"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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mercoledì 19 novembre 2014

Sorridiamo con... le quattro età dell'uomo

LE QUATTRO ETÀ DELL’UOMO
In principio Dio creò l’asino e gli disse: lavorerai instancabilmente dall’alba al tramonto, portando pesi sulla groppa, e vivrai 50 anni. L’asino rispose: sarò asino, però vivere fino a 50 anni è troppo, dammi solo 20 anni! Il Signore lo accontentò. 
Dio creò il cane e gli disse: difenderai la casa dell’uomo e mangerai quello che ti daranno, vivendo fino a 25 anni. Il cane rispose: vivere 25 anni per me è troppo; dammene solo 10! Il Signore lo accontentò. 
Dio creò la scimmia e le disse: salterai da un ramo all’altro, facendo pagliacciate, farai divertire e vivrai 20 anni. La scimmia rispose: vivere 20 anni è troppo, dammene solo 10! Il Signore la accontentò. 
Finalmente il Signore creò l’uomo e gli disse: sarai l’unico essere razionale sulla faccia della terra, userai la tua intelligenza per sottomettere gli animali e vivrai 20 anni. L’uomo rispose: Signore, sarò uomo, però 20 anni è molto poco; dammi i 30 anni che l’asino ha rifiutato, i 15 che il cane non ha voluto e i 10 che la scimmia ha respinto! Il Signore lo accontentò. E da allora l’uomo vive 20 anni da uomo, si sposa e passa 30 anni da asino, lavorando e portando tutto il peso sulle sue spalle. Poi, quando i figli se ne vanno, vive 15 anni da cane, badando alla casa e mangiando ciò che gli viene dato, per poi arrivare ad essere vecchio, andare in pensione e vivere 10 anni da scimmia, saltando di casa in casa, di figlio in figlio, facendo pagliacciate per far divertire i nipotini!
(frate Indovino)

martedì 18 novembre 2014

Non c'è respiro



Carpe diem...
non sai mai cosa ti aspetta dietro l’angolo …
e non sono mai cose piacevoli...
non c'è respiro... 
(immagine di Claude Pelet)

L'albero che prega

Domenica, in comunità, rimasi impressionata dagli alberi coi rami dritti e spogli, verso il cielo. Mi parlarono della contemplazione e pensai ad una poesia che ho da anni sul mio comodino. Quante volte mi sento così!!!...Enrica  La condivido con voi:
L'albero che prega
A N'Riba
c'è un albero che prega.
È secco,
senza foglie,
coi rami nudi
puntati dritti al cielo.
Non ha più nulla,
fuorché la preghiera.
Non dà più frutti,
e nemmeno ha fronde
per donare ombra.
Neppure un po' di scorza
gli è rimasta.
di tutto s'è spogliato:
già non è più 
quell'albero che era:
ormai egli è soltanto una preghiera.
padre Aldo - Mozambico -
— presso Istituto Sacra Famiglia - Cesano Boscone - 0re 12.30.

mercoledì 12 novembre 2014

Preghiera indiana


Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte
non possa mai entrare nel tuo cuore.
Non attaccare nessuno per la sua religione.
Rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue.
Ama la tua vita, migliora la tua vita,
abbellisci le cose che essa ti da.
Cerca di vivere a lungo
e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo.
Prepara una nobile canzone di morte per il giorno
in cui ti incamminerai verso la grande separazione.
Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico,
anche se straniero, in un posto solitario.
Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno.
Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita.
Se non trovi nessun motivo per ringraziare,
la colpa giace solo in te stesso.
Non abusare di niente e di nessuno,
per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche
e priva lo spirito delle sue visioni.
Quando arriverà il tuo momento di morire,
non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura,
e quando arriverà il loro momento essi piangeranno
e pregheranno per avere un 'altro poco di tempo per vivere
la loro vita in maniera diversa.
Canta la tua canzone della morte
e muori come un eroe che sta tornando alla casa."
Capo Tecumseh

(1768 - 1813) Nazione Shawnee

mercoledì 5 novembre 2014

Prete e confessione


"Siete stato in banca stamane per riscuotere lo stipendio?
- Sì, Padre.
- E com'era il cassiere? Aveva per caso il naso storto e gli occhi strabici???!!
Eh sì, perché se il cassiere fosse brutto io rifiuterei lo stipendio.
- Padre, cosa dite mai? E che importa a me che il cassiere ha il naso storto?
Egli mi dà lo stipendio. E a me interessa solo questo!
- E allora perché quando vai a confessarti, a riscuotere la grazia del Signore, stai a criticare il prete e dici: se non è un santo, io dal prete non ci vado?
Egli è l'amministratore del Sangue Redentore di Cristo.
Cosa t'importa il resto?
Se il prete è buono o cattivo a te non deve interessare.
Buono o cattivo che sia, la sua consacrazione e la facoltà ricevuta dal Vescovo per la confessione, a te devono bastare.
Il Sacerdote attinge alla Cassa della Chiesa, ricca dei meriti di Cristo:
ricordalo.

(don Dolindo Ruotolo)

Sarà così?


Nel ventre di una donna incinta si trovavano due bebè. Uno dei due gemelli chiese all'altro:
- Tu credi nella vita dopo il parto?
- Certo. Qualcosa deve esserci dopo il parto. Forse siamo qui per prepararci per quello saremo più tardi.
- Sciocchezze! Non c'è una vita dopo il parto. Come sarebbe quella vita?
- Non lo so, ma sicuramente... ci sarà più luce che qua. Magari cammineremo con le nostre gambe e ci ciberemo dalla bocca.
- Ma è assurdo! Camminare è impossibile. E mangiare dalla bocca? Ridicolo! Il cordone ombelicale è la via d'alimentazione... Ti dico una cosa: la vita dopo il parto è da escludere. Il cordone ombelicale è troppo corto.
- Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sarà diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
Però nessuno è tornato dall'aldilà, dopo il parto. Il parto è la fine della vita.
Uno dei due gemelli cadde in una profonda angoscia: “se il concepimento termina con la nascita, che senso ha la vita nell’utero? Magari non esiste nessuna madre dietro tutto ciò.
- Beh, io non so esattamente come sarà dopo il parto, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prenderà cura di noi.
- Mamma? Tu credi nella mamma? E dove credi che sia lei ora?
- Dove? Tutta intorno a noi! E' in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.
- Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, è logico che non esista. Magari vive solo nella nostra immaginazione, ce la siamo inventata per dare un senso a questa nostra vita…
Gli ultimi giorni furono pieni di domande…ma ad un tratto, lasciarono il loro mondo, aprirono gli occhi.E gridarono.
Ciò che videro... superava tutti i loro sogni.
(B Ferrero)

lunedì 3 novembre 2014

Un sorriso per voi






















“Dura è la mia lotta 
e torno con gli occhi stanchi, a volte, 
d'aver visto la terra che non cambia, 
ma il tuo sorriso sale al cielo ...
ed apre per me tutte le porte della vita"
Pablo Neruda
 — presso Sacra Famiglia - Cesano Boscone - Mi -.

Mamma ti amo


Un bambino tutti i giorni si recava in spiaggia e scriveva sulla sabbia: “Mamma ti amo!”; 
poi guardava il mare cancellare la scritta e correva via sorridendo. Un vecchio triste passeggiava tutti i giorni su quel litorale, e lo vedeva giorno dopo giorno scrivere la stessa frase, e guardare felice il mare portargliela via. 
Fra sé e sé pensava: “Questi bambini, sono così stupidi ed effimeri.” 
Un giorno si decise ad avvicinare il bambino, non avrà avuto più di dieci anni, e gli chiese: “Ma che senso ha che tu scriva “Mamma ti amo!” sulla sabbia che poi il mare te la porta via. Diglielo tu che le vuoi bene.” 
Il bambino si alzò, e guardando l’ennesima scritta cancellata dall’acqua salata disse al vecchio: “Io non ce l’ho la mamma! Me l’ha portata via Dio, come fa il mare con le mie scritte. 
Eppure torno qui ogni giorno a ricordare alla mamma e a Dio che non si può cancellare l’amore di un figlio per la propria madre.” 
Il vecchio si inginocchiò, e con le lacrime agli occhi scrisse: “Nora. Ti amo!”; era il nome del suo amore, ormai..sparita per sempre. Poi prese il bimbo per mano e assieme guardarono la scritta sparire.