"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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sabato 29 gennaio 2011

Auguri alla Grande "Famiglia" di Cesano Boscone.


Il gruppo statuario "Sacra Famiglia",in grandezza naturale, è un'opera in lastra di ferro forgiata dal Cav. Alfonso Cavaiuolo e donata all'Istituto nel 2001. Sistemata sopra un masso di granito, all'incrocio dei viali interni dell'Istituto Sacra Famiglia dove è ricoverata Giuliana.





Ognuno di noi
è stato scelto
attraverso un incontro gratuito
perché si renda egli stesso
incontro per gli altri.
È dunque per una missione
 che siamo stati scelti.

(don Giussani da In cammino, supplemento a Il Sabato, n. 41, 10 ottobre 1992)

martedì 25 gennaio 2011

Le cose dipendono da come vengono lette




(PRIMA DELLE NOZZE)

   LEI:  Ciao Giulio!
   LUI:  Finalmente! da quanto tempo aspettavo questo momento!
   LEI:  Vuoi che vada via?
   LUI:  NO! Come ti viene in mente? Solo a pensarci, rabbrividisco!
   LEI:  Mi ami?
   LUI:  Certamente! a tutte le ore del giorno e della notte!
   LEI:  Mi hai mai tradito?
   LUI:  NO MAI! perché me lo chiedi?
   LEI:  Vuoi baciarmi?
   LUI:  Sì, ogni volta che ne ho l'occasione!
   LEI:  Saresti mai capace di picchiarmi?
   LUI:  Sei impazzita? Sai come sono io!
   LEI:  Posso fidarmi di te?
   LUI:  Sì, Enrica!
   LEI:  Tesoro...

(47 ANNI DOPO )

...basta leggere il testo dal basso verso l'alto...

(L'ho condiviso da facebook e ho sostituito i nomi!!!)

venerdì 21 gennaio 2011

La Pace sia con te (Renato Zero)



Non riuscire a stare fermi un istante
saltare da un pensiero all’altro
da un desiderio all’altro in continuazione, è una maledizione
cercare un posto lontanissimo senza più legami
con questo caos di eterni pendolari,
di paradisi artificiali, palloni pubblicitari
e dentro il cuore, nel silenzio e ovunque altrove
fra le rovine del Partenone non trovare… che rumore
e ancora insoddisfazione… insoddisfazione!
Fuggire dal mondo e da se stessi,
nella finzione, nel sesso disperato,
nei videogames subire il fascino del sacro
nei reparti di un supermercato
sentirsi pieni di poetico abbandono
di un senso alto del tragico e del buono
e scoprire che per gli altri sei solo in posa
per l’avanspettacolo e la cronaca rosa
e nonostante tutto avere dell’amore
un’idea talmente splendente e sublime
e un bel niente, un bel niente da spartire
con queste vite mediocri e meschine
la pace sia con te, e con il tuo spirito
la pace sia con te, e con il tuo spirito
essere come una città sotto vetro
quasi sempre in stato d’assedio
circondati da nemici spietati,
o peggio ancora dal tedio e dai suoi derivati
avere voglia di salire sul tetto
e poi, di mettersi ad urlare
che magari arriva un disco volante
e ci viene a salvare
che se uno deve, per forza emigrare
allora è meglio un altro sistema solare
siamo noi quei misteriosi via vai dei pinguini
sulle distese che non hanno comunque confini
la pace sia con te, e con il tuo spirito
la pace sia con te, e con il tuo spirito
e nonostante tutto avere dell’amore
un’idea talmente splendente e sublime
e sapere bene di essere in bilico, in bilico.
La pace sia con te, e con il tuo spirito.

giovedì 20 gennaio 2011

Felicità raggiunta (Eugenio Montale)



Felicità raggiunta,
si cammina per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama....

Se giungi sulle anime invasedi tristezza e le schiari,
il tuo mattino e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
cui fugge il pallone tra le case.

mercoledì 19 gennaio 2011

Se (Lettera al figlio) Rudyard Kipling

Con questa lettera, datata 1910, Rudyard Kipling cercò di insegnare al figlio a distinguere fra il bene e il male



Se (Lettera al figlio, 1910)
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!

Joseph Rudyard Kipling (Bombay, 30 dicembre 1865 – Londra, 18 gennaio 1936) è stato uno scrittore e poeta britannico, nato in India e voce del colonialismo. 
La sua opera più nota è il racconto per ragazzi Il libro della giungla (The Jungle Book) (1894). Famoso è anche il racconto di spionaggio ambientato in India Kim (1901), oltre alle poesie Gunga Din (1892) e Se (If) (1895).




martedì 18 gennaio 2011

Il cane che mi rubò il cuore (Dan Clark )

Ho letto sulla bacheca “Le donne della polizia di stato” di facebook questo racconto che vi propongo:

 IL CUCCIOLO CLAUDICANTE
Il padrone di un negozio stava esponendo sulla porta un cartello con la scritta "si vendono cuccioli".
Questo genere di annuncio attira sempre i bambini e difatti di li a poco un ragazzino si presentò nel negozio chiedendo: "quanto costano i cagnolini?"
Il padrone rispose: "tra 30 e 50 €".
Il bambino mise la mano in tasca e ne estrasse alcune monete: "ho solo 2,37 € ...
Posso vederli?".
L'uomo sorrise e fece un fischio. Dal retrobottega entrò correndo il suo cane seguito da cinque cuccioli.
Uno di questi però era rimasto molto indietro rispetto agli altri.
Il ragazzino subito indicò il cagnolino rimasto indietro che stava zoppicando: "Cosa gli è successo?".
L'uomo gli spiegò che, quando era nato, il veterinario gli aveva detto che quel cucciolo aveva un'anca difettosa e che sarebbe rimasto zoppo per sempre.
Il bambino si commosse a quelle parole ed esclamò: "questo è il cagnolino che voglio comprare!".
E l'uomo gli rispose: "no, non dovrai comprarlo! Se lo vuoi veramente te lo regalerò!".
Il bambino rimase attonito e guardando l'uomo diritto negli occhi gli disse: "non voglio che lei me lo regali: vale tanto quanto gli altri cagnolini e io le pagherò il prezzo intero. Se è d'accordo le darò subito i miei 2,37 € e 50 centesimi ogni mese fino a quando lo avrò pagato completamente".
L'uomo rispose: "non vorrai davvero comprare questo cagnolino, ragazzo. Non sarà mai in grado di correre, di saltare e di giocare come gli altri cagnolini!".
Allora il bambino si piegò ed estrasse dai pantaloncini la sua gamba sinistra, malformata ed imprigionata in un pesante apparecchio metallico.
Guardò di nuovo l'uomo e gli disse: "questo non importa, anch'io non posso correre e il cagnolino avrà bisogno di qualcuno che lo capisca!".
L'uomo adesso stava mordendosi le labbra e i suoi occhi si riempirono di lacrime...
Sorrise e disse: "ragazzo, mi auguro e spero davvero che ciascuno di questi cuccioli trovi un padrone come te."
 
Tutti hanno diritto a vivere una vita normale...
 Tratto dal libro di Capuzzo Michael e Banik Capuzzo Teresa

Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.

Non aspettare di finire l’università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera
o la domenica mattina,
la primavera,
l’estate,
l’autunno o l’inverno.
Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione.
Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito
e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l’importante non cambia:
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza.
Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti
si aspettano che lasci perdere.

(Madre Teresa di Calcutta)

martedì 11 gennaio 2011

Vanto del cielo è il limpido firmamento...



Vanto del cielo è il limpido firmamento,
spettacolo celeste in una visione di gloria.
Il sole, quando appare nel suo sorgere, proclama:
«Che meraviglia è l’opera dell’Altissimo!».
A mezzogiorno dissecca la terra
e di fronte al suo calore chi può resistere?
Si soffia nella fornace nei lavori a caldo,
ma il sole brucia i monti tre volte tanto;
emettendo vampe di fuoco,
facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi.
Grande è il Signore che lo ha creato
e con le sue parole ne affretta il corso.
Anche la luna, sempre puntuale nelle sue fasi,
regola i mesi e indica il tempo.
Viene dalla luna l’indicazione di ogni festa,
fonte di luce che decresce fino a scomparire.
Da essa il mese prende nome,
mirabilmente crescendo secondo le sue fasi.
È un’insegna per le schiere in alto,
splendendo nel firmamento del cielo.
Bellezza del cielo è la gloria degli astri,
ornamento che brilla nelle altezze del Signore.
Stanno agli ordini di colui che è santo,
secondo il suo decreto,
non abbandonano le loro postazioni di guardia.
Osserva l’arcobaleno
e benedici colui che lo ha fatto:
quanto è bello nel suo splendore!
Avvolge il cielo con un cerchio di gloria,
lo hanno teso le mani dell’Altissimo.
Con il suo comando fa cadere la neve
e fa guizzare i fulmini secondo il suo giudizio:
per esso si aprono i tesori celesti
e le nubi volano via come uccelli.
Con la sua potenza egli condensa le nuvole
e si sminuzzano i chicchi di grandine.
al rumore del suo tuono fa tremare la terra,
e al suo apparire sussultano i monti;
secondo il suo volere soffia lo scirocco,
così anche l’uragano del settentrione e il turbine dei venti.
Egli sparge la neve come uccelli che discendono,
come locusta che si posa è la sua caduta.
L’occhio ammira la bellezza del suo candore
e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
(Siracide 43,1-18 Bibbia CEI 2008)

venerdì 7 gennaio 2011

La vita è fatta di incontri

Signore, troppo spesso ho sottovalutato l'importanza
degli incontri,
la loro ripercussione sulla mia vita,
e su quella degli altri.
 La ripercussione che
« potrebbero »,
che « dovrebbero »
avere.
E non hanno. Per colpa mia.
Perché non ho saputo cogliere il messaggio
che l'altro mi porgeva.
O perché non avevo nessun messaggio da comunicare.

Incontri casuali.
Brevi.
Rapidi.
Apparentemente senza domani.
Che sembrano non dover incidere.
E invece potrebbero essere così intensi
da sconvolgere un' esistenza.

Incontri ripetuti per settimane, mesi, anni.
Spesso per una vita intera.
Che potrebbero trasformarci lentamente, in profondità
E invece lasciano il tempo che trovano.

Signore, quante volte hai cercato di comunicarti a me,
a noi,
attraverso questi incontri.

La mia vita è fatta di incontri.
La mia vita è condizionata dagli incontri.
E sarà ricca o povera,
utile o inutile,
secondo la disponibilità interiore con cui
mi avvicino agli altri.

Disponibilità a dare e ricevere.
Consapevole della mia povertà e della mia ricchezza.
Della povertà e della ricchezza degli altri.

Signore,
sono passata accanto
alla bellezza,
alla saggezza,
alla bontà, alla pazienza,
alla gioia...
E non mi sono fermata a lodarti e ringraziarti.

Sono passata accanto alla sofferenza,
alla stanchezza,
all'esasperazione...
E non mi sono fermata a condividere e pregare.

Non mi sono fermata a cogliere il tuo messaggio,
nella vita e nell'esperienza degli altri.
Non mi sono fermata a porgere il tuo messaggio
d'amore e di speranza,
che può trasformare la vita dei miei fratelli.
E la mia.

Tratto da “l’anima cammina su tutti i sentieri”
La voce della scuola apostolica - Albino – giugno 1975

Automobilisti a Napoli e non solo...


I vigili urbani di Napoli, per incoraggiare l'utilizzo delle cinture, hanno deciso di dare un premio di 5.000 euro al primo automobilista che ogni mattina passa davanti a una pattuglia con la cintura allacciata.
Il primo giorno il premio va a una macchina che sta uscendo dal porto. I vigili la fermano e si congratulano con l'automobilista.
Uno dei vigili gli chiede cosa pensa di fare con i soldi vinti.
- Beh... - dice l'automobilista - Penso che andrò a scuola guida per prendere la patente!
Lo interrompe la donna vicino a lui:
- Non statelo a sentire... sragiona sempre quando è ubriaco...
Sul sedile posteriore un uomo che stava dormendo si sveglia, vede la scena e grida:
- Lo sapevo che non saremmo mai passati con una macchina rubata!
Improvvisamente, si sente un colpo dal baule, e due voci con accento africano chiedono:
- Allora, siamo fuori dal porto?

hazaroth in Barzellette

martedì 4 gennaio 2011

Buon Anno con gli occhi dei “Magi”! (don Angelo Casati)


…per me l'Epifania, festa che cade all'inizio di un anno, quando l'anno non ha ancora sette giorni di vita, è festa di augurio.
Per tutto l'anno.
È augurio ad avere - e non per un giorno solo, ma per tutto l'anno - occhi smisurati, occhi dilatati, occhi penetranti.
Perché nei cieli, anche nei più lontani, può apparire una stella.
L'Epifania è una questione di occhi: «Giunsero da Oriente a Gerusalemme... dissero: abbiamo visto sorgere una stella».
Immaginate la reazione da parte dei custodi degli assetti tradizionali, gli uomini dell'apparato religioso, culturale, politico.
«Ci mancavano», avranno pensato, «proprio i sognatori! quelli che vedono le stelle!».
Arrivavano da Oriente. Parola che evoca lontananze, mondi misteriosi, paesaggi non visitati, terre sconosciute.
Là, nel buio più buio di una notte, avevano visto sorgere una stella.
Come a dire che stelle sono disseminate per tutti i cieli, anche quelli più lontani: le religioni più lontane, le culture più lontane, i paesi più lontani.

E così il racconto, silenziosamente, senza che tu te ne accorga, infrange un mito, quello secondo il quale «lontano» è sinonimo di «senza stelle».
Forse non ci azzardiamo a dirlo dei cieli fisici, ma dei cieli morali sì.
E infrange un altro convincimento, non espresso verbalmente, ma vissuto concretamente: quello secondo il quale stella per il cammino degli altri siamo noi…
Le stelle per fortuna brillano lontano, anche senza di noi…
Non controllori, ma uomini e donne in cammino.
Come è bello pensare che anche oggi i cieli sono disseminati di stelle.
E dietro le stelle uomini e donne in cammino.
Lunghi cammini, ci dicono i Magi. E dunque rispettiamo i cammini.
Per lo più noi apparteniamo alla razza dei «controllori»: i controllori del traguardo. Siamo quelli della porta d'arrivo: gli altri per noi esistono quando attraversano il traguardo.
Più rara la razza di coloro che sono lungo il cammino: a sostenere, a dare speranza, a incoraggiare.
Forse non ci si rende ancora conto di quanto bisogno oggi ci sia non tanto di controllori, quanto di uomini e donne del cammino.
Luoghi della notte, luoghi visitati dalle stelle, non sono solo i luoghi fisici, paesi e città delle nostre cartine geografiche, ma luoghi anche più interiori: notti segrete e bagliori improvvisi accadono nel cuore di ciascuno……
Dio accende stelle non solo fuori di noi, ma anche dentro di noi.
Occorre scrutare questi cieli profondi. Hai una percezione, sottile come un filo di luce, e per te è come un segnale. Senti di doverti mettere in cammino.
Cancellare i sogni è cancellare le stelle
Può avvenire allora che chi ti vede partire - l'uomo del «realismo» - ti guardi con occhi di ironia: «Ma come! Tu credi a queste percezioni? Credi ingenuamente che una luce possa abitare anche i desideri, i sogni, le attese del cuore?».
Sto immaginando: forse era la stessa ironia di chi vedeva partire da Oriente i Magi.
Andiamo adagio a cancellare i sogni: il pericolo è quello di cancellare le stelle che li abitano.
Andiamo adagio a censurare i desideri: il pericolo è quello di spegnere un grembo in cui dimorano le stelle.
Quelli che vedono partire i Magi e fanno dell'ironia assomigliano molto agli uomini dell'apparato che li vedono arrivare a Gerusalemme.
Consultano... ma non ci credono più di tanto.
Sono loro i padroni delle stelle, sono loro a seminarle sul cammino degli altri, loro le guide.
Chissà quanta ironia in cuor loro su quei Magi, gente strana, gente esaltata.
«Figuriamoci», avranno detto, «se non lo sappiamo noi...!».
È la gente che cancella con una risata i sogni, fa dell'ironia sui sentimenti, spegne i sussulti delle coscienze, spegne l'immaginazione.
Loro non si lasciano andare. Infatti rimangono a Gerusalemme.
È una questione di occhi
Certo non è un cammino facile star dietro le stelle.
Star dietro gli inviti segreti dello Spirito. A volte sembra proprio di non vedere più nulla: è capitato anche ai Magi.
E c'è subito qualcuno pronto a dire: «Hai visto? Ecco dove è arrivato l'uomo, la donna dei sogni; ecco dove è arrivato l'uomo, la donna che crede ai sentimenti, l'uomo, la donna che segue la voce del cuore, la voce dello Spirito!».
Sii fedele, dice il racconto, all'intuizione delle origini, anche quando ti sembra di brancolare nel buio.
La stella riappare.
Riappare quando esci dalla casa degli uomini dell'apparato, uomini che leggono immobili i libri, che danno indicazioni ma non le seguono.
La stella riappare.
È una questione di occhi. Di occhi capaci di intuire l'invisibile, di occhi capaci di vedere le cose nascoste, di occhi capaci di seguire tracce segrete, le tracce di Dio…
Certo gli uomini del realismo - del freddo opaco realismo - avrebbero fatto chissà quale ironia sui Magi, se li avessero visti, alla fine del cammino, davanti a quella casa di poveri, a Betlemme.
«Ecco l'uomo dei sogni», avrebbero detto, «ecco l'uomo delle stelle. Ecco l'uomo che cerca l'infinito. Guardatelo! Adora un bambino».
Gli uomini del grigio realismo hanno occhi ma non vedono.
L'Epifania è proprio una questione di occhi: è vedere l'infinito in un bambino.

Auguriamoci - e non per un giorno solo, ma per tutto l'anno! -, gli occhi smisurati, gli occhi dilatati, gli occhi penetranti dei Magi.