"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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sabato 29 dicembre 2012

Per voi amici: Buon Anno

Con un sorriso e tanti auguri di vero cuore
per un anno pieno di serenità, salute, pace
per voi ed i vostri cari


La semplicità delle cose
mi ha accompagnato in tutti questi mesi.
La spontaneità mi ha reso serena.
L'amore mi ha fortificato il cuore.
Voi amici avete un posto importante
Colorate le mie giornate
Intonate musica nei miei silenzi
allargate il mio bagaglio di esperienze.
Grazie di esistere.
Buon Anno con tanta felicità,
con il bene con l'amore.
Siete tutte persone di cuore,
vi abbraccio con calore
Auguro a tutti un nuovo Anno
con sogni di speranza
Amici non ci sono distanze
quando l'amore vive in lontananza.
Vi voglio bene.
Con il cuore siate sempre sereni
Auguri carissimi

(testo di A. Testa e modificato)

sabato 15 dicembre 2012

Invito a Natale

Ogni volta che amiamo,
ogni volta che doniamo
è Natale.
~ Dale Evans ~

IL NATALE É
Il Natale non viene né se ne va
Il Natale é e permane 365 giorni
di amore e di pace.
Ogni gioia condivisa: Natale
Ogni lacrima asciugata: Natale
Ogni amicizia offerta: Natale
Ogni sforzo unito: Natale
Ogni esito raggiunto: Natale
Ogni incontro e ogni mano tesa: Natale
Ogni perdono generoso: Natale
Nella preghiera, ogni parola e silenzio: Natale
E nella comunione con Cristo saremo Natale

per voi miei carissimi: Buon Natale

martedì 11 dicembre 2012

Il falco pigro



Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al Maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato.
"E l'altro?" chiese il re.
"Mi dispiace, sire, ma l'altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell'albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo".
Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il falco.
Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno potè schiodare il falco dal suo ramo. Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull'albero, giorno e notte.
Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema.
Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino.
"Portatemi l'autore di questo miracolo", ordinò.
Poco dopo gli presentarono un giovane contadino.
"Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?" gli chiese il re.
Intimidito e felice, il giovane spiegò:"Non è stato difficile, maestà. Io ho semplicemente tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali ed ha incominciato a volare".

Talvolta, Dio permette a qualcuno di tagliare il ramo a cui siamo tenacemente attaccati, affinché ci rendiamo conto di avere le ali.

(Bruno Ferrero, Il Canto del Grillo)

Come è bella la festa del Natale (dialetto milanese)

Cuma l'è bell ai fest da Natal
Girà al paes cun piss tanti ciar,
truass a grüpp in mes a la gent
tücch bei alegar, visquar e cuntent;
sentì i campan sturnii a festa
e la piva sunaa dala banda in resta.
Vegna da pensà quand seum fiö
E mangieum patati, scicull e fasö.
S'aspiceva al Natal par scood la famm
E mangià al risott cunt al rost e al salam.
Par prima roba, levà sü prest
Guardà i belè dentar in dal cest.
Andà a mesa prima, duer imparàa
Parchè l'eva granda e biscantà.
Turnà a ca sübit parchè al fiucheva
E cunt i soquar sa sfurligheva.
Tücch in da la curta a fevan la spola
Da la ca al pulè par l'oca o la pola
Che dopu avei masà, spenà e netà been
Sa metevan a scaldà in sü fög dal camèn.
Quei da la Curtascia evan bravi a fa al rost,
in piasa Quaranta gh'eva al less cunt i cost
ala Zancona la pola cul bulogna
mentre in Pasquè capòn cul pürè.
Tütt l'eva bagnà, cun tanta pasiòn
Dal vin immancabil dal circulon,
e pö sa riunivan par sta tücch insèma
in ca dal Brusèn, dal cek o da la Leèna
e lì sa cuminceva a cantà al "Gloria"
tütt da filà e tütt a memoria
par rigurdà che ghè nasü al Bambèn
purtandu in tera a tucch un gran Ben.
( Poesia di Pedar Busoot)

giovedì 6 dicembre 2012

Povertà (pauper)


“Guardami, non sono trasparente.
Ascoltami, ti sto chiedendo aiuto.
Accoglimi, un tuo gesto può salvarmi la vita
Trasforma con un sorriso questo mio momento buio
Aiutami a pensare a quanto di bello c'è nel mondo.
Attraversiamo insieme montagne innevate,
verdi coltine, fiumi trasparenti e cieli azzurri.
Dimentichiamo le scarpe rotte, il tetto di cartone,
la fame, la sete e la solitudine.
Voglio sentire la pioggia sulla pelle,
camminare a piedi nudi,
cibarmi detta natura.
Non voglio fuggire dalla pioggia scrosciante
perché non ho un riparo
o camminare a piedi nudi
perché non ho scarpe,
né cibarmi detta natura perché non ho altro.
Ho diritto di vivere intensamente e degnamente
il più bel dono che il Signore ci abbia dato:
La VITA

(M. Francesca Buffa)

martedì 4 dicembre 2012

La strada per la felicità non è diritta



Esistono curve chiamate Equivoci.
Esistono semafori chiamati Amici.
Luci di sicurezza chiamate Famiglia.
Tutto si compie se hai:
una ruota di scorta chiamata Decisione
un potente motore chiamato Amore
una buona assicurazione chiamata Fede
e abbondante carburante chiamato Pazienza.
(Alejandro Jodorowsky)

Che tristezza!

Niente parole!!!


foto di Leonardo Abbate

Pensiero sulla madre


«Una donna il suo gioiello più prezioso
non lo indossa,
 lo mette al mondo».


(una mamma di facebook)

Immensità dell'universo

Mi distesi a guardare le stelle.
Mi parve di vederle per la prima volta.
E forse era davvero così,
perché le guardavo senza pensare ai loro nomi.
Immaginai di essere un uomo delle caverne
che non ha letto nulla,
che non ha studiato,
che non sa.
E, libero da tutta quella conoscenza,
mi persi nella meravigliosa,
consolante immensità dell’universo.
Non la guardavo più.
Ne ero parte.
(Tiziano Terzani)

mercoledì 28 novembre 2012

Speranza e sogni di tre alberi...


In un bosco in cima ad una collina, vivevano tre alberi. Un giorno iniziarono a discutere dei loro desideri e delle loro speranze.

Il primo albero disse: "Spero di diventare un giorno lo scrigno di un tesoro. Potrei essere riempito d'oro, d'argento e di gemme preziose. Potrei essere decorato con intarsi finissimi ed essere ammirato da tutti."

Il secondo albero disse: "Io spero di diventare una nave possente. Vorrei portare re e regine attraverso i mari fino agli angoli più reconditi del mondo. Vorrei che per la forza del mio scafo ognuno si sentisse al sicuro."

Infine il terzo albero disse: "Io vorrei crescere fino a diventare l'albero più alto e più dritto di tutta la foresta. Tutta la gente mi vedrebbe irto sulla cima della collina e ammirando i miei rami contemplerebbe i cieli e Dio vedendo quanto io gli sia vicino. Sarei il più grande albero di tutti i tempi e tutti si ricorderebbero di me."

Trascorse qualche anno e ogni albero pregava che i suoi desideri si avverassero. Alcuni taglialegna passarono un giorno vicino ai tre alberi. Uno di questi si avvicinò al primo albero e disse: "Questo sembra un albero molto resistente, riuscirò sicuramente a venderne la legna ad un falegname". E iniziò a tagliarlo. L'albero era felice perché sapeva che il falegname lo avrebbe trasformato in uno scrigno prezioso.

Giunto dal secondo albero un taglialegna disse: "Questo sembra un albero molto resistente, credo che riuscirò a venderlo ad un cantiere navale." Il secondo albero era felice perché sapeva che stava per diventare una nave possente.

Quando i taglialegna si avvicinarono al terzo albero, l'albero era spaventato perché sapeva che se fosse stato tagliato i suoi sogni non si sarebbero mai avverati. Uno dei taglialegna disse: "Non ho ancora deciso cosa ne farò del mio albero. Ma intanto lo taglierò". E subito lo tagliò.

Quando il primo albero fu consegnato al falegname fu trasformato in una cassa per contenere mangime per animali. Fu portato in una grotta e riempito di fieno. Ciò non era certamente quello per cui l'albero aveva pregato.

Il secondo albero fu tagliato e trasformato in una piccola barca da pesca. I suoi sogni di diventare una nave possente e trasportare re e regine era terminato.

Il terzo albero fu tagliato in larghe tavole e abbandonato nel buio.

Gli anni passarono e gli alberi dimenticarono i loro sogni.

Finché un giorno, un uomo e una donna giunsero alla grotta. La donna partorì e il neonato fu adagiato nella cassa per il mangime degli animali che era stata fatta con il primo albero. L'uomo aveva sperato di poter costruire una culla per il bambino, ma fu la mangiatoia a divenirlo. L'albero avvertì l'importanza di questo evento e capì che aveva accolto il più grande tesoro di tutti i tempi.

Anni dopo, alcuni uomini erano sulla barca da pesca che era stata realizzata con il secondo albero. Uno degli uomini era stanco e si era addormentato. Mentre si trovavano in mare un violento temporale li sorprese e l'albero pensò che non sarebbe stato abbastanza robusto per proteggere i passeggeri. Gli uomini svegliarono la persona che si era addormentata che alzandosi in piedi disse: "Pace". La tempesta di placò immediatamente. A questo punto il secondo albero capì di aver trasportato il Re dei Re nella sua barca.

Alla fine, qualcuno arrivò e prese il terzo albero. Mentre veniva trasportato attraverso le strade, la gente scherniva l'uomo che lo sosteneva. Quando si fermarono l'uomo fu inchiodato all'albero e innalzato in aria lasciandolo morire in cima ad una collina. Quando giunse la domenica, l'albero capì che era stato abbastanza robusto da stare in cima ad una collina e così vicino a Dio poiché Gesù era stato crocifisso sul suo legno.

Quando le cose non sembrano andare nella direzione che ti aspetti, sappi che Dio ha sempre un piano per te.
Se tu hai fiducia in Lui, Lui ti darà grossi doni.
Ogni albero ebbe ciò che voleva ma non nel modo che avrebbe immaginato.
Noi non sappiamo sempre ciò che Dio ha riservato per noi.
Sappiamo che le Sue vie non sono le nostre vie, ma le sue vie sono sempre le migliori.

(Bruno Ferrero)

martedì 27 novembre 2012

Donare tutto quello che si ha...

Il collier di turchesi azzurri
Il gioielliere era seduto alla scrivania e guardava distrattamente la strada attraverso la vetrina del suo elegante negozio.
Una bambina si avvicinò al negozio e schiacciò il naso contro la vetrina. I suoi occhi color del cielo si illuminarono quando videro uno degli oggetti esposti.
Entrò decisa e puntò il dito verso uno splendido collier di turchesi azzurri.
“E per mia sorella. Può farmi un bel pacchetto regalo?”.
...Il padrone del negozio fissò incredulo la piccola cliente e le chiese: “Quanti soldi hai?”.
Senza esitare, la bambina, alzandosi in punta di piedi, mise sul banco una scatola di latta, la aprì e la svuotò. Ne vennero fuori qualche biglietto di piccolo taglio, una manciata di monete, alcune conchiglie, qualche figurina.
“Bastano?”, disse con orgoglio. “Voglio fare un regalo a mia sorella più grande. Da quando non c’è più la nostra mamma, è lei che ci fa da mamma e non ha mai un secondo di tempo per se stessa. Oggi è il suo compleanno e sono certa che con questo regalo la farò molto felice. Questa pietra ha lo stesso colore dei suoi occhi”.
L’uomo entra nel retro e ne riemerge con una stupenda carta regalo rossa e oro con cui avvolge con cura l’astuccio.
“Prendilo” disse alla bambina. “Portalo con attenzione”.
La bambina partì orgogliosa tenendo il pacchetto in mano come un trofeo.
Un’ora dopo entrò nella gioielleria una bella ragazza con la chioma color miele e due meravigliosi occhi azzurri. Posò con decisione sul banco il pacchetto che con tanta cura il gioielliere aveva confezionato e dichiarò:
“Questa collana è stata comprata qui?”.
“Sì, signorina”.
“E quanto è costata?”.
“I prezzi praticati nel mio negozio sono confidenziali: riguardano solo il mio cliente e me”.
“Ma mia sorella aveva solo pochi spiccioli. Non avrebbe mai potuto pagare un collier come questo”.
Il gioielliere prese l’astuccio, lo chiuse con il suo prezioso contenuto, rifece con cura il pacchetto regalo e lo consegnò alla ragazza.
“Sua sorella ha pagato. Ha pagato il prezzo più alto che chiunque possa pagare: ha dato tutto quello che aveva”.
(autore sconosciuto) 

mercoledì 21 novembre 2012

La notte non è mai completa



“La notte non è mai completa…
c’è sempre, al termine della pena,
una finestra aperta,
una finestra rischiarata.
C’è sempre un sogno che veglia”.
(Paul Éluard)

Non rimanere soli con la propria ferita


Quando ci è stato fatto del male,
la nostra maggior sofferenza deriva, talvolta,
dal fatto che siamo soli a sopportarla....
Questa sofferenza è ancora più acuta del male subito.
Nella pena si è sempre soli fino a un certo punto.
Anzitutto, perché nessuno la può sentire come noi;
in seguito, perché le ferite portano all’isolamento.
Il dolore si fa tanto più cocente,
quante più persone
sono al corrente dei nostri problemi.
Per un certo tempo
si aspirerebbe alla cella d’isolamento.

Ma non è forse possibile che la sofferenza esista
perché ci impegniamo, noi poveri mortali,
in relazioni di aiuto reciproco?
Perché non ci convinciamo
che abbiamo bisogno gli uni degli altri,
che non siamo in grado di uscirne da soli?
Colui che vuol poter perdonare,
non può restare solo con la sua pena.
Deve trovare qualcuno che non faccia la morale,
che non giudichi, che non lo compianga di più,
che non lo sommerga con buoni consigli,
che non abbia la pretesa
di liberarlo subito dal suo dolore
grazie a un colpo di bacchetta magica,
di qualche talento psicologico o altro.
Quale può essere questa perla rara?
Molto semplicemente qualcuno che ascolti.

Ma perché uno così è dunque necessario?
Perché, ascoltando, vi sottrae all’isolamento.
Voi aravate soli con la vostra pena;
adesso qualcun altro la conosce.
E questo è enorme.
Voi avete un socio nella vostra sfortuna, un alleato.
Per il fatto stesso che vi accoglie,
in effetti si lascia personalmente ferire
dal male che vi è stato fatto.

Ascoltare una vittima,
significa accettare che la freccia dell’ingiustizia
sia puntata sul proprio petto.
C’è ancora di più.
Per il fatto che è espressa,
la ferita è sia oggettivata
che ricondotta alle sue giuste dimensioni.
Diventa possibile determinare
con maggior precisione la propria posizione,
poiché si dispone di tre coordinate:
sé stessi, l’offensore e colui che ha ascoltato.

martedì 20 novembre 2012

I tre figli

"Non è tanto chi sei, quanto quello che fai, che ti qualifica". (dal film Batman Begins)
Tre donne andarono alla fontana per...attingere acqua. Presso la fontana, su una panca di pietra, sedeva un uomo anziano che le osservava in silenzio ed ascoltava i loro discorsi.
Le donne lodavano i rispettivi figli.
"Mio figlio", diceva la prima, "è così svelto ed agile che nessuno gli sta alla pari".
"Mio figlio", sosteneva la seconda, "canta come un usignolo. Non c'è nessuno al mondo che possa vantare una voce bella come la sua".
"E tu, che cosa dici di tuo figlio?", chiesero alla terza, che rimaneva in silenzio.
"Non so che cosa dire di mio figlio", rispose la donna. "E' un bravo ragazzo, come ce ne sono tanti. Non sa fare niente di speciale...".
Quando le anfore furono piene, le tre donne ripresero la via di casa. Il vecchio le seguì per un pezzo di strada. Le anfore erano pesanti, le braccia delle donne stentavano a reggerle.
Ad un certo punto si fermarono per far riposare le povere schiene doloranti.
Vennero loro incontro tre giovani. Il primo improvvisò uno spettacolo: appoggiava le mani a terra e faceva la ruota con i piedi per aria, poi inanellava un salto mortale dopo l'altro.
Le donne lo guardavano estasiate: "Che giovane abile!".
Il secondo giovane intonò una canzone. Aveva una voce splendida che ricamava armonie nell'aria come un usignolo.
Le donne lo ascoltavano con le lacrime agli occhi: "E un angelo!".
Il terzo giovane si diresse verso sua madre, prese la pesante anfora e si mise a portarla, camminando accanto a lei.
Le donne si rivolsero al vecchio: "Allora che cosa dici dei nostri figli?".
"Figli?", esclamò meravigliato il vecchio. "Io ho visto un figlio solo!".
(fonte web)

giovedì 15 novembre 2012

Ingredient de bon savor



INGREDIENT DE BON SAVOR

Per scriv, squasi ben in milanes

se dovaria savè on poo d'italian,

on ciccin de todesch e de frances,

ona quai paroletta in bon "vilan"

...(magari ben sortida, lì de fresch)

'na scheja penna, appenna de spagnoeu,

'na sbroffada leggera de latin

e (chissà mai) con quest, forsi se poeu

ris'cià de scriv quaicoss in meneghin.

Però, quand se tratta de poesia,

per dilla netta, quell che pussee ghe voeur,

l'è de mes' cià quell tòcch de fantasia,

con quella vos che la ven sù dal coeur.

da: El Richetto del Verzée

martedì 13 novembre 2012

Componi un pezzo della tua esistenza


Alza il Volume della Vita

Eleva le Vibrazioni dell'Anima

Aggiorna gli Spartiti della Coscienza

Accorda la chitarra della Consapevolezza

Remixa la Colonna Sonora dei tuoi Sogni Lucidi

Incrementa i Battiti dell'Amore

Moltiplica il ritmo della Gratitudine

Intona le canzoni del tuo Cuore

Innalzati con il movimento delle tue Ali

Accresci le note dell'Abbondanza

Espandi i Suoni della Gioia

Componi i più bei pezzi della tua Esistenza

(Scintille di Luna)

lunedì 12 novembre 2012

Cammina con la tua anima...

C’era una volta una spedizione sulle montagne dell’Himalaya. Dopo giorni di cammino, gli sherpa si fermano e non vogliono procedere. Restano fermi per un giorno intero. Il giorno dopo, senza una ragione apparente, ripartono con i loro carichi sulle spalle e riprendono il cammino. Ai nostri alpinisti, che pensavano si fossero fermati perché sfiniti per la stanchezza, rispondono: “No, non era stanchezza. Era che dovevamo aspettare le nostre anime. Abbiamo corso così tanto che esse erano rimaste indietro e rischiavano di perdersi”

Perché le nostre azioni siano connotate come umane, è necessario che l’uomo non cammini senza la sua anima! Bisogna concedersi il tempo di “aspettarla”. Bisogna entrare in contatto con le esperienze che si fanno e avere il tempo della “digestione psichica”. Invece, nella vita “dell’adesso” condotta dagli avidi consumatori di nuove Erlebnisse (esperienze vissute), la ragione di affrettarsi non è la spinta ad acquisire e conservare, ma a scartare e sostituire. Sospinti da una sorta di bulimia esistenziale, inseguiamo affannandoci ogni possibile esperienza senza sostare in essa. Senza farla diventare un’esperienza umana. Spinti solo a consumare di nuovo, inesorabilmente. Ma spinti anche a consumare noi stessi.
(Antonio Di Lorenzo)

giovedì 8 novembre 2012

Il calore prezioso delle mani

Due amici, visitano una gioielleria, dopo aver visto dei diamanti e pietre preziose, l'uno dei due, mostra all'altro una strana pietra senza luce
 - Io non vedo alcuna bellezza in questa pietra -!
Il suo amico, la prende nella mano e la tiene al caldo qualche minuto, riscaldandola col suo calore.
Quando la mostra, con sorpresa, tutta la superficie risplende dei colori dell'arcobaleno. Com'è possibile questo?
 - Questa è un "opale" - essa, ha bisogno del calore della mano, per sprigionare tutta la sua bellezza.
Ci sono nel mondo, tanti esseri perduti, imprigionati, che non attendano che il contatto di una mano, per poter tornare a brillare.

sabato 3 novembre 2012

Speranza in un raggio di sole


La speranza non può mai morire,
perché fa parte dell' uomo
e se ne andrà con lui.
In alcuni momenti
può essere offuscata
da nubi passeggere
che ne indeboliscono le forze.
Non ci abbandona neppure
quando ci sembra che il sole
non riscaldi più,
che la vita ci stia dando solo delusioni,
che il nostro pianto
sia l' unico conforto al nostro dolore!
ma la nostra esistenza è fatta di cicli.
Vedremo ritornare
la nostra amica speranza
e pian piano
ricominceremo a sentire
la vita fluire in noi come prima,
anzi meglio!
E tornerà il sole a splendere,
ne basterà un raggio!
"Un raggio di sole è sufficiente
per spazzare via molte ombre"
-San Francesco d' Assisi-

Assente Presenza


Nonostante la tua assenza
e il silenzio avvolga la mia casa
c’è una costante presenza.
Frammenti spezzati che
abitano la periferia dell’anima
togliendo luce all’essere vivi.
Un angolo oscuro
quasi non volermi liberare
da quei ricordi dipinti col cuore
sfumati con la fantasia,
illusoria pace ai tormenti.
Nonostante la tua assenza
abita in me la tua presenza.
Le lacrime che scendono
portano il tuo nome.

- Silvana Stremiz-

La luna e la terra


La luna è l'anima,
è il nostro modo
di vivere le emozioni,
 i desideri,
i sogni.
La terra è la realtà,
il luogo in cui lottare
con i rimpianti e le delusioni.


(Romano Battaglia, La strada di Sin, 2004)

venerdì 2 novembre 2012

Citazione sulla musica


"La musica esprime
ciò che non può essere detto
e su cui è impossibile
rimanere in silenzio"
(Victor Hugo)

Assenza


Assenza significa
imparare a percepire l’altro nel silenzio:
questo è l’orizzonte di gratuità
che purifica l’amore
e lo rende vero …
don Luigi Gerusalemme

Vita e morte



E' abbastanza facile
da essere piacevole
quando la vita ti scorre davanti
come una canzone...
ma l'uomo veramente degno
è colui che sorriderà
quando ogni "cosa"
si avvia a morire
ingiustamente...

giovedì 1 novembre 2012

Tutte le anime riposino in pace


Preghiera per la festa di Ognissanti

Tutte le anime riposino in pace,
chi è passato fra i tormenti e nell’ansia,
chi ha finito un sogno sereno,
chi sazio di vita, chi appena nato
questo mondo ha abbandonato:
Tutte le anime riposino in pace!

Chi quaggiù ha cercato un amico,
spesso pianto, mai deriso,
quando la sua leale stretta di mano
non era compresa da nessuno:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace.

Le anime di fanciulle piene di amore,
le cui lacrime non si possono contare,
che, abbandonate da un amante infedele,
hanno rifiutato un mondo cieco,
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace.

Ed il giovane, dal quale in segreto,
di primo mattino si reca la sposa
- poiché il suo amore giace nella tomba -
per portar via il lume ormai spento:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace.

Tutte le anime che, di spirito puro,
per la verità subirono martirio,
e hanno lottato per la santità
senza cercare celebrità:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!

E quelli che mai sorrisero al sole,
e sotto la luna vegliavano su letti di spine,
per vedere un giorno nella pura luce del cielo
il volto di Dio faccia a faccia:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!

E quanti spesso in giardini di rose
Hanno attinto ai calici del piacere,
Ma che, trovatisi in momenti peggiori,
hanno assaggiato la loro amarezza:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!

E anche coloro che non conobbero pace
Ma che hanno diffuso forza e coraggio
Sul campo di battaglia pieno di cadaveri
Nel mondo già mezzo immerso nel sonno:
Tutti coloro che se ne sono andati,
Tutte le anime riposino in pace!

Tutte le anime riposino in pace,
chi è passato fra i tormenti e nell’ansia,
chi ha finito un sogno sereno,
chi sazio di vita, chi appena nato
questo mondo ha abbandonato:
Tutte le anime riposino in pace!

Da Web