"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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venerdì 6 giugno 2025

Una storia che insegna

 


UNA STORIA CHE INSEGNA: L'ASINO DI BURIDANO

Un asino affamato e assetato si trova di fronte ad un dilemma.
Alla sua sinistra, un mucchio di fieno dorato e invitante.
Alla sua destra, un secchio colmo di acqua fresca.
Il povero animale è esattamente a metà strada tra i due, incapace di decidere di cosa ha più bisogno.
Il suo stomaco brontola, la sua gola è secca.
Ma la sua mente è completamente bloccata.
Questa scena, apparentemente comica, nasconde una profonda riflessione che ha affascinato i pensatori per secoli.
La questione è nota come il "paradosso dell’asino di Buridano". E ci insegna come un' ECCESSIVA RAZIONALITÀ possa condurci all'inazione totale.
Ecco il punto cruciale: l'asino, nel tentativo di prendere la decisione "perfetta", finisce per non prenderne nessuna.
La sua logica impeccabile diventa la sua rovina.
Mentre dibatte internamente sui meriti del fieno rispetto a quelli dell'acqua, il tempo scorre inesorabilmente.
E il risultato è tanto tragico quanto assurdo: l'asino muore di fame e sete, circondato da tutto ciò di cui aveva bisogno per sopravvivere.
Adesso chiediti: quante volte ti sei trovato in una situazione simile?
Magari tra due lavori, due case o due relazioni.
L'indecisione, alimentata dalla paura di sbagliare, può paralizzarci e renderci inetti.
La morale della favola è la seguente: la vita non aspetta che prendiamo la decisione perfetta.
A volte, qualsiasi decisione è meglio di nessuna.
Non lasciare che la tua vita diventi una versione umana del dilemma dell'“asino di Buridano”.
Ricorda: mentre tu esiti, il fieno marcisce e l'acqua evapora.
Prendi sempre una decisione, fai un passo avanti, e se sbagli, almeno lo avrai fatto in movimento

Dott.ssa Stefania D'Alessandro

martedì 15 aprile 2025

Esserci quando è il momento














La bellezza della vita la scopri quando sai gettare semi di gratitudine nei solchi della sofferenza che ogni giorno ti si presenta davanti. .

martedì 1 aprile 2025

È un talento essere anziani

 

Pochissimi sanno essere vecchi. È un talento anche quello. E ce n’è così poco in giro. La dignità di una senilità nei tratti somatici e nei modi si sta perdendo inesorabilmente. E ripeto: pochissimi sanno essere vecchi e ancora meno sono quei pochi che, per pudore, non esprimono la reale gioia di vivere che ogni mattina li sorprende. Fortunati mortali. Sono quelli che sanno chi sono e si comportano, si vestono e agiscono secondo biologia, disdegnando i ritocchi alla faccia e all’anima."

M. Mazzini

martedì 11 marzo 2025

Devi fermarti ogni tanto.








 Devi fermarti ogni tanto.

E se proprio non ce la fai
perché non è sempre facile
anzi forse non è facile mai
concedersi una pausa
allora rallenta.
Chiudi gli occhi.
Prendi fiato dal vento.
Guardati indietro
non per rimpiangere
ma solo per accorgerti
di tutta la strada che hai fatto.
Devi fermarti ogni tanto.
Dimenticarti di tutto e di tutti.
Senza paura di fare del male.
Chi ti sa leggere sa
che le pagine bianche
sono solo un passaggio.
Per gli altri devi avere pazienza.
Non tutte le persone che ci voglio bene
sono pronte a capire
che allontanarsi
non vuol dire per forza
andarsene via.
Ma cercare uno spazio
che dove ti trovi non c’è.
Devi fermarti ogni tanto
e riprendere il sogno
da dove lo avevi lasciato.
O forse abbandonato.
Perso.
Ricomincia da lì.
Vattene in giro con l’anima spettinata.
Prenditi tutto il tempo che serve
e già che ci sei
prendi anche un po’ di felicità
e mettila davanti agli occhi.
E dopo guarda
guarda che cosa ti stavi perdendo.
Sii certo di esistere
e di saperti ascoltare
amandoti sottovoce.
Passeggiati dentro
dove gli altri non sanno arrivare.
Tieniti stretto.
Non c’è nessuno capace di insegnartelo.
Non c’è nessuno più bravo di te
a saperlo fare.
Andrew Faber
Ma soprattutto ringrazia Dio .🙏

sabato 8 febbraio 2025

Emanò calore. E fu felice.

 

IL FILO DI COTONE
C'era una volta un filo di cotone che si sentiva inutile. «Sono troppo debole per fare una corda» si lamentava. «E sono troppo corto per fare una maglietta. Sono troppo sgraziato per un Aquilone e non servo neppure per un ricamo da quattro soldi. Sono scolorito e ho le doppie punte... Ah, se fossi un filo d'oro, ornerei una stola, starei sulle spalle di un prelato! Non servo proprio a niente. Sono un fallito! Nessuno ha bisogno di me. Non piaccio a nessuno, neanche a me stesso!».
Si raggomitolava sulla sua poltrona, ascoltava musica triste e se ne stava sempre solo. Lo udì un giorno un mucchietto di cera e gli disse: «Non ti abbattere in questo modo, piccolo filo di cotone. Ho un'idea: facciamo qualcosa noi due, insieme! Certo non possiamo diventare un cero da altare o da salotto: tu sei troppo corto e io sono una quantità troppo scarsa. Possiamo diventare un lumino, e donare un po' di calore e un po' di luce. È meglio illuminare e scaldare un po' piuttosto che stare nel buio a brontolare».
Il filo di cotone accettò di buon grado. Unito alla cera, divenne un lumino, brillò nell'oscurità ed emanò calore. E fu felice.
Bruno Ferrero

martedì 14 gennaio 2025

I figli se ne vanno

 
IL NIDO VUOTO

I figli se ne vanno; bisogna accettarlo come parte della vita, bisogna crescerli con questa consapevolezza, bisogna accogliere questa realtà.
Non è che se ne vanno, è che la vita li porta via.
Non sei più il loro centro.
Non sei più la loro autorità.
Non dirigi, accetti.
Non comandi, accompagni.
Non proietti, rispetti.
Hanno bisogno di un altro amore, un altro nido, nuove prospettive.
Le loro ali sono cresciute e vogliono volare.
Le loro radici sono mature e affondano altrove.
Non entrano più nel tuo vaso, non basta più il tuo concime per nutrirli, né la tua acqua per saziarli, né la tua protezione per farli vivere.
Vogliono crescere...
Hanno una strada da esplorare, ali da aprire e cieli da attraversare.
Tu resti con loro...
Nelle fondamenta del loro edificio, alla radice del loro albero, nella corteccia della loro struttura, nel profondo del loro cuore.
Tu resti indietro...
Nella scia luminosa che la loro nave lascia partendo.
Nel bacio che gli mandi.
Nel fazzoletto che agiti per salutarli.
Nella preghiera che li accompagna.
Nella lacrima che segue il loro volo.
Sei sempre con loro, anche se da un altro posto.
Fai in modo che la vita dei tuoi figli sia così felice, che quando se ne andranno, desidereranno tornare. Anche solo per prenderti la mano e restare accanto a te, anche solo per un istante.
post di Empatia facebook

venerdì 13 dicembre 2024

Devi fermarti ogni tanto.




















 "Devi fermarti ogni tanto.

E se proprio non ce la fai
perché non è sempre facile
anzi forse non è facile mai
concedersi una pausa
allora rallenta.
Chiudi gli occhi.
Prendi fiato dal vento.
Guardati indietro
non per rimpiangere
ma solo per accorgerti
di tutta la strada che hai fatto.
Devi fermarti ogni tanto.
Dimenticarti di tutto e di tutti.
Senza paura di fare del male.
Chi ti sa leggere sa
che le pagine bianche
sono solo un passaggio.
Per gli altri devi avere pazienza.
Non tutte le persone che ci voglio bene
sono pronte a capire
che allontanarsi
non vuol dire per forza
andarsene via.
Ma cercare uno spazio
che dove ti trovi non c’è.
Devi fermarti ogni tanto
e riprendere il sogno
da dove lo avevi lasciato.
O forse abbandonato.
Perso.
Ricomincia da lì.
Vattene in giro con l’anima spettinata.
Prenditi tutto il tempo che serve
e già che ci sei
prendi anche un po’ di felicità
e mettila davanti agli occhi.
E dopo guarda
guarda che cosa ti stavi perdendo.
Sii certo di esistere
e di saperti ascoltare
amandoti sottovoce.
Passeggiati dentro
dove gli altri non sanno arrivare.
Tieniti stretto.
Non c’è nessuno capace di insegnartelo.
Non c’è nessuno più bravo di te
a saperlo fare.
Andrew Faber

venerdì 29 novembre 2024

Gentilezza una strategia per il futuro

 











Gentilezza:una strategia per il futuro!

Gentilezza: significato e origine di un concetto importante
La gentilezza è una qualità che tutti riconosciamo e ammiriamo, ma che spesso diamo per scontata o riduciamo a un semplice atto di buona educazione. In verità, la gentilezza è - oggi più che mai - un concetto complesso, radicato nella nostra cultura e nelle nostre interazioni sociali, di cui essere consapevoli e che va incoraggiato, contro un certo superomismo che la vedrebbe come indicazione di debolezza di carattere e passività.
Al contrario, la gentilezza è attiva e potente: è un abilitatore del bene e un acceleratore nella vittoria contro le ingiustizie sociali. La gentilezza è rivoluzionaria.
Etimologia di "gentile", la genesi del termine
La parola gentilezza deriva dal latino gentilis, che indicava in origine chi apparteneva a una gens, ossia a una famiglia nobile dell'antica Roma. Essere gentilis implicava, dunque, il senso di appartenenza a una comunità rispettabile e benestante, con un'educazione e un comportamento che riflettevano tale status.
Oltre la radice etimologica, è molto interessante comprendere come il concetto di “gentilezza” sia una summa di qualità, che già gli antichi Greci individuarono in più ambiti diversi. Basti pensare all’epiteto “kalos kai agathos”, che accompagnava spesso i grandi eroi epici e mitologici, per indicare un connubio di bellezza e bontà quasi indissolubile. E non solo: per i greci antichi, la gentilezza si esprimeva attraverso valori come la xenía, l’ospitalità sacra garantita da Zeus, l’areté, ossia la nobiltà d'animo, e la philia, cioè amicizia fondata sul rispetto e sul bene reciproco. Ma era anche considerata un comportamento equilibrato, radicato nella sophrosyne, la moderazione, che evitava eccessi e favoriva l’armonia nelle relazioni umane. Più che un gesto isolato, la gentilezza rappresentava, quindi, un ideale di vita virtuosa composito, essenziale per il benessere tanto individuale quanto sociale.
Tornando alla commistione di etimologia e semantica, un esempio emblematico dell’evoluzione è l'uso della parola gentile nella letteratura medievale. Proprio in epoca medievale, infatti, il termine ha iniziato ad associarsi alla nobiltà d'animo: i gentili erano i nobili non solo per nascita, ma anche per valori e atteggiamenti morali. Dante Alighieri, nel celebre sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare", descrive Beatrice come incarnazione della virtù e della purezza, una figura non solo bella ma anche eticamente impeccabile. Questo passo rivela come già nel Trecento il termine esprimesse un equilibrio tra qualità esterne e interiori, tra educazione formale e sincerità d'animo.
Nel corso della storia, la gentilezza ha continuato a essere associata a ideali elevati. Nel Rinascimento, ad esempio, il concetto di uomo gentile si arricchì ulteriormente, includendo la grazia nei modi, il rispetto degli altri e un approccio alla vita che esaltasse il bene comune.
Gentilezza, sani principi e impegno sociale: oltre la buona educazione
Il nostro mondo di oggi è sempre più caratterizzato da velocità, competizione e aggressività: ecco perché la gentilezza si rivela una risorsa indispensabile, sebbene talvolta sottovalutata. Viviamo in una realtà in cui il confronto - reale oppure digitale, sui social media - spesso degenera in scontro, e le nostre giornate sono scandite da ritmi che lasciano poco spazio alla riflessione e all'empatia. Sembra paradossale ma è proprio in questo contesto che la gentilezza assume un valore rivoluzionario: non è solo una questione di buone maniere, ma diventa un impegno consapevole per migliorare se stessi e la società.
Il concetto di gentilezza, oggi, va ben oltre un semplice gesto cortese. Significa scegliere di collaborare invece di litigare, unirsi per affrontare sfide comuni – come il cambiamento climatico, le disuguaglianze sociali o la salute mentale – invece di disperdere energie in sterili conflitti su chi ha ragione.
Club Uomini Gentili ne è un esempio concreto: riunisce persone diverse ma accomunate dal desiderio di essere gentili non solo nelle parole, ma anche nei fatti e nella filosofia di vita. Parlare con rispetto, agire con altruismo e presentarsi con dignità - ricordiamo che la gentilezza è una forma di eleganza - sono pilastri fondamentali per costruire una comunità basata su fiducia e collaborazione.
Essere gentili, oggi, non significa essere deboli, al contrario: significa scegliere con forza di opporsi alla negatività e di impegnarsi per un mondo migliore, una decisione alla volta. La gentilezza, dunque, non è solo un valore antico: è una strategia per il futuro, un antidoto al caos e un segno di speranza per le generazioni a venire.

lunedì 25 novembre 2024

Cosa chiedere a Natale



















"Sir, ha pensato a cosa chiedere a Natale?"

"Non ho voglia di ricevere niente, Lloyd"
"Nemmeno ciò che le è mancato durante l'anno, sir?"
"Lloyd, a me sono mancate le persone a cui voglio bene!"
"Allora un regalo l'ha già ricevuto, sir"
"E quale sarebbe, Lloyd?"
"Scoprire che le persone sono preziose per come sono e non per ciò che danno, sir"
"È questo lo spirito del Natale, Lloyd?"
"O forse è lo spirito dell'umanità".

Simone Tempia 

martedì 19 novembre 2024

Devi fermarti ogni tanto.



 





Devi fermarti ogni tanto.

E se proprio non ce la fai
perché non è sempre facile
anzi forse non è facile mai
concedersi una pausa
allora rallenta.
Chiudi gli occhi.
Prendi fiato dal vento.
Guardati indietro
non per rimpiangere
ma solo per accorgerti
di tutta la strada che hai fatto.
Devi fermarti ogni tanto.
Dimenticarti di tutto e di tutti.
Senza paura di fare del male.
Chi ti sa leggere sa
che le pagine bianche
sono solo un passaggio.
Per gli altri devi avere pazienza.
Non tutte le persone che ci voglio bene
sono pronte a capire
che allontanarsi
non vuol dire per forza
andarsene via.
Ma cercare uno spazio
che dove ti trovi non c’è.
Devi fermarti ogni tanto
e riprendere il sogno
da dove lo avevi lasciato.
O forse abbandonato.
Perso.
Ricomincia da lì.
Vattene in giro con l’anima spettinata.
Prenditi tutto il tempo che serve
e già che ci sei
prendi anche un po’ di felicità
e mettila davanti agli occhi.
E dopo guarda
guarda che cosa ti stavi perdendo.
Sii certo di esistere
e di saperti ascoltare
amandoti sottovoce.
Passeggiati dentro
dove gli altri non sanno arrivare.
Tieniti stretto.
Non c’è nessuno capace di insegnartelo.
Non c’è nessuno più bravo di te
a saperlo fare.
Andrew Faber

martedì 15 ottobre 2024

Un anno di voi: grazie


A tutto il personale del nucleo 3 RSD S. Giovanni Sacra Famiglia- Cesano Boscone

16ottobre2023 / 16ottobre2024:

un anno di Giuliana con voi, un anno di voi con Giuliana! Noi genitori abbiamo "vissuto" questo anno con grande ammirazione verso il vostro competente ed amorevole operato dell' inserimento di nostra figlia nella "nuova" (per noi) famiglia del nucleo 3. Avete sempre donato parole di speranza e positive che hanno fugato le nostre ansie. A che servono altre parole? La vera "parola" è la risposta positiva di Giuliana alla vostra instancabile e giornaliera attenzione di cura verso lei. Potranno dire che siamo dei manipolatori ma chi ama davvero non può nemmeno pensarlo. Come possiamo non amare ed esprimere amore verso chi sa preservare il più prezioso gioiello a noi donato dal Signore? Grati per il tutto e per la delicatezza anche verso noi. Con fiducia ed affetto la nostra vicinanza

💞🙏🏻🌹

martedì 24 settembre 2024

Oblò della speranza.











"Tenere aperto l’oblò della speranza,

anche quando il mare è cattivo

e il cielo si è stancato di essere azzurro.”

Bob Dylan

lunedì 23 settembre 2024

Tu vali molto

 

CHIEDITI SCUSA.

Chiediti scusa per tutte le volte in cui ti maltratti.
Chiediti scusa per tutte le volte in cui ti odi.
Chiediti scusa per tutte le volte in cui non ti ritieni mai all'altezza di niente.
Chiediti scusa per tutte le volte in cui hai giustificato chi ti faceva del male solo perché gli volevi bene.
Chiediti scusa per tutte le volte in cui hai pensato di non essere abbastanza per meritarti la presenza di qualcuno.
Chiediti scusa per tutte le volte in cui hai pensato di non essere all'altezza di alcune persone.
Chiediti scusa per tutte le volte in cui ti sei mancata di rispetto per amore di un altro.
Chiediti scusa per tutte le volte in cui hai smesso di sorridere per colpa di qualcuno.
Chiediti scusa, perchè non meriti di soffrire.
TU VALI MOLTO DI PIÚ.
dal post di Magdah

venerdì 13 settembre 2024

La dignità


“Lloyd, ma è la mia fiducia quella finita in quel bidone?”

“Temo di sì, sir”

“Ma… ma come hanno potuto…
Era una fiducia preziosa…
piena di belle speranze,
tanta sincera passione,
per non parlare di tutto il mio valore”
“Sono desolato, sir”
“Dì all’autista di fermarsi, Lloyd”
“Personalmente glielo sconsiglio, sir”
“Devo provare almeno a recuperare qualcosa, Lloyd”
“Sir, cercando di recuperare il proprio valore rovistando tra rifiuti altrui non farà altro che perdere qualcosa di ancora più prezioso”
“Il tempo, Lloyd?”
“La dignità, sir”
(Vita con Lloyd_Simone Tempia)

lunedì 6 maggio 2024

Soffierò sulle tue ferite

 

Papa Francesco: "L’amicizia non è frutto di calcolo, e neanche di costrizione: nasce spontaneamente quando riconosciamo nell’altro qualcosa di noi. E, se è vera, l’amicizia è tanto forte che non viene meno neanche di fronte al tradimento..."

ReginaCaeli5maggio24

lunedì 15 aprile 2024

Il sale brucia

 

“Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ma il sale.
Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia.
Ma le impedisce anche di marcire”.
Georges Bernanos

lunedì 5 febbraio 2024

46°Giornata Nazionale per la Vita 2024

 

46°Giornata Nazionale per la Vita

23 Novembre 2023
Si celebra il 4 febbraio 2024 la 46°Giornata Nazionale per la Vita sul tema «La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36)». Pubblichiamo il Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente della CEI:
1. Molte, troppe “vite negate”
Sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio.
La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino, anziano… – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza. La vita del migrante vale poco, per cui si tollera che si perda nei mari o nei deserti o che venga violentata e sfruttata in ogni possibile forma. La vita dei lavoratori è spesso considerata una merce, da “comprare” con paghe insufficienti, contratti precari o in nero, e mettere a rischio in situazioni di patente insicurezza. La vita delle donne viene ancora considerata proprietà dei maschi – persino dei padri, dei fidanzati e dei mariti – per cui può essere umiliata con la violenza o soffocata nel delitto. La vita dei malati e disabili gravi viene giudicata indegna di essere vissuta, lesinando i supporti medici e arrivando a presentare come gesto umanitario il suicidio assistito o la morte procurata. La vita dei bambini, nati e non nati, viene sempre più concepita come funzionale ai desideri degli adulti e sottoposta a pratiche come la tratta, la pedopornografia, l’utero in affitto o l’espianto di organi. In tale contesto l’aborto, indebitamente presentato come diritto, viene sempre più banalizzato, anche mediante il ricorso a farmaci abortivi o “del giorno dopo” facilmente reperibili.
Tante sono dunque le “vite negate”, cui la nostra società preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle delle altre persone.
2. La forza sorprendente della vita
Eppure, se si è capaci di superare visioni ideologiche, appare evidente che ciascuna vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare qualcosa agli altri. Le tante storie di persone giudicate insignificanti o inferiori che hanno invece saputo diventare punti di riferimento o addirittura raggiungere un sorprendente successo stanno a dimostrare che nessuna vita va mai discriminata, violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione.
Quante volte il capezzale di malati gravi diviene sorgente di consolazione per chi sta bene nel corpo, ma è disperato interiormente. Quanti poveri, semplici, piccoli, immigrati… sanno mettere il poco che hanno a servizio di chi ha più problemi di loro. Quanti disabili portano gioia nelle famiglie e nelle comunità, dove non “basta la salute” per essere felici. Quante volte colui che si riteneva nemico mortale compie gesti di fratellanza e perdono. Quanto spesso il bambino non voluto fa della propria vita una benedizione per sé e per gli altri.
La vita, ogni vita, se la guardiamo con occhi limpidi e sinceri, si rivela un dono prezioso e possiede una stupefacente capacità di resilienza per fronteggiare limiti e problemi.

3. Le ragioni della vita
Al di là delle numerose esperienze che fanno dubitare delle frettolose e interessate negazioni, la vita ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e il valore.
La scienza ha mostrato in passato l’inconsistenza di innumerevoli valutazioni discriminatorie, smascherandone la natura ideologica e le motivazioni egoistiche: chi, ad esempio, tentava di fondare scientificamente le discriminazioni razziali è rimasto senza alcuna valida ragione. Ma anche chi tenta di definire un tempo in cui la vita nel grembo materno inizi ad essere umana si trova sempre più privo di argomentazioni, dinanzi alle aumentate conoscenze sulla vita intrauterina, come ha mostrato la recente pubblicazione Il miracolo della vita, autorevolmente presentata dal Santo Padre.
Quando, poi, si stabilisce che qualcuno o qualcosa possieda la facoltà di decidere se e quando una vita abbia il diritto di esistere, arrogandosi per di più la potestà di porle fine o di considerarla una merce, risulta in seguito assai difficile individuare limiti certi, condivisi e invalicabili. Questi risultano alla fine arbitrari e meramente formali. D’altra parte, cos’è che rende una vita degna e un’altra no? Quali sono i criteri certi per misurare la felicità e la realizzazione di una persona? Il rischio che prevalgano considerazioni di carattere utilitaristico o funzionalistico metterebbe in guardia la retta ragione dall’assumere decisioni dirimenti in questi ambiti, come purtroppo è accaduto e accade. Da questo punto di vista, destano grande preoccupazione gli sviluppi legislativi locali e nazionali sul tema dell’eutanasia.
Così gli sbagli del passato si ripetono e nuovi continuamente vengono ad aggiungersi, favoriti dalle crescenti possibilità che la tecnologia oggi offre di manipolare e dominare l’essere umano, e dal progressivo sbiadirsi della consapevolezza sulla intangibilità della vita. Deprechiamo giustamente le negazioni della vita perpetrate nel passato, spesso legittimate in nome di visioni ideologiche o persino religiose per noi inaccettabili. Siamo sicuri che domani non si guarderà con orrore a quelle di cui siamo oggi indifferenti testimoni o cinici operatori? In tal caso non basterà invocare la liceità o la “necessità” di certe pratiche per venire assolti dal tribunale della storia.
4. Accogliere insieme ogni vita
Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione.
Il rispetto della vita non va ridotto a una questione confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana esige che si guardi ad ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla fiorire in tutte le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere ostacoli economici o sociali. Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015). La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.
5. Stare da credenti dalla parte della vita
Per i credenti, che guardano il mistero della vita riconoscendo in essa un dono del Creatore, la sua difesa e la sua promozione, in ogni circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore. Da questo punto di vista, la Giornata assume una valenza ecumenica e interreligiosa, richiamando i fedeli di ogni credo a onorare e servire Dio attraverso la custodia e la valorizzazione delle tante vite fragili che ci sono consegnate, testimoniando al mondo che ognuna di esse è un dono, degno di essere accolto e capace di offrire a propria volta grandi ricchezze di umanità e spiritualità a un mondo che ne ha sempre maggiore bisogno.
Il Consiglio Episcopale Permanente
della Conferenza Episcopale Italiana