"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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venerdì 26 febbraio 2010

Gli occhi dell'anima

Vi è una felicità straordinaria nel rendere felici gli altri. a discapito delle nostre sofferenze. La pena condivisa riduce a metà il dolore, ma la felicità, una volta condivisa, si ritrova raddoppiata. Se volete sentirvi ricchi, non avete che da contare, tra tutte le cose che possedete, quelle che il denaro non può comperare.
GLI OCCHI DELL'ANIMA
Due uomini, entrambi gravemente ammalati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. Uno dei due, doveva sedersi sul letto un'ora al giorno durante il pomeriggio per espellere delle secrezioni polmonari e respirare meglio. Il suo letto si trovava di fianco all'unica finestra nella stanza. L’altro uomo era costretto a passare supino le sue giornate. I due compagni di sventura si parlavano per ore. Parlavano delle loro mogli e delle loro famiglie, descrivendo le loro case, il loro lavoro, la loro esperienza al servizio militare ed i luoghi dov'erano stati in vacanza. Ed ogni pomeriggio, allorché l'uomo nel letto vicino alla finestra si poteva sedere, questi passava il tempo a descrivere al suo compagno di stanza tutto quello che vedeva fuori. L’uomo nell'altro letto cominciò a vivere nient'altro che per questi periodi di un'ora durante i quali il suo mondo si apriva ed arricchiva di tutte le attività e colori del mondo esterno. Dalla camera, la vista dava su di un parco con un bel lago. Le anatre ed i cigni giocavano nell’acqua, mentre i bambini facevano navigare i loro battelli in miniatura. Gli innamorati camminavano a braccetto in mezzo a fiori dai colori dell'arcobaleno. Degli alberi secolari decoravano il paesaggio e si poteva intravedere in lontananza la città profilarsi.Mentre l'uomo alla finestra descriveva tutti questi dettagli, l'altro chiudeva gli occhi e si immaginava le scene pittoresche. Durante un bel pomeriggio, l'uomo alla finestra descrisse una parata che passava lì davanti. Sebbene l'altro uomo non avesse potuto udire l'orchestra, riuscì a vederla con gli occhi della propria immaginazione, tanto il suo compagno la descrisse nei minimi dettagli. I giorni e le settimane passarono. Una mattina, all'ora del bagno, l'infermiera trovò il corpo esanime dell'uomo vicino alla finestra, palesemente morto nel sonno. Rattristata, chiamò gli addetti della camera mortuaria perché venissero a ritirare il corpo. Non appena sentì che il momento fosse appropriato, l’altro uomo chiese se poteva essere spostato in prossimità della finestra. L'infermiera, felice di potergli accordare questo piccolo favore, si assicurò del suo confort e lo lasciò solo. Lentamente., sofferente, l'uomo si sollevò un poco, appoggiandosi su di un sostegno, per gettare un primo colpo d'occhio all'esterno. Finalmente avrebbe avuto la gioia di vedere lui stesso quanto il suo amico gli aveva descritto. Si allungò per girarsi lentamente verso la finestra vicina al letto…e tutto ciò che vide fu un muro! L'uomo domandò all'infermiera perché il suo compagno di stanza gli avesse dipinto tutta  un'altra realtà.
L’infermiera rispose che quell'uomo era cieco, e che non poteva nemmeno vedere il muro.
“Forse ha solamente voluto incoraggiarvi”, commentò.



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