3 febbraio, san Biagio in Duomo tra fede e milanesità
Recita un detto milanese: "san Bias el benediss la gola e el nas". Il santo è infatti invocato contro i mali della gola. Il 3 febbraio ricorre la memoria liturgica di un santo particolarmente caro alla città di Milano: san Biagio. Vescovo di Sebaste in Armenia e martire nel IV secolo, è invocato contro i mali della gola perché, tra i miracoli da lui compiuti, salvò un giovinetto in serio pericolo di morte a causa di una lisca di pesce conficcatagli in gola. In questo giorno, anche a Milano, sussiste la tradizione di benedire la gola con delle candele benedette.Biagio era già venerato nell’antica basilica di Santa Tecla, ove nell’anno 1116 i preti decumani avevano ottenuto, con il consenso degli ordinari, che gli venisse dedicato un altare: il santo ne divenne allora il patrono. In seguito alla demolizione della basilica, il titolo dell’altare di San Biagio fu trasportato in Duomo e attribuito, insieme a quello della natività di Maria, all’altar maggiore. San Biagio è tuttora il patrono dei canonici minori del Duomo, che sono i successori dei decumani in seguito alla riforma del clero iniziata da san Carlo nel Cinquecento. Non a caso, sul sepolcro dei canonici minori, posto nel transetto meridionale del Duomo, una lapide ricorda che vi riposano coloro che erano stati “psallentes in choro, sub tutela S. Blasii”.
A Milano, dove il culto di san Biagio è molto vivo, è tradizione mangiare insieme in famiglia ciò che è rimasto del panettone natalizio, appositamente conservato, come gesto propiziatorio contro i mali della gola e raffreddori, secondo il detto milanese "San Bias el benediss la gola e el nas".
A testimonianza di questo culto vivo e sentito dai milanesi, a san Biagio è dedicata una delle guglie di facciata della Cattedrale.
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