Cantico dei Cantici 2,8-14
8Una voce! L’amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
9L’amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
... guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.
10Ora l’amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
11Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n’è andata;
12i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
13Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.
Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
14O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole».
Lettura del Cantico dei Cantici (2, 8-14)
Il testo ci offre un brano di raffinata bellezza poetica, dominato dallo sguardo e dalla voce della donna amata che si immedesima nell’incanto della primavera più sognato e fantastico che reale: “ella sente (o sogna) la voce del diletto o i suoi passi, venendo il diletto con salti su monti e colli, simile a gazzella o a cucciolo di cervi, lo intravede già intorno alla casa «dietro il nostro muro»; già guarda per le finestre e spia fra i cancelli. Ne ode la voce: e, prima, un invito, quasi una vocazione all’amore «Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!» (espressione analoga nei contesti di vocazione profetica, ad esempio, Elia……..), poi un altro invito di vago sapore lamentoso, sempre sognato dalla ragazza, che ella si riveli a lui nell’incanto del suo viso, nella dolcezza della sua voce: «la tua voce è dolce, incantevole il tuo viso»”1. Come si può notare “emerge il gioco degli occhi che pervade il nostro brano in contrappunto a quello della voce e che diventa decisivo per la comunicazione e per la comunione interpersonale: vedere ed ascoltare sono i due grandi percorsi dell’amore e del dialogo”2.
L’amato “fa alzare la sua compagna e l’invita a entrare nel movimento panico di tutta la natura a primavera. Egli deve però, ancora scovare la sua donna, cercandola «nelle fenditure della roccia», cioè nel segreto della sua intimità; ma deve lui pure volgersi verso di lei in una ricerca continua che non conosce mai il possesso definitivo, pur nella certezza della mutua appartenenza. ..Rimbaud ha scritto un verso folgorante per descrivere questa attesa, un verso che potremmo applicare a ogni genuino amore, partendo con il poeta francese dall’amore per Dio: «J’attends Dieu avec gourmandise», «aspetto Dio con ingordigia» Un’attesa appassionata, fremente, intensa, «ingorda» appunto, l’attesa dell’amore vero e profondo”3.
Di qui il tema dell’attesa e del desiderio appassionato di un Amore che può essere colmato pienamente solo da Dio.
1 COLOMBO D., Cantico dei cantici, Queriniana, Brescia 1985, 75.
2 RAVASI G., Il Cantico dei cantici. Commento e attualizzazione, EDB, Bologna 1992, 274.
3 RAVASI G., Il Cantico dei cantici. Commento e attualizzazione, 275.
L'amore è così: primavera e inverno, notte e giorno, luce e tenebre, lontananza e unità profonda
Amore è farsi destare al proprio destino uscendo dalla paura dei propri limiti, specie da quelli che facciamo fatica ad accettare.
Il Cantico dei Cantici
Shir ha-Shirim (= La Canzone delle canzoni), il Canto più bello.
La più bella canzone d’amore è “Parola di Dio”.
IL «SANTO DEI SANTI» DELLA BIBBIA EBRAICA E CRISTIANA
È il libro più paradossale dell’umanità. Collane di poemetti universali lo pubblicano insieme ad altre “Perle d’Oriente”, come i Pensieri di BUDDA, o Antichi proverbi persiani, o i Pensieri di CONFUCIO, o il poema Rubaiyat (= Quartine) di OMAR KHAYYAM.
1 Lo si può leggere insieme alle liriche amorose degli antichi egiziani, dei cinesi, degli indiani e degli arabi. Lo si è paragonato ai poemi cultici mesopotamici o cananei, e alla poesia amorosa e bucolica alessandrina.
2 Il Cantico fa pensare pure alle liriche di Saffo e di Catullo, e all’Ars amatoria di OVIDIO.
3E non manca chi ritiene che questo libro sia stato introdotto nel canone biblico in un momento di distrazione o di abbaglio dei saggi d’Israele, sedotti dall’atmosfera sensuale ed erotica del testo, come un giorno due anziani giudici si lasciarono andare alla loro passione per la rara bellezza di Susanna, figlia di Chelkia (Dan 13). Gianfranco Ravasi, nel suo bel commento del Cantico dei Cantici, offre un sommario eloquente della tradizione letteraria amorosa mondiale e di quella artistica, che si è calorosamente interessata a questo gioiello poetico della Bibbia, o che, consapevolmente o no, è consonante con esso.
4Sorprendiamo però il Cantico letto avidamente anche nella Chiesa, e non solo nelle evasioni erotiche e amorose di Pietro Abelardo e di Eloisa, ma pure tra le mani di castissime donne, come Ildegarda di Bingen, Chiara di Assisi, Matilde di Magdeburgo, Gertrude di Helfta, Angela da Foligno, Giuliana di Norwich, Caterina da Siena, Caterina da Genova, Teresa d’Avila, Maria Maddalena de’ Pazzi, Veronica Giuliani, Maria dell’Incarnazione, Anna Caterina Emmerich, fino a Teresa di Lisieux, a Gemma Galgani, a Edith Stein e a tante altre.
1 Lo si può leggere insieme alle liriche amorose degli antichi egiziani, dei cinesi, degli indiani e degli arabi. Lo si è paragonato ai poemi cultici mesopotamici o cananei, e alla poesia amorosa e bucolica alessandrina.
2 Il Cantico fa pensare pure alle liriche di Saffo e di Catullo, e all’Ars amatoria di OVIDIO.
3E non manca chi ritiene che questo libro sia stato introdotto nel canone biblico in un momento di distrazione o di abbaglio dei saggi d’Israele, sedotti dall’atmosfera sensuale ed erotica del testo, come un giorno due anziani giudici si lasciarono andare alla loro passione per la rara bellezza di Susanna, figlia di Chelkia (Dan 13). Gianfranco Ravasi, nel suo bel commento del Cantico dei Cantici, offre un sommario eloquente della tradizione letteraria amorosa mondiale e di quella artistica, che si è calorosamente interessata a questo gioiello poetico della Bibbia, o che, consapevolmente o no, è consonante con esso.
4Sorprendiamo però il Cantico letto avidamente anche nella Chiesa, e non solo nelle evasioni erotiche e amorose di Pietro Abelardo e di Eloisa, ma pure tra le mani di castissime donne, come Ildegarda di Bingen, Chiara di Assisi, Matilde di Magdeburgo, Gertrude di Helfta, Angela da Foligno, Giuliana di Norwich, Caterina da Siena, Caterina da Genova, Teresa d’Avila, Maria Maddalena de’ Pazzi, Veronica Giuliani, Maria dell’Incarnazione, Anna Caterina Emmerich, fino a Teresa di Lisieux, a Gemma Galgani, a Edith Stein e a tante altre.
Troviamo il Cantico variamente commentato da una schiera innumerevole di padri, mistici,esegeti e teologi, come Ippolito, Origene ed Efrem il Siro, Cirillo di Gerusalemme e Gregorio di Nissa, Ambrogio e Girolamo, Teodoreto di Ciro, Gregorio Magno e Beda il Venerabile, Alcuino, Gregorio di Narek, Ruperto di Deutz
5, Guglielmo di Saint-Thierry, Bernardo di Chiaravalle
6, Riccardo di San Vittore, Giovanni Ruysbroeck, Enrico Susone e Giovanni Taulero, Raimondo Lullo, Niccolò di Lira, Dionigi il Certosino, Fray Luís de León, Giovanni della Croce, Cornelius a Lapide, Francesco di Sales, Jean J. Surin, Federico Borromeo, Jacques Bénigne Bossuet, Luigi Lallemant, Jean-Pierre de Caussade e Pierre-Joseph de Clorivière, fino a Giovanni Paolo II e a molti altri.
5, Guglielmo di Saint-Thierry, Bernardo di Chiaravalle
6, Riccardo di San Vittore, Giovanni Ruysbroeck, Enrico Susone e Giovanni Taulero, Raimondo Lullo, Niccolò di Lira, Dionigi il Certosino, Fray Luís de León, Giovanni della Croce, Cornelius a Lapide, Francesco di Sales, Jean J. Surin, Federico Borromeo, Jacques Bénigne Bossuet, Luigi Lallemant, Jean-Pierre de Caussade e Pierre-Joseph de Clorivière, fino a Giovanni Paolo II e a molti altri.
(Francesco Rossi de Gasperis)
IL "CANTO dei CANTICI" è in assoluto la più bella canzone d'Amore. Spesso la rileggo, perchè è un modo per riamare.
RispondiEliminaA proposito di Amore, colgo l'occasione per farVi i Miei più cari auguri, per il Vostro 40° Anniversario di Nozze, che il Vostro sia una Unione che duri all'infinito, perchè il Vero Amore ci seguirà anche dopo la morte.
vulcano48
Questo canto è stupendo e non immaginavo che tu lo legassi al nostro anniversario di matrimonio che è il 20 giugno...(però sono 48 anni): ci siamo sposati nel 1964.
RispondiEliminaE' un augurio che ho molto gradito e te ne sono grata anche a nome di Giulio.
Accogli un abbraccio affettuoso ed ancora grazie caro vulcano48
Enrica