"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 30 maggio 2011

Il Cantico del “Magnificat” (riflessione)

Il Magnificat è un cantico, potremmo dire, a tre voci; perché in esso si incontrano e si armonizzano la voce di Maria, che accoglie il dono di Dio e ne gode interiormente; la voce di Elisabetta, che contempla il mistero di Maria e la voce di Luca (cioè della Chiesa alla quale appartiene e per la quale scrive il suo Vangelo come testimonianza privilegiata degli “eventi accaduti tra di noi” attraverso le parole e i gesti di Gesù) che dallo Spirito Santo si vede spinto a non lasciar cadere un momento così singolare della vicenda terrena di Gesù.
Nel Magnificat, si intrecciano narrazione e poesia, si incontrano cielo e terra, Dio e gli uomini, il Salvatore e l’umanità bisognosa di salvezza.
Magnificat: un atto di fede, un cantico di lode, un salmo di ringraziamento, un esplosione di gioia.

Vangelo sec Luca 1,46-56

46Allora Maria disse:
“L’anima mia magnifica il Signore
47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48 perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49 Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
  50 di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
  51 Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
  52 ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
  53 ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
  54 Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
  55 come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre».

1 Il bisogno di cantare
Quando il cuore è pieno di Dio, quando la vita umana è a diretto contatto con quella divina si canta Dio, si canta di Dio, si canta con Dio. Assaporare l’incontro con Dio nella preghiera, per rendersi conto della bellezza estetica del Magnificat, per imprimere nel nostro cuore e forse anche nella memoria, qualche passaggio di questo cantico.
Imparare a pregare con il Magnificat, pregare il Magnificat per renderci conto personalmente come si parla con Dio. Apprendere la difficile, ma esaltante arte della preghiera cristiana, alla scuola di Maria.

2 Il primo impatto
“Il mio spirito esulta” (Lc 1,47).
Un grande e stupendo esempio per ogni credente, che spesso si trova esposto alla tentazione di non ascoltare la Parola e quindi di non lodare e ringraziare il Donatore.

3 Il “partner” umano
“Tutte le generazioni mi chiameranno beata” (cfr. Lc 1,48).
Conoscere se stessi è necessario, ma bisogna conoscersi bene : non solo alla luce dei propri desideri o alla stregua dei propri progetti, ma alla luce della volontà di Dio su di noi e alla stregua di quel progetto personalizzato che Dio nutre verso ciascuno di noi.
Chiunque crede, chiunque dischiude il suo mondo personale al mondo di Dio, si trova a fare l’esperienza di una straordinaria fecondità spirituale, a tutto beneficio dei fratelli ma anche a una personale gratificazione.

4 La divina accondiscendenza
"Ha guardato l’umiltà della sua serva “ (Lc 1,48).
Per accondiscendere Dio ha bisogno di nient’altro che della nostra povertà, della nostra docilità, del nostro totale abbandono a lui. Poveri e ricchi siamo tutti noi, se e nella misura in cui lasciamo spazio libero a Dio. E’ lui che deve “entrare” nella nostra vita, prendere spazio, crescere fino a occupare il centro del nostro essere, dei nostri pensieri, dei nostri affetti.

5 La coscienza del dono
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49).
La prima preoccupazione di una creatura non deve essere quella di domandarsi che cosa fare e come reagire a Dio che parla, che chiama, che propone, bensì quella di comprendere il dono, di prendere coscienza, attraverso il dono compreso, delle intenzioni del Donatore.

6 La prospettiva della missione.
“Santo è il suo nome” (Lc 1,49).
Il nome da dare è rivelato dall’alto, da Dio stesso, ciò indica che Maria non ha libera iniziativa in questo suo gesto materno e autorevole, ma deve solo obbedire a ciò che Dio ha già stabilito. La missione di Maria, infatti, non consiste in altro che nel fare la volontà di Dio, nel condurre a termine ciò che Dio ha stabilito. E’ sommo onore per la creatura assumere questo atteggiamento obbedienziale e manifestare cosi la sua totale, indiscussa sottomissione a Dio.

7 Alle sorgenti del mistero
“La sua misericordia si estende su quelli che lo temono” (Lc 1,50).
E’ una esigenza tutta nostra quella di capire da dove provengono certi doni, certi fatti : la fede cristiana esige di sapere questo. Non le preme capire come, ma sapere “da chi”. E noi, a partire da Maria, possiamo ripensare a Dio, risalire a Dio, rimanere in Dio.

8 Maria adora lo stile di Dio
“Ha spiegato la potenza del suo braccio...” (Lc 1,51).
Maria, riconoscendo questa potenza del braccio di Dio, ci insegna a non ridurre Dio alle nostre proporzioni e a non voler misurare le sue azioni alla stregua delle nostre umane possibilità.
Dobbiamo “uscire” da noi stessi per comprendere lo stile di Dio! Dobbiamo “entrare” nel suo mondo per capire qualcosa del suo modo do fare! Se talvolta ci sembra che Dio non realizzi qualcosa che a noi pare importante e decisivo, ciò significa che egli ha una intenzione superiore da mandare ad effetto, una intenzione che a noi per ora sfugge e che, a suo tempo, ci sarà rivelata.

9 Sul filo della storia universale
“Come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre” (Lc 1,55).
Maria, con il suo Magnificat, ricordando le promesse fatte ai nostri padri, ci invita a spaziare su tutto l’orizzonte di quella storia che ha Dio come inizio e come fine, che ha Cristo come centro, che ha il Regno come meta e traguardo.
“Ha rovesciato i potenti dai troni...” (Lc 1, 52)
“Ha rimandato a mani vuote i ricchi”... (Lc 1, 53)
Dio, che ha rovesciato i potenti dai troni, continuerà a fare altrettanto nella storia di Gesù e della Chiesa. Egli che ha disperso i superbi con tutte le loro pretese, continuerà a fare altrettanto nella vita dei credenti e dei testimoni del Vangelo. Infine colui che ha rimandato i ricchi a mani vuote, continuerà a fare altrettanto a favore dei poveri, degli affamati e degli umili e dei miseri che gridano a lui con cuore fiducioso.
“Ha soccorso Israele suo servo...” (Lc 1, 54 )
Israele non è stato un popolo di impeccabili, ma certamente un popolo di credenti : questa apertura, personale e comunitaria a Dio, questo vivissimo senso della trascendenza costruisce il primo, grande servizio che Israele ha prestato all’intera umanità. Maria, con il suo Magnificat, dimostra di essere degna figlia del suo popolo, di aver vissuto intensamente la spiritualità tipica di Israele e di aver accolto docilmente le grandi valenze pedagogiche

(Tratto da “Magnificat” Carlo Ghidelli)

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