"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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giovedì 29 dicembre 2022

Non è vero che tutto passa












Quando il tuo cuore subisce il forte shock di una perdita importante, una parte di esso, resta per sempre bruciato. Da quell'istante in poi, nella mente s'innesca una sinergia di protezione tra cuore e cervello, dove non passa più nulla. È un bisogno interiore di voler sfatare ad ogni costo una nuova perdita. Non ci si arrende, questo no, ma si guarda alla vita con una prospettiva molto più ponderata. Accade che, d'istinto e pur di proteggersi da una nuova sofferenza, ci si abitua alla propria zona comfort e li dentro ci si senta protetti, in pace, al sicuro. Si vive lo stesso con coraggio e determinazione tutte le situazioni quotidiane, ma non è più la stessa cosa, poiché quell'ala spezzata rallenta ed appesantisce il volo e fa risultare il viaggio molto più lento e faticoso. Non è vero che tutto passa. Tutto resta scolpito sulla lavagna dell'anima. Tutto segna ed insegna. Tutto cambia e ci cambia.

Carmen Pistoia

venerdì 23 dicembre 2022

Cosa chiedere a Natale?

 

"Sir, ha pensato a cosa chiedere a Natale?"
"Non ho voglia di ricevere niente, Lloyd"
"Nemmeno ciò che le è mancato durante l'anno, sir?"
"Lloyd, a me sono mancate le persone a cui voglio bene!"
"Allora un regalo l'ha già ricevuto, sir"
"E quale sarebbe, Lloyd?"
"Scoprire che le persone sono preziose per come sono e non per ciò che danno, sir"
"È questo lo spirito del Natale, Lloyd?"
"O forse è lo spirito dell'umanità".
Simone Tempia

giovedì 22 dicembre 2022

La gente fa er presepe e nun me sente

 

Er presepe
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé 'sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,
si de st'amore non capite gnente...
st'amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare 'na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l'amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Trilussa

lunedì 19 dicembre 2022

Un grazie augurale con l'agrifoglio.

 










S Natale 2022

Guardando l’agrifoglio abbiamo pensato a voi tutti del nucleo 1 Psichiatria S. Riccardo, in particolare in queste festività.
Agrifoglio è impassibile ad ogni stagione, dimostra come sia possibile concentrarsi sul proprio rigoglio e divenire così un punto di riferimento per deboli e potenti e, della certezza del potere della vita anche nei momenti più rigidi e difficili. E’ una esortazione a trovare in noi stessi, la bellezza della nostra vita ed il piacere di goderne in assoluta indipendenza, ma con umiltà e armonia, trovando sempre la forza dentro di noi in condivisione di Amore
Un semplice pensiero augurale nella gratitudine.
Enrica, Giulio

venerdì 16 dicembre 2022

Riscoprire il valore delle parole.


 













“San Giuseppe, uomo del silenzio, tu che nel Vangelo non hai pronunciato nessuna parola, insegnaci a digiunare dalle parole vane, a riscoprire il valore delle parole che edificano, incoraggiano, consolano, sostengono. Fatti vicino a coloro che soffrono a causa delle parole che feriscono, come le calunnie e le maldicenze, e aiutaci a unire sempre alle parole i fatti. Amen.” (Papa Francesco)

giovedì 15 dicembre 2022

Il cuore vive in mille posti diversi.

 

“Un bimbo mi ha chiesto: “Ma il cuore sta sempre nello stesso posto, oppure, ogni tanto, si sposta? Va a destra e a sinistra?”.
Io: “No, il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra”.

Ed intanto penso…. Poi, un giorno, crescerai.
Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare, davvero, nessun luogo. Ti sale in gola, quando sei emozionato. O precipita nello stomaco, quando hai paura, o sei ferito. Ci sono volte in cui accelera i suoi battiti, e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte, invece, fa cambio col cervello.
Crescendo, imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E, il più delle volte, ti tornerà indietro un po’ ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sarà bello uguale. O, forse, sarà più bello ancora. Questo, però, lo capirai solo dopo molto, molto tempo.
Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo più, un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato.
Poi, ci sarà un altro giorno. Un giorno un po’ diverso. Un po’ speciale. Un po’ importante.
Quel giorno, capirai che non tutti hanno un cuore.”

(l’autore è un …) – Medico cardiologo dell’ Ospedale Pediatrico Bambino Gesù –

lunedì 12 dicembre 2022

Madonna di Guadalupe: curiosità

 
Il mistero degli occhi della Madonna di Guadalupe: sembrano vivi ed in entrambi si riconoscono 13 figure umane e riflettono immagini proprio come le pupille. Un'altra curiosa scoperta nell'immagine della Vergine di Guadalupe è la posizione delle stelle nel mantello. Per gli indiani che li adoravano e li conoscevano, deve essere stato molto significativo. Il dott. Hernández Illescas ha studiato la posizione delle stelle negli altopiani messicani durante il solstizio d'inverno del 1531, anno delle apparizioni. Si scopre che tutte le stelle del mantello della Vergine corrispondono alle stelle principali delle costellazioni di quei giorni. Questo studio è stato pubblicato dal Dr. Hernández Illescas nel libro «Le stelle del mantello della Vergine di Guadalupe».

domenica 4 dicembre 2022

E' Natale, Signore, o già subito Pasqua?

 

E' Natale, Signore, o già subito Pasqua?   1

Luigi Serenthà

E' Natale, Signore, o già subito Pasqua?
Il legno del presepe è duro, come legno di croce.
Il freddo ti punge, quasi corona di spine.
L'odio dei potenti ti spia e ti teme.
...quanti segni di morte, Signore in questa tua nascita,
comincia così il tuo cammino tra noi, la tua ostinata decisione
di essere Dio, non di sembrarlo.
Grazie, Signore, per questa ostinazione,
per questo sparire, per questo ritirarti
che schiude un libero spazio
per la mia libera decisione di amarti.
Dio che ti nascondi, Dio che non sembri Dio,
Dio degli stracci e delle piaghe,
Dio dei pesi e delle infamie,
io ti amo.
Non so come dirtelo, ho paura di dirtelo
perché talvolta mi spavento e ritiro la parola;
eppure sento che devo dirtelo:
io ti amo!
In questa possibilità di amarti che la tua povertà mi schiude
divento veramente uomo,
scopro di essere uomo, non di sembrarlo.
Il tuo Natale è il mio Natale.
Nella gioia di questo nascere,
nello stupore di poterti amare,
io accetto, io voglio, io chiedo che anche per me,
Signore,
sia subito Pasqua.

domenica 13 novembre 2022

Avvento: Può darsi, una sera

 

PUÒ DARSI, UNA SERA

Verrà, una sera

in cui nessuno più l’attende,

può darsi.

Chiamato per nome, qualcuno trasalirà.

Al cuore senza memoria

sia accordato un tempo

perché si ricordi.

 

Verrà una sera

simile a questa,

può darsi.

A oriente, davanti a lui,

il cielo s’accenderà.

Al povero andate a dire

che tutto si compirà

secondo la promessa.

 

Verrà, una sera

in cui tira aria di sventura,

può darsi.

Quella sera, sulle nostre paure,

l’amore prevarrà.

Gridate a tutti gli uomini

che nulla è compromesso

della loro speranza.

 

Verrà, una sera

sarà l’ultima sera

del mondo.

Dapprima un silenzio,

poi esploderà l’inno.

Un canto di lode

sarà la prima parola

in un’alba nuova.

(Sr. Marie Pierre di Chambarand)

Avvento: canto del viaggio con una meta

 

Buon inizio del Santo cammino di Avvento.
Una delle opere letterarie emblematiche del nostro tempo è Aspettando Godot di S. Beckett. L'ultima battuta del testo è un «Andiamo!», ma la notazione scenica aggiunge: «Non si muovono».

L'Avvento è, contro la pigrizia, la noia e la nostalgia inerte, è il canto del viaggio con una meta, è il canto dell'azione, della vita con uno scopo da raggiungere, cioè il Cristo e la «città permanente e futura» (Ebr 13, 14).

La Corona d’Avvento è composta da sei candele legate ai rami a formare un cerchio che non ha inizio né fine ed è simbolo dell’eternità di Dio e del regno eterno di Cristo. Ogni domenica se ne accende una.

lunedì 7 novembre 2022

Quanto pesa un bicchiere di acqua?

 










Uno psicologo stava spiegando come gestire meglio lo stress.
Quando sollevò un bicchiere d’acqua, tutto il pubblico immaginò che avrebbe posto la solita domanda: “Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?”
Quello che invece domandò fu: “Quanto credete che pesi questo bicchiere d’acqua?”
Le risposte variarono da 250 a 400 grammi.
“Il peso assoluto non conta, – replicò lo psicologo – dipende dal tempo per cui lo reggo. Se lo sollevo per un minuto, non è un problema. Se lo sostengo per un’ora, il braccio mi farà male. Se lo sollevo per tutto il giorno, il mio braccio sarà intorpidito e paralizzato. In ogni caso il peso del bicchiere non cambia, cambia solo il tempo: ma più a lungo lo sostengo, più pesante diventa. Lo stress e le preoccupazioni della vita sono come il bicchiere d’acqua… Se si pensa di meno a loro, non succede quasi nulla. Se si pensa di più, il cuore inizia a far male, vi sentirete paralizzati e incapaci di far qualunque cosa!”
Proprio per questo è’ importante ricordarsi di lasciare andare i nostri stress. Alla sera, il più presto possibile, posiamo i nostri fardelli. Non portiamoceli addosso per tutta la sera e tutta la notte. Ricordiamoci di posare il nostro bicchiere d’acqua.
-Dottoressa Anna Chiara Venturini, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale a Roma-

domenica 30 ottobre 2022

Coronavirus: per ora, abbracciarsi, si fa così








30 ottobre- incontro mattino con Giuliana

L'universo non ha un centro, ma per abbracciarsi si fa così: ci si avvicina lentamente eppure senza motivo apparente poi allargando le braccia, si mostra il disarmo delle ali, e infine si svanisce, insieme, nello spazio di carità tra te e l'altro. (Chandra Livia Candiani)

giovedì 27 ottobre 2022

Un sorriso: preparare Halloween

 

Luis: "Oei Rita, ma 's'te fee?! Come mai la casa l'è inscì voncia (vùncia)? Gh'è in gir ragner in depertutt!"
Rita: "Ma Luis, te capisset mai nagòtt! Tra on quai dì l'è Halloween e mì sont adree a preparà i decorazion (decurasiùn)!"

martedì 25 ottobre 2022

Amicizia che ascolta.

 

Capita tante volte di avere qualcosa dentro e non riuscire a trovare nessuno con cui comunicare davvero; non abbiamo fiducia che qualcuno possa capire e ascoltare ciò che di gioioso o di doloroso sentiamo. Quanto è importante il valore di un'amicizia che ci capisca e che ci aiuti a sbloccarci, che ci permetta di mettere fuori ciò che abbiamo dentro, di bello o forse di brutto, purché sia espresso, purché sia detto! (Cardinale C. M. Martini)

lunedì 24 ottobre 2022

Coronavirus: un abbraccio tanto atteso






Per quasi tre anni ho sognato ogni giorno ed ogni notte di abbracciare Giuliana. Ho "rubato" questo abbraccio e LA SUA GIOIA ha colmato il mio cuore tanto "provato". Grazie Giulio per queste foto (non sapevo tu avessi scattato). Hai "fermato" in pochi secondi un momento indimenticabile colmo di Amore tanto atteso.

domenica 23 ottobre 2022

Cercare di evolversi












DODICI AZIONI PER EVOLVERE

1-L'altro non esiste per compiacerti o per dispiacerti. L'altro esiste per insegnarti.
2-Nessuno è colpevole per quello che provi. Sei tu che scegli i sentimenti Solo tu.
3- l'arte di vivere senza aspettative ma con buone prospettive è la chiave per non frustrarsi.
4-Guarisci dal vizio del bisogno di approvazione dell'altro. Solo così potrai godere dell'audacia e della fiducia naturale del tuo spirito, della tua essenza.
5-Tu non hai il controllo di nulla, per quanto credi di averlo. Ricorda, tra poco la Terra rivendicherà il tuo corpo e lascerai questo pianeta per entrare in una nuova fase di esistenza. Rinuncia al controllo..., solo così avrai dominio su te stesso e sulla tua vita. Il controllo è un riflesso della paura, il dominio è un riflesso dello stato di assenza assoluta di tensione interna e del tuo incontro con la pace
.
6-Non ti affannare per cercare di ′′ entrare ′′ nello spazio stretto del pensiero che l'altro ha nei tuoi confronti. Non funzionerà. Quando ti annulli per compiacere qualcuno, la tua luce si spegne e sei solo tu, quello che resta al buio e a sentirti perso.
7-Non credere a quello che gli altri ti dicono, per quanto romantico e poetico possa essere. Ciò che conta sono gli atteggiamenti e non le parole.
8-Abbandona l'orgoglio e il delirio di credere che tutto andrà come vuoi, desideri o hai bisogno.
9-Tutto è passeggero. Da vicino la vita è una tragedia, da lontano è una commedia. Riderai di tutti i drammi che hai creato. Tutto passa. Tutto quanto.
10-Sei responsabile di tutto quello che sta accadendo nella tua vita. I tuoi pensieri e sentimenti predominanti formeranno la tua realtà, che tu lo voglia o no. Quindi, se vuoi cambiare la tua realtà, cambia i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti.
11-La mancanza emotiva non è la necessità di ricevere, ma di dare se stessi. Solo tu potrai soddisfare i tuoi bisogni emotivi. Proiettarle su qualcuno è come chiedere a qualcuno di nutrirsi per assecondare la tua fame.
§
12-Vivi con semplicità e con più realtà. Solo così, chi sei veramente, emergerà davvero. Ridi di più e non prendere tutto così sul serio. Dopotutto, l'essenza della vita è scoprirsi e godersi questa meravigliosa avventura chiamata evoluzione.
Joanna de Angelis
L’almanacco della strega

giovedì 13 ottobre 2022

Testo discorso della senatrice a vita Liliana Segre 13 ott. 2022

Testo del discorso della senatrice a vita Liliana Segre che ha aperto a Palazzo Madama la seduta per il voto del presidente

Colleghe Senatrici, Colleghi Senatori,
rivolgo il più caloroso saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a quest’Aula. Con rispetto, rivolgo il mio pensiero a Papa Francesco.
Certa di interpretare i sentimenti di tutta l’Assemblea, desidero indirizzare al Presidente Emerito Giorgio Napolitano, che non ha potuto presiedere la seduta odierna, i più fervidi auguri e la speranza di vederlo ritornare presto ristabilito in Senato.
Il Presidente Napolitano mi incarica di condividere con voi queste sue parole: “Desidero esprimere a tutte le senatrici ed i senatori, di vecchia e nuova nomina, i migliori auguri di buon lavoro, al servizio esclusivo del nostro Paese e dell’istituzione parlamentare ai quali ho dedicato larga parte della mia vita”.
Rivolgo ovviamente anch’io un saluto particolarmente caloroso a tutte le nuove Colleghe e a tutti i nuovi Colleghi, che immagino sopraffatti dal pensiero della responsabilità che li attende e dalla austera solennità di quest’aula, così come fu per me quando vi entrai per la prima volta in punta di piedi.
Come da consuetudine vorrei però anche esprimere alcune brevi considerazioni personali.
Incombe su tutti noi in queste settimane l’atmosfera agghiacciante della guerra tornata nella nostra Europa, vicino a noi, con tutto il suo carico di morte, distruzione, crudeltà, terrore...una follia senza fine.
Mi unisco alle parole puntuali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino”.
Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva.
In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica.
Ed il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!
Il Senato della diciannovesima legislatura è un’istituzione profondamente rinnovata, non solo negli equilibri politici e nelle persone degli eletti, non solo perché per la prima volta hanno potuto votare anche per questa Camera i giovani dai 18 ai 25 anni, ma soprattutto perché per la prima volta gli eletti sono ridotti a 200.
L’appartenenza ad un così rarefatto consesso non può che accrescere in tutti noi la consapevolezza che il Paese ci guarda, che grandi sono le nostre responsabilità ma al tempo stesso grandi le opportunità di dare l’esempio.
Dare l’esempio non vuol dire solo fare il nostro semplice dovere, cioè adempiere al nostro ufficio con “disciplina e onore”, impegnarsi per servire le istituzioni e non per servirsi di esse.
Potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica “alta” e nobile, che senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza.
Le elezioni del 25 settembre hanno visto, come è giusto che sia, una vivace competizione tra i diversi schieramenti che hanno presentato al Paese programmi alternativi e visioni spesso contrapposte. E il popolo ha deciso.
È l’essenza della democrazia.
La maggioranza uscita dalle urne ha il diritto-dovere di governare; le minoranze hanno il compito altrettanto fondamentale di fare opposizione. Comune a tutti deve essere l’imperativo di preservare le Istituzioni della Repubblica, che sono di tutti, che non sono proprietà di nessuno, che devono operare nell’interesse del Paese, che devono garantire tutte le parti.
Le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle divisioni partitiche e dell’esercizio dei diversi ruoli, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, di istituzioni rispettate, di emblemi riconosciuti.
In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione Repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti.
Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica.
In ogni occasione in cui sono stati interpellati, i cittadini hanno sempre scelto di difenderla, perché da essa si sono sentiti difesi.
E anche quando il Parlamento non ha saputo rispondere alla richiesta di intervenire su normative non conformi ai principi costituzionali – e purtroppo questo è accaduto spesso – la nostra Carta fondamentale ha consentito comunque alla Corte Costituzionale ed alla magistratura di svolgere un prezioso lavoro di applicazione giurisprudenziale, facendo sempre evolvere il diritto.
Naturalmente anche la Costituzione è perfettibile e può essere emendata (come essa stessa prevede all’art. 138), ma consentitemi di osservare che se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice.
Il pensiero corre inevitabilmente all’art. 3, nel quale i padri e le madri costituenti non si accontentarono di bandire quelle discriminazioni basate su “sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”, che erano state l’essenza dell’ancien regime.
Essi vollero anche lasciare un compito perpetuo alla “Repubblica”: “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Non è poesia e non è utopia: è la stella polare che dovrebbe guidarci tutti, anche se abbiamo programmi diversi per seguirla: rimuovere quegli ostacoli !
Le grandi nazioni, poi, dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria.
Perché non dovrebbe essere così anche per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date “divisive”, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica?
Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi.
Altro terreno sul quale è auspicabile il superamento degli steccati e l’assunzione di una comune responsabilità è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni.
Permettetemi di ricordare un precedente virtuoso: nella passata legislatura i lavori della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza” si sono conclusi con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo. Segno di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici, che è essenziale permangano.
Concludo con due auspici.
Mi auguro che la nuova legislatura veda un impegno concorde di tutti i membri di questa assemblea per tenere alto il prestigio del Senato, tutelare in modo sostanziale le sue prerogative, riaffermare nei fatti e non a parole la centralità del Parlamento.
Da molto tempo viene lamentata da più parti una deriva, una mortificazione del ruolo del potere legislativo a causa dell’abuso della decretazione d’urgenza e del ricorso al voto di fiducia. E le gravi emergenze che hanno caratterizzato gli ultimi anni non potevano che aggravare la tendenza.
Nella mia ingenuità di madre di famiglia, ma anche secondo un mio fermo convincimento, credo che occorra interrompere la lunga serie di errori del passato e per questo basterebbe che la maggioranza si ricordasse degli abusi che denunciava da parte dei governi quando era minoranza, e che le minoranze si ricordassero degli eccessi che imputavano alle opposizioni quando erano loro a governare.
Una sana e leale collaborazione istituzionale, senza nulla togliere alla fisiologica distinzione dei ruoli, consentirebbe di riportare la gran parte della produzione legislativa nel suo alveo naturale, garantendo al tempo stesso tempi certi per le votazioni.
Auspico, infine, che tutto il Parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo in collaborazione col Governo un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese che si dibattono sotto i colpi dell’inflazione e dell’eccezionale impennata dei costi dell’energia, che vedono un futuro nero, che temono che diseguaglianze e ingiustizie si dilatino ulteriormente anziché ridursi. In questo senso avremo sempre al nostro fianco l’Unione Europea con i suoi valori e la concreta solidarietà di cui si è mostrata capace negli ultimi anni di grave crisi sanitaria e sociale.
Non c’è un momento da perdere: dalle istituzioni democratiche deve venire il segnale chiaro che nessuno verrà lasciato solo, prima che la paura e la rabbia possano raggiungere i livelli di guardia e tracimare.
Senatrici e Senatori, cari Colleghi, buon lavoro!

mercoledì 12 ottobre 2022

Sogno d'amore.

 











SOGNO...D’AMORE
Tante persone ho sognato
e sono tutte molto ammalate
aids...sclerosi...tumore...leucemia...
depressione...drogati...schizofrenia...
Per tutti la meta è la farmacia
che si trova in fondo alla via…
La cosa più strana che più mi ha colpita
è che sul retro si trova l’uscita:
con un gran prato panchine qua e là
alberi e fiori in quantità…
Escono tutte quelle persone:
sul loro viso mitigato il dolore
in mano scatole di ogni colore
che stringono al cuore con tanto amore…
Nel cielo splende l’arcobaleno
e il loro sguardo ora è sereno.
Ma che succede lì in farmacia
dove arriva la sofferta via?
Banconi asettici...bianchi grembiuli...non ci son più!
Poltrone, divani, allegri scaffali, ti fan sentir su,
poi tante scatole di ogni forma e colore
che solo a guardarle ti scaldano il cuore.
Farmacisti...dottori...
volontari...ricercatori...
lì son seduti con ogni ammalato
e un dolce sorriso a lor vien donato
e nella scatola multicolore
non sol medicine... ma tanto amore
unito a speranza e consolazione
in con-divisione
(Enrica )

lunedì 10 ottobre 2022

Nessun uomo è un'isola.

 

“Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale” è il tema scelto per la Giornata mondiale della salute mentale 2022. Dentro questo slogan – purché non resti tale – c’è l’opportunità di migliorare davvero le cose, agendo come comunità di persone che condividono l’esistenza su questo Pianeta.
“Nessun uomo è un’isola”, scriveva il poeta John Donne. Una dichiarazione profondamente umana che abbiamo vissuto sulla nostra pelle in questi ultimi due anni, scossi dagli effetti delle guerre, dell’emergenza climatica e dalla pandemia.

martedì 4 ottobre 2022

Arte: San Francesco di Assisi veglia

 

S. Francesco veglia su Giuliana, i deboli, gli ultimi, chi soffre materialmente, psicologicamente e spiritualmente. Sostieni chi sta loro accanto e li consola. Amen
Grazie a chi mi ha inviato la foto di questa icona. Per me è splendida.

lunedì 3 ottobre 2022

Villeggiatura in Duomo di Milano

 

MILANO
“Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio villeggiatura.
Mi riposo in piazza Del Duomo.
Invece di stelle ogni sera si accendono parole.
Nulla riposa della vita come la vita”
Umberto Saba

domenica 2 ottobre 2022

La barca rossa

 

Ad un uomo fu chiesto di dipingere una barca.
L'uomo prese vernice e pennelli e cominciò a dipingere la barca di un rosso brillante come da richiesta del proprietario.
Mentre dipingeva si accorse di un piccolo buco nello scafo e lo riparò in silenzio.
Quando ebbe finito di dipingere la barca ricevette il suo compenso e se ne andò,
ma l'indomani il proprietario si presentò a casa sua con un assegno di gran lunga superiore a ciò che era stato pattuito per la pittura.
Con sorpresa il pittore disse: "mi hai già pagato per dipingere la barca, signore".
- "Ah, ma questo non è per la pittura, ma per aver riparato il buco nello scafo" rispose il proprietario.
- "Ah, ma è stato un servizio così piccolo che non vale la pena pagare una cifra così alta" continuò il pittore.
- Mio caro amico, disse il proprietario... lascia che ti racconti cos'è successo:
- Quando la barca si è asciugata i miei figli hanno preso la barca e sono andati a pesca.
Non sapevano che c'era un buco e io non ero in casa in quel momento.
Ero disperato quando mi sono accorto che avevano preso la barca che sarebbe potuta affondare per il buco nello scafo.
- Immagina il mio sollievo e la mia gioia quando li ho visti tornare dalla pesca.
Poi esaminando la barca ho scoperto che avevi riparato il buco, salvando con la tua piccola buona azione la vita dei miei figli.

Quindi non importa chi, quando, come, dove... continua ad aiutare, a sostenere, ad asciugare le lacrime, ad ascoltare attentamente e a riparare tutte le perdite che trovi. Non sai mai quando qualcuno ha bisogno di noi, e quando Dio ci riserva delle piacevoli sorprese per essere stati importanti per qualcuno. Lungo il percorso della vita potresti aver riparato senza accorgertene numerosi "buchi nelle barche" per diverse persone, senza renderti conto di quante vite hai salvato.
post di Maria di Fatima

martedì 27 settembre 2022

Arte: Le Tre Grazie

 

Le Tre Grazie prima e dopo il restauro

ARIANNA ANTONIUTTI | 22 settembre 2022  | Città del Vaticano

La Sala XVII della Pinacoteca Vaticana ospita eccezionalmente, e temporaneamente, dal 22 settembre, le Tre Grazie, gruppo scultoreo del II secolo d.C. Nell’ambito di «Museum at Work», iniziativa dei Musei Vaticani dedicata al restauro delle opere in collezione, sarà possibile ammirare le Tre Grazie, solitamente non visibili al grande pubblico perché esposte, dal 1932, nel Gabinetto delle Maschere del Museo Pio Clementino. In questo ambiente, non compreso nell’abituale percorso di visita, sono collocati capolavori della scultura classica come l’Afrodite accovacciata e i quattro riquadri musivi con maschere teatrali, provenienti da Villa Adriana, che danno il nome alla sala.

Il prototipo tardoellenistico cui le Tre Grazie vaticane probabilmente rimandano era un’opera di I secolo a.C., forse della cerchia di Stephanos, allievo di Pasiteles. Non si conosce il luogo del ritrovamento dell’opera, che giunse in Vaticano nel 1815, sotto Pio VII. Sicuramente fu rinvenuta in condizioni frammentarie e, già nella seconda metà del Cinquecento, venne sottoposta a restauro, con l’integrazione delle tre teste antiche, non pertinenti, e gran parte della braccia e delle gambe. Fra il 1820 e il 1822 fu nuovamente restaurata.

Il recente intervento (coordinato dal Reparto di antichità greche e romane dei Musei Vaticani ed eseguito dal Laboratorio materiali lapidei, in collaborazione con il Gabinetto di ricerche scientifiche applicate ai beni culturali) ha consentito la lettura delle varie fasi conservative della scultura. È stato difatti possibile rilevare le linee di giunzione fra le parti originali dell’opera e le integrazioni successive, che erano state minimizzate dall’intervento cinquecentesco. Rimosse le resine alterate e virate cromaticamente, sono state ripristinate le stuccature con malta di grassello di calce e inerti di polveri di marmo. A restauro terminato si è deciso di non applicare il protettivo, per mantenere la luminosità delle cere antiche.

Nel loro rinnovato splendore, Aglaia, Eufrosine e Talia, figlie di Zeus e compagne di Afrodite, intrecciano le braccia in un lieve e accennato passo di danza, in una posa che grande fortuna ebbe in età romana, in ogni ambito artistico, non solo in scultura. Tale motivo iconografico continuò nei secoli a ispirare gli artisti, dal Rinascimento fino al Neoclassicismo. E difatti l’esposizione delle Tre Grazie in Vaticano è anche un modo per celebrare il bicentenario della morte di Antonio Canova (1757-1822) che, del gruppo scultoreo, diede due celebri interpretazioni: una conservata all’Ermitage di San Pietroburgo, l’altra al Victoria & Albert Museum di Londra.