"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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venerdì 17 dicembre 2010

Natale (Salvatore Quasimodo)


Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

La conclusione della poesia di Quasimodo è molto amara e l’autore sembra affermare l'inutilità della venuta di Gesù in mezzo a noi.
La nostra amarezza nello sperimentare ogni giorno che la durezza dei nostri cuori rende vano il messaggio di amore e di pace che Cristo ci ha portato.
Il Signore ci doni la grazia di una fede più forte e tenace per comprendere che celebrare il Natale significa proclamare che nonostante tutto l’amore di Dio trionferà.

5 commenti:

  1. Stupendaaaaaaaaaaaa qst poesia!!!

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  2. Carissimo anonimo la poesia di Quasimodo è una delle mie preferite ma mi piace tanto anche quella di Turoldo che ti scrivo sotto.

    "...e sapevo d'essere uomo vero
    del tuo regale presepio". Queste parole tutte le volte, a mezzanotte del Natale, mentre salgo i gradini del sagrado le ripeto sempre augurandomi di essere "una donna vera". Grazie carissimo da Enrica

    Natale
    Ma quando facevo il pastore
    allora ero certo del tuo Natale.
    I campi bianchi di brina,
    i campi rotti dal gracidio dei corvi
    nel mio Friuli sotto la montagna,
    erano il giusto spazio alla calata
    delle genti favolose.
    I tronchi degli alberi parevano
    creature piene di ferite;
    mia madre era parente
    della Vergine,
    tutta in faccende,
    finalmente serena.
    Io portavo le pecore fino al sagrato
    e sapevo d'essere uomo vero
    del tuo regale presepio.

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  3. ma io voglo la versione in prosa della poesia diquasimodo! me la poteta dare

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  4. Scusa anonimo, non ho compreso la tua richiesta, in che senso desideri la poesia in prosa?

    Natale. Guardo il presepe scolpito,
    dove sono i pastori appena giunti
    alla povera stalla di Betlemme.
    Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
    salutano il potente Re del mondo.
    Pace nella finzione e nel silenzio
    delle figure di legno: ecco i vecchi
    del villaggio e la stella che risplende,
    e l'asinello di colore azzurro.
    Pace nel cuore di Cristo in eterno;
    ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
    Anche con Cristo e sono venti secoli
    il fratello si scaglia sul fratello.
    Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
    che morirà poi in croce fra due ladri?

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  5. Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968) è stato un poeta italiano ermetico che vinse il premio Nobel per la letteratura nel 1959. Nei suoi scritti emerge la sua angoscia esistenziale; la ricerca della pace interiore è affidata ad un rapporto col divino che è, e resterà successivamente, tormentato anche se animato da un anelito sincero.



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