1 anno fa
venerdì 30 settembre 2011
giovedì 29 settembre 2011
Incontrarsi ...
Osvaldo pensava di conoscere benissimo i sentieri del bosco, visto che in quel bosco era cresciuto e aveva trascorso tantissime ore della sua fanciullezza e adolescenza.
Eppure il giorno che ci tornò (era ormai ... adulto ), ci si smarrì.
Erano morti o tagliati alcuni degli alberi che conosceva e altri ne erano cresciuti; ma soprattutto non c’erano più le tracce di quei sentieri, che conosceva a occhi chiusi.
Probabilmente da decenni la gente non li percorreva e le tracce si erano cancellate.
Si era smarrito nel “suo” bosco e cominciava ad aver paura perché già faceva notte.
Chiamò più volte: “C’è qualcuno?”. Dopo la quarta volta sentì una voce che gli rispondeva.
Quando finalmente si trovarono faccia a faccia uscirono nella stessa frase: “Meno male c’è anche lei”.
Non si erano mai incontrati prima, ma era come si fossero dati appuntamento.
“Lei conosce i sentieri?” fece il nuovo arrivato. “No. Me li sono dimenticati - rispose Osvaldo e aggiunse - E lei?”. “Qui non ci sono mai stato e sto girando da due ore”.
Osvaldo ebbe un’idea: “Perché non ci raccontiamo i percorsi che abbiamo fatto in modo da non ripetere i passi inutili?”.
E trovarono la via d’uscita.
E se quell’incontro non fosse avvenuto?
Anche noi a volte crediamo di conoscere i sentieri della vita e magari ci perdiamo proprio dove credevamo di essere al sicuro.
Anche noi a volte crediamo di conoscere i sentieri della vita e magari ci perdiamo proprio dove credevamo di essere al sicuro.
Ma se incontriamo qualcuno...
martedì 27 settembre 2011
Quando finisce l’inverno?
C'erano due blocchi di ghiaccio che si erano formati durante il lungo inverno, all'interno di una grotta.
Si guardavano ma non si parlavano.
I loro rapporti erano di una certa freddezza.
Ognuno pensava dell'altro: "Potrebbe anche venirmi incontro".
Nella grotta viveva un tasso.
Un giorno costui sbottò: "Peccato che ve ne dobbiate stare qui. E' una magnifica giornata di sole!".
“Sole?” Fin da piccoli avevano appreso che il sole era il grande pericolo.
Uno dei due blocchi di ghiaccio, però, chiese: "Puoi aprirci un buco nel tetto della tana... Vorrei vedere il sole...".
Il tasso non se lo fece ripetere.
Aprì uno squarcio nell'intrico delle radici e la luce calda e dolce del sole entrò come un fiotto dorato.
Era meraviglioso.
I due blocchi di ghiaccio, però, si accorsero che si stavano sciogliendo.
Due rivoli d’acqua si univano a formare un laghetto cristallino, che rifletteva il colore del cielo.
Stavano rimpicciolendo e capirono che erano destinati a sparire.
Li prese un grande magone, ma proprio in quel momento arrivarono due cardellini e un'allodola e si dissetarono.
Gli insetti vennero a ronzare intorno al laghetto, uno scoiattolo dalla lunga coda morbida ci fece il bagno.
In tutta questa felicità si rispecchiavano i due blocchi di ghiaccio che ora avevano trovato un cuore.
A che cosa ti fa pensare una storia come questa?
venerdì 23 settembre 2011
Sorridiamo...con un pappagallo "particolare"
Una signora voleva un animale domestico per farle un po' di compagnia mentre i figli erano a scuola e il marito al lavoro.
Dopo averci pensato un po' decide di scartare cani e gatti perche danno troppo da fare.
Meglio un bel pappagallo che sa anche parlare.
Però problema: costano tutti un sacco!
Ma un giorno, per caso, ne vede uno esposto in un negozio, che costa solo 25 euro. Fantastico! Entra e lo compra.
Mentre sta per pagare, il commesso le dice: "Senta Signora, devo pero dirle una cosa imbarazzante... sa, non è un caso che costi cosi poco... il fatto e che "sto pappagallo ha vissuto fino ad ora in un... bordello".
Ma è talmente bello che la signora decide di comprarlo ugualmente.
Arriva a casa, lo piazza nella sua gabbia in salotto e aspetta con pazienza che dica qualcosa.
Il pappagallo si guarda un po' attorno, studia la stanza e la sua nuova padrona e alla fine dice: "Ok, nuova casa, nuova maitresse".
La signora si imbarazza un po' ma poi ci ride sopra. In fondo non ha detto niente di cosi sconveniente.
Tornano a casa le figlie da scuola e il pappagallo, dopo averle squadrate: "Nuova casa, nuova maitresse, nuove ragazze".
Le ragazze si guardano allibite, ma poi si uniscono alle risate della madre.
Alle 18 torna a casa il marito.
Il pappagallo lo guarda bene, guarda ancora madre e figlie e dice:" Nuova casa, nuova maitresse, nuove ragazze, gli stessi vecchi clienti. Ueila! Ciao Gianni, come va?"
(di: amico assoluto)
giovedì 15 settembre 2011
Gratitudine ((Dietrich Bonhoeffer)
Carissimi amici, c'è un commento in questo post che spiega l'origine di questa foto da me postata: trovo doveroso e piacevole proporvelo rinnovando la mia gratitudine a Nina:
"Ti sono grata per avere amato questa foto che è la copertina del mio libro e la ragazza seduta sulla panchina è mia figlia. Un abbraccio da Nina Magli"
La gratitudine non sgorga
da una capacità propria del cuore umano,
ma solo dalla parola di Dio.
Pertanto la gratitudine va imparata ed esercitata.
La gratitudine va in cerca del donatore
che c’è oltre il dono.
Nasce dall’amore che la concepisce.
La gratitudine è abbastanza umile
da lasciarsi donare qualcosa.
L’orgoglioso prende solo ciò che gli spetta,
si rifiuta di accogliere un regalo.
Per colui che è grato
ogni cosa diventa un dono,
poiché sa che per lui non esiste
assolutamente un bene meritato.
La gratitudine rende la vita davvero ricca.
E’ facile sopravvalutare
l’importanza del proprio agire ed operare
rispetto a ciò che si è diventati
solamente grazie agli altri.
(Dietrich Bonhoeffer – Da “Libertà di vivere”)
mercoledì 14 settembre 2011
Alcune frasi celebri sull'amore...per voi
La cosa più importante nella vita è amare qualcuno. La seconda cosa più importante nella vita è avere qualcuno che ti ami. La terza cosa più importante è che le prime due accadano in contemporanea.
Howie Schneider
Ama per la gioia di amare.
Marlene Dietrich (biografia)
Amore non è guardarsi a vicenda, è guardare insieme nella stessa direzione.
Antoine De Saint-Exupéry (biografia)
Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa sente se stessa e percepisce la propria vita.
Hermann Hesse (biografia)
Chi vuol fare il bene picchia al cancello; chi ama trova aperto il cancello.
Tagore Rabindranath Thakur (biografia)
C'è sempre un grano di pazzia nell'amore, così come c'è sempre un grano di logica nella follia.
Friedrich Wilhelm Nietzsche (biografia)
Chi ama davvero ama il mondo intero, non soltanto un individuo particolare.
Erich Fromm (biografia)
Ciò che dai non costa. Quel che importa è l'amore con cui lo dai.
Anonimo
Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male.
Friedrich Wilhelm Nietzsche (biografia)
Come una candela ne accende un'altra e così si trovano accese migliaia di candele, così un cuore ne accende un altro e così si accendono migliaia di cuori.
Lev Tolstoj (biografia)Per amore della rosa, si sopportano le spine.
Anonimo
Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell'eternità.
Kahlil Gibran (biografia)Quando l'amore vi chiama seguitelo. Benché le sue vie siano ardue e ripide.
kahlil Gibran (biografia)
Se non ci amiamo, ci distruggiamo.
Raoul Follereau
Un cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra ma si dona.
Gustave Flaubert (biografia)
Una piuma può tornire una pietra se la muove la mano dell'amore.
Hugo von Hofmannsthal (biografia)
Ama e fai quel che vuoi.
Sant'Agostino (biografia)
Amate, amate, tutto il resto è nulla.
Jean de La Fontaine (biografia)
Si parla tanto delle illusioni di quelli che amano, ma sarebbe meglio parlare della cecità di quelli che non amano.
Tristan Bernard (biografia)Quel che amore tracciò in silenzio, accoglilo, che udir con gli occhi è finezza d'amore.
William Shakespeare (biografia)
Tu e io non siamo che una cosa sola. Non posso farti del male senza ferirmi.
Mohandas Karamchand Gandhi (biografia)
Quest'amore tutto intero ancora così vivo tutto pieno di sole è tuo è mio.
Jacques Prévert (biografia)
Se amor è figlio d'affanno, come diceva il poeta, è altrettanto vero che affanno è figlio d'amor; tanto affanno c'è e tanto amore c'è a questo mondo.
AnonimoSe esiste un amore puro ed esente dalle altre nostre passioni, è quello che sta nascosto in fondo al cuore e che noi stessi non conosciamo.
François de La Rochefoucauld (biografia)Con l'amore non si fa commercio al mercato. La sua gioia, come la gioia dell'intelletto, è di sentirsi vivo. Lo scopo dell'amore è amare né più, né meno.
Oscar Wilde (biografia)Non ama colui al quale i difetti della persona amata non appaiano virtù.
Johann Wolfgang Goethe (biografia)
Non vi é felicità più grande, che vedere la felicità negli occhi dell'amato.
Anonimo
Nulla è difficile per chi ama.
Marco Tullio Cicerone (biografia)
Ho incontrato per strada un uomo molto povero ed innamorato, portava un vecchio cappello ed un cappotto strappato. L'acqua gli entrava nelle scarpe e le stelle nell'animo.
Victor Hugo (biografia)L'amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l'alato Cupìdo viene dipinto cieco.
William Shakespeare (biografia)Dicono che l'amore sia cieco. Credetemi, niente ha la vista più acuta del vero amore. Niente. L'amore ha la vista più acuta del mondo. La dipendenza è cieca, l'attaccamento è cieco...non chiamate amore quelle cose.
Anonimo Mai nessuno è tradito dall'amore puro.
Jaufré Rudel
Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro.
Gottfried Wilhelm von Leibniz (biografia)
Non è l'amore che bisognava dipingere cieco, ma l'amor proprio.
François Voltaire (biografia)
Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal (biografia)
Il solo Tempio veramente sacro è il mondo degli uomini uniti dall'amore.
Lev Tolstoj (biografia)
Il miglior modo di amare una cosa è pensare che potremmo perderla.
Kahlil Gibran (biografia)
Il vero amore è come una finestra illuminata in una notte buia. Il vero amore è una quiete accesa.
Giuseppe Ungaretti (biografia)La cosa più importante è non pensare troppo e amare molto; per questo motivo fate ciò che più vi spinge ad amare.
Teresa D'Avila (biografia)L'unica cosa importante, quando ce ne andremo, saranno le tracce d'amore che avremo lasciato.
Albert SchweitzerL'amore è perdita, spogliazione: è ricchissimo quando ha donato tutto.
Karl Gutzkow
L'amore è un'erba spontanea, non una pianta da giardino.
Ippolito Nievo (biografia)
L'amore incomincia dall'amore, e dalla più forte amicizia non si riuscirebbe a passare che a un debole amore.
Jean de La Bruyère (biografia)L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno esigerlo. L'amore deve avere la forza di attingere la certezza in se stesso. Allora non sarà trascinato, ma trascinerà.
Hermann Hesse (biografia)Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Dante Alighieri (biografia)L'amore è un'arte che non si impara mai e che si sa sempre.
Benito Perez Galdos (biografia)
La gentilezza delle parole crea fiducia. La gentilezza dei pensieri crea profondità. La gentilezza del donare crea amore.
Lao TzuQuando si ama soli si sogna soltanto. Quando si sogna insieme allora è l’inizio della realtà.
Anonimo
lunedì 12 settembre 2011
Lettera d'amore di Dio per gli sposi
Dice il Signore:
“La creatura che hai al fianco è mia, Io l'ho creata, Io gli ho voluto bene da sempre.
Per Lei non ho esitato a dare la mia vita.
Ho dei grandi progetti per Lei.
Te la affido.
La prenderai dalle mie mani e ne diventerai responsabile.
Quando hai incontrato questa mia creatura, l'hai trovata bella e te ne sei innamorato.
Sono le mie mani che hanno plasmato la sua bellezza, è il mio cuore che gli ha messo dentro la tenerezza e l'amore.
E' la mia sapienza che ha formato la sua sensibilità, la sua intelligenza e tutte le qualità belle che vi hai trovata.
Dovrai impegnarti a rispondere ai suoi bisogni, ai suoi desideri.
Dobbiamo fare un patto tra noi: la ameremo insieme!
Io l'amo da sempre, sono Io la sorgente dell'amore.
Sono Io che ho messo nel tuo cuore l'amore per lei; è stato il modo più bello perché ti accorgessi, di lei.
Dobbiamo metterci d'accordo: non è possibile che tu l'ami in un modo e Io in un altro, devi avere per lei un amore simile al Mio, facendo riferimento continuo a me scoprirai quale sia il modo, il mio modo di amare e ti svelerò quale vita ho sognato e voluto per questa creatura che è diventata tua moglie, che sei diventato suo marito.
Se vi amerete in questo modo, la vostra coppia diventerà come una fortezza che le tempeste della vita non riusciranno mai ad abbattere.
Un amore costruito sulla mia parola è come una casa costruita sulla roccia. Di più: se vi amerete in questo modo diventerete “forza" anche per gli altri, sarete una speranza per tutti perché tutti vedranno che l'amore è possibile”.
venerdì 9 settembre 2011
Bellezza...alcuni spunti ( card. Martini )
Sotto lo stimolo di questa parola sempre più ci è entra nel cuore la domanda che Dostoevskij, nel suo romanzo L’Idíota, pone sulle labbra dell'ateo Ippolit al principe Myskin.
"E' vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo lo salverà la “bellezza”? Signori - gridò forte a tutti - il principe afferma che il mondo sarà salvato dalla bellezza-...Quale bellezza salverà il mondo?".
Il principe non risponde alla domanda. Sembrerebbe quasi che il silenzio di Myskin - che sta accanto con infinita compassione d'amore al giovane che sta morendo di tisi a diciotto anni - voglia dire che la bellezza che salva il mondo è l'amore che condivide il dolore.
La bellezza di cui parliamo non è la bellezza seducente, che allontana dalla vera meta cui tende il nostro cuore inquieto: è invece la “bellezza tanto antica e tanto nuova", che Agostíno confessa come oggetto del suo amore purificato dalla conversione, la bellezza di Dio.
E' la bellezza che caratterizza il Pastore che ci guida con fermezza e tenerezza sulle vie di Dio, che è detto dal vangelo di Giovanni «il Pastore bello, che dà la vita per le sue pecore " (Gv 10, 11).
E' la bellezza cui fa riferimento san Francesco nelle Lodi del Dio altissimo quando invoca l'Eterno dicendo: «Tu sei bellezza! "
E' la bellezza di cui recentemente ha scritto il Papa nella Lettera agli artisti affermando: «Nel rilevare che quanto aveva creato era cosa buona, Dio vide anche che era cosa bella...
La bellezza è in un certo senso l'espressione visibile del bene, come il bene è la condizione metafisica della bellezza».
E’ la bellezza di fronte alla quale l’animo avverte una certa nobile elevazione al di sopra della semplice predisposizione al piacere sensibile» (IMMANUEL KANT, Critica del giudizio, 5 59).
Non si tratta quindi di una proprietà soltanto formale ed esteriore, ma di qúel momento dell'essere a cui alludono termini come gloria (la parola biblica che meglio dice la "bellezza» di Dio in quanto manifestata a noi), splendore, fascino, è ciò che suscita attrazione gioiosa, sorpresa gradita, dedizione fervida, innamoramento, entusiasmo; è ciò che l'amore scopre nella persona amata, quella persona che si intuisce come degna del dono di sé, per la quale si è pronti a uscire da noi stessi e giocarsi con scioltezza.
Parlarne con un cuore carico di amore compassionevole, facendo esperienza di quella carità che dona con gioia e suscita entusiasmo; irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio.
Occorre far comprendere ciò che Pietro aveva capito di fronte a Gesù trasfigurato ("Signore, è bello per noi restare qui!»: (Mt 17,4) e che Paolo, citando Isaia (52,7), sentiva difronte al compito di annunciare il vangelo “Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!”(Rom 10, 15).
Mettersí in ascolto delle domande vere del cuore umano vuol dire cogliere ogni nostalgia di bellezza, dovunque essa sia presente valorizzare l'esperienza del dialogo con i non credenti quale forma di comune ricerca della Bellezza che salva.
Vivere l'impegno ecumenico, il dialogo interconfessionale e interreligioso, è compito urgente per rispettare e promuovere insieme con tutti la Bellezza come giustizia, pace e salvaguardia del creato.
E’ bellezza vivere la gratuità dell'amore: la carità è la Bellezza che si irradia e trasforma chi raggiunge. Nella carità non c'è rapporto di dipendenza fra chi dà e chi riceve, ma scambio nella comune partecipazione al dono della Bellezza crocifissa e risorta, dell'Amore divino che salva.
Per chi si riconosce amato da Dio e si sforza di vivere l'amore solidale e fedele nelle diverse situazioni di prova della vita e della storia, diventa bello vivere questo nostro tempo, che pur ci appare così pieno di cose brutte e laceranti, cercando di interpretarlo nei suoi enígmi dolorosi e conturbanti.
E' bello cercare nella storia i segni dell'Amore Trinitario; è bello seguire Gesù e amare la sua Chiesa; è bello leggere il mondo e la nostra vita alla luce della croce; è bello dare la vita per i fratelli! E' bello scommettere la propria esistenza su Colui che non solo è la verità in persona, che non solo è il bene più grande, ma è anche il solo che ci rivela la bellezza divina di cui il nostro cuore ha profonda nostalgia e intenso bisogno.
mercoledì 7 settembre 2011
Natività della Beata Vergine Maria (8 settembre)
Questa celebrazione, che ricalca sul Cristo le prerogative della Madre, è stata introdotta dal papa Sergio I (sec VII) nel solco della tradizione orientale. La natività della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Aurora che precede il sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia del Salvatore. (Mess. Rom.)
La celebrazione odierna - leggiamo nel brano dei Discorsi di S. Andrea di Creta proclamato nell'odierno Ufficio delle Letture - onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è, l'incarnazione del Verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei secoli, di Dio". E’ questo del resto il motivo per cui di Maria soltanto (oltre che di S. Giovanni Battista e naturalmente di Cristo) non si festeggia unicamente la " nascita al cielo ", come avviene per gli altri santi, ma anche la venuta in questo mondo. In realtà, il meraviglioso di questa nascita non è in ciò che narrano con dovizia di particolari e con ingenuità gli apocrifi, ma piuttosto nel significativo passo innanzi che Dio fa nell'attuazione del suo eterno disegno d'amore. Per questo la festa odierna è stata celebrata con lodi magnifiche da molti santi Padri, che hanno attinto alla loro conoscenza della Bibbia e alla loro sensibilità e ardore poetico. Leggiamo qualche espressione del secondo Sermone sulla Natività di Maria di S. Pier Damiani: “Dio onnipotente, prima che l'uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l'umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria”.
"Oggi è il giorno in cui Dio comincia a mettere in pratica il suo piano eterno, poiché era necessario che si costruisse la casa, prima che il Re scendesse ad abitarla. Casa bella, poiché, se la Sapienza si costruì una casa con sette colonne lavorate, questo palazzo di Maria poggia sui sette doni dello Spirito Santo. Salomone celebrò in modo solennissimo l'inaugurazione di un tempio di pietra. Come celebreremo la nascita di Maria, tempio del Verbo incarnato? In quel giorno la gloria di Dio scese sul tempio di Gerusalemme sotto forma di nube, che lo oscurò. Il Signore che fa brillare il sole nei cieli, per la sua dimora tra noi ha scelto l'oscurità (1 Re 8,10-12), disse Salomone nella sua orazione a Dio. Questo nuovo tempio si vedrà riempito dallo stesso Dio, che viene per essere la luce delle genti.
"Alle tenebre del gentilesimo e alla mancanza di fede dei Giudei, rappresentate dal tempio di Salomone, succede il giorno luminoso nel tempio di Maria. E’ giusto, dunque, cantare questo giorno e Colei che nasce in esso. Ma come potremmo celebrarla degnamente? Possiamo narrare le gesta eroiche di un martire o le virtù di un santo, perché sono umane. Ma come potrà la parola mortale, passeggera e transitoria, esaltare Colei che diede alla luce la Parola che resta? Come dire che il Creatore nasce dalla creatura?".
Autore: Piero Bargellini
Le origini storiche del culto della natività di Maria non sono molto conosciute; le prime tracce appartengono alla liturgia orientale. Se noi occidentali apriamo il calendario della Chiesa orientale greca scopriamo che l'anno liturgico non incomincia alla fine di novembre e in avvento, ma con il 1° settembre. In tal modo la prima grande festa dell'anno nuovo dell'oriente cristiano è quella della nascita di Maria. I latini, primi fra tutti i romani, intorno al secolo VIII, presero dai greci questa festa che da Roma si diffonderà poi in tutta la Chiesa d'occidente. In Milano, il culto della natività di Maria sembra risalire al secolo X, mentre il duomo dedicato a 'Maria nascente' sarà consacrato il 20 ottobre 1572 da san Carlo Borromeo. Non lontano dal duomo, nella casa generalizia delle Suore di carità, in via santa Sofia, si apre un santuario dove, in una culla di bronzo dorato, è custodita un'immagine miracolosa di Maria Bambina. OuaI è l'origine e la vicenda del simulacro? Intorno agli anni 1720-1730 suor Isabella Chiara Fornari, francescana di Todi, modellava volti in cera di Gesù bambino e di Maria bambina; era questa un'espressione della devozione ai misteri dell'infanzia di Gesù e di Maria, tipica del '700. Un simulacro in cera, raffigurante Maria in fasce, fu donato a mons. Alberico Simonetta e, alla sua morte (1739), l'effigie passò alle suore Cappuccine di santa Maria degli angeli in Milano, che ne divulgarono la devozione. Gli anni che vanno dal 1782 al 1842 segnano la soppressione, decretata prima dall'imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose. Il simulacro è portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse lateranensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa mantenerne viva la devozione. Questo simulacro avrà, come suo penultimo porto, un luogo di sofferenza: l'ospedale Ciceri di Milano. Lì verrà affidato dal Bosisio a suor Teresa Bosio, superiora delle Suore di carità di Lovere (Bg), congregazione religiosa fondata nel 1832 da Bartolomea Capitanio. Queste suore che il popolo chiamerà in seguito 'di Maria Bambina', presenti in Milano dal marzo del 1842, erano state chiamate dal card. Gaysruck per l'assistenza ai malati dell'ospedale. Al Ciceri, suore e malati si rivolgono ben presto a Maria Bambina per ottenere forza, speranza e protezione. Nel 1876, in seguito al trasferimento della casa generalizia e del noviziato, il simulacro passerà in via santa Sofia. L'effigie di Maria Bambina ha ormai oltrepassato il secolo: il volto in cera appare scolorito e sciupato dal tempo; viene così sostituita con un'altra immagine, mentre quella originale sarà riesposta l'8 settembre di ogni anno all'interno della casa religiosa. E' il 1884... Nella cronaca dell'anno si legge: "...erano le ore sette del 9 settembre 1884... La madre si reca nell'infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. 'Sono guarita!', esclama. Si alza e cammina". Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il 'giorno del miracolo'. Dal 16 gennaio, poi, dell'anno successivo si nota un fatto straordinario: l'immagine di cera, scolorita e ingiallita, comincia a diventare così bella da sembrare "una bambina vera".
Questi fatti danno il via ad un nuovo periodo della devozione a Maria Bambina:
1885 - 2 giugno: il simulacro viene trasportato in una cappella più ampia, per facilitare l'afflusso ai fedeli;
1886 - 6 febbraio: mons. A. Polin, vescovo di Adria e Rovigo, celebra per la prima volta la santa Messa davanti alla sacra effigie;
1887 - 24 maggio: in Brescia viene benedetta la prima chiesa dedicata dall'istituto a Maria Bambina;
Sono anni scanditi da un accorrere di fedeli: la devozione popolare si estende. Numerose le grazie ottenute. Nel 1904, l'allora superiora generale, suor Angela Ghezzi, chiede ed ottiene dalla Santa Sede il permesso di incoronare il miracoloso simulacro. La cerimonia si svolge il 31 maggio dello stesso anno: il card. Ferrari, assistito da altri vescovi, mette un diadema d'oro alla piccola effigie. Il gesto è interpretato da molti, e in particolare dalle religiose, come una risposta della Vergine alla preghiera che, parecchio tempo prima, la giovane fondatrice Bartolomea Capitanio, aveva rivolto a Maria, invitandola ad "alzare dalla culla la tenera manina" e a benedire tutti. Maria Bambina accompagna le vicende tristi e liete degli anni successivi: sono gli anni del primo conflitto mondiale e del dopoguerra. Il 9 settembre 1934 si festeggia il cinquantesimo anniversario del primo miracolo e il 26 aprile 1935 viene celebrata nel santuario, scelto fra i 72 santuari maggiori dell'archidiocesi, la santa Messa giubilare della redenzione. Il popolo è raccolto in preghiera per ottenere il dono della pace. Scoppia il secondo conflitto mondiale. Il 21 novembre 1942, in piena guerra, nel giorno in cui ricorre il centenario dell'ingresso del simulacro nell'istituto, papa Pio XII esorta le suore a "implorare dalla Celeste Bambina il ritorno di quella pace nella cui attesa tutto il mondo sanguina e geme" (Vaticano, 13 novembre 1942). La situazione, però, peggiora: la guerra miete vittime e causa dolore, disperazione e distruzioni. Milano, come molte altre grandi città, diventa luogo di rappresaglie e bersaglio ai numerosi bombardamenti. Si teme per la sorte del simulacro. Nel febbraio del 1943 è trasportato a Maggianico di Lecco, mentre il 15-16 agosto un violento bombardamento è sferrato contro la città; il santuario e parte della casa generalizia vengono distrutti. Sotto le macerie si ritrovano numerosi ex voto contorti e anneriti: saranno raccolti come 'frammenti' di speranza e di sicura protezione della Vergine. Con la ricostruzione della casa, il simulacro ritorna a Milano in una sede provvisoria. Il 5 ottobre 1951 è posta la prima pietra del nuovo santuario, che sarà consacrato nei giorni 20 e 21 novembre 1953 dal card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. Lì troverà la sua degna collocazione. La storia di amore, di preghiera e di fiducia giunge fino ai nostri giorni: Maria Bambina continua ad essere nella Chiesa “speranza e aurora di salvezza”. Nella settimana dall'8 al 15 settembre 1984 viene celebrato il centenario del primo miracolo e il 4 novembre successivo papa Giovanni Paolo II, presente in Milano per la conclusione delle celebrazioni in onore di san Carlo Borromeo, visita il santuario, affidando all'istituto "quella consegna" che gli viene dal cuore: "C'è un capitolo nella spiritualità mariana che sembra specialmente aperto alla vostra contemplazione: Maria Bambina. Un mistero poco conosciuto. Io penso che voi avete un compito grande: di approfondire questo mistero". Da quel giorno, davanti alla piccola immagine di Maria, arde una lampada "pro pontifice nostro Joanne Paulo". La sosta di amore e di preghiera in santuario è stata per tutte le suore una nuova dolcissima grazia di Maria.
Sono anni scanditi da un accorrere di fedeli: la devozione popolare si estende. Numerose le grazie ottenute. Nel 1904, l'allora superiora generale, suor Angela Ghezzi, chiede ed ottiene dalla Santa Sede il permesso di incoronare il miracoloso simulacro. La cerimonia si svolge il 31 maggio dello stesso anno: il card. Ferrari, assistito da altri vescovi, mette un diadema d'oro alla piccola effigie. Il gesto è interpretato da molti, e in particolare dalle religiose, come una risposta della Vergine alla preghiera che, parecchio tempo prima, la giovane fondatrice Bartolomea Capitanio, aveva rivolto a Maria, invitandola ad "alzare dalla culla la tenera manina" e a benedire tutti. Maria Bambina accompagna le vicende tristi e liete degli anni successivi: sono gli anni del primo conflitto mondiale e del dopoguerra. Il 9 settembre 1934 si festeggia il cinquantesimo anniversario del primo miracolo e il 26 aprile 1935 viene celebrata nel santuario, scelto fra i 72 santuari maggiori dell'archidiocesi, la santa Messa giubilare della redenzione. Il popolo è raccolto in preghiera per ottenere il dono della pace. Scoppia il secondo conflitto mondiale. Il 21 novembre 1942, in piena guerra, nel giorno in cui ricorre il centenario dell'ingresso del simulacro nell'istituto, papa Pio XII esorta le suore a "implorare dalla Celeste Bambina il ritorno di quella pace nella cui attesa tutto il mondo sanguina e geme" (Vaticano, 13 novembre 1942). La situazione, però, peggiora: la guerra miete vittime e causa dolore, disperazione e distruzioni. Milano, come molte altre grandi città, diventa luogo di rappresaglie e bersaglio ai numerosi bombardamenti. Si teme per la sorte del simulacro. Nel febbraio del 1943 è trasportato a Maggianico di Lecco, mentre il 15-16 agosto un violento bombardamento è sferrato contro la città; il santuario e parte della casa generalizia vengono distrutti. Sotto le macerie si ritrovano numerosi ex voto contorti e anneriti: saranno raccolti come 'frammenti' di speranza e di sicura protezione della Vergine. Con la ricostruzione della casa, il simulacro ritorna a Milano in una sede provvisoria. Il 5 ottobre 1951 è posta la prima pietra del nuovo santuario, che sarà consacrato nei giorni 20 e 21 novembre 1953 dal card. Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano. Lì troverà la sua degna collocazione. La storia di amore, di preghiera e di fiducia giunge fino ai nostri giorni: Maria Bambina continua ad essere nella Chiesa “speranza e aurora di salvezza”. Nella settimana dall'8 al 15 settembre 1984 viene celebrato il centenario del primo miracolo e il 4 novembre successivo papa Giovanni Paolo II, presente in Milano per la conclusione delle celebrazioni in onore di san Carlo Borromeo, visita il santuario, affidando all'istituto "quella consegna" che gli viene dal cuore: "C'è un capitolo nella spiritualità mariana che sembra specialmente aperto alla vostra contemplazione: Maria Bambina. Un mistero poco conosciuto. Io penso che voi avete un compito grande: di approfondire questo mistero". Da quel giorno, davanti alla piccola immagine di Maria, arde una lampada "pro pontifice nostro Joanne Paulo". La sosta di amore e di preghiera in santuario è stata per tutte le suore una nuova dolcissima grazia di Maria.
martedì 6 settembre 2011
Parlaci del Dolore (Gibran Kahlil Gibran)
E una donna domandò:
Parlaci del Dolore.
Ed egli disse:
Il dolore è il rompersi del guscio
che racchiude la vostra intelligenza.
Come il nocciolo del frutto
deve rompersi per esporsi al sole,
così dovrete conoscere il dolore.
E se sapeste voi meravigliarvi in cuore
dei prodigi quotidiani della vita,
il dolore non vi stupirebbe meno della gioia;
Accogliereste le stagioni del vostro cuore,
come avete sempre accolto
le stagioni che si susseguono sui vostri campi..
E vegliereste sereni
anche negli inverni della vostra pena.
Una parte del vostro dolore
è scelta da voi stessi.
E', la pozione amara con la quale il medico,
che è chiuso in voi, guarisce il vostro male.
Confidate in lui e bevete il suo rimedio,
in pace e silenziosi:
Poi che la sua mano,
benché pesante e rude,
è retta da una mano tenera e invisibile,
E la coppa che vi porge,
sebbene bruci il vostro labbro,
è stata fatta con la creta
che il Vasaio ha inumidito
con le Sue lacrime sante.
Gibran Kahlil Gibran - Il Profeta (BIBLIOTECA DELLA FENICE-GUANDA)1986
venerdì 2 settembre 2011
Sorridiamo con...un barbiere che fa' servizio gratuito
Un giorno un fioraio va da un barbiere per un taglio di capelli. Dopo il taglio, chiede il conto, e il barbiere risponde: "Non posso accettare soldi da voi, sto facendo il servizio gratuito per la comunità di questa settimana".
Il fiorista è molto contento, saluta calorosamente e lascia il negozio.
La mattina dopo, quando il barbiere va ad aprire il suo negozio, trova un cartello con sopra "grazie" e una dozzina di rose davanti alla saracinesca.
Più tardi, un poliziotto passa dal barbiere, anche lui per un taglio di capelli, e quando cerca di pagare il conto, il barbiere di nuovo risponde: "Non posso accettare soldi da voi, sto facendo il servizio per la mia comunità di questa settimana".
Il poliziotto, felice, lascia il negozio. La mattina dopo, il barbiere trova davanti al negozio un foglio di carta con scritto "grazie" e una dozzina di ciambelle calde che lo aspettano alla porta.
Poi, un membro del Parlamento, venuto per un taglio di capelli, quando va per pagare il conto, il barbiere di nuovo gli risponde: "Non posso accettare soldi da voi. Sto facendo il servizio alla comunità di questa settimana".
Il membro del Parlamento, felicissimo di questa notizia, lascia il negozio.
La mattina dopo, quando il barbiere va ad aprire, trova davanti al negozio una dozzina di altri parlamentari in fila, in attesa di un taglio di capelli gratuito.
(condivisa dalla bacheca di facebook di Carlo)
giovedì 1 settembre 2011
Lettera di una madre al proprio figlio
Se un giorno mi vedrai vecchia:
se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi abbi pazienza...ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo.
Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose … non mi interrompere … ascoltami... quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi.
Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare …ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno.
Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico...ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc.
Quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso…dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire…la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li vicino pronto ad ascoltarmi.
Quando le mie povere gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi.
Quando dico che vorrei essere morta…non arrabbiarti un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive.
Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada.
Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te.
Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te.
TI AMO FIGLIO MIO E TI AMERO’ PER SEMPRE...
anche se mi ignorerai...
(di: Sostenitori Delle Forze Dell'ordine)
per Vulcano48
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