"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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martedì 23 luglio 2019

Valutare l'Incontro

Chiunque attraversi il nostro cammino ha un messaggio per noi. 
Altrimenti avrebbe scelto un’altra strada o se ne sarebbe già andato.

James Redfield

Apri te stesso

"GLI ELEMENTI DEGLI ELEMENTI"
L'acqua ha detto: Fluisci, non pensare. La vita è un movimento costante, non si ferma.
Il fuoco diceva: Trasformati, non rimanere immobile nel vuoto della calma apparente. La vita è un fuoco, un crepitio costante.
L'aria diceva: rilascia, lascia andare, lascia andare tutto ciò che ti impedisce di essere e volare in libertà. La vita è un sospiro, un respiro, un momento.
La terra disse: Radica, alza i tuoi rami e fiorisci. La vita contiene il mistero di tutti i semi e la saggezza millenaria di tutte le foreste.
Il cuore diceva: sii incantato, apri te stesso, espandi te stesso e ami, ami tutto ciò che la tua anima infinita racchiude. La vita, se non contiene ed è contenuta nell'Amore, non è Vita.
Nativo Sioux

lunedì 22 luglio 2019

I veri valori non sono in vendita

Con tutto l’oro del mondo non si può comprare il battito del cuore, né un lampo di tenerezza.
-A. De Lamartine-

Il libro della vita

C’è chi ti legge come un libro aperto, chi ti chiude come un libro letto, chi ha perso il segnalibro, chi ti ha sfogliato e riposto sullo scaffale, chi ti ha portato a casa e messo in libreria. Forse un giorno qualcuno ti legge sul serio, dalla copertina all’ultima pagina, e ti porta con sé come il dono più prezioso. 
- P. Ettari -

Seminiamo l'aurora

"Nessun cammino è lungo per chi crede e nessuno sforzo è grande per chi ama. Seminiamo l'aurora, oggi, di un giorno nuovo".
(canto popolare dell'America latina)

martedì 9 luglio 2019

San Carlo...le patatine

Le patatine San Carlo nascono negli anni ’30 (del novecento) a Milano. E’ proprio il 1936,  data che diventa nome di un tipo di patatina, quella della ricetta originale,  l’anno in cui Francesco Vitaloni apre la prima rosticceria in via Lecco. Con la moglie Angela al suo fianco ha l’idea giusta ed inizia a friggere patatine croccanti. I primi clienti sono i bar e i panettieri del quartiere: si producevano venti chili al giorno. Oggi fa sorridere, ma tanto è bastato per avere subito un grandissimo successo, tanto da non riuscire a reggere alle ordinazioni costringendo il negozio ad ingrandirsi, trasferendosi a Greco nel 1940 e fondando l’azienda vera e propria. Il nome? “San Carlo…le patatine”. I tre puntini giusto per separare la santità dalla frittura.  Lo stesso nome che oggi gira il mondo.
Sapete da dove arriva? Via Lecco è nell’area lottizzata dopo l’abbattimento del lazzaretto, quello di manzoniana memoria. A sopravvivere solo una piccola porzione in via San Gregorio e la chiesa che troneggiava nel centro. Quella chiesa che fa da sfondo ancora oggi proprio a via Lecco è la chiesa di San Carlo al Lazzaretto; ecco da dove arriva il nome. Un pezzo di storia, di letteratura e di cultura milanese, uniti in un marchio che oggi fa il giro del mondo.
L’azienda passa ad Alberto negli anni ’50 per affermarsi e diventare leader come la conosciamo oggi. Nel 1975 l’amministrazione si sposta in via Turati e negli anni ’90 invade il mercato europeo. Ancora 10 anni ed il mercato nuovo è quello oltre oceano.
Oggi a condurre l’azienda è Susanna, figlia di Alberto, tutto in famiglia come all’inizio, come è raro che succeda. Succede in Branca, succede qui. Bello accomodarsi per un aperitivo e ritrovarsi al tavolo la storia di Milano, nei suoi nomi, nelle sue chiese, nei suoi romanzi e nelle sue, le nostre patatine.
Danilo Denny Dagradi


Origini andare in luna di miele.

Perché dopo il matrimonio si usa andare in luna di miele?
Le origini di questa locuzione sono disparate. Alcuni sostengono che risalgono al Quinto secolo, quando le coppie di sposi bevevano idromele, una bevanda alcolica a base di miele, dopo aver trascorso la loro prima luna insieme come coppia sposata. L’idromele era un regalo da parte degli invitati al matrimonio e si credeva che avesse proprietà afrodisiache e che aiutasse il concepimento. Secondo il dizionario Oxford, questo modo di dire concatena il primo mese delle nozze ad un’intera fase della luna.
Altri fanno risalire l’origine dell’espressione luna di miele al Sedicesimo secolo, quando si diffuse l’idea che il primo mese di matrimonio fosse il più dolce; era quindi sottinteso che la felicità iniziale durasse poco. Si ritrovano queste parole anche negli scritti di Richard Huloet e Samuel Johnson, ma in questo caso si tratta di una critica pungente della tradizione. Un’altra teoria collega la celebre locuzione alla parola nordica hjunottsmanathr, termine che si riferisce all’abitudine antica dell’uomo di rapire la sposa e nasconderla agli occhi dei familiari fino a farli desistere dal riportarla a casa.
supereva.it

Abbiamo bisogni di uomini veri


"I problemi del mondo non possono essere risolti da degli scettici o dei cinici i cui orizzonti si limitano a delle realtà evidenti. Noi abbiamo bisogno di uomini capaci di immaginare ciò che non è mai esistito...la ragione e lo spirito dell'uomo hanno spesso risolto problemi che sembravano insolubili"
John Fitzgerald Kennedy
Dipinto tratto da filosofia del buon vivere-

lunedì 8 luglio 2019

Un sorriso con la lettera di una mamma

Caro figlio, ti scrivo queste poche righe per farti sapere che sono ancora viva. Scrivo lentamente perché so che non sai leggere in fretta. Tuo padre ha un nuovo lavoro molto soddisfacente. Ora ha 500 uomini sotto di lui. Taglia l'erba al cimitero. Ho trovato una lavatrice nella nuova casa quando ci siamo trasferiti, ma non funziona tanto bene. La scorsa settimana ci ho messo dentro una dozzina di camicie, ho tirato la catena e non le ho piu' ritrovate. Tuo zio Mario e' morto affogato in una vasca di vino della azienda vinicola. Alcuni suoi colleghi si sono tuffati per salvarlo, ma li ha respinti con coraggio. Abbiamo cremato il corpo. Ci sono voluti tre giorni per spegnere il fuoco. Ha piovuto solo due volte la scorsa settimana. La prima volta per quattro giorni e la seconda per tre. E' meglio che vada ora, tua sorella Lucia ha appena avuto un bambino questa mattina. Non so ancora se e' un maschietto o una femminuccia, quindi non posso dirti se sei diventato zio o zia.
A proposito della giacca che mi avevi chiesto, tuo zio Piero mi ha detto che spedirtela coi bottoni sarebbe stato molto caro (per via del peso dei bottoni). Allora li ho staccati. Se pensi di riattaccarli, te li ho messi tutti nella tasca interna. Tuo fratello Gianni ha fatto una grossa sciocchezza con la macchina: è sceso e ha chiuso di scatto la portiera lasciando dentro le chiavi. Allora è dovuto rientrare a casa a prendere il secondo mazzo di chiavi, e così anche noi abbiamo potuto scendere dalla macchina. Se vedi Margherita salutala da parte mia. Se non la vedi, non dirle niente.
La tua mamma che ti vuole tanto bene!
P.s.: volevo metterti anche un po' di soldi, ma avevo già chiuso la busta.
fonte web

Secondo grazie al reparto oculistico dell'ospedale Valduce di Como.


Per la SECONDA volta in 20 giorni una semplice ma intensa parola: "Grazie".
Vogliamo esprimere sentimenti di gratitudine a tutto lo staff medico-infermieristico del reparto oculistico dell'OSPEDALE VALDUCE DI COMO. Professionalità, cortesia e umanità. Abbiamo sperimentato la presenza di un bene tangibile e concreto nella nostra società, di cui spesso, invece, vengono troppo facilmente evidenziati aspetti negativi e malfunzionamenti. Grazie.

Una gentilezza e disponibilità da parte di tutti, non ci saranno mai abbastanza parole per esprimere la nostra profonda gratitudine. Siamo certi che il lavoro di tutti voi è una missione che quotidianamente portate avanti, che non è di molti, possa ricambiarvi con altrettante soddisfazioni.

Uno scatto di speranza

C'è uno scatto che di diritto è entrato nella storia del secolo scorso. La fotografia del marinaio che bacia l'infermiera rubata da Alfred Eisenstaedt in Times Square durante i festeggiamenti per la fine della seconda guerra mondiale è nel contempo un simbolo del '900 e un'immagine di speranza. Il bacio e la leggerezza che spazzano via l'angoscia e i patimenti della guerra. Era il 14 agosto del 1945 quando quella scena venne catturata con una Leica e consegnata all'immortalità.

Partecipare al raccolto


Nessun raggio di sole va perduto, ma il germoglio che esso risveglia ha bisogno di tempo per spuntare.
Non sempre è concesso al seminatore di partecipare al raccolto. Ogni opera che abbia valore è frutto di fede.
Albert Schweitzer

lunedì 1 luglio 2019

Dentro ad un abbraccio

"Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto. Sorridere e piangere. Rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro. Gli abbracci sono un posto perfetto in cui abitare".
Charles Bukowski