"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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venerdì 30 luglio 2010

La mia pigòtta (bambola di stoffa)

Vi propongo questa mia poesia scritta da me in dialetto milanese. 
La versione è in milanese corretto, secondo la riforma grafica del prof.  Beretta. Ringrazio il prof. Piero Dragan per la sua gentile pazienza nel correggerla.
 

La Pigòtta
Quand mi séri ona tosètta
la mia bambola l’era de pèzza.
Mì giugavi con la pigòtta
fada de stòffa un po` veggiòtta.
La mia mama la faseva
lì settada su la cadrega.
Mì ai sò pee seri scrusciada
e guardavi estasiada
la pigòtta che se formava
con la bocca ricamada.
Tucc i strasc vegniven bon
ross, verd, giald, celèst, marron.
Nas e oeugg éren trii botton
i trezzitt faa de coton.
L'era bèlla la pigòtta
anche se l'era semper biòtta.
cont on tòcch de giornalin
ghe fasevi el scossarin.
Con la còrda e on scatolin
gh’ era pront el carrozzin.
La basavi, la ninavi
ed a spass mì la portavi
avant e indree per la ringhéra
che spuzzava de ruera.
Te see bèlla mia Mariana
fada de pèzza e de lana
con l’amor de la mia mama!
Enrica


LA PIGOTTA ( traduzione)
Quando ero una bambina / la mia bambola era di pezza. / Io giocavo con la bambola / fatta di stoffa un po’ vecchia. / La mia mamma la faceva / lì seduta sulla sedia. / Io ai suoi piedi ero accovacciata / e guardavo estasiata / la bambola che si formava / con la bocca ricamata. / Tutti gli stracci venivano buoni: / rossi, verdi, gialli celesti, marroni…/ Naso e occhi erano tre bottoni, / le treccine di cotone. / Era bella la mia bambola / anche se era sempre nuda. / Con un pezzo di giornalino / le facevo il grembiulino. / Con la corda e uno scatolino / era pronto il carrozzino. / La baciavo, la cullavo / e a passeggio la portavo / avanti e indietro per la ringhiera / che puzzava di spazzatura.
Tu sei bella mia Marianna / fatta di pezza e di lana / con l’amore della mia mamma!


DOPO TRENT'ANNI
ANCH'IO HO CONFEZIONATO
UNA PIGOTTA CASALINGA
PER GIULIANA!

mercoledì 28 luglio 2010

Un tassista particolare...

Ho ricevuto via e-mail questa storiella. Ve la propongo:

Il passeggero a bordo di un taxi richiama il conducente toccandogli la spalla.
Questi lancia un urlo atroce, perde il controllo della vettura, manca di poco un pullman, sbatte contro un marciapiede e si ferma a pochi centimetri da una vetrina.
Dopo un paio di secondi di silenzio il passeggero si scusa con imbarazzo:
“Mi spiace, non immaginavo che si sarebbe spaventato così semplicemente toccandole una spalla...”
E il tassista replica: “No, sono io che mi devo scusare, vede oggi è il mio primo giorno di lavoro come tassista...negli ultimi 25 anni ho guidato un carro funebre...”

lunedì 26 luglio 2010

Una mia riflessione alla luce della pericope Evangelica “Le nozze di Cana”

Mi è stato chiesto una mia riflessione che riguardi la famiglia alla luce del Vangelo sulle “Nozze di Cana”.
Ci provo

In quel tempo. Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti.
Gv 2, 1-11 (Bibbia CEI 2008)

Se fossi pessimista direi che le giare vuote rappresentano la nostra vita svuotata di quei valori umani e cristiani (il vino buono) che la rendono importante e bella.
Ma sono una donna di speranza e quindi non posso uniformarmi al lamento di quanti vedono tutto buio e non fanno nulla per andare verso la luce.
Ho avuto modo di incontrare la famiglia in tutte le sue forme comprese le più ”moderne” e le più “fragili”.
Ho seguito molti incontri con i genitori tentando di leggere la nostra e la loro vita alla luce del Vangelo.
Sono emerse chiaramente le paure e i timori che accompagnano da sempre la crescita dei figli; paure e timori legati soprattutto alle difficoltà di vivere appieno i valori cristiani e di trasmetterli ai figli.
L’amore, la famiglia, l’amicizia, l’onestà, la fedeltà, l’uguaglianza sono ancora più che mai attuali nel cuore delle famiglie incontrate, la conferma ne è la sofferenza che deriva dalla consapevolezza di essere fragili dinanzi ad essi.
Non abbiamo “svuotato” la nostra vita (giara) del vino buono, ma l’abbiamo reso più leggero, meno corposo, meno gustoso.
In questa nostra società in cui tutto si consuma in fretta, dove il successo personale è il principale obiettivo da raggiungere con qualsiasi mezzo, dove per non essere “tagliato fuori” devi scendere a compromessi, anche noi ci siamo un po’ adeguati, modificando a nostro piacere valori fondanti la nostra fede lasciandoci sedurre da tutto ciò che ci viene proposto con facilità e che ci da un appagamento immediato.
Ma la società siamo noi, ognuno di noi è una cellula di questa nostra società, e allora occorre ripartire da noi stessi per ritornare a dare gusto alla nostra esistenza e lo possiamo fare partendo da quelle semplici parole di Maria “fate quello che vi dice”…!!!
E allora le giare torneranno ad essere piene di vino di ottima qualità.
enrica

venerdì 23 luglio 2010

Un ladro in Paradiso.

Il Paradiso è solo questione di misericordia.
UN LADRO IN PARADISO
Un ladro arrivò alla porta del Cielo e cominciò a bussare: «Aprite!».
L’apostolo Pietro, che custodisce le chiavi del Paradiso, udì il fracasso e si affacciò alla porta.
«Chi è là?». «lo». «E chi sei tu?».
«Un ladro. Fammi entrare in Cielo».
«Neanche per sogno. Qui non c'è posto per un ladro».
«E chi sei tu per impedirmi di entrare?». «Sono l'apostolo Pietro!».
«Ti conosco! Tu sei quello che per paura ha rinnegato Gesù prima che il gallo cantasse tre volte. lo so tutto, amico!».
Rosso di vergogna, San Pietro si ritirò e corse a cercare San Paolo: «Paolo, va' tu a parlare con quel tale alla porta».
San Paolo mise la testa fuori della porta: «Chi è là?».
«Sono io, il ladro. Fammi entrare in Paradiso». «Qui non c'è posto per i ladri!».
«E chi sei tu che non vuoi farmi entrare?». «lo sono l'apostolo Paolo!».
«Ah, Paolo! Tu sei quello che andava da Gerusalemme a Damasco per ammazzare i cristiani. E adesso sei in Paradiso!».
San Paolo arrossì, si ritirò confuso e raccontò tutto a San Pietro.
«Dobbiamo mandare alla porta l'Evangelista Giovanni» disse Pietro. «Lui non ha mai rinnegato Gesù. Può parlare con il ladro». Giovanni si affacciò alla porta.
«Chi è là?».
«Sono io, il ladro. Lasciami entrare in Cielo».
«Puoi bussare fin che vuoi, ladro.
Per i peccatori come te qui non c'è posto!».
«E chi sei tu, che non mi lasci entrare?».
«lo sono l'Evangelista Giovanni».
«Ah, tu sei un Evangelista.
Perché mai ingannate gli uomini?
Voi avete scritto nel Vangelo:
"Bussate e vi sarà aperto. Chiedete ed otterrete".
Sono due ore che busso e chiedo, ma nessuno mi fa entrare.
Se tu non mi trovi subito un posto in Paradiso, torno immediatamente sulla Terra e racconto a tutti che hai scritto bugie nel Vangelo!».
Giovanni si spaventò e fece entrare il ladro in Paradiso.
B. Ferrero

giovedì 22 luglio 2010

La gioia è più grande del dolore?

Non possiamo tenere fuori dalla nostra vita la gioia e il dolore. La nostra vita può cambiare in un secondo e non sappiamo mai quando arriva quel secondo.
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Allora una donna domandò:
Parlaci della Gioia e del Dolore.
Ed egli rispose:
La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera.
E quello stesso pozzo che fa scaturire il vostro riso
fu più volte colmato dalle lacrime vostre.
Come potrebbe essere altrimenti?
Più a fondo vi scava il dolore,
più gioia potete contenere.
La coppa in cui versate il vostro vino
non è la stessa coppa cotta nel forno del vasaio?
E il liuto che addolcisce il vostro spirito
non è lo stesso legno intagliato dal coltello?
Quando siete felici,
se scruterete il vostro cuore,
troverete che è ciò che vi ha fatto soffrire
a darvi ora la gioia,
E quando siete afflitti,
guardate ancora nel cuore,
e scoprirete che state piangendo
solo per ciò che vi ha reso felici.
Alcuni di voi dicono,
"La gioia è più grande del dolore"
e altri dicono, “No, il dolore è più grande".
Ma io dico a voi che sono inseparabili.
Essi giungono insieme,
e quando l'una siede a tavola con voi,
ricordate che l'altro dorme nel vostro letto.
In realtà, oscillate tra il dolore e la gioia
come i piatti d'una bilancia.
Solo se vuoti, state fermi e in equilibrio.
E quando il tesoriere
vi alzerà per pesare
il suo oro e il suo argento, allora
la gioia o il dolore
dovranno per forza sollevarsi o cadere.

Gibran Kahlil Gibran - Il Profeta (BIBLIOTECA DELLA FENICE-GUANDA)1986

martedì 20 luglio 2010

Perchè al nome Giuliana ho aggiunto "angelo misterioso"?


Carissimi Coniugi,
ho letto tutto con animo sospeso e commoventissimo l’opuscolo della piccola vostra figlia adottata.
Non ho mai letto un opuscolo divino ed umano come il vostro, più divino che umano.
Per me è veramente il V. Vangelo Vivente e vissuto.
La figlia è Gesù in persona, vittima innocente per i peccati del mondo.
In cielo sarete coronati luminosamente da questo angelo misterioso che è vostra figlia, anzi la mia figlia la nostra figlia, la figlia di tutti nata per opera dello S. Santo per manifestare le opere grandi di Dio - Ma più grandi della figlia siete voi, papà e mamma.
Che Dio vi sorrida sempre.
Padre Tito Bresciani

lunedì 19 luglio 2010

Non trattenerti mai!

Mi hanno chiesto questa riflessione di M.T. di Calcutta dal titolo "Donne". Eccola:
Tieni sempre presente
che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione
non hanno età.
Il tuo spirito è la colla
di qualsiasi tela di ragno.
 Dietro ogni linea di arrivo
c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo
c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva,
sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi,
torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
Insisti anche se tutti
si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che arrugginisca
il ferro che c’è in te.
Fai in modo
che invece che compassione,
ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni
non potrai correre,
cammina veloce.
Quando non potrai
camminare veloce,
cammina.
Quando non potrai camminare,
usa il bastone.
Però non trattenerti mai!
Madre Teresa di Calcutta

mercoledì 14 luglio 2010

A Giuliana: "angelo misterioso" Prefazione

Amico, siediti, ti racconterò...Ascolta con il cuore... (Quoist)
Carissimi, accogliete, nel vostro cuore, questa mia raccolta di appunti sull’amore. La mia scusa è di essere stata invitata a scrivere la mia esperienza con Giuliana dai vari Specialisti che in questi anni l’hanno avuta in cura.
Non ho potuto dire tutto, ho dovuto scegliere : forse ho insistito sulle difficoltà dell’amore.
Avrei voluto essere una scrittrice per meglio elaborare questo scritto e commettere meno imperfezioni.
Nei miei limiti rischio di non riuscire a far trasparire quanto questa esperienza ha reso e rende la mia vita una avventura bellissima e stimolante, seppùr difficile. Una avventura d’amore con a fianco un marito meraviglioso e con tanti parenti e amici.
Con affetto e amore da enrica

L’adozione, come nella gravidanza,
voluta e desiderata,
non è scegliere il figlio,
è accettare il figlio con o senza problemi.
Nel vocabolario dell’amore
non esistono le parole "voglio" o "non voglio"
esiste solo la parola "AMO"




a Giuliana:
"angelo misterioso"


PREFAZIONE
Adozione più autismo: gigantesco rebus dalla difficile soluzione.
Ciò che risolve in parte il problema adozionale, non combacia a favore del problema autistico e viceversa.
Vent’anni fa, quando adottammo Giuliana, (una bambina di circa tre anni con una grave situazione psicologica e fisica a suo carico) non lo definivano "autismo infantile" ma "carenza affettiva" - "psicosi infantile".
In questo ultimo decennio si parla frequentemente del bambino affetto da autismo infantile: come vivere con lui, come educarlo, come socializzarlo, come infrangere il mondo silenzioso entro il quale si barrica.
Abbiamo cercato le risposte, a queste e altre domande, nei trattati di neurologia, psichiatria, psicologia, pedagogia, antropologia: Kanner, Bettelheim, Zappella, Brauner, Doman Delacato, Spock...
(molto si scrive: teorie contrastanti tra loro - aiuto concreto...poco!).
Partecipiamo a dibattiti, conferenze, ascoltiamo e leggiamo casi di esperienza vissuta.
Scegliamo lo specialista che (secondo il periodo e il problema che si presenta) pensiamo sia il meglio per il bambino: neurologo, psichiatra, psicologo, terapista, antropologo, ecc...
(Molte volte giudici dei genitori - Rare volte alleati - Quasi inesistenti sul “campo di battaglia” familiare).
Psicoterapia con uno, terapia sul reale con un’altro –
Medicinali con uno, niente con un’altro –
Linea dura con uno, linea dolce con un’altro –
Anni di caos - Cambiamenti non voluti.
L’unica costante che resta nel tempo è l’amore che a lui doniamo:
instancabile amore... pur sbagliando...è sempre costante amore.
Enrica
Gennaio 1994

PER LEGGERE IL DIARIO COMPLETO PREMI IL LINK SOTTO:
http://signorag.blogspot.com/p/giuliana.html

lunedì 5 luglio 2010

La perla magica

Glauco mi ha inviato questa meditazione per me e Giulio.
La condivido con voi. Grazie Glauco


                                                            LA PERLA MAGICA
L’imperatore giallo,scendeva lungo la costa dello yang tze quando si accorse di aver perso la sua perla magica.
Allora chiese alla vista di trovarla,ma la vista non la trovò, chiese all’intelligenza di trovarla ma nemmeno l’intelligenza la trovò.
Allora chiese al nulla e il nulla gliela portò. Che cosa straordinaria era successo. La mente non poteva arrivare e nemmeno lo sguardo esteriore ma chiedendo internamente al Divino che c'è in tutti noi l'imperatore ritrovò la sua perla magica, la luce che si era spenta.
Lascia fare a Dio abbandonati ad esso, lui conosce la tua situazione e se si chiude una porta, abbi fede, Dio ti aprirà una finestra.