Domenica delle Palme 5 Aprile 1998
PARLO A TE, SIGNORE
Le campane suonano a festa: è il “giorno delle Palme”. Dalla finestra aperta sale un canto: “Lodate, lodate…”. Bambini, ragazzi, adulti con in mano un ramoscello d’olivo, appena benedetto, innalzano l’”Osanna” mentre in processione si recano in Basilica.
Questo avviene realmente, io immagino la scena mentre in ginocchio raccolgo l’acqua volutamente e con dispetto, buttata fuori dalla vasca da bagno dalla mia e Tua figlia.
Il mio ramoscello d'olivo è lo “straccio” che strizzo, il mio “Osanna” è un grido di rabbia che esce dal cuore in questo momento.
Potrebbe essere un canto gradito a Te, Padre mio, se facessi tutto questo con “Amore”; ma oggi non posso Signore, o meglio non ne sono capace.
Mentre sono china sul pavimento, a mollo, mi arriva un pugno in testa accompagnato da una docciata uniti da una serie di impropri da parte della più debole!!!
E’ questo Signore che vuoi? Sono questi i tuoi disegni nei miei confronti? Non provi pietà?
Te l’ho presentata al fonte battesimale il “giorno delle Palme”.
Te l’ho portata per ricevere il Sacramento della S. Cresima il “giorno delle Palme”.
Ti supplico, Padre, almeno in questo giorno, rinnova, in lei, il frutto dello Spirito che rappresenta “Luce” e "Pace” per lei e per me!
Perdona, Padre, questo lamento, ma lei continua con le sue immaginarie ripetitività, con le sue pericolose provocazioni, con i suoi urli che vibrano nel cervello e che straziano il cuore.
Ti prego, Padre, permetti che anch’io alzi il ramoscello d’olivo, sia pure rappresentato da un ramo di sofferenza.
Ascolta, Padre, il mio canto accorato e accoglilo con “Amore” anche se è un’insieme di note rabbiose e dolorose. Aiutami, Padre, come il Cireneo ha aiutato Gesù nella salita al Calvario!
Stammi vicino, Padre, in questa mia processione che sto compiendo in ginocchio, sola e in umiltà sofferente, mentre le lacrime dell’orgoglio e del dolore si mescolano all’acqua rovesciata sul pavimento.
“E’ il giorno delle Palme”: non continuare ad offrirmi il “Sabato Santo!”.
Anch’io sono Tua figlia!…Accostami con tenerezza al Tuo cuore e fa’, che attraverso la fede, io
riesca ad intravedere, in questo continuo e buio "Sabato Santo", la “Luce” della S. Pasqua.
Enrica, signora "G"
Cara Signora G ricordiamoci che i ramoscelli di ulivo hanno accolto Gesù in città osannato da tutti e dopo poco tempo gli stessi che lo osannavano lo hanno crocefisso. E' un discorso troppo lungo ma il Padre non è che ci aiuta poi così tanto. Mi piacerebbe sapere perchè dona un figlio a una (non metto definizione perchè sarebbe volgare) che poi non lo nutre lo brucia con le sigarette e infine lo butta per terra spaccandogli la testa e non dona un figlio a chi così amorevolmente lo avrebbe curato.
RispondiEliminaE' vero Patty, Gesù è entrato in Gerusalemme osannato dal popolo e ne è uscito dopo sei giorni portando una croce e insultato da tutti.
RispondiEliminaIo sono certa che il Padre ci aiuta, ma non poniamo a Lui troppi "perché". Lui ci ha donato la cosa più impegnativa e bella che esiste al mondo: la "libertà".
Tu hai toccato una realtà aspra, dolorosa e inspiegabile per noi che crediamo nei veri valori della vita.
Poniamoci un'altra domanda: come si arriva a tanta atrocità?
Solitudine? Indifferenza alla vita? Crisi depressive? Droga? Astio? Rancore? Stato di terrore, ansia, disperazione?
Le persone nello stato di cui sopra si trovano non pensano mentre fanno ciò che fanno ma sono in preda a un "raptus": non sono in sé...
Noi abbiamo l'abitudine di incolpare sempre Dio di tutto e non riusciamo a entrare nell'ottica che tutto ciò che succede fa' parte della vita. Auguriamoci di imparare a rivolgerci al Padre chiedendo la Sua vicinanza, il Suo sostegno e la Sua forza mentre percorriamo questo imprevedibile cammino terreno che ci creiamo passo- passo con la nostra "libertà".
Grazie per il commento e scusami se non mi sono spiegata bene.
signora "G"
Anonimo ha detto...
RispondiEliminaGrazie Enrica. Non sai la gioia che mi hai donato partecipandomi del tuo Blog.. Grazie, per ognuno dei tuoi pensieri. Sei una fonte meravigliosa, quanta saggezza, quanta ricchezza di umanità c´é in te. É bello poterti leggere e incontrarti in tutto quello che senti e scrivi. Sei una donna stupenda, il tuo orizzonte non ha limiti , hai sempre una parola di speranza, di conforto, di aiuto, ... per ogni persona e per ogni situazione . É bello incontrare nella vita persone come te, gente pasquale, che sanno infondere vita, perché hanno fatto esperienza del Risorto.
Che la luce di Gesù risorto illumini sempre la tua vita, ti doni pace e amore per essere con lui segno di resurrezione per tutti.
Un cordiale saluto a te, ai tuoi cari ed a chi legge questo commento
Un abbraccio
Elena
5 aprile 1998 tredici anni fa.... il tuo "straccio" non vale un ramoscello ma una pianta d'olivo, un campo coltivato ad olivi, un campo coltivato tutti i giorni e le notti , con il sole ,il freddo,la neve,il vento e le tempeste, un campo seminato con l'amore e la dedizione totale che solamente voi siete riusciti a mantenere in vita. E' la rabbia dell'amore che vince sullo sconforto.
RispondiEliminaLuciano
Ed ora ci fai piangere sperando che le lacrime si riversino in pace per Giuliana, per noi, e per te caro Luciano sempre attento pur nel silenzio.
RispondiEliminaGrazie caro nipote
da Enrica Giulio