ll bacio venne commissionato privatamente a Francesco Hayez dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto; Hayez era un pittore molto noto nella Milano dei circoli patriottici, tanto da esser ritenuto da Giuseppe Mazzini «capo della scuola di pittura storica, che il pensiero Nazionale reclamava in Italia»,[4] quindi non vi è sorpresa se il Visconti gli incaricò di trasportare in pittura le speranze associate all'alleanza tra la Francia ed il regno di Sardegna.
Il dipinto, terminato nel 1859 e presentato a Brera il 9 settembre dello stesso anno con il titolo Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV',[5] andò quindi ad ornare la lussuosa dimora del Visconti per più di venticinque anni; solo nel 1886, un anno prima della sua morte,[6] il conte destinò la tela alla Pinacoteca di Brera,[7] dove è tuttora esposta nella sala XXXVII.[8]
La versione di Brera è indubbiamente la più famosa, ma Hayez realizzò tre versioni del dipinto. La seconda copia si differenzia dalla prima in quanto qui la fanciulla indossa un abito bianco; realizzata nel 1861 per la famiglia Mylius, è stata inviata all'Esposizione Universale di Parigi del 1867 e nel 2008 è stata battuta all'asta da Sotheby's per la somma di 780,450 sterline.[9] La terza versione è l'unica ad esser stata trasposta su un acquarello su carta, di formato ovoidale; realizzata nel 1859 (dunque coeva a quella di Brera), fu donata da Hayez alla sorella della giovane amante Carolina Zucchi, ed è oggi esposta alla Pinacoteca Ambrosiana, a Milano.[10] L'ultima e quarta copia, infine, si discosta da quella originale per il drappo bianco steso sui gradini ed il verde e acceso del manto dell'uomo.[3]La scena è ambientata in un vago interno medievale. Si tratta dell'androne di un castello, di cui sono messi in rilievo tre gradini, a destra della tela, e l'estesa parete lapidea; la superficie di quest'ultima occupa omogeneamente quasi tutto lo sfondo del dipinto, e di fatto viene interrotta solo da un varco archiacuto gotico, introdotto da una sottile colonnina, e da una bifora che si staglia in alto a destra, appena accennata in quanto tagliata dal margine superiore del quadro. Ebbene, in quest'ambientazione medievaleggiante si sta consumando un appassionato quanto sensuale bacio tra due giovani amanti, in un clima di romantica sospensione.
L'uomo ha un ruolo attivo nell'amplesso, trattenendo saldamente tra le mani il capo e il viso dell'amata; al contrario, quest'ultima si abbandona languidamente alle effusioni, limitandosi a stringere le spalle dell'amato con il braccio sinistro. Rapiti in un'estasi d'amore, i due corpi si compenetrano appassionatamente, con il busto dell'uomo che asseconda il flessuoso corpo della compagna, arcuato dinanzi a una passione così travolgente.[10]
Il bacio è molto sensuale, ma non è molto tranquillo. L'uomo, infatti, poggia la gamba sinistra sul primo gradino della scalinata, lasciando emergere l'elsa di un pugnale dal mantello: quest'instabilità fisica manifesta un certo nervosismo, come se il bacio fosse mosso non da un semplice anelito sentimentale, bensì da un'imminente dipartita, trasformando questo romantico gesto in uno straziante commiato. I toni melodrammatici sono esasperati dalla presenza di una figura in penombra in posizione tergale, dietro il varco archiacuto: le interpretazioni sono molteplici, tanto che si è pensato che si possa trattare di un uomo intento a spiare furtivamente la scena, di un congiurato che attende il congedo del suo sodale dall'amata per cominciare la loro azione, anche se più probabilmente non è nient'altro che una semplice domestica.
(Da Wikipedia)
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