"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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martedì 22 marzo 2011

Riflessione terza domenica di quaresima ambrosiana (di Abramo) Gv 8,31-59

«La verità vi farà liberi», ha detto Gesù.
Prima di domandarci quale sia questa verità, è importante un breve esame all'interno della nostra coscienza, in quella «scatola nera» (spendiamo pure questo termine preso dal mondo degli aerei) dove è racchiusa in codice la verità del nostro esistere:
«Dove si trova per noi questa verità che ci fa vivere? Nel nostro lavoro? Nei nostri affetti? Nelle nostre convinzioni politiche? Nei nostri ideali etici o religiosi?»
Tutte queste verità non bastano a liberarci.  Può succedere addirittura che diventino idoli e quindi ci rendano schiavi.
La veritá che libera non è quella che viene da noi, attraverso le nostre argomentazioni rassicuranti, ma è quella che viene da Dio.
Ci sono tre parole, nel vangelo, che meritano di essere commentate. Sono: peccato, verità, libertà.
La parola PECCATO, per molti, è una parola senza senso. Come se fosse ormai uscita dal nostro vocabolario.
Gesù in questo brano intende per peccato il non seguire Cristo.
Peccato è la dimensione della non fede, è l'incredulità.
E si capisce anche perché il peccato sia attribuito all'azione del diavolo.
Il diavolo fa in modo che nessuno possa entrare in rapporto con il Signore perché Gesù è principio di comunione, è lui che libera da ogni chiusura, scioglie le nostre rigidezze e ci immette nella corrente della fiducia e della speranza
La parola VERITÀ gode di maggiore credito, in particolare se si tratta di verità scientifica o di verità da scoprire dentro qualche fatto di cronaca particolarmente complesso.
Ma quando si parla di verità i grandi temi della vita come Dio, l'aldilà, ecc…, molti preferiscono passare oltre: sono troppo impegnative per poterle affrontare.
La verità è la persona stessa di Cristo che ha detto: «Io sono la verità ».
Nessuno può dire di possedere la verità. Si può possedere una persona?
Si può ascoltarla, amarla, seguirla, mai possederla.
Ricco di verità, secondo il vangelo, non è colui che sa più cose su Dio, ma il discepolo di Cristo, colui che è disposto a seguirlo.
Si potrebbe dire che la verità non è mai un possesso, ma un cammino: chi crede di averla, come i giudei, la perde, chi invece la cerca continuamente alla scuola di Cristo la trova.
I credenti devono diventare progressivamente figli della verità, discepoli del Cristo-Verità, strumenti della verità, risplendenti della luce della verità.
La parola più suggestiva, è certamente la parola LIBERTÀ.
"Libertà è rischio, conquista perenne, un compito senza fine: un compito che non si può evitare: l'uomo è condannato a scegliere" (Sartre
E’ libero - fa capire Gesù - chi lotta contro la paura, la viltà, l'inerzia, i pregiudizi. Anche contro l'autorità, se questa è nell'errore
La libertà va dunque conquistata pazientemente dentro un contesto di forze che la ostacolano e pretendono addirittura di soffocarla.
E’ lui, il Cristo, la nostra libertà: è lui, come dice il vangelo, la verità che ci rende liberi.
Gesù è libero di fronte a tutti e a tutto: di fronte alla famiglia, alla sua gente, alle autorità, alle tradizioni, anche alla morte.
Per Gesù la libertà ha il suo principio sorgivo nell'amore.
Secondo una certa mentalità è libero chi usa le mani per raccogliere pietre e scagliarle contro gli altri, come hanno tentato di fare i giudei del vangelo (non si dimentichi peraltro che anche le parole possono essere pesanti e violente come pietre).
E' libero invece, per Gesù, chi usa le mani per benedire, per condividere, per curare i corpi malati o infermi.
A Gesù le mani sono servite anche per essere appeso a una croce.
Apparentemente la croce è stata la negazione di ogni forma di libertà.
In realtà la croce è stata l'immagine della più alta libertà, di quella che solo nell'amore trova il suo principio e la sua ispirazione.
Con noi c'è lui, il Cristo, il quale ha detto: « Prima che Abramo fosse, Io sono».
Ciascuno segretamente ha il diritto di mormorare dentro di sé: «Appartengo a questo mondo, ma respiro in un mondo più vasto. Sono nel tempo, ma appartengo all'eterno. Sono una creatura fragile, ma la morte non spegnerà la mia libertà. Perché vivo con Cristo, che è la mia verità e la mia libertà ».
Possiamo incominciare da capo. E cominciare nella più assoluta libertà.
Bisogna passare da ciò che è vecchio alla sorpresa di un Dio che scompiglia continuamente il nostro ordine e promette il dono di una continua giovinezza: "In verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non conoscerà mai la morte".
Veniamo da Dio e andiamo a Dio. Questa è la nostra avventura: avventura di figli, non di schiavi.
( Pozzoli)

VANGELO SEC. GIOVANNI 8,31-59
In quel tempo, Gesù, disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?». Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!». Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo».
Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!».
Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio».
Gli risposero i Giudei: «Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?». Rispose Gesù: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
(Bibbia CEI 2008)

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