"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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giovedì 25 agosto 2011

Il vantaggio di riconoscersi...limitati


Un famoso proverbio cinese offre questo suggerimento a chi si trova di fronte a situazioni che sembrano impossibili: Se c'è rimedio perché ti preoccupi? E se non c'è rimedio perché ti preoccupi?"
Tradotto in termini occidentali il proverbio vorrebbe dirci che di fronte al limite è importante saperlo accettare, saperci convivere.
Un consiglio quanto mai opportuno visto che la sindrome di onnipotenza è tutt'altro che scomparsa dai nostri ambienti e sta creando disagi a non finire a chi ne è portatore e a chi, vivendogli accanto, ne subisce le conseguenze.
Il presuntuoso non lascia nessuno spazio all'imprevisto, l'umile (che ha il senso del proprio limite) accetta di rivedere i suoi progetti di fronte agli imprevisti. L’esperienza delle situazioni impossibili lo mantiene in una dimensione profondamente umana.
Il pugile veramente grande non è quello cl sa solo tirare pugni potenti, ma quello che anche incassare i pugni dell'avversario sen: andare a tappeto. Il grande atleta non è quel che sa solo vincere, ma quello che sa anche esse sconfitto senza perdersi d'animo.
Tra le originalità del filosofo greco Diogene si racconta che andasse a chiedere l'elemosina alle statue per prepararsi ai rifiuti che avrebbe ricevuto dagli uomini. Ben diverso l'atteggiamento di un santo che provvedeva a molti diseredati.
Un giorno si era presentato a un benestante (un noto anticlericale della città) per chiedere un contributo. Fu accolto con insulti pesanti. Quando la sfuriata finì, come se niente fosse avvenuto, il sant'uomo disse: "Questi insulti sono per me; adesso mi dà qualcosa per i poveri?"
 ICARO E LINDBERGH: DUE MODI DI GESTIRE UN SOGNO
Tutti ricordiamo la folle impresa di Icaro. Minosse, re di Creta, aveva rinchiuso Dedalo e suo figlio Icaro per punizione, nel labirinto. Non trovando altra via d'uscita, Dedalo uccise un'aquila e con le sue penne e della cera fabbricò ali, per sé e per il figlio, per volare via. I’invenzione di Dedalo viene però scoperta da Minosse, che confina l'artefice nel suo palazzo mentre permette a Icaro (perché dì luì è innamorata sua figlia Fedra) di lanciarsi nel primo volo. Alla presenza di tutta la corte Icaro si libra nell'aria e scompare alla vista volando sempre più in alto. La conclusione la conosciamo: il sole sciolse la cera e Icaro precipitò in mare annegando. Riferendosi a questo mitico racconto la psicopatologia parla del "complesso di Icaro" dal nome del protagonista, che morii precipitando dopo aver cercato di raggiungere il sole con le al fatte con la cera. Rappresenta un sintomo di narcisismo, il desiderio dì elevarsi al di sopra degli altri per dominarli.

Alcuni millenni dopo (si fa per dire, visto che quello di Icaro è un racconto mitico) il 20 maggio 1927, alle 7,52, ora di New York, lo «Spirit of St. Louis», un piccolo monoplano ad ala alta, messo a punto dopo lunghe e minuziose ricerche, decollò sovraccarico di carburante da Roosevelt Field, con Lindbergh ai comandi, solo a bordo. Dopo 33 ore 30 minuti e 28 secondi di volo (media 188 km/h) l'aereo atterrò a Le Bourget, aeroporto di Parigi, a conclusione di una trasvolata di 5670 chilometri.

Due modi di gestire un sogno: il primo nella follia dell'onnipotenza, il secondo nell'umile ricerca de superamento dei possibili ostacoli; il primo tentativo non è servito ad altro che a segnare il fallimento di un sogno, il secondo è stato la premessa per voli intercontinentali.

Lasciamoci prendere per mano da Lui: ci aiuterà a non essere mai schiacciati dalle cose impossibili.

(Giuseppe Moretti)

2 commenti:

  1. Cara sorellina, ti ringrazio e ringrazio Dio per questo bellissimopost che risponde alla mia domanda di sapere che cosa è l'umiltà e spesso io mi domando se c'è in me perchè vorrei averla ma questa frase mi risponde e mi consola: "Il presuntuoso non lascia nessuno spazio all'imprevisto, l'umile accetta di rivedere i suoi progetti di fronte agli imprevisti. L’esperienza delle situazioni impossibili lo mantiene in una dimensione profondamente umana..."
    Sia lodato Gesù Cristo che col suo Santo Spirito cerca di farmi luce affinchè io veda un pochino e mi tende la mano anche attraverso te, preziosa figlia di Dio.

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  2. Che cos'è l'umiltà?
    Gli psicologi preferiscono certamente il vocabolo «autenticità». È pericoloso predicare l'umiltà e farne una legge perché occorre valutare la ricezione che di essa possono avere le diverse persone...
    La stessa definizione più attestata, e che meglio coglie il suo carattere proprio, la vede non tanto come una virtù, ma come il fondamento e la possibilità di tutte le altre virtù. (Enzo Bianchi)

    Grazie sorellina pei i tuoi commenti molto graditi e profondi carichi di spiritualità.
    Enrica

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