"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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giovedì 13 maggio 2010

"Se non posso tagliarti, non posso usarti".

Questa nota storia del Bambù mi è stata donata stampata su pergamena quando Giuliana uscì di casa per la mia grave malattia. Sotto in bella calligrafia c’era scritto questa spiegazione: “Se il Bambù fosse rimasto alto, nobile, bello, se fosse rimasto Bambù con la sue foglie e rami verdeggianti, non avrebbe mai scoperto il senso della sua vita. La preoccupazione di noi stessi, della nostra bellezza, del guadagno, della carriera, del divertimento, dell’immagine sono le nostre “foglie”, i nostri “rami”.
Dedico questa storia a chi sa donarsi e dimenticarsi con gioia per rendere felici gli altri.

STORIA DEL BAMBÙ

C'era una volta un bellissimo giardino. Era situato ad ovest del paese.
Il Signore di quel giardino aveva l'abitudine di farvi ogni giorno una passeggiata, quando il caldo della giornata era più forte.
C'era in questo giardino un bambù di aspetto nobile. Era il più bello di tutti gli alberi del giardino e il Signore amava questo bambù più di tutte le altre piante. Anno dopo anno, questo bambù cresceva e diventava sempre più bello e più grazioso. Il bambù sapeva che il Signore lo amava e ne godeva.
Un bel giorno, il Signore, molto pensieroso, si avvicinò al suo albero amato e l'albero, in grande venerazione, chinò la sua testa. Il Signore gli disse :
"Caro bambù ho bisogno di te".
Con grande gioia, ma a voce bassa, il bambù rispose :
"O Signore, sono pronto. Fa di me l'uso che vuoi".
"Bambù", - la voce del Signore era seria - per usarti devo abbatterti".
Il bambù spaventato, molto spaventato dsse: "Abbattermi, Signore ? Me che hai fatto diventare il più bell'albero del tuo giardino ? No, per favore, no. Fa' uso di me per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi".
"Mio caro bambù - disse il Signore, e la voce era più seria - se non posso abbatterti, non posso usarti".
Nel giardino ci fu allora un gran silenzio. Il vento non tirava più, gli uccelli non cantavano più. Lentamente, molto lentamente, il bambù chinò ancora di più la sua testa meravigliosa. Poi sussurrò : "Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, fa di me quello che vuoi e abbattimi".
"Mio caro bambù" - disse di nuovo il Signore - non devo solo abbatterti, ma anche tagliarti le foglie e i rami". "O Signore, - disse il bambù - non farmi questo. Lasciami almeno le foglie e i miei rami".
"Se non posso tagliarti, non posso usarti".
Allora il sole si nascose, gli uccelli ansiosi volarono via.
Il bambù tremò e disse appena udibile : "Signore, tagliali".
"Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore.
Se non posso fare questo non posso usarti".
Il bambù non poté più parlare. Si chinò fino a terra.
Cosi il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami, levò le foglie, lo spaccò in due e ne estirpò il cuore. Poi portò il bambù alla fonte di acqua fresca vicino ai suoi campi inariditi. Là, delicatamente, il Signore dispose l'amato bambù a terra, un'estremità del tronco la collegò alla fonte, l'altra la diresse verso il suo campo arido.
La fonte dava l'acqua, l'acqua si riversava sul campo che aveva tanto aspettato.
Poi fu piantato il riso, i giorni passarono, la semenza crebbe e il tempo della raccolta venne. Così il meraviglioso bambù divenne realmente una grande benedizione in tutta la sua povertà e umiltà.
Quando era ancora grande e bello e grazioso, viveva e cresceva solo per se stesso e amava la propria bellezza. Al contrario, nel suo stato povero e distrutto, era diventato un canale che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno.

1 commento:

  1. La storia del Bambù è molto significativa e si presta a molti commenti e ad approfondimenti particolari ,la cosa che mi ha colpito è l'atteggiamento del bambù che si ostinava a non voler essere tagliato pensando di fare cosa buona per sè e per il Signore che ci passeggiava,stare nel mezzo del giardino alto,bello,rigoglioso,mentre il Signore per lui aveva pensato a qualcosa di più grande ma doveva abbatterlo,renderlo umile per farlo diventare strumento di bene.Così anche noi dobbiamo accettare con amore e umiltà,semplicità tutte le volte che veniamo abbattuti ,resi umili dalle circostanze della vita pensando che tutto quello che ci capita è per il nostro bene,in Dio e con umiltà diventiamo utili agli altri,portiamo i frutti che Dio desidera da noi. Siamo solo strumenti dell'Amore.
    Franco

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