martedì 31 agosto 2021
Il Green pass del 1713
“Si parte di questa dominante sana (iddio lodato) & libera da ogni sospetto di mal contagioso gl’in frascritti, con robbe, ò con mercantie, ò senza, come qui sotto sarà notato … / Officio della sanità di Venetia”.
Così recitava il “Green pass” (ai tempi “fede di sanità”) dell’Ufficio per la Sanità di Venezia nel 1713. Le “fedi di sanità” erano “green pass” emessi dalla città dalla quale partivano i mercanti.
Nel caso di Venezia, l’impianto iconografico è vistosamente simbolico. Oltre al rituale Leone di San Marco a rappresentare Venezia, è ritratta la bilancia della Giustizia insieme alla spada simbolo del potere e della severità della legge.
Insomma “severi ma giusti”. La scritta “Gratis” non si riferiva al costo del “pass”, ma è legato alla grazia, alla benevolenza di chi lo concedeva.
https://www.anordestdiche.com/il-green-pass-veneziano-del-1713/
lunedì 30 agosto 2021
I nostri genitori sono invecchiati.
Sono invecchiati... i nostri genitori sono invecchiati.
Nessuno ci aveva preparato per questo.
Un bel giorno perdono la compostezza, diventano più vulnerabili e acquisiscono delle manie "stupide".
Hanno molti chilometri addosso e sanno tutto, e quello che non sanno lo inventano.
Sono stanchi di badare agli altri e di servire da esempio: ora è arrivato il momento di essere curati e coccolati da noi.
Non fanno più piani a lungo termine, ora si dedicano a piccole avventure come mangiare di nascosto tutto ciò che il medico gli ha vietato.
Hanno macchie sulla pelle.
Improvvisamente sono tristi.
Ma non sono obsoleti: i figli sono obsoleti, che rifiutano di accettare il ciclo della vita.
E ' difficile accettare che i nostri eroi e le nostre eroine non abbiano più il controllo della situazione.
Sono fragili e un po’ smemorati.
Hanno questo diritto, ma continuiamo a chiedere loro l'energia di una locomotiva.
Non ammettiamo le loro fragilità, la loro tristezza.
Ci sentiamo irritati e alcuni li sgridiamo se sbagliano con il cellulare o un altro oggetto elettronico e non abbiamo pazienza per sentire per la millesima volta la stessa storia che raccontano come se l’avessero vissuta veramente.
Invece di accettare con serenità il fatto che essi adottano un ritmo più lento con il passare degli anni, ci arrabbiamo semplicemente perché hanno tradito la nostra fiducia, la fiducia che sarebbero stati indistruttibili come i super eroi.
Provochiamo discussioni inutili e insistiamo affinché tutto continui come sempre.
La nostra intolleranza può essere solo paura.
Paura di perderli e paura di perderci, soprattutto paura che smettano di essere lucidi e allegri.
Con la nostra rabbia abbiamo solo causato più tristezza a coloro che un giorno hanno solo cercato di darci gioia...
Possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4)
1 settembre, XVI Giornata per la Custodia del Creato
"Viviamo un cambiamento d’epoca, se davvero sappiamo leggerne i segni dei tempi. Di qui l’invito a una transizione che trasformi in profondità la nostra forma di vita, per realizzare a molti livelli quella conversione ecologica cui invita il VI capitolo dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Si tratta di riprendere coraggiosamente il cammino, lasciandoci alle spalle una normalità con elementi contraddittori e insostenibili, per ricercare un diverso modo di essere, animato da amore per la terra e per le creature che la abitano. Con tale transizione diamo espressione alla cura per la casa comune e corrispondiamo così all’immagine del Dio che, come un Padre, si prende cura di ognuno/a.
«Possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). La vita nuova di cui si parla colloca il discepolo di Gesù in una comunione profonda con Dio. A partire da questa esperienza possiamo immaginare una vera fraternità tra gli uomini, come suggerisce l’Enciclica Fratelli tutti, e una nuova relazione con il creato, secondo il disegno dell’Enciclica Laudato si’. Camminare in una vita nuova. La transizione ecologica per la cura della vita. E' questo il cuore del Messaggio della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e della Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo per la 16° Giornata Nazionale per la Custodia del Creato «Nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi» (Bendetto XVI, Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato, 1° gennaio 2010, n.13).
venerdì 27 agosto 2021
S. Monica: una donna riuscita
Si dice spesso che accanto ad ogni grande uomo, c’è una grande donna. Questa affermazione viene ampiamente confermata dal legame che vi è stato tra Santa Monica e il figlio Sant’Agostino.
Nata nel 331 a Tagaste nella Numidia romana, lascia un’impronta fondamentale nella storia del cristianesimo, non solo perché madre del grande Agostino d’Ippona, ma anche per la sua personalità, la sua vivacità ed esuberanza, la sua intelligenza, la sua forza, la sua determinazione, la sua sensibilità, la sua tenacia, la sua mitezza, la sua fede incrollabile …
Monica seppe piegare la sua indole e accogliere con mansuetudine la volontà di Dio.
Nata in una famiglia benestante, le fu permesso di studiare e si dedicò con grande passione alla lettura delle Sacre Scritture. Fu data in sposa ancora adolescente a Patrizio, funzionario dell’amministrazione imperiale, uomo dal carattere irascibile, ma Monica riuscì a domarne il carattere con la tenerezza e la bontà. Patrizio ricevette il Battesimo in punto di morte. Rimasta presto vedova, allevò da sola i suoi tre figli. Per Agostino sognava un futuro brillante, ma il giovane la deluse con le sue scelte. A diciotto anni si trovò padre di Adeodato, figlio che amò profondamente, nato da una sua relazione con una giovane di rango inferiore al suo. Per la mentalità del tempo fu impossibilitato a regolarizzare la situazione. Non rese mai pubblico il nome della ragazza, indicandola sempre come “Illa”, con lei visse per circa quindici anni. Monica era grandemente addolorata della condotta di lui. Terminati gli studi a Cartagine, Agostino scelse di recarsi con la famiglia a Roma. La madre aveva deciso di seguirlo, ma egli la lasciò a Cartagine. Monica, per il dispiacere, passò la notte a piangere sulla tomba di san Cipriano.
All’inizio fu forse troppo insistente ed invadente nei confronti del figlio, tuttavia a poco a poco comprese che doveva stargli accanto con rispetto e discrezione. Suor Elisabetta Turchi dice: Agostino fiorisce quando lei smette di stare accanto a lui come una presenza “eccessiva”.
Ella soffrì moltissimo per l’adesione del figlio all’eresia manichea. Ciò che di lei sappiamo, di certi aspetti del carattere, delle sue debolezze, di qualche disobbedienza nell’adolescenza, del suo rapporto col figlio, ci è raccontato dal grande santo nelle sue “Confessioni”. Agostino ci riferisce anche di aver tentato, ma senza alcun successo, di attirarla nella filosofia manichea della quale era convinto seguace.
Agostino, d’accordo con quanto sosteneva Cicerone, affermava che la vera felicità sta nella Sapienza, nella Verità, nella Virtù. Egli era rimasto deluso dalla lettura della Bibbia e la religione di sua madre gli era apparsa come una “superstizione puerile”. Ma in seguito comprenderà che per avvicinarsi al Mistero, occorre farsi umili e piccoli come bambini. L’eresia manichea che negava la libertà dell’uomo, lo aveva molto affascinato: secondo questa corrente filosofica bene e male, cioè luce e tenebra, si contrappongono, dominando l’animo umano, quindi ogni azione dipende dalla predominanza ora dell’una, ora dell’altra forza. Tale concezione liberava Agostino da ogni complesso di colpa, non c’era responsabilità per gli errori da lui commessi, perché tutto dipendeva dal principio del male che lo dominava. Per ben sette anni aderì a questa eresia, ma a poco a poco Agostino si avvicinò al Cristianesimo e diede inizio ad una polemica serrata con i Manichei.
Con l’appoggio di Aurelio Simmaco ottenne una cattedra di retorica a Milano. L’influenza, l’umiltà, la sapienza biblica del Vescovo Ambrogio, aiutarono Agostino ad allontanarsi dall’eresia. La madre Monica, la quale aveva riposto nel santo Vescovo la speranza e la fiducia che potesse cambiare il figlio, lo raggiunse a Milano. Nelle “Confessioni” Agostino scriverà:” Il mio sdegno verso i Manichei si mutava in pietà per la loro ignoranza dei nostri misteri”.
Nell’Aprile del 387, durante la veglia pasquale, Agostino ricevette il Battesimo da Ambrogio (insieme col figlio Adeodato, col fratello Navigio e con l’amico Alipio). Monica, raggiante, era presente alla cerimonia. Aveva versato fiumi di lacrime per la conversione del figlio. Vedendola così afflitta, il vescovo di Tagaste, un giorno le disse:”Non è possibile che il figlio di tante lacrime perisca!”
Agostino osserva:” Mia madre mi ha generato due volte, la prima nella carne a questa vita temporale, la seconda mi ha generato col cuore alla vita eterna.”
Nel trattato su “la felicità” , nel paragrafo “L'universale desiderio di felicità”.
Agostino riporta quanto segue:
… riprendendo il discorso, affermai: “Noi desideriamo esser felici”. Avevo appena espresso tale principio che l'accettarono all'unanimità. (Erano presenti alla discussione i familiari di Agostino) "Ritenete, soggiunsi, che sia felice chi non ha l'oggetto del suo desiderio?". Dissero di no. "Allora chiunque consegua l'oggetto del suo desiderio è felice?". Mia madre intervenne: "Se desidera e consegue il bene è felice; se poi desidera il male, ancorché lo raggiunga, è infelice". Ed io, sorridendole con espressione di gioia, le dissi: "Madre mia, decisamente hai raggiunto la vetta del filosofare.
E ancora il figlio espresse tutta la sua ammirazione verso sua madre osservando:” è una donna di fede virile, di assennata gravità, di cristiana pietà e materna carità… Si è presa cura non solo dei figli carnali, ma come se di tutti fosse la madre!”
Dopo che Agostino ebbe ricevuto il Battesimo, si ritirò ad Ostia con Monica e i due divennero inseparabili, scambiando colloqui di grande intensità spirituale che Agostino trascrive e che rappresentano una insostituibile guida per chi è alla ricerca di Dio.
I due, in continua preghiera, vissero una singolare esperienza mistica, ”un’estasi platonica”. Mancavano pochi giorni alla morte di lei e mentre parlavano tra loro, facevano progetti per l’avvenire spirituale, si chiedevano quale sarebbe stata la vita eterna dei beati e “aprivano il cuore alla Fonte della Vita”.
Si rivolsero all’”Ente in sé” salendo sempre più in alto nell’ammirazione delle opere divine, fino alla loro contemplazione, comprendendo che l’Ente in sé “E’ l’Eterno”, non c’è passato o futuro, c’è l’eterno presente. Così, parlando e contemplando, poterono cogliere “un po’ di eternità”.
Monica morirà dopo nove giorni, forse di febbri malariche, il 27 Agosto 387.
Agostino, dopo la morte della madre, tornò in Africa, fu ordinato sacerdote, fondò un Monastero, divenne Vescovo di Ippona, e si scagliò contro le eresie del tempo (Pelagianesimo, Donatismo, Manicheismo).
L’impronta della madre Monica, fu indelebile nella vita del grande Santo, ella seppe accogliere con mansuetudine la volontà di Dio. Il suo comportamento insegna alle madri di oggi la pazienza, la necessità di attendere che un figlio maturi liberamente la propria personalità e la propria vocazione. Fu capace di “dare vita” non solo materiale, ma anche spirituale. Un’altra sua caratteristica fu la preghiera insistente, fiduciosa, costante, tenace: non si stancherà mai di chiedere e sperare!
Papa Francesco ne ha esaltato le virtù affermando che può essere un esempio grande anche per le donne del nostro tempo: rappresenta con forza il “carisma femminile”, è un modello di “donna riuscita”.
Santa Monica è la patrona delle donne sposate e delle madri cristiane. Chiara Lubich la definisce “sede della sapienza e insieme madre di casa”.
La Chiesa cattolica festeggia la santa il 27 Agosto (in forma straordinaria il 4 maggio).
Autore: Maria Adelaide Petrillo
Autore: Maria Adelaide Petrillo
giovedì 26 agosto 2021
Dona il tuo tempo
La cosa più preziosa che puoi donare a chi ami è il tuo tempo. / Non sono le parole, non sono il fiori, i regali. / E’ il tempo. Perché quello non torna indietro, / e quello che hai dato a chi ami è solo suo, / non importa se è stata un’ora o una vita.
- D.Grosmann-
26 Agosto- Madonna di Czestochowa-Madre dal volto sfregiato
26 Agosto- Solennità della Madonna di Czestochowa
O Madre della Chiesa della Montagna Luminosa, sede della tua misericordia. Madre dal volto sfregiato, nelle tue mani depongo me stesso e tutti i miei cari. In Te confido, sicuro della tua intercessione presso tuo Figlio... Sotto la tua protezione ci rifugiamo: guarda a noi che siamo nella necessità. Nostra Signora della Montagna Luminosa (=Jasna Gora) prega per noi. Aiutaci a vincere le opposizioni e le difficoltà! Amen (Papa Giovanni Paolo II)
Anche il tuo cane ha un'anima
Il 26 agosto si celebra l'#InternationalDogDay, la Giornata Mondiale del Cane.
Amate gli animali, / perché Dio ha dato loro / il principio del pensiero / e una serena gioia. / Uomo non insuperbirti / di fronte agli animali. / Essi sono innocenti, / mentre tu malgrado / la tua superiorità, / contamini la terra.”
-Fëdor Dostoevskij-
mercoledì 25 agosto 2021
Con la volontà si può...
“C’è una forza motrice più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica: la volontà.”
Albert Einstein
martedì 24 agosto 2021
Dipinti che danno voce alle donne afghanistane
Alcuni dipinti di una artista afgana: llama Shamsia Hassani. Diamo voce a tutte le donne afghanistane che stanno vivendo un inferno.
venerdì 20 agosto 2021
Vecchiaia: compromesso che fai con la vita.
La vecchiaia è il compromesso che fai con la vita;
tu rinunci alla bellezza e sfrontatezza della gioventù
e lei ti regala nuovi modi
per stare al mondo,
per fare il mondo,
per leggere il mondo
e tutto di te.
G. Pannia
La vera ricchezza non è aggiungere, ma togliere.
Arriva un tempo in cui dopo una vita passata ad aggiungere, inizi a togliere.
Togli i cibi che ti fanno male.
Togli i vestiti che ti vanno troppo stretti o troppo larghi.
Togli le cianfrusaglie dimenticate nei cassetti.
Togli il cuore dai posti dove non c’è più amore.
Togli il tempo passato a inseguire le persone.
Togli lo sguardo da chi ti ha ferito.
Togli potere al passato.
Togli le colpe dai tuoi racconti e lo sguardo da chi ti parla dietro.
Togli le erbacce intorno ai tuoi sogni,
i compromessi che ti sporcano le scelte,
i sì concessi per adattamento.
La vera ricchezza non è aggiungere,
ma togliere.
-M.Toto-
martedì 17 agosto 2021
Origine festa Assunzione della B. V. Maria
Assunzione della B. V. Maria
L’origine di questa festa è molto antica. In seguito al concilio di Efeso del 431, si celebrava già al 15 agosto una festa di Maria Theotókos. Ma la festa della Dormizione di Maria fu imposta alla fine del VI secolo dall’imperatore Maurizio a tutto l’impero bizantino. In occidente giunse qualche decennio più tardi e solo nell’VIII secolo ricevette il titolo nel sacramentario gregoriano di Assunzione della beata Vergine Maria e fu solennizzata da una processione notturna da S. Adriano al Foro a S. Maria Maggiore.
Racconti apocrifi raccontano la morte di Maria circondata dagli apostoli e anche la sua successiva apparizione ad essi mentre stavano celebrando la Cena del Signore. La tradizione ininterrotta della Chiesa, testimoniata in occidente da Gregorio di Tours (594), è confortata dal fatto che mai nessuna vera reliquia del corpo di Maria è stata onorata nell’antichità. Attorno al Mille sorsero molte chiese, soprattutto monastiche, dedicate alla Vergine glorificata anche nel corpo e oggetto di profonda pietà da parte del popolo cristiano. La tradizione ortodossa orientale la celebra come ‘Dormizione della Vergine’.
La riflessione teologica ha letto l’esito finale della vita di Maria alla luce della vittoria di Cristo sulla morte, indicando in lei la primizia dell’umanità redenta, l’icona del destino di gloria che attende ogni creatura. Nella solennità dell’Assunta si celebra infatti la speranza nella risurrezione finale di ogni carne, profeticamente anticipata nella vicenda terrena della Madre del Signore. Il 1° novembre 1950 la Chiesa cattolica, per bocca del papa Pio XII, autenticava il sensus fidelium con la definizione dogmatica dell’assunzione in corpo e anima di Maria in cielo.
Nell’enciclica Munificentissimus Deus leggiamo testualmente che: “non c’è stata alcuna corruzione nel corpo estinto della Vergine Maria” e che “il trionfo riportato dalla sua morte e la sua celeste glorificazione sono la suprema corona dei suoi privilegi, sull’esempio del suo Figlio”.
sabato 14 agosto 2021
Ciao Gino Strada, grazie.
Gino Strada, fondatore e anima di EMERGENCY, se n'è andato.
Il mio mestiere di chirurgo mi ha portato a vivere in mezzo alle guerre negli ultimi 15 anni, in Africa, in Asia, in America latina, perfino nella nostra Europa. Forse questo mi rende refrattario alla manipolazione, almeno sulla guerra. Perché quella che ho visto in molti paesi non c’entra niente con la favola che ho sentito raccontare da giornali e televisioni: la guerra che ristabilisce diritti umani, la guerra che porta la pace, la guerra che libera le donne. Non ci sono, non esistono. Non c’è guerra umanitaria, non può esserci uccisione degli uomini in nome dell’uomo.
giovedì 12 agosto 2021
Le tre delusioni della vita comunitaria.
Sono tre le delusioni
della vita comunitaria.
La prima delusione,
che è sicuramente la meno difficile, è quando vi si entra. Ci sono sempre in
noi delle parti che restano attaccate ai valori che si sono lasciati.
La seconda delusione
è quella di scoprire che la comunità non è così perfetta come si era creduto,
che ha delle debolezze e dei difetti. L’ideale e le illusioni cadono, si è
davanti alla realtà.
La terza delusione è
la più dolorosa, quando ci si sente mal compresi e perfino respinti dalla
comunità, quando per esempio non si è rieletti responsabili, o non ci vengono
date le funzioni che avevamo sperato. E questa terza delusione ne porta
un’altra, quando si sentono sorgere in noi la collera e le frustrazioni.
Per arrivare
all’integrazione totale in una comunità, occorre saper passare attraverso le
diverse delusioni che sono tutte dei nuovi approfondimenti, dei passaggi verso
la liberazione interiore.
j. Vanier
mercoledì 11 agosto 2021
Gli occhi che ti seguono da ogni lato che ti posizioni.
DON GIUSEPPE GERVASINI "EL PRET DE RATANA' "
(foto e testo di andrea cherchi)
Quando si parla di Milano, prima o poi, il pensiero e il cuore arrivano a Don Giuseppe Gervasini, conosciuto da tutti come "El Pret de Ratanà", ovvero il prete di Retenate. E cosa importa se non vi racconto che a Retenate si rivolgevano a lui per guarigioni del corpo e dell'anima. Cosa importa se tralascio il fatto che riuscì a fermare e a far ripartire un tram senza che il guidatore ci potesse far nulla. Cosa Importa se non vi racconto che la Chiesa lo ha sempre visto più come un guaritore che come un sacerdote e che addirittura gli arrivò una "sospensione ad divinis", poi revocata. Cosa importa se non vi dico che c'è addirittura un film su di lui dal titolo "Lo Stregone di Città" e che la sua vita non fu semplice anche se la sua serenità la trovò dalle parti della Cascina Linterno dove era ben voluto e rispettato. Cosa importa se alla fine poi non vi dico che il Beato Alfredo Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano, ai sui tempi, gli voleva bene e lo rispettava a differenza di altri. Cosa importa. Nulla. Quello che conta è che Don Giuseppe, classe 1867, ordinato sacerdote nel Duomo di Milano nel 1892, era un buono. Sapeva amare e sapeva farsi amare e, sebbene per lui non vi sia beatitudine, c'è una folla immensa di fedeli che, ancora oggi lo ricorda e lo va a trovare al Monumentale di Milano, dove hanno dovuto addirittura spostare la tomba, tanto era l'accorrere dei suoi affezionati. Chi lascia un fiore, chi lascia una preghiera, chi lascia un cuore e chi gli accarezza il viso. Lui sembra salutare tutti. El Pret de Ratanà è una, cento mille pagine della storia di Milano.
martedì 10 agosto 2021
Guardare una stella cadente è credere ancora in qualcosa
10 agosto si festeggia San Lorenzo, il martire cristiano ucciso nel 258 d.C dall’imperatore romano Valeriano, quello che all’epoca è stato responsabile di una campagna violenta di persecuzione nei confronti della gerarchia ecclesiastica. Lorenzo era uno dei sette diaconi di Roma ed è stato messo a morte quattro giorni dopo la decapitazione di Papa Sisto II e stando alla cedenza, le Perseidi sono il riflesso delle sue lacrime, quelle che ha versato durante il martirio. Proprio da qui deriva l’usanza di esprimere un desiderio quando si vede una stella cadente perché la speranza è che la preghiera si concretizzi per intercessione del santo.
“Una stella cadente non serve ad esaudire un desiderio. Serve a dirci che la bellezza, per quanto passeggera ed inafferrabile, può cambiarci dentro”. Fabrizio Caramagna
venerdì 6 agosto 2021
Vinciamo le olimpiadi della vita partecipando ad uno sport estremo.
Vinciamo le olimpiadi della vita partecipando ad uno sport estremo: la tenerezza.
Amo la tenerezza. Amo darla e riceverla. Ma, in generale, noi manchiamo tutti di tenerezza perché non osiamo offrirla e non osiamo prenderla.
- Jacques Brel -
giovedì 5 agosto 2021
Quel riflesso mariano nella neve d'agosto
5 agosto - Madonna della Neve -
La località dove c'è, in parte, la nostra casetta è dedicata alla Madonna della Neve-Bordighera. La Mamma passa a fianco alla nostra "fascia", poi ritorna verso la Chiesetta, si ferma di fronte al terrazzo per la benedizione. Rivolgo a Lei la nostra preghiera come protezione su voi, su noi, su Giuliana e su chi l'assiste.
Quel riflesso mariano nella neve d'agosto
Nel giorno della dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore si ricorda il miracolo
che ne originò la nascita, avvenuto nell'anno 358
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
La straordinarietà di una coltre di neve in piena estate è il segno che a Dio nulla è impossibile soprattutto se ad intercedere per averlo è proprio Maria. Roma, come ogni anno, vive questo evento prodigioso e carico di fede; oggi la neve è una pioggia di petali durante il Magnificat ma anche uno spettacolo di luci e colori ideato dall’architetto Cesare Esposito. La Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro Basiliche papali, festeggia oggi la sua dedicazione. Venne edificata da Papa Liberio nel IV secolo quando sul monte Esquilino nevicò e il Pontefice fece edificare una chiesa proprio tracciando il perimetro dell'area sulla quale era caduta la neve. Un miracolo che è legato a una visione avuta sia da Liberio che da un patrizio romano, Giovanni, che finanziò la costruzione: Maria apparve loro chiedendo di costruire l'edificio esattamente nel punto dove la neve sarebbe scesa.
ttps://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2021-08/basilica-santa-maria-maggiore-dedicazione-miracolo-neve.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterVN-IT&fbclid=IwAR2iFQKgGMQvtE2fV9-5jQ7rGRFWUqZiZisXwbI7X7QcuSKW-rPjbRDFWms
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