Dopo avere letto il diario che ho scritto per Giuliana nel 1994, Luciano (mio nipote) l’ha tradotto, in parte, in una canzone scritta e musicata da lui. Offro a voi il testo di questa canzone come ringraziamento a Luciano. Ora la canterà e suonerà in cielo
PER GIULIANA
Cara, piccola bambina, voglio dedicare a te,
questi versi, queste frasi, questa storia di anni fa.
Cara, piccola bambina te lo devo dire, ormai
non sei sangue del mio sangue,
ti adottammo un giorno noi.
Non guardarmi con quegli occhi,
tutto questo è vero sai,
certo rimarrai sorpresa,
so però che capirai ;
tra i colloqui e le domande,
le giornate in tribunale
molto tempo abbiamo atteso
per poterti almen vedere.
Molte volte abbiam pensato che era inutile lottare
molte notti abbiam passato il tuo babbo ed io a pregare.
Io non so che cosa provi una madre dopo il parto
nell’istante che riceve tra le braccia il proprio figlio.
So però quel che ho provato nel vederti quel mattino
ed a stringer tra le braccia quel tuo inerme corpicino,
mi sembravi un pupazzetto, magra e smunta lì nel letto:
non un debole sorriso o una luce sul tuo viso.
Sai la mamma ti ha levato dalla culla proprio come
una bimba in mezzo al prato coglie e guarda il primo fiore
e quel giorno noi piangemmo grosse lacrime di gioia
noi quel giorno rinascemmo a una vita vera e nuova.
Eri molto chiusa in te, eri fredda, senza affetto
segno del tempo trascorso sola per tre anni nel tuo letto.
Ti donammo il nostro amore, rinascesti piano, piano
cominciasti a balbettare e ad alzare la tua mano.
Poi quel giorno,
lo ricordo proprio
come fosse ora
all’età di sette anni,
ci donasti il primo fiore.
Io e tuo padre
ci guardammo,
ti stringemmo
in mezzo a noi
quella tua
manina tesa,
non la
scorderemo mai.
Ecco questa è la tua storia,
“Ma che fai, ora tu piangi?
Cara piccola bambina sono oramai vecchi ricordi.
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