"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


mailto:g.enrica.g@gmail.com
http://www.youtube.com/enricasignorag
http://www.facebook.com/enrica.giulio.sciandra



martedì 23 marzo 2010

Ultime parole di Gesù in croce



LE ULTIME PAROLE DI GESU’ IN CROCE


Da mezzogiomo fino alle tre del pomeriggio si fece buio
su tutta la terra, e Tu, Gesù, dicevi:
"Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno".
Lc 23,48
Verso le tre, gridasti a gran voce:
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.
Mt 27,46; Mc 15,46
Uno dei malfattori appeso alla croce con Te disse:
"Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno",
e Tu gli rispondesti:
In verità ti dico, oggi sarai con Me nel paradiso.
Lc 23,42-43
Ai piedi della croce c'erano Tua Madre e il discepolo:
Donna, ecco tuo figlioFiglio, ecco la tua madre
Gv 19,26-27
e ci desti Maria come madre della Chiesa e madre nostra.
Sapendoti ormai giunto alla fine, esclamasti:
Ho sete”…
Gv 19,28
certamente di tutte le nostre anime!
E poi, affidandoti
pienamente a Dio:
Tutto è compiuto.
Padre, nelle tue mani consegno  
il mio spirito".
Lc 23,46

Oggi, meditando la tua passione, imparo da Te,
Signore Gesù,
come vivere - perdonando;
e come morire - affidandomi al Padre.
Così sia davvero, per tua grazia.
Maggioni

7 commenti:

  1. Tutte le volte che sentirai la disperazione dell’anima
    e continuerai a sorridere
    e a parlare agli altri di speranza;
    tutte le volte che sentirai la morte dell’anima
    e continuerai a sorridere
    ......e a parlare agli altri di amore
    e ad amare concretamente;
    tutte le volte che avrai l’anima piombata nel buio più assoluto
    e continuerai a sorridere
    e a parlare agli altri di luce;
    ti sembrerà di fare una commedia,
    di non essere nella verità.
    Ricordati:
    quella è la Commedia Divina,
    è la logica del dono autentico!
    E’ essere con Gesù sulla Croce

    RispondiElimina
  2. Per me sarebbe impossibile avere la morte nell'anima e sorridere agli altri, se qualche volta mi è capitato di dire parole di consolazione quando anch'io avevo dei problemi era come fossi diviso in due. una parte di me, quella sofferente, era lontana e quella che parlava chissà cosa pensava veramente. Così mi è difficile capire la sofferenza del Cristo in croce ma mi è capitato di cercare di immedesimarmi in quella di Maria e ho pianto di vero dolore.Noi siamo quello che proviamo,no mi correggo: noi proviamo quello che siamo. Buona Pasqua carissimi Enrica e Giulio con la voatra Giuliana

    RispondiElimina
  3. Fuggiamo dalle piccoli croci e
    festeggiamo la "Grande Croce"
    noi uomini di fede... politica... forse.

    Ma quale Fede? Inchiodiamo ogni
    ...giorno il fratello di turno, di colore
    diverso, di religione diversa,
    di sesso diverso, diverso.

    Aspettiamo i lutti per dimostrare
    solidarietà e...
    dopo le sepolture
    ...tutti di nuovo a combattere
    il fratello nemico.

    E allora fissiamo il Crocifisso
    sul serio...
    Lui sì che
    l'ha fatto per noi!
    (antonio marino)
    Sei stato molto chiaro e "VERO" caro anonimo/a.
    Dobbiamo fare un gradino in più per aiutare gli altri mentre ne abbiamo bisogno noi...ed è qui che scatta il vero AMORE: farci vuoti per lasciarci riempire del bisogno degli altri e ci accorgeremo che questo atto renderà noi più forti e una grande pace entrerà nel nostro cuore.
    Serena Pasqua e grazie per questo tuo intenso commento.
    Enrica

    RispondiElimina
  4. La crocifissione era davvero, il più crudele e il più tetro dei suplizi. Quello che dava i maggiori strazi e per più tempo.Se il tetano sopravveniva un torpore pietoso affrettava la morte; ma c'era di quelli che resistevano, soffrendo sempre più, fino al giorno dopo e oltre. La sete della febbre, la congestione del cuore, l'irrigidimento delle vene, i crampi dei muscoli, le vertigini e le trafitture del capo, l'angoscia dilaniante e crescente non bastavano a vincerli.
    Ma i più, in capo a dodici ore, spiravano.
    Così muoriva un Dio che ha liberato dalla febbre i febbricitanti, che ha dato l'acqua di vita agli assetati, che ha risvegliato i morti dai cataletti e dai sepolcri, che ha restituito il moto a chi era impietrato dalla paralisi, che ha cacciato i demoni dell'anime imbestiate, che ha pianto coi piangenti, che ha fatto rinascere a vita nuova i cattivi ivece di punirli, che ha insegnato con parole di poesia e prove di miracoli quell'amore perfetto che i bruti farneticanti, rinvoltati nel sonno e nel sangue, non sarebbero mai stati capaci di scoprire.

    RispondiElimina
  5. Condivido il commento della Dott.ssa Maria Grazia Fida del 30 agosto 2013 15:42. Documento molto interessante e anche commovente!

    Mario Conidi
    Salsomaggiore Terme

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gratitudine Mario, mi scuso della tarda risposta ma non mi vengono segnalati i commenti. Un caro saluto da Enrica

      Elimina