Osvaldo pensava di conoscere benissimo i sentieri del bosco, visto che in quel bosco era cresciuto e aveva trascorso tantissime ore della sua fanciullezza e adolescenza.
Eppure il giorno che ci tornò (era ormai ... adulto ), ci si smarrì.
Erano morti o tagliati alcuni degli alberi che conosceva e altri ne erano cresciuti; ma soprattutto non c’erano più le tracce di quei sentieri, che conosceva a occhi chiusi.
Probabilmente da decenni la gente non li percorreva e le tracce si erano cancellate.
Si era smarrito nel “suo” bosco e cominciava ad aver paura perché già faceva notte.
Chiamò più volte: “C’è qualcuno?”. Dopo la quarta volta sentì una voce che gli rispondeva.
Quando finalmente si trovarono faccia a faccia uscirono nella stessa frase: “Meno male c’è anche lei”.
Non si erano mai incontrati prima, ma era come si fossero dati appuntamento.
“Lei conosce i sentieri?” fece il nuovo arrivato. “No. Me li sono dimenticati - rispose Osvaldo e aggiunse - E lei?”. “Qui non ci sono mai stato e sto girando da due ore”.
Osvaldo ebbe un’idea: “Perché non ci raccontiamo i percorsi che abbiamo fatto in modo da non ripetere i passi inutili?”.
E trovarono la via d’uscita.
E se quell’incontro non fosse avvenuto?
Anche noi a volte crediamo di conoscere i sentieri della vita e magari ci perdiamo proprio dove credevamo di essere al sicuro.
Anche noi a volte crediamo di conoscere i sentieri della vita e magari ci perdiamo proprio dove credevamo di essere al sicuro.
Ma se incontriamo qualcuno...
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