Grazie Marinella per avermi donato questa poesia di Gio Evan a nome di Giuliana. L'ho modificata in alcuni punti.
Grazie Marinella per avermi donato questa poesia di Gio Evan a nome di Giuliana. L'ho modificata in alcuni punti.
Gabriela Pannia
*Allora metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure, le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli altri,tutto, nelle mani di Dio perché tutto dipende dalle mani in cui si trovano. *SIAMO NELLE MANI DI DIO e li siamo al SICURO*
Mamma e papà accompagnavano tutti gli anni in treno Martina, la figlia,
dalla nonna per l'estate e poi tornavano a casa con lo stesso treno l'indomani.
La ragazza, quando cresciuta, disse ai suoi genitori:
- Sono già grande, cosa dite se quest'anno provo andare dalla nonna da
sola?
Dopo un breve dibattito, i genitori furono d'accordo. Eccoli in piedi sul marciapiede della stazione,
salutando, dando l'ultimo consiglio dal finestrino, mentre Martina continua a ripetere:
- Sì, lo so, lo so, l'avete già detto cento volte ...!
Il treno sta per partire e il padre: - Figlia, se improvvisamente ti
senti male o sei spaventata, questo per te! - e mette qualcosa nella tasca della ragazza.
E ora la ragazza è sola, seduta in carrozza, senza genitori, per la prima
volta, guardando qualcosa dal finestrino. Intorno, persone estranei spingono,
fanno rumore, entrano nello scompartimento, escono, il bigliettaio le fa
commenti sul fatto che sia sola, qualcuno l'ha guardata anche con dispiacere e
improvvisamente la ragazza si sente a disagio e ogni volta sempre più.
E ora si spaventa. Abbassa la testa, si rannicchia in un angolo del
sedile, le lacrime cominciano a scendere.
In quel momento ricorda che suo padre le ha messo qualcosa in tasca. Con mano tremante cerca a tentoni un pezzo di carta, lo apre - Figliola, sono nell'ultima carrozza...
P.S. È così che nella vita dobbiamo lasciare andare i figli, fidandoci
di loro, ma dobbiamo essere sempre nell'ultima carrozza in modo che loro non
abbiano paura...Per essere vicini - finché saremo vivi...
MauriMen
Coronavirus: Giuliana eccoci con gioia ed emozione.
Non è la fila di persone che mi interessa: il mio sguardo è fisso alla porta di entrata che è il mio miraggio da due mesi!
senza pagare l'affitto per quasi un anno.
Mi hanno donato il cibo migliore
e l'acqua più pura del mondo.
Nessuno poteva venire a disturbarmi.
Non ho sofferto il freddo.
Anche se l'unica condizione che mi hanno
imposto
è stata quella di non indossare alcun
indumento.
Per quasi un anno.
Mi hanno spiegato che tutto ciò
serviva per crescere.
Che era l'unico modo per poter rinascere.
Mi sono abituata subito.
E stavo bene.
Ho capito, in quel periodo,
che per conquistare la pace serve solo
una cosa.
Il tempo dedicato a sé.
Un tempo semplice, silenzioso, isolato,
nudo.
E prolungato.
L'ho capito proprio in quei mesi.
Mentre ero nel grembo di mia madre.
La mia prima casa.
Che non si può forzare il tempo della
rinascita.
Lo si può solo rispettare.
E' fondamentale ritornare al tempo
dell'utero,
laboratorio sacro di trasformazione.
Ogniqualvolta ci sentiamo smarriti.
E affidarci ai suoi saggi consigli.
Non possiamo più fuggire.
E' ora di divenire madri di noi stessi.
E della nostra rinascita.
Elena Bernabè -
Scrittrice