"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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sabato 29 ottobre 2011

Guardare con stupore doloroso con cui si guarda una verità dura da ammettere(Inf.XVI,78)

Paragoniamo la nostra vita alle Olimpiadi (non certo quadriennale, ma continua).
Sognamo di partecipare con te a questa Olimpiade della vita con una vincente gara ippica.
Accendiamo il braciere con la fiaccola dell’amore, della speranza, della fede.
La nostra partecipazione con te non è con una gara di corsa ippica, ma è una gara di corsa steeple chase di equitazione (vince chi commette meno errori).
Errori noi ne abbiamo commessi molti, ma sempre in nome dell’amore
PER IL MOMENTO NON SIAMO DEI VINCENTI.
Il motto ideale olimpico dice:"l’importante non è vincere, è partecipare".
Si superano ostacoli, si aggirano, si evitano, ci si cozza contro, ma si continua il percorso senza indietreggiare.
La fiaccola accesa ci guida e illumina le nostre cadute.
Certo qualche volta la fiamma si affievolisce, oscilla, ma noi cerchiamo e cercheremo sempre il modo di non lasciarla spegnere.
VENT'ANNI FA’ uscivamo dal Tribunale con un documento di adozione che ci permetteva di diventare tuoi genitori.
Questo documento racchiude le speranze e i sogni che una mamma e un papà desiderano per il bene del figlio e...
IL NOSTRO CUORE PALPITA DI GIOIA.
VENT'ANNI DOPO usciamo dal Tribunale con un documento di interdizione nei tuoi confronti.
Questo documento racchiude le nostre speranze, in parte sfumate, i nostri sogni, in parte infranti e...
IL NOSTRO CUORE PALPITA DI DOLORE.
TRA VENT'ANNI usciremo dal Tribunale con un documento che revoca la tua interdizione?
I miracoli esistono e...
IL NOSTRO CUORE PALPITA DI SPERANZA.   (dal diario per Giuliana 1994)
2011...  
sei ricoverata in una comunità psichiatrica, 
da otto anni, 
causa la mia grave malattia e ... 
IL NOSTRO CUORE RIPALPITA 
DI DOLORE INDESCRIVIBILE...
I miracoli esistono... e il nostro cuore palpita di speranza...
(non siamo ancora nel 2014!!!  )
Enrica
Un pensiero di Macchiavelli mi torna alla mente: “Nulla affligge di più che non trovare una nuova ragione di sperare”…

martedì 25 ottobre 2011

Lancette indietro: tornerà l'ora solare


L’ora solare 2011 in Italia
Tra la notte di sabato 29 e domenica 30 OTTOBRE tornerà l’ora solare e lancette dell’orologio dovranno essere spostate indietro di sessanta minuti; esattamente alle tre bisognerà portare indietro le lancette degli orologi fino alle ore due.
l'Italia ha risparmiato complessivamente oltre 85 milioni di euro grazie al minor consumo di energia. Durante gli ultimi sette mesi, grazie proprio a quell'ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l'uso della luce artificiale, l'Italia, secondo i dati Terna, ha risparmiato 644,4 milioni di kilowattora (643 milioni di kWh il minor consumo del 2009), un valore pari al consumo medio annuo di elettricità di circa 215.000 famiglie.

Questo cambio d’orario com’è noto arrecherà disturbi al sonno di moltissime persone, il consiglio degli esperti è quello di non modificare i propri stili di vita per non disturbare il delicato equilibrio del meccanismo sonno/veglia. Quindi mantenere gli orari di sveglia e riposo compensando il disagio dei primi giorni con qualche “piccola” pennichella.

L'ora legale è la convenzione di avanzare di un'ora le lancette degli orologi durante il periodo estivo, in modo da aumentare la luce solare nel tardo pomeriggio a scapito del primo mattino. Tipicamente, lo spostamento in avanti avviene all'inizio della primavera, per essere annullato durante l' autunno. Di contro, l'orario di base usato da ogni paese, quando l'orario coincide con quello del fuso orario di riferimento, prende il nome di «ora solare» o «ora civile convenzionale». In alcuni paesi l'ora solare di fatto è sospesa, valendo l'ora legale per tutto l'anno. C'è da osservare che la terminologia usata negli altri paesi è più diretta, riferendosi al periodo estivo, ovvero «orario estivo». Una denominazione più accurata, che imita quella americana, è quella di «orario di risparmio della luce diurna» («daylight saving time»), ove viene tralasciato il riferimento estivo.
Il corsivo è stato tratto da Wikipedia

lunedì 24 ottobre 2011

Pace nel mondo


La pace imposta e presidiata dalla forza può essere una necessità, una strategia della comunità internazionale.
IN OGNI CASO E’ SEMPRE NEGAZIONE DELL’AMORE
Nessuno ferma la violenza solo con parole di pace e inviti alla fraternità.
Dobbiamo riscoprire il significato autentico evangelico della pace che incomincia nell’animo, in noi stessi, ed è un seme che matura col calore della carità

C'è un libretto che qualche anno fa’ andava per la maggiore tra i giovani, scritto da un francese, Jean Giono. Si intitola “L'uomo che piantava gli alberi”.
Racconta di un pastore che viveva isolato tra colline deserte.
Al mattino ostinatamente se ne andava in giro a piantare semi di alberi nella terra arida.
Non tutti attecchivano, ma coi tempo molti di quei semi hanno germinato, sono cresciuti diventando alberi, poi foresta, trasformando quella che era una zona brulla in una verde e popolata regione.

E’ una parabola dei nostri tempi che ben si adatta al nostro caso: la pace fondata sull'amore del prossimo, che è poi amore della giustizia e rispetto dell'uomo, non nasce per caso, va seminata e coltivata giorno per giorno, con le opere e gli insegnamenti, soprattutto là dove il terreno sembra ostile e poco ricettivo.





La Gioia

Ecco alcuni versetti del Siracide stampati e appesi alla parete della mia cucina...e tutti i giorni li leggevo con Giuliana... e quante volte alla domenica, in comunità, li ripeto unita a lei.
LA GIOIA 
"Non darti in balìa della tristezza
e non tormentarti con i tuoi pensieri.
La gioia del cuore è la vita dell’uomo,
l’allegria dell’uomo è lunga vita.
Distraiti e consola il tuo cuore,
tieni lontana la profonda tristezza,
perché la tristezza ha rovinato molti
e in essa non c’è alcun vantaggio.
Gelosia e ira accorciano i giorni,
le preoccupazioni anticipano la vecchiaia.
Un cuore limpido e sereno si accontenta dei cibi
e gusta tutto quello che mangia". 
(Siracide 30,21-25)

Soprattutto nella sofferenza...siamo lieti...
 

lunedì 17 ottobre 2011

Una favola di Esopo


Un bellissimo cerbiatto dal manto scuro e con delle stupende macchioline bianche sul dorso viveva con la sua famiglia in una meravigliosa foresta con un ricchissimo sottobosco che offriva cibo in abbondanza. Il cerbiatto ammirava il suo caro babbo e desiderava diventare grande e forte proprio come lui aspettando con ansia che gli spuntassero finalmente le stesse lunghissime corna che tutti invidiavano al suo genitore. Nell'impazienza di quel momento egli seguiva costantemente il grosso cervo cercando di imitarlo in ogni cosa.
Durante un bel mattino di fine inverno, mentre il grande cervo brucava tranquillo le foglie dei cespugli più bassi in compagnia dell'inseparabile figliolo, un possente ruggito squarciò il silenzio della foresta. Era un leone! Il cerbiatto sconcertato osservò il suo babbo e, con enorme stupore scoprì che questi tremava come un fuscello al vento. Sì, il suo venerato papà aveva paura! Come era possibile? Ma prima ancora che egli potesse chiedergli spiegazioni il cervo gridò al figlio: "Corri!" e si lanciò in una velocissima fuga. Il cucciolo obbediente lo seguì con le lacrime agli occhi per la vergogna e la delusione.
Quando finalmente si fermarono il cervo si avvicinò al figlio e scorgendo il suo pianto gli parlò con voce dolce: "Piccolo mio, questa paura che tu disprezzi ci ha salvato la vita. Quel leone non avrebbe avuto pietà di noi e ci avrebbe sicuramente sbranati se non fossimo fuggiti. A volte bisogna ingoiare il proprio orgoglio e sapersi arrendere di fronte a chi é più forte di noi. Questo significa diventare adulti e saggi."
Quelle parole consolarono il cerbiatto. Adesso ammirava ancora di più quel suo babbo che non aveva esitato a dimostrarsi un fifone rischiando di perdere la stima del figlio pur di salvargli la vita. Questo era il vero coraggio.

"Nella vita serve più coraggio per rinunciare ad affrontare persone più forti e prepotenti, piuttosto che per accettare sfide inutili e violente"

Il "plaid" per zia Mariuccia e zio Angelo

Il 15 ottobre è tornata alla casa del Padre la moglie di mio fratello ( 47 anni vissuti a porta a porta con noi)...Ora lei ha raggiunto mio fratello morto d'infarto per la strada nel 2002...
Il 14 0ttobre c'è stato il funerale della sorella di Giulio.
"Dio ha unito e Dio ha riunito".......
La mia famiglia e quella di Giulio si "copiano". Enrica

IL PLAID PER ZIA MARIUCCIA E ZIO ANGELO
 Sem a Sass
sul terass
mi in pultrona, el Giuli vesin
fà la lana el tusetin
In i vot dela matina
gh'è un'arieta propri fina.


L'è mesdi`; sem amò li’:
fa' i gumitul el mari’,
mi una lista l'ho tacada
...la cuntinua a fa’ la lana!!!


Uei Giuliana che ura in ?
...che m'importa!...fu el cuertin
per Mariuccia e L'Angiulin
inscì se scalden i pescin.


In i cinq del dopmesdì
tucc e tri sem amò lì
sem sudà, gh'em set, gh'em fam
l'impurtant : la lana in man.


Em vist l'alba ed el tramunt
ma in ses dì el plaid l'è prunt
denter tucc in i culur
c'ul prufum de tucc i fiur
l'iodio bun del gran bel mar
tantu su per fà scaldar.


Li’ sul dundul l'em ninà
anche la luna l'ha basà
la Madona dela Nev
ur vesin la ve prutegg.
Rimiré: quanti culur!!!
chi gh'è denter tut l'amur!
Enrica (agosto 1994)

IL PLAID PER ZIA MARIUCCIA E ZIO ANGELO
(traduzione un po'...)
Siamo a Sasso (Bordighera)
sul terrazzo
io in poltrona e Giulio vicino 
fa' la lana la bambina
sono le otto della mattina
e c'è un'aria delicata .

E' mezzogiorno e siamo ancora lì
prepara i gomitoli mio marito
io la striscia l'ho attaccata
e lei continua a fare la lana...


Sai Giuliana che ore sono?
Che m'importa...faccio la copertina
per Mariuccia e Angelo
così si scaldano i piedini. 


Son le 5 del pomeriggio
tutte e tre siamo ancora lì
siamo sudati, abbiamo sete, abbiamo fame
l'importante la lana in mano.


Abbiamo visto l'alba e il tramonto
ma in sei giorni il plaid è pronto.
Dentro tutti i colori
con il profumo di tutti i fiori
l'iodio buono del grande mare
tanto sole per scaldare.


Lì sul dondolo l'abbiamo cullato
anche la luna l'ha baciato 
la Madonna della Neve
or vicino vi protegge.
Rimirate: quanti colori!!!
Lì c'è dentro tanto amore.
(Enrica 1994)



15 0ttobre 2011...
Ora il plaid di lana confezionata da Giuliana vi scalderà uniti nel cielo...

venerdì 14 ottobre 2011

Preghiera per i sofferenti e chi li assiste...

Signore accogli le preghiere 
e i lamenti di coloro che soffrono
e di quanti si adoperano per alleviarne il dolore.
Tu che hai percorso la via del calvario
e hai trasformato la croce 
in segno d'amore e di speranza
conforta coloro che sono afflitti, soli e sfiduciati.
Dona loro:
la pazienza sufficiente 
per sopportare le lunghe attese,
il coraggio necessario per affrontare le avversità,
la fiducia per credere in ciò che è possibile,
la saggezza per accettare ciò che rimane irrisolto,
la fede per confidare nella tua Provvidenza.
Benedici le mani, la mente e i cuori
degli operatori sanitari
perché siano presenze umane e umanizzanti
e strumenti della tua guarigione.
Benedici quanti nelle nostre comunità
si adoperano per accompagnare i malati
perché accolgano la profezia della vulnerabilità umana
e si accostino con umiltà al mistero del dolore.
Aiutaci, Signore,
a ricordarci che non siamo nati felici o infelici,
ma che impariamo ad essere sereni
a secondo dell'atteggiamento che assumiamo
dinanzi alle prove della vita.
Guidaci, Signore,
a fidarci di Te e ad affidarci a Te.
Amen.

martedì 11 ottobre 2011

Parlaci del Piacere. (Gibran Kahlil Gibran)


Allora un eremita che visitava la città una volta all’anno,
si fece avanti e domandò:
Parlaci del Piacere.
Ed egli rispose, dicendo:
Il piacere è una canzone di libertà,
Ma non è la libertà.
E’ la fioritura dei vostri desideri,
Ma non è il loro frutto.
E’ una profondità che spinge verso l'alto,
Ma non è la valle né la cima.
E’ l'uccello in gabbia che prende il volo,
Ma non è lo spazio imprigionato.
Ahimè, il piacere,
invero, è una canzone di libertà.
E io vorrei che la intonaste a cuore pieno,
ma temo che ,a cantarla perdereste il cuore.
Alcuni giovani, tra voi,
cercano il piacere come se fosse tutto,
e sono giudicati e biasimati.
Non biasimateli, ma lasciateli cercare.
Poi che essi troveranno il piacere,
ma non solo quello;
Il piacere ha sette fratelli,
e il minore è il più bello.
Non avete udito di quell'uomo che,
scavando la terra in cerca di radici,
scoprì il tesoro?
E tra voi alcuni anziani,
nel ricordo,
si rammaricano dei piaceri
come di errori compiuti nell'ebbrezza.
Ma il rammarico è la nebbia della mente,
 e non il suo castigo.
Dovrebbero rammentarsi dei loro piaceri,
riconoscenti come al raccolto di un'estate.
Ma se il rammarico li conforta, si confortino pure.
Tale rinuncia è il loro piacere.
E così anch'essi scoprono tesori, 
sebbene scavino radicì con mani tremanti.
Ma ditemi, chi mai può offendere lo spirito?
L'usignolo offenderà il silenzio della notte, 
o la lucciola le stelle?
La vostra fiamma e il vostro fumo impediranno il vento?
Pensate forse di poter turbare lo spirito con un bastone, 
come uno stagno tranquillo?
Spesso, negandovi al piacere, non fate altro 
che riporne il desiderio nei recessi della vita.
Chissà che non vi attenda domani ciò che oggi avete tralasciato?
Il vostro corpo conosce il suo retaggio e il giusto suo bisogno, 
e non subisce inganno.
Il vostro corpo è l'arpa della vostra anima,
E tocca a voi di trarne dolci armonie. o confusi suoni.
Ora domandatevi in cuore. 
« Come potremo distinguere il buono e il cattivo nel piacere? ».
Andate nei campi e nei vostri giardini, 
e vedrete che il piacere dell'ape è raccogliere miele dal fiore,
E il piacere del fiore è concedere all'ape il suo miele.
Poi che un fiore per l'ape è una fontana di vita,
E un'ape per il fiore è una messaggera d'amore,
E darsi e ricevere piacere
è insieme l'utilità e l'estasi per l'ape e per il fiore.

Popolo d'Orfalese, nei piaceri siate come le api e come ì fiori.

Gibran Kahlil Gibran - Il Profeta (BIBLIOTECA DELLA FENICE-GUANDA)1986

giovedì 6 ottobre 2011

"Prima di criticare..."


Una giovane coppia di sposi novelli andò ad abitare in una zona molto tranquilla della città. Una mattina, mentre bevevano il caffè, la moglie si accorse, guardando attraverso la finestra, che una vicina stendeva il bucato sullo stendibiancheria. Guarda che sporche le lenzuola di quella vicina! Forse ha bisogno di un altro tipo di detersivo... Magari un giorno le farò vedere come si lavano le lenzuola! Il marito guardò e rimase zitto. La stessa scena e lo stesso commento si ripeterono varie volte, mentre la vicina stendeva il suo bucato al sole e al vento. Dopo un mese, la donna si meravigliò nel vedere che la vicina stendeva le sue lenzuola pulitissime, e disse al marito: Guarda, la nostra vicina ha imparato a fare il bucato! Chi le avrà fatto vedere come si fa? Il marito le rispose: Nessuno le ha fatto vedere; semplicemente questa mattina, io mi sono alzato più presto e, mentre tu ti truccavi, ho pulito i vetri della nostra finestra ! 

Così è nella vita! Tutto dipende dalla pulizia della finestra attraverso cui osserviamo i fatti. 
Prima di criticare, probabilmente sarà necessario osservare se abbiamo pulito a fondo il nostro cuore per poter vedere meglio. Allora vedremo più nitidamente la pulizia del cuore del vicino....
di: Libero

mercoledì 5 ottobre 2011

Accetta la terra che ti tirano, poiché essa può essere la soluzione e non il problema.


Il pozzo e il cavallo
Un giorno, il cavallo di un contadino cadde in un pozzo, non riportò alcuna ferita ma non poteva uscire da lì con le proprie forze...
Per molte ore l’animale nitrì fortemente, disperato, mentre il contadino pensava a cosa avrebbe potuto fare...
Finalmente il contadino prese una decisione crudele: pensò che il cavallo era già molto vecchio e non serviva più a niente e anche il pozzo ormai era secco ed aveva bisogno di essere chiuso in qualche maniera...
Così non valeva la pena sprecare energie per tirarlo fuori dal pozzo...
Allora chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a interrare vivo il cavallo...
Ciascuno di essi prese una pala e cominciò a gettare della terra dentro il pozzo...
Tuttavia, con sorpresa di tutti, dopo che ebbero gettato molte palate di terra, il cavallo si calmò...
Il contadino guardò in fondo al pozzo e con sorpresa vide che ad ogni palata di terra che cadeva sopra la schiena, il cavallo la scuoteva, salendo sopra la stessa terra che cadeva ai suoi piedi...
Così, in poco tempo, tutti videro come il cavallo riuscì ad arrivare alla bocca del pozzo, passare sopra il bordo e uscire da lì, trottando felice...

 
La vita ti getta addosso molta terra, tutti i tipi di terra, soprattutto se tu sei già dentro un pozzo...
Il segreto per uscire dal pozzo è scrollarsi la terra che portiamo sulle spalle e salire sopra di essa...
Ciascuno dei nostri problemi è un gradino che ci conduce alla cima...
Possiamo uscire dai buchi più profondi se non ci daremo per vinti...
Adoperiamo la terra che ci tirano per fare un passo verso l’alto...

Cinque regole per essere felice:
1 - Libera il cuore dall’odio...
2 - Libera la mente dalle eccessive preoccupazioni...
3 - Semplifica la tua vita...
4 - Dà in misura maggiore e coltiva meno aspettative...
5 - Ama di più e….accetta la terra che ti tirano, poiché essa può essere la soluzione e non il problema...

martedì 4 ottobre 2011

E' VIOLENZA!


La violenza
sfacciata che umilia la povertà di chi ha il guardaroba povero;

la violenza
della fionda che colpisce il passero inerme;

la violenza,
provocata o subita, della parolaccia, della sigaretta, del giornaletto pornografico; solo per darsi un tono, solo per apparire disinibiti, solo per atteggiarsi a maturi;

la violenza
della menzogna adottata come soluzione di situazioni imbarazzanti;

la violenza
dello sgarbo alla madre, soltanto perché c'è certezza di essere accettati da lei, sempre, in ogni momento;

la violenza
dei dispetto alla sorella, come risposta alle sue intrusioni petulanti ed insistenti;

la violenza
dei rifiuti gettati lungo la strada, dei disordine che lasciamo dietro di noi (in camera, in bagno, in cucina) non curandoci che altri siano costretti a riordinare e faticare;

la violenza
dei programma televisivo, che vogliamo imporre senza discutere;

la violenza
di chi, anche barando, vuoi vincere ad ogni costo: la partita, la gara, l'interrogazione;

la violenza
di chi tradisce la parola data, di chi respinge ogni fatica, di chi si sottrae ad ogni impegno e responsabilità;

la violenza
di chi è intelligente, di chi riesce negli studi, ma tiene tutto per sé e nulla concede al compagno svantaggiato e insicuro;

la violenza
di chi avendo trascorso le vacanze all'estero, si fa bello di un'esperienza che altri non possono concedersi;

la violenza
di chi copia il compito, vivendo costantemente della fatica altrui;

la violenza
di chi vuole essere il centro di ogni attenzione, attraverso l'ironia, la canzonatura, il pettegolezzo, la maldicenza, il disturbo dei lavoro di gruppo;

la violenza 
di chi vuole tutto ricevere senza nulla dare, di chi tutto vuole, tutto pretende ... subito;

la violenza
contro l'anziano, costretto in piedi, senza posto a sedere;

la violenza
contro i più piccoli che ci infastidiscono;

la violenza
contro la pianta che si piega docile e si lascia sradicare;

la violenza
contro il segnale stradale, contro la luce notturna, contro la cassetta per le lettere, contro la poltrona dei cinema, l'inginocchiatoio della chiesa, il banco di scuola, il quaderno del compagno, il libro di scuola che potrà essere utile ad altri ...

O Signore, perché la violenza che è dentro di noi ceda il posto alla capacità di accettare gli altri, tutti gli altri, così come sono fatti, dacci la forza di soffrire per la verità, la forza di soffrire con coloro che soffrono: con i perseguitati, con gli esclusi, con i traditi, con gli oppressi.
Così... sempre!

(Dall'incontro sul tema della violenza avvenuto il 3 maggio 1978 con i ragazzi delle Terze della Scuola Media di S. Giovanni di Lecco).

sabato 1 ottobre 2011

Un esempio di carità di Santa Teresa di Gesù Bambino che mia madre mi leggeva sempre…(ed ho imparato…)


In comunità si trova una suora che ha il talento di spiacermi in ogni cosa; i suoi modi, le sue parole, il suo carattere mi sembrano molto sgradevoli. Tuttavia è una santa religiosa che deve essere molto gradita al buon Dio; perciò, non volendo cedere... alla antipatia naturale, mi sono detta che la carità non doveva consistere nei sentimenti ma nelle opere, e mi sono applicata a fare per quella suora ciò che avrei fatto per la persona che amo di più; ogni volta che la incontravo pregavo il Signore per lei offrendogli tutte le sue virtù ed i suoi meriti. Sentivo bene che questo faceva piacere a Gesù, perché non vi è artista che non ami ricever lodi per le sue opere, e Gesù, l'Artista delle anime, è contento quando non ci si ferma all'esteriore, ma penetrando fino al santuario intimo che Egli si è scelto per dimora, se ne ammira la bellezza.
Non mi contentavo di pregare molto per la suora che mi occasionava tante lotte, ma cercavo di offrirle tutti i servizi possibili, e quando avevo la tentazione di risponderle in modo spiacevole, mi contentavo di farle il mio miglior sorriso e cercavo di sviare la conversazione, poiché l'Imitazione dice che «E' meglio lasciare ognuno nella sua opinione che fermarsi a contestare». Spesso anche, quando non ero in ricreazione (intendo dire: durante le ore di lavoro), avendo qualche rapporto di impiego con quella suora, quando il mio combattimento diveniva troppo violento, fuggivo come un disertore. Siccome questa suora ignorava in modo assoluto ciò che provavo per lei, non ha mai sospettato i motivi del mio comportamento, e rimane persuasa che il suo carattere mi sia gradito.
Un giorno in ricreazione, con un'aria di contentezza mi disse pressa poco queste parole: «Suor Teresa di G. B., vorrebbe dirmi cos'è che la attira tanto verso di me? Ogni volta che lei mi guarda, la vedo sorridere».
Ah! quello che mi attirava era Gesù nascosto in fondo all'anima sua... Gesù, che rende dolce ciò che vi è di più amaro... Le risposi che sorridevo perché ero contenta di vederla (e, bene inteso, non aggiunsi che era dal punto di vista spirituale).
(tratto da “Storia di un’anima”)