dopo il passaggio del mar Rosso, il popolo per quarant’ anni era vissuto sotto delle tende, nelle capanne; secondo la tradizione, il Messia atteso si sarebbe manifestato proprio durante questa festa.
La scelta dell'asina al posto del cavallo
Gesù, quindi, fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso della Palestina, acclamato come si faceva solo con i re però a cavalcioni di un’ asina, in segno di umiltà e mitezza. La cavalcatura dei re, solitamente guerrieri, era infatti il cavallo.
-Famiglia Cristiana-
Sull'olivo e la sua simbologia c'è anche questo http://www.cavernacosmica.com/simbologia-dellolivo/
RispondiEliminaGrazie anonimo per il link molto interessante che ho visionato. Ne farò tesoro. Un abbraccio colmo di gratitudine. Enrica <3
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