Spirito di Dio porta un raggio della tua luce ai sofferenti, a chi è lontano dalla fede, a chi è nella solitudine, a chi è stanco di cercarti, a tutti noi.
Discendi, santo Spirito, /le nostre menti illumina; / del ciel la grazia accordaci / tu, Creator degli uomini. / Chiamato sei Paràclito / e dono dell'Altissimo, / sorgente limpidissima, / d'amore fiamma vivida. / I sette doni,mandaci, / onnipotente Spirito; / le nostre labbra trepide / in te sapienza attingano. /
I nostri sensi illumina, / fervor nei cuori infondici; / rinvigorisci l'anima / nei nostri corpi deboli. / Dal male tu ci libera, / serena pace affrettaci / con te vogliamo vincere / ogni mortal pericolo. / Il Padre tu rivelaci / e il Figlio, l'Unigenito; / per sempre tutti credano / in te, divino Spirito. Amen.
Una tra le feste più importanti per la Chiesa Cattolica è la Pentecoste, considerata una ricorrenza fondamentale come la Pasqua e il Natale ma, rispetto a queste due, molto meno conosciuta.
La Pentecoste è una festa la cui data dipende dalla Pasqua, perché cade cinquanta giorni dopo la domenica della Resurrezione, infatti, in greco, Pentecoste vuol dire il cinquantesimo giorno.
Le origini della festa sono legate alla tradizione ebraica, che vedeva la Pentecoste come il giorno della mietitura, quindi del ringraziamento a Dio per il dono dei frutti della Terra; dopo l’Esodo invece fu festeggiata in onore del giorno in cui Dio donò a Mosè le tavole dei Dieci Comandamenti.
Per i cristiani la Pentecoste, infatti, celebra il ricordo della storia narrate nel libro degli Atti degli Apostoli, quando lo Spirito Santo scese sui discepoli sotto forma di lingue di fuoco e di vento forte, donando loro la capacità di parlare tutte le lingue.
Lo Spirito Santo è la terza persona della Trinità, con Dio e Gesù Cristo, ed è il simbolo dell’amore universale, quello che unisce tutte le cose.
Nell’ambito del Cristianesimo la Pentecoste divenne una ricorrenza a partire dal IV secolo dopo Cristo e fin dal Medioevo prevedeva una serie di celebrazioni per ricordare la discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa di Dio dopo la resurrezione di Cristo.
Poiché lo Spirito Santo, protagonista della festa, non ha una raffigurazione corporea, è simboleggiato di solito con una colomba, o con fiamme di fuoco, mentre spesso nelle chiese erano fatti cadere dei petali di rosa.
Dall’usanza dei petali nacque la denominazione della Pentecoste, che è quella di Pasqua rosata, ma in Italia si chiama anche Pasqua rossa, per il colore dei paramenti sacri usati dai sacerdoti nella funzione liturgica.
A Roma, all’interno del Pantheon, antico tempio pagano oggi chiesa cristiana, continua la tradizionale pioggia di petali di rose, lasciati cadere sui fedeli attraverso l’occhio centrale della cupola.
Fin dall’epoca medievale a Orvieto per la Pentecoste si celebra la festa della palombella, con una colomba lasciata libera di volare all’interno della Cattedrale, oggi è sostituita da un simulacro che viene fatto scendere sulla Piazza antistante al Duomo. Al suo volo sono anche legate credenze, se il suo percorso è lineare, l’anno sarà buono, in caso contrario saranno possibili sventure.
In Sicilia, a Gangi, la Festa di Pentecoste si festeggia il lunedì con una processione per le vie della cittadina con ben quaranta statue di santi.
Il corteo arriva alla Chiesa dello Spirito Santo, davanti alla quale si tengono i cursi o miraculi, con ogni statua che deve percorrere per tre volte la piazza correndo, per dimostrare la prontezza della risposta della chiamata allo Spirito Santo.
(Paola Montonati)
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