Se
Cristo è venuto come Salvatore è perché qualcosa di interiormente e
profondamente rotto nel cuore dell'umanità va aggiustato
Tutta la
Bibbia ci parla, indirettamente o direttamente, di questo
Cristo sovrano della storia.
C'è un canto inglese in
cui, su un'aria musicale in crescendo, si passano in rassegna tutti i settantasei libri della
Bibbia e di ognuno si mette in luce, con una frase, il suo riferimento
principale a Cristo:
In Genesi è l'ariete del sacrificio di Abramo.
Nell'Esodo, l'agnello pasquale.
Nel Levitico è
il nostro sommo sacerdote.
Nei Numeri, la nube di
giorno e la colonna di fuoco di notte...
Nei Salmi è il mio pastore.
Nel Cantico, lo sposo radioso.
In Isaia, il
servo sofferente.
In Matteo è il Cristo,
il Figlio del Dio vivente.
In Marco è l'operatore di prodigi.
In Luca è il Figlio dell'uomo.
In Giovanni è la porta per la quale entrare...
In Romani è colui che ci
giustifica.
Nell'Apocalisse, rallegrati Chiesa, egli è il Re dei re e il Signore dei
signori».
Gesù non è racchiuso in un
piccolo tratto della storia, ma la riempie tutta: è presente:
Nell'Antico Testamento come profetizzato,
Nel Nuovo Testamento come íncarnato,
Nel tempo della Chiesa come annunciato.
Il fatto di dividere la
storia del mondo in due parti - prima di Cristo e dopo Cristo - esprime proprio
questa convinzione: è l’ immagine gloriosa di Cristo
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