“Una volta dalla misera cassa del Patronato vennero sottratte 8.000 lire. Don Bepo, pur contrariato da quel furto non se ne meravigliò più di tanto perché tra i suoi ospiti c’erano anche ex-detenuti e molti sbandati in cerca di un tetto e un pasto caldo. Il bravo prete si era illuso che per scoraggiare i furti bastasse occultare la cassaforte dietro un cimelio con la scritta:“Qui giace il Signore”.
Oltre al danno, anche la beffa.
Il ladro infatti, evidentemente conoscitore delle Sacre Scritture, dopo aver sottratto i soldi aveva avuto l’ardire di scrivere:”Non è più qui. E’ risorto!“
Ridere fa sempre piacere.
RispondiEliminaEvidentemente Don Bepo, aveva svolto un grande lavoro spirituale verso gli ex carcerati, visto la scritta del ladro.
Segno che il buon insegnamento penetra anche nell'anima di chi sbaglia.
vulcano48
Caro Vulcano48 ecco che sacerdote è don Bepo. Io lo conosco nei contatti e-mail e apprezzo molto il Suo operato.
RispondiEliminaCosa è il Patronato S. Vincenzo?
Cosa fosse un tempo il Patronato lo ricordano in tanti…non tutti forse sanno cosa stia cercando di diventare in questi anni: per chi ci lavora cioè una decina di sacerdoti e molti insegnanti, educatori, operatori, volontari…si propone di essere:
- la famiglia mai avuta per i 150 orfani della Bolivia.
- una seconda casa per tanti giovani
- una scuola educante e accogliente per 850 studenti italiani e altrettanti sudamericani.
- una possibilità di futuro per i ragazzi segnati dagli errori commessi
- la dignità perduta di figli di Dio per il popolo della notte e della strada
- l’accoglienza e ospitalità per lo straniero e il bisognoso
- la carità dell’ascolto e dell’aiuto per chi bussa alle sue porte
- il dono e l’impegno della comunione per i suoi preti
- l’esperienza dell’ascolto dell’altro e del dono di sé per tutti
- un modo più generoso e contento di credere, sperare ed amare
Se per realizzare tutto ciò il Patronato ha avuto e continua ad avere bisogno della preghiera e del sostegno dei bergamaschi, da parte sua, a coloro che nutrono affetto nei suoi confronti e devozione nei confronti del suo fondatore don Bepo, il più riconoscente saluto e cordiale augurio di ogni bene.
Un caro saluto da Enrica