Cappella Palatina del Palazzo Reale di
Palermo (1143): Mosaico Natività
Nell’iconografia sacra bizantina tutto ha un significato
teologico, come in questo splendido mosaico del
1143.
La stella,
che rappresenta il Divino, è direttamente connessa al bambino tramite un raggio
di Luce: il Dio Trino, biblicamente rappresentato dai tre Angeli in alto a
sinistra, si fa carne in Gesù Bambino e «pone la sua tenda in mezzo a noi» (Gv
1,14).
Attorno a
questo asse iconografico si muovono gli altri personaggi, che sembrano voler
uscire dalla staticità scenica per interpellarci e
rappresentarci.
A sinistra
i tre Magi a cavallo, un vecchio, un adulto ed un giovane (le tre età della
vita), si dirigono verso la grotta, segno dell’intera umanità alla ricerca di
Dio. Guidati dalla stella essi valicano il monte e si ritrovano a destra del
mosaico di fronte al Dio Bambino, a cui offrono i loro
doni.
Nel
frattempo il Grande Angelo in alto a destra annuncia al Mondo questo avvenimento
e canta la Gloria di Dio, mentre, più in basso, un altro Angelo indica la strada
e il bue e l’asino rappresentano la sapienza naturale delle creature che adorano
il Loro Creatore.
Nell’angolo
in basso a sinistra un anziano Giuseppe, con le spalle alla scena della nascita,
ma con il volto rivolto al bambino, rappresenta il dubbio, l’ansia, il tormento
di un’intera umanità, che è incerta se accogliere o rifiutare il
Mistero.
Maria, al
centro della scena e circondata di luce, ha uno sguardo accorato verso di noi,
invece che teneramente rivolto al Bambino, quasi a voler interrogarci
sollecitando una nostra scelta.
Il Bambino
Gesù è posto in una mangiatoia che ricorda la Sua Reposizione
Pasquale , mentre in basso a destra la levatrice lava Gesù
appena nato (tradizione ricevuta da vangeli apocrifi), a significare
proletticamente il lavaggio del Corpo Crocifisso di Gesù: nel Mistero di Natale
è così preannunciata la Croce.
Dio si fa
uomo e si dona “tutto” all’umanità, dal Natale alla
Pasqua.