L’onda e il mare
Un giorno l’onda chiese al mare: “mi vuoi bene?”. Ed il mare
le rispose: “Il mio bene è così forte che ogni volta che t’ allontani verso la
terra io ti tiro indietro per riprenderti tra le mie braccia. Senza te la mia
vita sarebbe insignificante. Sarei un mare piatto, senza emozione.
Tu sei l’essenza del mio esistere.”.
L’onda fu felice. Tra le braccia del mare.
Facendo finta, ogni volta di volare via, per dare quel senso
di precarietà alle cose, per renderle preziose.
Ed ogni volta il mare la riprendeva, con le sue braccia
grandi, per riportarla a sé.
Raccontano che una notte la luna illuminava il mondo, e
l’onda bianca lentamente, in un ballo infinito, scivolava tra un prendersi e un
lasciarsi, col mare che stendeva le braccia per poi ritirarle, facendo finta a
volte di non poterlo fare, perché l’onda potesse assaporare anch’ essa quella
precarietà che rende le cose preziose.
L’onda ed il mare sono ancora lì, nel gioco infinito delle
emozioni.
E fanno finta che sarà l’ultima volta che l’onda partirà
verso la terra, per non tornare più, ma poi, alla fine, è più forte su tutto il
bisogno di riprendersi.
Nel sogno di un bene senza fine.
Racconto dal web
(Bordighera - foto di R. De Nicola)
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