La notte che affondò il Titanic, ho letto, che avvenne una cosa del genere. C'erano stati dei messaggi via radio, da parte di altre navi, che segnalavano un iceberg sulla rotta. Ma sul transatlantico era in atto una festa danzante; non si volle turbare i passeggeri. Così non si prese nessun provvedimento, rimandando ogni decisione al mattino dopo. Intanto nave e íceberg stavano marciando a grande velocità l'una verso l'altro, finché ci fu un tremendo urto nella notte e iniziò il grande naufragio.
“L’immagine del Titanic che naviga nella notte in cerca di primati viene spesso evocata come giusta metafora del nostro tempo, ma per essere subito dimenticata e disattesa. Finché l’orchestra di bordo continuerà a suonare, ci saranno passeggeri che danzeranno spensieratamente, rassicurati dalla loro stessa ignoranza. Altri, pur nell’evidenza della situazione catastrofica, si ostineranno a illudersi di scamparla, rassicurati dalle bugie del comandante con la complicità dell’equipaggio. Dei rassegnati poi è inutile parlarne.
Nel longherone della nave più moderna costruita fino allora c’era inciso nel metallo il motto che quegli uomini lanciavano al mondo in nome del progresso:”Solo Dio mi può affondare”. E Dio, come poi hanno dimostrato i fatti, accettò la sfida “
(Ermanno Olmi)
Viene da pensare a quello che dice Gesù nel Vangelo, parlando della generazione del diluvio: «Mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito ... finché venne il diluvio e lì inghiottì tuttí» (Matteo 24,38-39).
RispondiEliminaEnrica
Personalmente devo ammettere che proprio quando sono stata allo "stremo" è nato...qualcosa di nuovo. L'affermazione di Dio che accetta la sfida scritto da Olmi mi fa' pensare a quante volte si pensa "solo Dio..." dimenticando che Lui ci da' la forza, la facoltà e i segni per il rispetto di tutto ciò che ci circonda compresa la nostra vita e quella degli altri. Una piccola e grande parola "umiltà" non avrebbe fatto scrivere. "solo Dio mi può affondare" ... questo lo ritengo orgoglio umano...Dio non affonda...solleva. Mi sovviene il titolo di un piccolo libro a me molto caro il cui titolo è: "La stessa acqua fa galleggiare la nave o la affonda". Apprezzo molto di più il pezzo scritto sopra alla fotografia.(scritto da un esegeta ma non ricordo chi). Enrica
RispondiEliminaQuante volte ho sentito "dov'è Dio?"e con disperazione...Io semplicemente credo che tutto ciò che succede nel bene e nel male è parte della vita. Se siamo persone di fede dobbiamo rispondere:" Dio è a fianco particolarmente a chi soffre a chi si sente smarrito". La preghiera che mi è di molto conforto è "stammi vicino".Quante volte siamo stanchi di remare!!!!Ecco il coraggio di appoggiare i remi e alzare le vele e il vento...dello Spirito soffierà verso nuove...mete...verso la nuova vita che ri-nasce. Signore fortifica la mia fede e allora saprò sussurrare come Maria "Sia fatta la tua volontà!"...e non la mia. Enrica
RispondiEliminaDi fronte alle minacce che vengono dal futuro e che già sembrano gravide per il presente, ci possono essere atteggiamenti diversi.
RispondiEliminaIl primo è quello di coloro che non si rendono conto, o perché sono così superficiali da non saper interpretare la realtà, o perché ritengono più vantaggioso coltivare un facile ottimismo. Questo atteggiamento è di chi preferisce la tranquillità alla verità.
Il secondo atteggiamento è di coloro che invece si inquietano tanto da vivere in uno stato di continua agitazione e si lasciano turbare da tutti i messaggi apocalittici e allarmistici.
Il terzo atteggiamento, il solo che sia meritevole di attenzione: consiste nell'attraversare la notte con gli occhi fissi verso la luce di un nuovo giorno. Questo atteggiamento si chiama speranza.
Enrica