"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 20 febbraio 2012

Il Pavone (un uccello straordinario)

La straordinarieta' di questo uccello non finiva qui. Il fatto che nella stagione invernale perdesse le piume e ne acquistasse di nuove ed addirittura piu' belle a primavera, fece si' che il mondo cristiano dei primi secoli lo adottasse come simbolo di resurrezione. Questa e' la ragione per cui le sue raffigurazioni sono state ritrovate numerose nelle catacombe di Roma.
(gruppo3millennio-i-simboli-del-cristianesimo)



I Pavoni (Pavo L.) appartengono ai Fasianidi e, tra i gallinacei, sono quelli di più grande valore.
Sono originari dall'India, dall'Indocina, dalle isole della Sonda, dal Ceylon, ecc., nelle cui foreste abitano tuttora allo stato selvatico.
Questi uccelli si caratterizzano per la grande lunghezza delle copritrici caudali, che: nelle femmine sono lunghe quanto le timoniere, mentre nei maschi le superano di oltre due terzi e sono ornate, terminalmente, da macchie ocellari. La coda è lunga e depressa ed è composta da venti penne.
Sulla sommità del capo vi è una aigrette, cioè un ciuffo di poche penne rigide, erette e piuttosto lunghe.
Le femmine assumono l'abito dell'adulto nei primi mesi di vita. I maschi si differenziano dalle femmine già dopo la prima muta ed acquistano i tipici colori del piumaggio nel secondo anno di vita, mentre lo strascico caudale si sviluppa solo nel terzo anno.
Il Pavone fa la così detta "ruota", erigendo verticalmente il corpo, mentre particolari muscoli cutanei, inseriti alla base delle penne caudali, le allontanano l'un l'altra, per cui si aprono a ventaglio (Ghigi). Il ventaglio stesso, portandosi in avanti, vibra, producendo un rumore simile allo stormire delle fronde per forte vento.
Il Pavone fu importato in Italia dai Romani, che ne curarono assai l'allevamento per la sua bellezza estetica e per la pregevolezza delle sue carni. Solo successivamente, con l'importazione del tacchino ed il diffondersi dell'allevamento di quest'ultimo, il Pavone è stato mantenuto sopratutto a scopo ornamentale.
(testo tratto da Zootecnia speciale di Telesforo Bonadonna 1946)

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