"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 17 maggio 2010

Il Dottore Carità

All'entrata del reparto psichiatrico dove è ricoverata mia figlia c'è un dipinto che raffigura S. Riccardo Pampuri. Io da anni rivolgevo a Lui la  mia preghiera. Sorpresa e consolazione quando ho saputo che Giuliana veniva ricoverata in quel reparto. S. Riccardo continui la Sua protezione su lei e su tutti.
SAN RICCARDO PAMPURI
Erminio Filippo Pampuri, poi Fra Riccardo, nasce il 2 agosto 1897 a Trivolzio (PV). Decimo di undici figli, rimasto orfano della madre a soli tre anni, viene accolto in casa degli zii materni, a Torrino, frazione di Trivolzio. Nelle Chiesa parrocchiale di Trivolzio viene battezzato, riceve il sacramento della Cresima e la Prima Comunione. Nel collegio vescovile Sant’Agostino di Pavia compie gli studi ginnasiali e liceali, si iscrive poi all’università di Pavia ove il 6 luglio 1921 si laurea a pieni voti (110 su 110) alla facoltà di medicina, dopo essere stato militare durante la prima grande guerra mondiale ed avere ricevuto la medaglia di bronzo avendo portato in salvo i medicinali. Dal 1921 al 1927 fu medico condotto a Morimondo donandosi con tanto amore agli ammalati (veniva chiamato “il dottor carità”) e collaborando con il parroco alle varie attività della parrocchia (è segretariato per le missioni, fonda la Banda musicale per i giovani, è animatore delle funzioni liturgiche e delle varie attività parrocchiali, distinguendosi in modo particolare nel condurre giovani ed uomini agli esercizi spirituali).
Nel luglio del 1927 entra nell’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli assumendo il nome di Fra Riccardo. Muore a Milano il 1 maggio 1930 all’età di 33 anni.
I funerali si svolgono a Trivolzio nel cui cimitero viene sepolto. Il 16 maggio 1951 il corpo viene collocato nella Chiesa Parrocchiale di Trivolzio.
Giovanni Paolo II lo beatifica il 4 ottobre 1981 e lo proclama santo il 1 novembre 1989.
Attualmente il suo corpo, visibile, è custodito e venerato nella Chiesa parrocchiale di Trivolzio (Pavia). Riccardo Pampuri è il Santo della quotidianità. Il Santo a cui ricorrono i giovani, ma anche gli anziani e gli ammalati per accettare il disegno buono che Dio ha su ciascuno di noi.
San Riccardo Pampuri è festeggiato il 1 maggio (giorno della sua morte). Viene ricordato anche il 16 maggio (giorno della traslazione del suo corpo in Chiesa).
(Tratto da :http://www.sanriccardopampuri.it/4ante.pdf)
Ai medici, suoi colleghi, egli rivolge l'appello che svolgano con impegno la loro delicata arte, animandola con gli ideali cristiani, umani, professionali, perché sia un'autentica missione di servizio sociale, di carità fraterna, di vera promozione umana. A coloro che scivolavano in recriminazioni del prossimo diceva: "La mia casa è aperta a tutti, in essa però non devono entrare le critiche".
Chi ha fatto conoscere in questi ultimi 10 anni S. Riccardo è stato Mons. Giussani che l’ha proposto quasi a immagine vivente di ciò che gli stava più a cuore.
Durante il Meeting dell'Amicizia a Rimini viene presentata la mostra su S. Riccardo dal titolo "Era necessario che l'eroico diventasse quotidiano e il quotidiano diventasse eroico".

PREGHIERA A SAN RICCARDO
San Riccardo hai camminato
un tempo per le strade
della nostra terra,
hai pregato nel silenzio
delle nostre chiese,
hai servito con amore
ed intelligenza gli
ammalati nelle nostre
case, sei stato
accogliente verso
ogni persona che ti
ha cercato. Oggi, come
un tempo i tuoi malati,
anch'io ti cerco e mi
rivolgo a Te perché
Tu mi aiuti a guarire nel corpo e nello spirito
e mi ottenga dal Signore la tua stessa fede.
Giovanni Volta Vescovo di Pavia

2 commenti:

  1. Molti medici sono stati, e altri lo sono ora, persone speciali. Credo siano coloro che mettono al primo posto la persona, l'essere umano e vivono la loro professione ogni giorno. Una professione difficile che li porta a contatto con le realtà che noi cerchiamo di non vedere, per timore. E credo siano, comunque, uomini coraggiosi.

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  2. Grazie pheqof per il commento. Meno male che ci sono ancora medici che svolgono la professione come una missione. Mi sono molto care le parole che ho letto su un blog che parlava del "medico carità" e che in certi momenti valgono più di una medicina:"dare al dolore le parole che esige". Nel grazie enrica

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