"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 13 dicembre 2010

Riflessione per la “Sesta Domenica di Avvento A” Lc 1,26-38 (rito ambrosiano)

DIVINA MATERNITA' DELLA B. V. MARIA
 Siamo giunti all'ultima tappa dell'Avvento, che ci condurrà direttamente alla salvezza di Dio che stiamo aspettando.

Oggi la liturgia centra lo sguardo nel mistero prossimo da celebrare: Dio fatto uomo. Chi può essere modello migliore di quest'ultima attesa se non Maria, che porta dentro di sé Gesù, il Dio salvatore? Ella è l'esempio che ci viene proposto oggi per incontrarci con il Signore che è già alla porta.

Il saluto dell'angelo è uno dei cantici più belli con cui noi possiamo glorificare l'Altissimo. Perciò noi ripetiamo questo medesimo saluto per ringraziare la SS. Trinità dei tanti e inestimabili suoi benefici.
Lodiamo Dio Padre perché amò talmente il mondo da dargli il suo unico Figlio per salvarlo.
Benediciamo Dio Figlio perché discese dal cielo sulla terra, si fece uomo e ci redense.
Glorifichiamo Dio Spirito Santo perché formò nel seno della Vergine santissima quel corpo purissimo che fu la vittima dei nostri peccati.

E’ con tali sentimenti di riconoscenza che dobbiamo recitare il saluto angelico, facendo, cioè, atti di fede, di speranza, di amore, di ringraziamento per il beneficio della nostra salvezza (LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, Segreto ammirabile del Santo Rosario, Siena 1982 2~ nn. 44-45).

Come Maria anche noi siamo chiamati a portare Dio agli altri: venendo in aiuto gioioso a coloro che sono nel bisogno, come fece Maria con sua cugina Elisabetta; e nel diffondere generosamente la luce della salvezza, come farà Maria dando alla luce il Messia salvatore.

Ma il nostro incontro con Cristo, con il Signore, consiste già nel riunirsi nel suo nome - di qui l'importanza di stare assieme, facendo assemblea -si verifica anche nell'ascolto della Parola, sempre viva e feconda, e nel celebrare il suo memoriale nello spezzare il pane.

La fede è il segreto per fare un vero Natale. Sant'Agostino ha detto che «Maria ha concepito per fede e ha partorito per fede»; «concepì Cristo prima nel cuore che nel corpo». Noi non possiamo imitare Maria nel concepire e dare alla luce fisicamente Gesù; possiamo e dobbiamo, invece, imitarla nel concepirlo e darlo alla luce spiritualmente, mediante la fede. Credere è «concepire», è dare carne alla parola. Ce lo assicura Gesù stesso, dicendo che chi accoglie la sua parola diventa per lui «fratello, sorella e madre» (cfr. Marco 3,33).

Nel mettersi a tavola per l'ultima cena, Gesù disse: «Ho desiderato ardentemente celebrare questa Pasqua con voi». Ora dice forse lo stesso del Natale: «Ho desiderato ardentemente celebrare questo Natale con voi». Questo Natale che ha per presepio e culla il cuore e che non si celebra fuori, ma dentro.

Che cosa porteremo in dono quest'anno al Bambino che nasce? Sarebbe strano che facessimo regali a tutti, eccetto che al festeggiato.
Una preghiera della liturgia ortodossa ci suggerisce un'idea meravigliosa:
«Che cosa ti possiamo offrire, o Cristo, in cambio di esserti fatto uomo per noi?
Ogni creatura ti reca la testimonianza della sua gratitudine:
gli angeli il loro canto,
i cieli la stella,
i Magi i doni,
i pastori l'adorazione,
la terra una grotta,
il deserto la mangiatoia.
Ma noi, noi ti offriamo una Madre Vergine! ».
Noi, cioè l'umanità intera, ti offriamo Maria!

VANGELO SEC. LUCA 1,26-38
In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
Bibbia CEI 2008

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