"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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mercoledì 11 marzo 2015

Dio, che è più importante lava i piedi...

Seguire “l’esempio del Signore”: lui, Dio, che è più importante lava i piedi. Perché fra noi quello che è il più in alto, deve essere al servizio degli altri. Lavare i piedi è, infatti, dire “io sono al tuo servizio”, e concretamente significa che “dobbiamo aiutarci” l’un l’altro. Aiutarci l’uno l’altro: questo Gesù ci insegna e questo è quello che io faccio, e lo faccio di cuore, perché è mio dovere, come prete e come vescovo devo essere al vostro servizio. Ma è un dovere che mi viene dal cuore: lo amo. Amo questo e amo farlo il Signore così mi ha insegnato. Ma anche voi, aiutateci: aiutatevi sempre. L’uno verso l’altro. E così, aiutandoci ci faremo del bene. Ciascuno di noi pensi: ‘Io davvero sono disposto a servire, ad aiutare l’altro?’. Pensiamo questo, soltanto. E pensiamo che questo segno è una carezza che fa Gesù, perché Gesù è venuto proprio per questo: per servire, per aiutarci. (papa Francesco)
Il silenzio di due persone sedute una accanto all’altra crea un certo imbarazzo. Il silenzio di chi non confida in qualcuno inaridisce il cuore e rischia di uccidere anche l’altro che resta escluso. Il silenzio dietro una porta chiusa diventa pieno di incertezza, con domande insaziabili. Noi non siamo fatti per restare soli, nemmeno nel dolore, nemmeno nella crisi più profonda, nemmeno quando non si riesce a trovare nessuna risposta capace di accendere percorsi di speranza, risposte capaci di riempire vuoti di alcuni momenti della vita. Anche uno sguardo sereno e aperto diventa una parola accogliente, una mano tesa capace di confortare, un abbraccio che rialza e fa ripartire. A volte si vorrebbe essere piccolo gesto capace di aprire, parola capace di riscaldare, sguardo capace di confortare; ma non si sa come. Si cerca, ma non si sa dove. Si attende, ma non si sa da chi. Eppure sono numerose le vie che, nella ferialità dei giorni, possono essere percorse, lasciando segni profondi, pronunciando parole importanti, accendendo luce che consola. La nostra vita quotidiana non è fatta di cose eccezionali, ma di cose semplici che trovano significato e forza nel condividere, nel donarsi, nella capacità di generosità e gratuità. Di cuori generosi, di gesti di servizio gratuito è piena la terra, di uomini e donne che con perseveranza e fedeltà rendono bella e importante la storia dell’umanità. Ogni giorno, in varie parti del mondo, si pronunciano parole, si compiono gesti che non fanno tanto rumore, ma che sanno far germogliare speranze a volte sopite, che raccontano esistenze sempre generose nel dono. Siamo chiamati a camminare dentro il nostro tempo con quell’asciugamano che Gesù, nell’ultima cena, ha usato con i dodici apostoli ma che anche oggi usa con ciascuno di noi, per continuare a lavare e asciugare le fatiche di questa umanità. Quell’asciugamano che racconta vite concrete, impegnate dal bisogno di fraternità e solidarietà. Vite mature, adulte, che hanno imparato a donare senza aspettare ritorni, mani aperte, capaci di offrire, proteggere, custodire, sostenere, lasciare. Noi siamo fatti per vivere fino all’ultimo respiro una vita gustosa, spezzata per la carità. Non siamo fatti per accontentarci, ma per trovare quella felicità che nasce nel bene degli altri, fino a farci sentire che proprio nella generosità siamo dei privilegiati, provocandoci, per questo, ad essere degli instancabili generosi. Essere essenziali è poter dire: “io sono un uomo per gli altri”. Se ciascuno si dedicasse a questa attività, crescerebbe un’alta spiritualità dell’umanità. Sarebbe bello, alla sera dei giorni che ci sono stati affidati, grati per la vita, ritrovarci con in mano un asciugamano sgualcito, logoro, ma in pace con noi stessi, con gli occhi e il cuore ancora alla ricerca di compiere un piccolo gesto capace di dare speranza, di accendere sorrisi, di riscaldare cuori. Siamo cristiani perché pronti sempre a ricominciare, perché convinti che solo la forza dei piccoli gesti di carità è capace di cambiare il volto del mondo, è capace di dare continuità al comando di Gesù: “come ho fatto io così fate anche voi”.
don Delfino
Dio cerca asciugamani logori e non profumati di naftalina

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