"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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martedì 2 gennaio 2018

31 dicembre giorno di riflessione


31 dicembre -baci fraterni sotto il vischio.
Questo è un giorno di riflessione, si ripensa a ciò che si è fatto durante l'anno, agli obiettivi raggiunti e a quelli rimandati. In fondo il tempo non si ferma mai. L'anno nuovo NON si sostituisce al vecchio ma ne continua il percorso con il suo carico di esperienze, fallimenti, successi, conquiste, ferite, gioie, dolori...e noi tutti siamo parte integrante di questo avvicendarsi che chiamiamo storia. 
SIA "NUOVO" IL NOSTRO AGIRE...il tempo continui pure la sua marcia.

Il vischio. Storia, descrizione, mitologia e utilizzi una delle piante più venerate sin dall’antichità.


Sono molte le piante sacre che nel periodo delle festività natalizie decorano le case di tutto il Mondo: l’Agrifoglio, l’Abete (bianco o rosso), il pungitopo, la stella di Natale ma anche l’Elleboro, l’Alloro, la Rosa canina, la Gaggia.
Probabilmente, però, la pianta simbolico/magica più importante legata all’arrivo del nuovo anno è il vischio. E’ una pianta considerata sacra da tempo immemorabile e di grande rilievo nella mitologia dei popoli centroeuropei. Al vischio sono legate moltissime leggende e superstizioni.  E’ offerta come pianta augurale e propiziatrice, grazie alla tradizione che lo indica capace di allontanare i malefici, da qui deriva l’usanza nordica di offrire il vischio all’inizio dell’anno.
Mitologia. Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, ci dice che “I Druidi non consideravano niente di più sacro del vischio e dell’albero su cui esso cresce, purché di tratti di un rovere (robur). Già scelgono come sacri i boschi di rovere in quanto tali, e non compiono alcun rito religioso si non hanno fronde di questo albero (…). essi ritengono ritengono tutto ciò che nasce sulle piante di rovere come inviato dal cielo, un segno che l’albero è stato scelto dalla divinità stessa. Peraltro il vischio di rovere è molto raro a trovarsi e quando viene scoperto lo si raccoglie con grande devozione: innanzitutto al sesto giorno della luna (che segna per loro l’inizio del mese e dell’anno e del secolo, ogni trent’anni) e questo perchè in tal giorno la luna ha già abbastanza forza e non è a mezzo. Il nome che hanno dato al vischio significa “che guarisce tutto”. Dopo aver apprestato secondo il rituale il sacrificio e il banchetto ai piedi dell’albero, fanno avvicinare due tori bianchi a cui per la prima volta sono state legate le corna. Il sacerdote, vestito di bianco, sale sull’albero, taglia il vischio con un falcetto d’oro e lo raccoglie in un panno bianco. Poi immolano le vittime, pregando il dio affinché renda il dono (il vischio) propizio a coloro ai quali lo hanno destinato. Ritengono che il vischio, preso in pozione, dia la capacità di riprodursi a qualunque animale sterile, e che sia un rimedio contro tutti i veleni”.
Perché il vischio è il simbolo di augurio del nuovo anno?Si capisce di conseguenza il perchè il vischio è legato all’anno nuovo. Lo stesso nome di San Silvestro, che si festeggia l’ultimo dell’anno, secondo J. Bross, appare perfettamente adatto a una festa che commemora la sopravvivenza dello spirito della foresta sotto forma di vischio. L’usanza del Gui-l’an-neuf (il Vischio dell’anno nuovo) è rimasta viva in tutte le province francesi. Ancora oggi a San Silvestro a mezzanotte, nel momento preciso in cui comincia l’anno nuovo, in Francia è d’uso scambiarsi gli auguri con un ciuffo di vischio guarnito di frutta. Nella cultura e tradizione popolare il vischio è sempre stato un potente simbolo di rigenerazionedi vittoria della vita contro la morte. Durante l’inverno, quando l’albero sembra morto, il vischio ha foglie di un verde dorato intenso, ed è allora -novembre e dicembre- che i suoi frutti sferici, traslucidi e biancastri, arrivano a maturazione.  Ne “Il ramo d’oro” il grande antropologo scozzese James Frazer scrive a proposito del vischio “D’inverno gli adoratori dell’albero dovevano salutare la vista del fresco fogliame fra i rami nudi, come segno che se la vita divina non animava i rami, sopravviveva nel vischio, come il cuore di chi dorme batte ancora quando il corpo è inerte
altovastese.it/flora-2/vischio-pianta-sacra-antichi-simbolo-portafortuna-nuovo-anno

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