"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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sabato 29 dicembre 2012

Per voi amici: Buon Anno

Con un sorriso e tanti auguri di vero cuore
per un anno pieno di serenità, salute, pace
per voi ed i vostri cari


La semplicità delle cose
mi ha accompagnato in tutti questi mesi.
La spontaneità mi ha reso serena.
L'amore mi ha fortificato il cuore.
Voi amici avete un posto importante
Colorate le mie giornate
Intonate musica nei miei silenzi
allargate il mio bagaglio di esperienze.
Grazie di esistere.
Buon Anno con tanta felicità,
con il bene con l'amore.
Siete tutte persone di cuore,
vi abbraccio con calore
Auguro a tutti un nuovo Anno
con sogni di speranza
Amici non ci sono distanze
quando l'amore vive in lontananza.
Vi voglio bene.
Con il cuore siate sempre sereni
Auguri carissimi

(testo di A. Testa e modificato)

sabato 15 dicembre 2012

Invito a Natale

Ogni volta che amiamo,
ogni volta che doniamo
è Natale.
~ Dale Evans ~

IL NATALE É
Il Natale non viene né se ne va
Il Natale é e permane 365 giorni
di amore e di pace.
Ogni gioia condivisa: Natale
Ogni lacrima asciugata: Natale
Ogni amicizia offerta: Natale
Ogni sforzo unito: Natale
Ogni esito raggiunto: Natale
Ogni incontro e ogni mano tesa: Natale
Ogni perdono generoso: Natale
Nella preghiera, ogni parola e silenzio: Natale
E nella comunione con Cristo saremo Natale

per voi miei carissimi: Buon Natale

martedì 11 dicembre 2012

Il falco pigro



Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al Maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato.
"E l'altro?" chiese il re.
"Mi dispiace, sire, ma l'altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell'albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo".
Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il falco.
Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno potè schiodare il falco dal suo ramo. Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull'albero, giorno e notte.
Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema.
Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino.
"Portatemi l'autore di questo miracolo", ordinò.
Poco dopo gli presentarono un giovane contadino.
"Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?" gli chiese il re.
Intimidito e felice, il giovane spiegò:"Non è stato difficile, maestà. Io ho semplicemente tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali ed ha incominciato a volare".

Talvolta, Dio permette a qualcuno di tagliare il ramo a cui siamo tenacemente attaccati, affinché ci rendiamo conto di avere le ali.

(Bruno Ferrero, Il Canto del Grillo)

Come è bella la festa del Natale (dialetto milanese)

Cuma l'è bell ai fest da Natal
Girà al paes cun piss tanti ciar,
truass a grüpp in mes a la gent
tücch bei alegar, visquar e cuntent;
sentì i campan sturnii a festa
e la piva sunaa dala banda in resta.
Vegna da pensà quand seum fiö
E mangieum patati, scicull e fasö.
S'aspiceva al Natal par scood la famm
E mangià al risott cunt al rost e al salam.
Par prima roba, levà sü prest
Guardà i belè dentar in dal cest.
Andà a mesa prima, duer imparàa
Parchè l'eva granda e biscantà.
Turnà a ca sübit parchè al fiucheva
E cunt i soquar sa sfurligheva.
Tücch in da la curta a fevan la spola
Da la ca al pulè par l'oca o la pola
Che dopu avei masà, spenà e netà been
Sa metevan a scaldà in sü fög dal camèn.
Quei da la Curtascia evan bravi a fa al rost,
in piasa Quaranta gh'eva al less cunt i cost
ala Zancona la pola cul bulogna
mentre in Pasquè capòn cul pürè.
Tütt l'eva bagnà, cun tanta pasiòn
Dal vin immancabil dal circulon,
e pö sa riunivan par sta tücch insèma
in ca dal Brusèn, dal cek o da la Leèna
e lì sa cuminceva a cantà al "Gloria"
tütt da filà e tütt a memoria
par rigurdà che ghè nasü al Bambèn
purtandu in tera a tucch un gran Ben.
( Poesia di Pedar Busoot)

giovedì 6 dicembre 2012

Povertà (pauper)


“Guardami, non sono trasparente.
Ascoltami, ti sto chiedendo aiuto.
Accoglimi, un tuo gesto può salvarmi la vita
Trasforma con un sorriso questo mio momento buio
Aiutami a pensare a quanto di bello c'è nel mondo.
Attraversiamo insieme montagne innevate,
verdi coltine, fiumi trasparenti e cieli azzurri.
Dimentichiamo le scarpe rotte, il tetto di cartone,
la fame, la sete e la solitudine.
Voglio sentire la pioggia sulla pelle,
camminare a piedi nudi,
cibarmi detta natura.
Non voglio fuggire dalla pioggia scrosciante
perché non ho un riparo
o camminare a piedi nudi
perché non ho scarpe,
né cibarmi detta natura perché non ho altro.
Ho diritto di vivere intensamente e degnamente
il più bel dono che il Signore ci abbia dato:
La VITA

(M. Francesca Buffa)

martedì 4 dicembre 2012

La strada per la felicità non è diritta



Esistono curve chiamate Equivoci.
Esistono semafori chiamati Amici.
Luci di sicurezza chiamate Famiglia.
Tutto si compie se hai:
una ruota di scorta chiamata Decisione
un potente motore chiamato Amore
una buona assicurazione chiamata Fede
e abbondante carburante chiamato Pazienza.
(Alejandro Jodorowsky)

Che tristezza!

Niente parole!!!


foto di Leonardo Abbate

Pensiero sulla madre


«Una donna il suo gioiello più prezioso
non lo indossa,
 lo mette al mondo».


(una mamma di facebook)

Immensità dell'universo

Mi distesi a guardare le stelle.
Mi parve di vederle per la prima volta.
E forse era davvero così,
perché le guardavo senza pensare ai loro nomi.
Immaginai di essere un uomo delle caverne
che non ha letto nulla,
che non ha studiato,
che non sa.
E, libero da tutta quella conoscenza,
mi persi nella meravigliosa,
consolante immensità dell’universo.
Non la guardavo più.
Ne ero parte.
(Tiziano Terzani)