"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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sabato 30 ottobre 2010

un saluto a tutti gli angeli che ci guardano da lassù


Accoglili nella tua gioia
e concedi a noi di custodire e trasmettere
le loro testimonianze e i loro valori.
Oggi siamo già riuniti
nella comunione dei Santi.
...Signore, ti preghiamo per i morti:
accoglili nel tuo amore.
Ti preghiamo per i viventi:
fa' che camminino verso la tua luce.

venerdì 29 ottobre 2010

Su Ali d'Aquila ti reggerò...

Divenuta celebre come preghiera serale per la liturgia giudaica e cristiana, amata dalla tradizione russa come talismano contro i pericoli (nel Dottor Zivago di Pasternak il salmo è scritto in un foglietto sul petto dei contadini soldati), questa composizione sembra essere di origine liturgica. Infatti essa raccoglie un'omelia indirizzata a colui che «pernotta negli atri dell'Altissimo», cioè al fedele che - secondo la prassi orientale dell'«incubazione sacra» - trascorreva la notte in preghiera nel Tempio in attesa che all'alba Dio gli rispondesse con un oracolo dì salvezza. Ed è proprio con un oracolo divino che il salmo si chiude: «Perché a me si è affidato, io lo scamperò...». L'omelia ha lo scopo di infondere fiducia per superare la notte della vita, i suoi incubi (terrori, frecce delle pestilenze, contagi, attentati, i mostri simbolici). 
Dio, infatti, con le sue ali materne, raffigurate nelle ali dei cherubini dell'Arca, col suo angelo-messaggero, seguirà sempre il suo fedele anche nei percorsi accidentati «perché il piede non urti su pietra». E’ noto che questo versetto è citato da Satana nel racconto della tentazione di Gesù per un messianismo spettacolare (Matteo 4,6).
Il salmo, in verità, non è la proposta di una scelta, magica ma di una fiducia generata dalla fede.
(Ravasi-Turoldo)
PERCHE' IL TUO PIEDE NON URTI SU PIETRA     

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.


Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.

Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,

la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra,
ma nulla ti potrà colpire.

Basterà che tu apra gli occhi
e vedrai la ricompensa dei malvagi!

«Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!».
Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora:

non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.

Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.

Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.

Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,

lo libererò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».


Salmo 90 (91) Bibbia CEI 2008

giovedì 28 ottobre 2010

Quando l'amore è spirito.





























QUANDO L’AMORE E’ SPIRITO

Bello è l’amore quando profuma di fiori
quando come la musica accarezza il cuore
quando come il sole sul mare
ti abbaglia facendoti
socchiudere gli occhi
per meglio vedere tanta luce
quando è un gioco di luci…
di splendore che si rispecchia negli occhi
nell’incrociarsi di sguardi puri…
dove due mani si cercano
nell’infinita spiritualità…
quando le labbra si sfiorano
leggere come farfalle
che si appoggiano
sullo stelo di un fiore
e...il fiore trema
a pur tanta delicatezza
del loro posarsi…
In questo astratto tutta la vita
ne è completa.
e nessun concreto sa dare.ca

mercoledì 27 ottobre 2010

La solitudine

Se la solitudine è uno stato d’animo che nasce talvolta dal sentirsi interiormente isolati o emarginati, è anche vero che la solitudine rappresenta la condizione necessaria e indispensabile per affrontare il proprio viaggio interiore, come fonte di esperienza costruttiva e creatività. ( Paul Eluard)

LA SOLITUDINE
Signore, la solitudine è come l'amore.
Come la violenza.
Come la fede:
ha mille volti.

C'è la solitudine che si sceglie,
e quella che si sopporta.
La prima appaga e pacifica.
L'altra ferisce e dilania.

C'è la solitudine che apre agli altri,
e quella che chiude in se stessi.
La solitudine apparente, superficiale,
e quella reale, profonda.

C'è la solitudine di chi non sa aprirsi agli altri,
perché incapace di fare il primo passo,
aspetta tutto e non dà nulla.

C'è la solitudine di chi non trova nessuno
con cui condividere il suo essere più profondo,
e se ne sta lì, piantato in mezzo alla strada,
senza sapere a chi offrire la sua vita.

C'è la solitudine di chi vede il mondo e la vita,
con un'ottica diversa,
e sembra sempre parlare
un linguaggio incomprensibile,
perché dovunque vada, nessuno lo capisce.

C'è la solitudine di chi prende coscienza di essere solo
di fronte alle sue responsabilità, alle sue scelte.
Perché nessuno può decidere al posto suo.
Nessuno può pagare i suoi sbagli per lui.

Signore, la solitudine ha mille volti.
E tutti ci aiutano a trovarci
faccia a faccia con noi stessi.
Senza finzioni.
Veri.

Come la vita ci ha fatti.
Non come tentiamo di fabbricarci noi,
cercando d'influenzare la vita.

Ti ringrazio, Signore, per le ore, i giorni,
i mesi, gli anni di solitudine.
Ti ringrazio per la solitudine cercata, amata, gustata,
e per quella avversata, sfuggita, odiata.
Per la solitudine leggera da portare,
e per quella più, pesante del piombo.
Per la solitudine luminosa come l'aurora,
e per quella più,buia della notte.

Per la solitudine che mi ha rivelato il tuo amore,
e per quella che mi ha rivelato la mia debolezza.
Ti ringrazio, Signore, per ogni attimo di solitudine.
Perché in ogni solitudine c'è un germe di verità.

Tratto da “l’anima cammina su tutti i sentieri”
La voce della scuola apostolica - Albino – giugno 1975

Halloween oppure «Holyween»?


Treats or tricks, dolcetti o dispetti? 
E sabba da discoteca, vestiti da menagramo, zucche ghignanti. 
C'è chi, come il compianto vescovo Alessandro Maggiolini, con saggezza gastronomica osservava che «le zucche sono buone per farci i tortelli». 
Il cardinale Carlo Maria Martini fu tra i primi, anni fa, a notare desolato che «questo tipo di feste è estraneo alla nostra tradizione, a valori immensi come il culto dei defunti che apre la speranza all'eternità». 
Il più duro è stato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, nel pieno della polemica sui crocifissi nelle scuole: «L'Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche e ci toglie i simboli più cari!
No, Halloween non mi piace per niente, anche se arrivo dalle parti di Vercelli e mi piacciono i Celti...».
Festa pagana, festa consumistica, festa aliena: no, decisamente alla Chiesa non è mai piaciuto quel carnevale lugubre alla vigilia («Eve») di Ognissanti(«All Hallows»). 
Eppure non tutti i dispetti vengono per nuocere. 
Con buona pace dei rosarioni «riparatori» organizzati ogni anno contro «il capodanno di Satana» - secondo la sobria definizione del Gruppo di ricerca sulle sette di Imola - si fa strada l'idea che le zucche, tutto sommato, abbiano funzionato come «una provocazione provvidenziale», sorride monsignor Domenico Pompili, portavoce della Cei.
Non cambia il giudizio su Halloween, insomma, ma la strategia. 
«Dalla fase di critica si è passati a iniziative per riscoprire il significato di Ognissanti», spiega monsignor Pompili. «Del resto, la memoria dei defunti riceve significato dalla festa dei santi che la precede: nulla di triste o lugubre, perché i morti sono coloro che ci hanno preceduto nel cammino verso la vita eterna...».
Gian Guido Vecchi Corsera

sabato 23 ottobre 2010

Un post di "ringraziamento" che qualcuno ha trasformato in polemica...

Ora la battaglia per Giuliana è terminata e doppiamenti felici che un reparto così utile agli "ultimi" (per la società ) sia stato contrattualizzato e l'attività psichiatrica potrà proseguire...

Un post di ringraziamento a "tutti"  era motivo di grande gioia per noi e "qualcuno" l'ha trasformato in polemica.
E' proprio vero che (chiamamola!) la gioia è sempre unita al dolore.
Spero di chiudere con questo scritto un po' intimo e aprire una finestra di serenità e pace dopo tanto tormento.
Grazie agli amici ed a coloro che pensano di essere mie nemici.

metto solo qualche appunto ricevuto scritto o verbale:
...ci sono persone che da quarant'anni, sono obbligati e tenersi a casa pazienti malati psichicamente e qualche genitore ci ha rimesso la pelle. Ho amici che hanno una figlia autistica, e la devono gestire a casa, a loro spese e altri con handicap gravissimi etc ...so cosa vuol dire avere un figlio malato e doverlo gestire..la regione poteva darti, la pensione di invalidità e dirti arrangiati, come fanno con tantissimi altri..ma sei stata aiutata ...!

...Ribadisco il concetto che sei stata aiutata e fortunata e mi auguro che tutti lo siano come te, ma non diciamo che tutti i governatori delle regioni agiscono in questo modo......cerchiamo di essere onesti e non dare mai nulla per scontato e di ringraziare..

...Se volevi testimoniare come Cristo ti è venuto incontro attraverso degli amici che ti hanno dato una mano, quello non si è capito.

...ti dovresti vergognare metterti per la strada a raccogliere  firme...portatela a casa...

...l'avete adottata e poi messa in comunità...!!!!!!!


...siete fortunati che vi davano il posto in un TSO (trattamento sanitario obbligatorio)...

Scrivo  (su richiesta di mio marito)  una piccola risposta per i ben-pensanti!!! 
 
Cara/o/i...
chiudo con questo mio intervento perchè non è possibile scrivere il cammino difficile percorso in poco spazio e del Calvario che io e Giulio stiamo continuamente, con Amore, salendo e parlarne mi fa' male.
Ho adottato Giuliana anche se aveva poco tempo da vivere, ma è vissuta forse grazie all'amore donato.
Per 33 anni è rimasta con noi con crisi di violenza inaudita (anche a rischio della nostra e sua vita).
Abbiamo richiesto e ricevuto, quando Giuliana aveva quattordici anni,  l'idennità di accompagnamento, abbiamo fatto interdizione (100%) presso il Tribunale di Monza, e tutto privatamente, compreso i Primari che l'hanno avuta in cura (certo che abbiamo speso tutti i risparmi che poi erano la liquidazione di Giulio che ha interrotto il lavoro prima del tempo stabilito per aiutarmi con Giuliana).
Poi otto anni fa' un sarcoma mi regalava solo tre mesi di vita e lì è iniziato il dramma di cercare una comunità per Giuliana (una persona non avrebbe potuto gestirla!).
Nessuna comunità la voleva: era troppo grave e nessun ente sapeva come risolvere la situazione.
Così in pochi giorni la mia famiglia si è dispersa: io ricoverata al Centro Tumori e Giuliana, visto che nessuna comunità la voleva è finita in TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e vi è rimasta OTTO MESI!!!...e molte, molte volte legata.
In questi otto mesi presa in carica da una comunità per due volte e restituita al TSO come un pacco postale. 
Poi è arrivata la Comunità (personale professionalmente preparato sia sul piano morale e medico  che ha accettato Giuliana...drammi per l'inserimento indescrivibili. Abbiamo pagato per due anni e mezzo e per un lungo periodo noi presenti tutto il giorno...
Io nel frattempo continuo a vivere con due carcinomi operati e un altro in corso.
Cure massacranti...un infarto...un'altro intervento grave provocato dalle cure anti-tumorali e mio marito operato d'urgenza rischio morte. Non ho mai dato nulla di scontato, ma continuerò a ringraziare i "grandi" , i piccoli, gli amici e il nostro combattere che hanno fermato l'ingranaggio perchè Giuliana non tornasse nel TSO.
Non avrebbero potuto dirmi di arrangiarmi: io sono una morta che cammina e che combatte contro tutto e contro tutti e ho visto morire uno alla volta tutti i miei compagni di sventura.
Il peggio non lo scrivo...
Il rammarico lo provo io per gli interventi spinosi a mio parere, considerati un po' azzardati soprattutto su chi sta soffrendo e non mi ritengo certamente fortunata.
Ora la battaglia per Giuliana è terminata e doppiamenti felici che un reparto così utile agli "ultimi" per la società  sia stato contrattualizzato e l'attività psichiatrica potrà proseguire...
Solo Lui ha potuto donare Sapienza a chi ci ha aiutato. Abbiamo pregato, abbiamo supplicato il Signore e la Mamma del Cielo di donare a me, a mio marito, a tutti la Sapienza di come muoverci. Solo il Signore poteva rendere possibile l'impossibile attraverso tutti noi in unione...a Lui sempre GRAZIE!
Grazie anche a chi  un po' ha ferito.
enrica

venerdì 22 ottobre 2010

Qualcuno ha bisogno di avere questo.

Un solo gesto d’amore anche se muto e senza eco è più utile per questo nostro mondo dell’azione più clamorosa, dell’opera più grandiosa. (Padre E. Ronchi)

Qualcuno sente la tua mancanza.
Qualcuno è grato del sostegno che hai saputo dare.
Qualcuno vuole che tu sia felice.
Qualcuno vuole farti un regalo.
Qualcuno pensa che tu SIA un regalo.
Qualcuno vuole abbracciarti.
Qualcuno pensa a te e sorride.
Qualcuno vuole piangere sulla tua spalla.
Qualcuno vuole uscire e divertirsi insieme a te.
Qualcuno ha bisogno del tuo perdono.
Qualcuno è grato del tuo perdono.
Qualcuno vuole condividere
i propri sogni con te.
Qualcuno ti apprezza per ciò che sei.
Qualcuno vuole che tu sappia
che è li per te.
Qualcuno è contento
perché sei suo amico.
Qualcuno vuole esserti amico.
Qualcuno si fida di te.
QUALCUNO HA BISOGNO DI AVERE QUESTO
(mi è stata inviata per pubblicarla ma non ha scritto chi è l'autore)

giovedì 21 ottobre 2010

Il mondo che nasce

Il mondo ha bisogno di bellezza e l’uomo ha bellezza quando combatte con amore per l’amore


IL MONDO CHE NASCE
Innumerevoli astri puri
come gli occhi dei saggi
brilleranno
come il destino dell'umanità.
Saremo uniti:
non più
uno sguardo di angoscia.
Saremo fratelli e sorelle:
non più
una sguardo d’odio.


E se in cielo
c’è un bagliore,
sarà per rischiarare
il nostro amore.
E se tra le foglie
c'è una melodia,
sarà per cullare
il nostro sonno.


Saremo fratelli e sorelle,
saremo uniti.
Ed innumerevoli astri puri
come gli occhi dei saggi
brilleranno
come il nostro destino.


Bernard B. Dadié (poeta ivoriano)

venerdì 15 ottobre 2010

Grazie Mamma del Cielo con una semplice preghiera di don Giussani


Oggi 15 ottobre ricorre la data di nascita di don Giussani e colgo l'occasione di questa ricorrenza per ringraziare la Mamma del Cielo, che in questo periodo abbiamo tanto implorato, con una preghiera scritta da don Giussani e che anche S. Pio teneva appesa alla porta della sua cella:

"MARIA TU SEI LA CERTEZZA DELLA NOSTRA SPERANZA"

Grazie Mamma da Enrica e Giulio per Giuliana  e i più fragili

Finalmente si è concluso POSITIVAMENTE “se morire resta l'unica soluzione!”


Che gioa questa telefonata dopo aver ricevuto al 21 settembre comunicazione:" Stipula contratto Comunità psichiatrica" (l'attività psichiatrica potrà proseguire...)


Oggi 15 ottobre, giorno di dimissione di Giuliana dalla Comunità Psichiatrica, abbiamo ricevuto una telefonata, tanto attesa, dal neuropsichiatra dottor Marchesini che ci ha comunicato che Giuliana continuerà a rimanere in quella Comunità.

La nostra gratitudine va particolarmente al Presidente della Regione Lombardia Dottor Roberto Formigoni, al Suo "speciale" Segretario e a tutti coloro che con ruoli e responsabilità diverse si sono prodigati affinché tutto si risolvesse nel migliore dei modi.

“Grazie” a tutti gli amici, alle baby e conoscenti che hanno condiviso con noi questi quattro mesi di angoscia e tormento, ma soprattutto "Grazie" alle 750 persone che hanno firmato per solidarietà con noi per Giuliana.

Enrica, Giulio e attraverso noi: Giuliana

giovedì 14 ottobre 2010

15 ottobre: S. Teresa d'Avila

Oggi 15 ottobre, giorno di dimissione di Giuliana dalla Comunità Psichiatrica, abbiamo ricevuto una telefonata dal neuropsichiatra dottor Marchesini che ci ha comunicato che Giuliana continuerà a rimanere in quella Comunità. Ringraziamo il dottor Marchesini per  questa tanto attesa telefonata.
Enrica con Giulio e attraverso noi: Giuliana.

Niente ti turbi niente ti spaventi.
Tutto passa

Dio non cambia.
La pazienza ottiene tutto.
Chi ha Dio non manca di nulla.
Dio solo basta




Teresa de Ahumada y Cepada nacque a Avila, in Spagna, il 28 marzo 1515 da una nobile ed antica famiglia. Fin dall’infanzia si distinse per grande amore alla lettura della Sacra Scrittura e fu animata dal desiderio del martirio.A vent’anni entrò nel Carmelo di Avila e fece grandi progressi nella via della perfezione e ebbe rivelazioni mistiche. L’Ordine seguiva allora osservanze mitigate, Teresa riformò allora il suo Carmelo, e con l’aiuto di s. Giovanni della Croce fondò una serie di case per carmelitani e carmelitane "scalzi", riportando in esse la purezza e l'austerità delle origini carmelitane.Santa Teresa è una delle più grandi mistiche della Chiesa; scrisse libri di profonda dottrina e le sue opere sono annoverate tra i capolavori della letteratura spagnola. Fedele alla Chiesa e nello spirito del Concilio di Trento Teresa contribuì al rinnovamento dell'intera comunità ecclesiale..Morì il 4 ottobre 1582 a Alba de Tormes, che divenne per la correzione gregoriana del calendario istiutita il giorno dopo, il 15 ottobre.Fu canonizzata il 12 marzo 1622 da Papa GregorioXV e Papa Paolo VI il 27 settembre 1970 le riconobbe il titolo di dottore della Chiesa. Protettrice del cuore.
(da enrosadira)

Etimologia: Teresa = cacciatrice, dal greco; oppure donna amabile e forte, dal tedesco

Emblema: Giglio

lunedì 11 ottobre 2010

Sei una figlia speciale Giuliana...solo per Te...

Tutte le domeniche alle 18.15, da otto anni, quando Giuliana è seduta ed io mi inginocchio tra le sue gambe per stringerla al cuore e salutarla provo i sentimenti  descritti in questo video e in qell'abbraccio intenso c'è tutto il mio Amore e la mia sofferenza nel lasciarla anche se sono sicura che dal momento che la lascio le "persone speciali " che l'accompagnano per sei giorni  sono le baby...
Enrica

sabato 9 ottobre 2010

Umiltà e...illusione di umiltà

Con il gruppo “Ascolto del Vangelo” (del quale sono responsabile) composto da 20 persone abbiamo sviluppato il tema dell’umiltà e desidero portare a tutti voi questa meditazione sulla quale ci siamo confrontati:
 UMILTA'
Che cos'è l'umiltà?
Gli psicologi preferiscono certamente il vocabolo «autenticità». È pericoloso predicare l'umiltà e farne una legge perché occorre valutare la ricezione che di essa possono avere le diverse persone...
La stessa definizione più attestata, e che meglio coglie il suo carattere proprio, la vede non tanto come una virtù, ma come il fondamento e la possibilità di tutte le altre virtù. (Enzo Bianchi)

ILLUSIONI DI UMILTA’

Umiltà ad uncino. E' l'astuzia di rendersi spregevole per provocare lodi. «Sono una povera creatura, buona a nulla» Ho l'apparenza di non interessarmi della stima degli altri ma vi penso continuamente. Ho perso un'occasione buona per star zitto. La virtù è meno credibile quando l'uomo è conscio di possederla.

Gretta. E' la pusillanimità nello zelo; è il rifiuto della prestazione d'opera e delle responsabilità. Mi scuso in timidezza, che è poi falsa umiltà. Se giunge il successo, lo decanto come frutto della mia abilità, ma se viene il fallimento, l'ascrivo agli altri, commentando con sussiego: «l'avevo detto!».

Insolita. Compie gli atti da eco e da plauso. Non era di questo stampo il fariseo? Fugge gli atti comuni e banali, i servizi umili, gli antipatici e le persone emarginate. Il malato che si ostina a rifiutare cure e servizi, con il pretesto d'essere di peso, non appartiene a questa categoria?

Ombrosa. Come un salice piangente ci si sente incompresi e offesi in ogni  parola che sfugge inavvertitamente al prossimo. Si temono trame ovunque e sempre; si mette il broncio ad un permesso negato. Non dover ammettere un errore compiuto.

Presuntuosa. Mi persuado che sulle mie spalle gravi una croce pesante che eroicamente porto. Mi ritengo a mani pulite e a cuore puro. E’ orgoglio la compiacenza a dipingersi a fosche tinte.

Ingegnosa. In caso di errore, l'io istintivamente cerca di scuse. E’ tattica dell'orgoglio non riconoscere i propri torti e attribuirli alle circostanze ed alle persone. «E’ perfezione somma accettare senza scusarsi qualsiasi correzione e rimprovero anche ingiusto. Del resto non sono mai incolpata senza ragione, essendo sempre piena di difetti » (T. d'Avila).

Complessata. La personalità è deformata dal complesso di superiorità: si passano periodi di vita in smania impaziente, in risentimento continuo. E' deformata anche da un complesso d'inferiorità: opprime l'ottica dei limiti e delle tare che chiude agli altri e rende introversi.
Mario Oggioni

«Il primo passo è l'umiltà; il secondo passo è ancora l'umiltà; il terzo ancora l'umiltà; e per quanto tu chieda, io darò sempre la stessa risposta: l'umiltà». (Sant'Agostino, lettera 118,22).

venerdì 8 ottobre 2010

Se una cosa non è buona, non è vera e non è utile è meglio non dirla.

Socrate non scrisse nulla, tutto quello che sappiamo di questo filosofo, lo dobbiamo ad altri, soprattutto a Platone, al generale Senofonte e al commediografo Aristofane.
Socrate si esprime con brevi considerazioni e mai con pensieri lunghi, lascia la possibilità al dialogo di potersi sviluppare con le regole dell'alternanza. Interventi brevi e proposizioni corte detti brachilogie (dalle parole greche brachys = breve e logos = discorso) e fa “partorire”, ai suoi interlocutori, pensieri liberi, personali e originali riguardo al tema trattato.


Mentre Socrate è seduto in una piazza, un uomo gli si avvicina, in preda a visibile eccitazione.
“Buongiorno Socrate, sai cosa ho appena saputo?”
“No”, risponde il saggio, “come potrei saperlo?”
L’uomo, impaziente di condividere il suo segreto, si accinge a raccontare la sua storia.
Ma Socrate lo interrompe:
“Aspetta un momento! Prima di cominciare, puoi dirmi se hai fatto passare ciò che vuoi riferirmi attraverso i tre setacci?”
“I tre setacci?”, chiede l’altro stupito.
“Ma non so di che cosa stai parlando!”
“Il primo setaccio è quello della bontà.
Quello che vuoi raccontarmi è una cosa buona?”
“Ebbene, non ci avevo pensato.
Aspetta… no, non credo che si possa dire che si tratta di una cosa buona”.
“Allora, continua il filosofo, se non è una cosa buona, l’hai almeno fatta passare per il secondo setaccio, quello della verità?
Quello che vuoi dirmi è vero?”
“Devo confessare che non ne sono sicuro”, risponde l’altro sempre più imbarazzato.
“L’ho saputo da un amico che l’ha sentito anche lui da…”
“Quindi non sai se è vero”.
“No, per dirla sinceramente, non ne so nulla “.
Socrate allora continua: “Se quello che vuoi dirmi non è una cosa buona, né sicuramente vera, almeno passa
attraverso il terzo setaccio?
E’ utile che io venga a saperla?” “Insomma, non credo che sia davvero utile”, risponde l’altro,
a disagio. Allora ascolta!
Se quello che vuoi dirmi non è una cosa buona, né vera, né utile, preferisco non ascoltarla”.
Dal prologo del libro Non giudicare! Di Yves-Alexander Thalmann

mercoledì 6 ottobre 2010

Prima di farmi male, guardami bene.

Eccomi (mentre leggo l’iscrizione che trascrivo qua sotto) a San Romolo meta di piacevoli scampagnate per chi sale dal centro di Sanremo alla ricerca di un po’ di frescura estiva. Questa località rappresenta il “capoluogo” del Parco Naturale San Romolo Monte Bignone, un’area protetta di 700 ettari dove boschi di castagno e macchia mediterranea sono attraversati da sentieri da percorrere a piedi e in mountain bike. Nel centro del paese fa bella mostra di sé un castagno secolare, risalente al XIII secolo, il cui tronco misura circa 5,5 metri di diametro.San Romolo è inclusa nel costituendo Parco Naturale di San Romolo e Monte Bignone.


Al viandante:
tu che passi ed ergi
verso di me il tuo braccio,
prima di farmi male,
guardami bene.
Io sono il calore del tuo focolare,
nelle notti fredde d’inverno.
Io sono l’ombra amica che tu incontri
quando cammini sotto il sole d’agosto
ed i miei frutti sono frescura
appetitosa che ti sazia
la sete nel cammino.
Io sono la trave amica
della tua casa,
l’asse del tuo desco,
il letto su cui tu riposi,
il fasciame della tua barca.
Io sono il manico
della tua zappa,
la porta della tua dimora,
il legno della tua culla
e della tua bara.
Io sono il pane della bontà
e il fiore della bellezza.
Tu che passi,
guardami bene
prima di farmi male.

sabato 2 ottobre 2010

2 Ottobre: Omaggio ai nostri Angeli custodi...

Il 2 ottobre la liturgia fa' memoria dei Santi angeli custodi. 
Questo giorno è dedicato ai "NONNI".  
Porgo loro gli AUGURI uniti ai nonni che sono già nel cielo.  


"Ecco, io mando un angelo 
davanti a te per custodirti 
sul cammino... 
Abbi rispetto della sua presenza, 
da’ ascolto alla sua voce 
e non ribellarti a lui... 
Se tu dai ascolto alla sua voce 
e fai quanto ti dirò, 
io sarò il nemico dei tuoi nemici 
e l’avversario dei tuoi avversari".
(Esodo 23,20-22)

venerdì 1 ottobre 2010

S. Teresa di Gesù Bambino - Primo Ottobre -

Desidero fare un omaggio a mia mamma che  ricordo sempre con a fianco il libro" Storia di un anima". Quante volte mi leggeva alcuni brani! Quanta umiltà e semplicità in questa Santa!...Amo molto la sua “piccola via”…ma sono tanto lontana dal solo...avvicinarmi. La prego ogni giorno invocando: "Spandi una pioggia di rose (grazie) su me ed i miei familiari. Da oggi aggiungerò:"Spandi una pioggia di rose (grazie) anche sugli amici del mio blog".

La vicenda umana e spirituale di Teresina di Lisieux è una delle più paradossali della storia della Chiesa. Morta quasi sconosciuta a 25 anni, nel monastero di Lisieux, da dove non si mosse per tutta la vita, è venerata a livello mondiale. Dottore della Chiesa, patrona delle missioni, protettrice dei malati di Aids e di altre malattie infettive, ha scritto Storia di un'anima, uno dei capolavori della spiritualità di tutti i tempi
 
Cara piccola Teresa del Bambino Gesù,
vengo oggi a confidarti
il mio ardente desiderio.
Sì, molto umile, vengo a sollecitare
la tua potente intercessione
per la grazia seguente...
Poco tempo prima di morire,
hai chiesto a Dio di poter
trascorrere il tuo Cielo facendo
del bene sulla terra.
Hai anche promesso
di spandere su di noi,
una pioggia di rose.
Forte di questa certezza
che tu non rigetti
i piccoli e gli afflitti,
vengo con fiducia
a sollecitare  il tuo aiuto.
Intercedi per me
presso il tuo Sposo
Crocifisso e glorioso.
Digli il mio desiderio.
 Egli ti ascolterà,
perché tu non gli hai mai rifiutato
nulla sulla terra.
Piccola Teresa,
vittima d'amore per il Signore,
patrona delle Missioni,
modello delle anime
semplici e confidenti,
mi rivolgo a te come una grande sorella
molto potente e amorevole.
Ottienimi la grazia che ti chiedo,
se questa è la volontà di Dio.
Amen.

SEMPLICE BIOGRAFIA
Si arrampica a Milano sul Duomo fino alla Madonnina, a Pisa sulla Torre, e a Roma si spinge anche nei posti proibiti del Colosseo. La quattordicenne Teresa Martin è la figura più attraente del pellegrinaggio francese, giunto in Roma a fine 1887 per il giubileo sacerdotale di Leone XIII. Ma, nell’udienza pontificia a tutto il gruppo, sbigottisce i prelati chiedendo direttamente al Papa di poter entrare in monastero subito, prima dei 18 anni. Cauta è la risposta di Leone XIII; ma dopo quattro mesi Teresa entra nel Carmelo di Lisieux, dove l’hanno preceduta due sue sorelle (e lei non sarà l’ultima).
I Martin di Alençon: piccola e prospera borghesia del lavoro specializzato. Il padre ha imparato l’orologeria in Svizzera. La madre dirige merlettaie che a domicilio fanno i celebri pizzi di Alençon. Conti in ordine, leggendaria puntualità nei pagamenti come alla Messa, stimatissimi. E compatiti per tanti lutti in famiglia: quattro morti tra i nove figli. Poi muore anche la madre, quando Teresa ha soltanto quattro anni.
In monastero ha preso il nome di suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, ma non trova l’isola di santità che s’aspettava. Tutto puntuale, tutto in ordine. Ma è scadente la sostanza. La superiora non la capisce, qualcuna la maltratta. Lo spirito che lei cercava, proprio non c’è, ma, invece di piangerne l’assenza, Teresa lo fa nascere dentro di sé. E in sé compie la riforma del monastero. Trasforma in stimoli di santificazione maltrattamenti, mediocrità, storture, restituendo gioia in cambio delle offese. E’ una mistica che rifiuta il pio isolamento. La fanno soffrire? E lei è quella che "può farvi morir dal ridere durante la ricreazione", come deve ammettere proprio la superiora grintosa. Dopodiché, nel 1897 lei è già morta, dopo meno di un decennio di vita religiosa oscurissima. Ma è da morta che diviene protagonista, apostola, missionaria. Sua sorella Paolina (suor Agnese nel Carmelo) le ha chiesto di raccontare le sue esperienze spirituali, che escono in volume col titolo Storia di un’anima nel 1898. Così la voce di questa carmelitana morta percorre la Francia e il mondo, colpisce gli intellettuali, suscita anche emozioni e tenerezze popolari che Pio XI corregge raccomandando al vescovo di Bayeux: "Dite e fate dire che si è resa un po’ troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com’è maschia e virile, invece! Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è un grand’uomo". Ed è lui che la canonizza nel 1925.
Non solo. Nel 1929, mentre in Urss trionfa Stalin, Pio XI già crea il Collegio Russicum, allo scopo di formare sacerdoti per l’apostolato in Russia, quando le cose cambieranno. Già allora. E come patrona di questa sfida designa appunto lei, suor Teresa di Gesù Bambino.
Domenico Agasso

Passerò il mio Cielo a fare del bene sulla terra. Farò scendere una pioggia di rose.” Il Padre Putigan, S.J., il 3 dicembre 1925, cominciò una novena chiedendo una grazia importante. Per sapere se veniva esaudito, chiese un segno. Desiderava ricevere una rosa in dono quale garanzia di avere ottenuto la grazia. Non fece parola con nessuno della novena che stava facendo. Al terzo giorno, ricevette la rosa richiesta ed ottenne la grazia. Cominciò un’altra novena. Ricevette un’altra rosa e un’altra grazia. Allora prese la decisione di diffondere la novena “miracolosa” detta delle rose. Oggi in tutto il mondo si pratica questa novena… Si può incominciare in qualsiasi giorno del mese.
Novena
Santissima Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo io vi ringrazio per tutti i favori e le grazie di cui avete arricchito l’anima della Vostra serva Santa Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo, Dottore della Chiesa, durante i suoi ventiquattro anni trascorsi su questa terra e , per i meriti di questa Vostra Santa Serva, concedetemi la grazia che ardentemente desidero (qui si formula la grazia che si vuole ricevere) se è conforme alla Vostra Santa Volontà e per il bene della mia anima.
Aiutate la mia fede e la mia speranza , o Santa Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo; realizzate ancora una volta la Vostra promessa di passare il vostro Cielo a fare il bene sulla terra, permettendo che io riceva una rosa come segno della grazia che desidero ricevere. Amen