"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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mercoledì 7 settembre 2011

Natività della Beata Vergine Maria (8 settembre)

Questa celebrazione, che ricalca sul Cristo le prerogative della Madre, è stata introdotta dal papa Sergio I (sec VII) nel solco della tradizione orientale. La natività della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Aurora che precede il sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia del Salvatore. (Mess. Rom.)


La celebrazione odierna - leggiamo nel brano dei Discorsi di S. Andrea di Creta proclamato nell'odierno Ufficio delle Letture - onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è, l'incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio". E’ questo del resto il motivo per cui di Maria soltanto (oltre che di S. Giovanni Battista e naturalmente di Cristo) non si festeggia unicamente la " nascita al cielo ", come avviene per gli altri santi, ma anche la venuta in questo mondo. In realtà, il meraviglioso di questa nascita non è in ciò che narrano con dovizia di particolari e con ingenuità gli apocrifi, ma piuttosto nel significativo passo innanzi che Dio fa nell'attuazione del suo eterno disegno d'amore. Per questo la festa odierna è stata celebrata con lodi magnifiche da molti santi Padri, che hanno attinto alla loro conoscenza della Bibbia e alla loro sensibilità e ardore poetico. Leggiamo qualche espressione del secondo Sermone sulla Natività di Maria di S. Pier Damiani: “Dio onnipotente, prima che l'uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l'umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria”.

"Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l'inaugurazione di un tempio di pietra. Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato? In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l'oscurità (1 Re 8,10-12), disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti.

"Alle tenebre del gentilesimo e alla mancanza di fede dei Giudei, rappresentate dal tempio di Salomone, succede il giorno luminoso nel tempio di Maria. E’ giusto, dunque, cantare questo giorno e Colei che nasce in esso. Ma come potremmo celebrarla degnamente? Possiamo narrare le gesta eroiche di un martire o le virtù di un santo, perché sono umane. Ma come potrà la parola mortale, passeggera e transitoria, esaltare Colei che diede alla luce la Parola che resta? Come dire che il Creatore nasce dalla creatura?".
Autore: Piero Bargellini

Le origini storiche del culto della natività di Maria non sono molto conosciute; le prime tracce appartengono alla liturgia orientale. Se noi occidentali apriamo il calen­dario della Chiesa orientale greca scopriamo che l'anno li­turgico non incomincia alla fine di novembre e in avvento, ma con il 1° settembre. In tal modo la prima grande festa dell'anno nuovo dell'oriente cristiano è quella della nascita di Maria. I latini, primi fra tutti i romani, intorno al secolo VIII, presero dai greci questa festa che da Roma si diffonderà poi in tutta la Chiesa d'occidente. In Milano, il culto della natività di Maria sembra risalire al secolo X, mentre il duomo dedicato a 'Maria nascente' sa­rà consacrato il 20 ottobre 1572 da san Carlo Borromeo. Non lontano dal duomo, nella casa generalizia delle Suore di carità, in via santa Sofia, si apre un santuario do­ve, in una culla di bronzo dorato, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina. OuaI è l'origine e la vicenda del simulacro? Intorno agli anni 1720-1730 suor Isabella Chiara Fornari, francescana di Todi, modellava volti in cera di Gesù bam­bino e di Maria bambina; era questa un'espressione della devozione ai misteri dell'infanzia di Gesù e di Maria, tipica del '700. Un simulacro in cera, raffigurante Maria in fasce, fu dona­to a mons. Alberico Simonetta e, alla sua morte (1739), l'effigie passò alle suore Cappuccine di santa Maria degli angeli in Milano, che ne divulgarono la devozione. Gli anni che vanno dal 1782 al 1842 segnano la sop­pressione, decretata prima dall'imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose. Il si­mulacro è portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse latera­nensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa man­tenerne viva la devozione. Questo simulacro avrà, come suo penultimo porto, un luo­go di sofferenza: l'ospedale Ciceri di Milano. Lì verrà affi­dato dal Bosisio a suor Teresa Bosio, superiora delle Suore di carità di Lovere (Bg), congregazione religiosa fondata nel 1832 da Bartolomea Capitanio. Queste suore che il popolo chiamerà in seguito 'di Maria Bambina', presenti in Milano dal marzo del 1842, erano state chiamate dal card. Gaysruck per l'assistenza ai malati dell'ospedale. Al Ciceri, suore e malati si rivolgono ben presto a Maria Bambina per ottenere forza, speranza e protezione. Nel 1876, in seguito al trasferimento della casa generalizia e del noviziato, il simulacro passerà in via santa Sofia. L'effigie di Maria Bambina ha ormai oltrepassato il secolo: il volto in cera appare scolorito e sciupato dal tempo; vie­ne così sostituita con un'altra immagine, mentre quella originale sarà riesposta l'8 settembre di ogni anno all'inter­no della casa religiosa. E' il 1884... Nella cronaca dell'anno si legge: "...erano le ore sette del 9 settembre 1884... La madre si reca nell'infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di let­to in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo ba­cino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggra­vatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bam­bina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. 'Sono gua­rita!', esclama. Si alza e cammina". Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il 'gior­no del miracolo'. Dal 16 gennaio, poi, dell'anno successivo si nota un fatto straordinario: l'immagine di cera, scolorita e ingiallita, comincia a diventare così bella da sembrare "una bambina vera".


Questi fatti danno il via ad un nuovo periodo della devozione a Maria Bambina:
1885 - 2 giugno: il simulacro viene trasportato in una cap­pella più ampia, per facilitare l'afflusso ai fedeli;
1886 - 6 febbraio: mons. A. Polin, vescovo di Adria e Ro­vigo, celebra per la prima volta la santa Messa davan­ti alla sacra effigie;
1887 - 24 maggio: in Brescia viene benedetta la prima chiesa dedicata dall'istituto a Maria Bambina;
 Sono anni scanditi da un accorrere di fedeli: la devo­zione popolare si estende. Numerose le grazie ottenute. Nel 1904, l'allora superiora generale, suor Angela Ghezzi, chiede ed ottiene dalla Santa Sede il permesso di incoronare il miracoloso simulacro. La cerimonia si svolge il 31 maggio dello stesso anno: il card. Ferrari, assistito da altri vescovi, mette un diadema d'oro alla piccola effigie. Il gesto è interpretato da molti, e in particolare dalle reli­giose, come una risposta della Vergine alla preghiera che, parecchio tempo prima, la giovane fondatrice Bartolomea Capitanio, aveva rivolto a Maria, invitandola ad "alzare dalla culla la tenera manina" e a benedire tutti. Maria Bambina accompagna le vicende tristi e liete degli anni successivi: sono gli anni del primo conflitto mondiale e del dopoguerra. Il 9 settembre 1934 si festeggia il cinquantesimo anniver­sario del primo miracolo e il 26 aprile 1935 viene celebra­ta nel santuario, scelto fra i 72 santuari maggiori dell'archidiocesi, la santa Messa giubilare della redenzione. Il popolo è raccolto in preghiera per ottenere il dono della pace. Scoppia il secondo conflitto mondiale. Il 21 novembre 1942, in piena guerra, nel giorno in cui ri­corre il centenario dell'ingresso del simulacro nell'istituto, papa Pio XII esorta le suore a "implorare dalla Celeste Bambina il ritorno di quella pace nella cui attesa tutto il mondo sanguina e geme" (Vaticano, 13 novembre 1942). La situazione, però, peggiora: la guerra miete vittime e causa dolore, disperazione e distruzioni. Milano, come molte altre grandi città, diventa luogo di rappresaglie e bersaglio ai numerosi bombardamenti. Si teme per la sorte del simulacro. Nel febbraio del 1943 è trasportato a Maggianico di Lecco, mentre il 15-16 agosto un violento bombardamento è sferrato contro la città; il santuario e parte della casa generalizia vengono distrutti. Sotto le macerie si ritrovano numerosi ex voto contorti e anneriti: saranno raccolti come 'frammenti' di speranza e di sicura protezione della Vergine. Con la ricostruzione della casa, il simulacro ritorna a Milano in una sede provvisoria. Il 5 ottobre 1951 è posta la prima pietra del nuovo santuario, che sarà consacrato nei giorni 20 e 21 novembre 1953 dal card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. Lì troverà la sua degna collocazione. La storia di amore, di preghiera e di fiducia giunge fi­no ai nostri giorni: Maria Bambina continua ad essere nella Chiesa “speranza e aurora di salvezza”. Nella settimana dall'8 al 15 settembre 1984 viene celebra­to il centenario del primo miracolo e il 4 novembre succes­sivo papa Giovanni Paolo II, presente in Milano per la con­clusione delle celebrazioni in onore di san Carlo Borro­meo, visita il santuario, affidando all'istituto "quella conse­gna" che gli viene dal cuore: "C'è un capitolo nella spiri­tualità mariana che sembra specialmente aperto alla vostra contemplazione: Maria Bambina. Un mistero poco cono­sciuto. Io penso che voi avete un compito grande: di ap­profondire questo mistero". Da quel giorno, davanti alla piccola immagine di Ma­ria, arde una lampada "pro pontifice nostro Joanne Pau­lo". La sosta di amore e di preghiera in santuario è stata per tutte le suore una nuova dolcissima grazia di Maria.

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