"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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venerdì 29 giugno 2018

Tradizione della barca di S. Pietro


Tra il 28 e il 29 giugno la Barca di San Pietro
Una tradizione plurisecolare, religiosa e non solo che si rinnova ogni anno in occasione della festività dei santi Pietro e Paolo, e quindi nella notte in arrivo, quella tra il 28 e il 29 giugno: in tanti, tantissimi ancora nel Bresciano si preparano all'esperimento notturno della “Barca di San Pietro”, nota anche come barchetta o veliero di San Pietro, usanza che consiste nel sistemare un contenitore di vetro pieno d'acqua nel prato, o comunque all'aperto, e nel far colare al suo interno un albume d'uovo.
Il contenitore pieno d'acqua (e con l'albume) può essere una caraffa o un vaso, l'importante è che sia trasparente: deve rimanere all'aperto tutta la notte, a prendere aria e soprattutto a prendere la rugiada. Con il passare delle ore l'albume d'uovo si “cristallizza”, si adatta ai movimenti delle molecole dell'acqua a contatto con l'esterno, e piano piano si “trasforma” in una figura che tradizione vuole sia una barca, o appunto un veliero.
La credenza vuole che l'apostolo San Pietro (che era un pescatore) vada a soffiare all'interno dei contenitori facendo apparire una barca. La “struttura” che si forma non solo sarebbe una dedica del santo ai fedeli, ma anche un interessante indicatore dal punto di vista meteorologico.
Certo le tradizioni cambiano, da zona a zona: ma più o meno sono tutti concordi nel riferire che se le “vele” della barca si aprono, allora sono in arrivo belle giornate di sole, se invece si chiudono sarebbe sintomo di pioggia e maltempo. Nella tradizione contadina, le vele aperte indicherebbero anche un'ottima annata dal punto di vista del lavoro nei campi. E non dimenticate il vecchio detto: “Se piove a San Pietro, piove per un anno intero”.
/BresciaToday. 

Li Santi Patroni di Stefano Agostino

Li Santi Patroni
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San Pietro in fonno a l’Appia, fori porta,
stava a scappà quer giorno da li guai,

quanno incontrò Gesù: “Signo’, ‘ndo vai?”
“A famme crocifigge un’artra vorta”.
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Allora Pietro disse: “Nun sia mai.
Sta capa mia, da la memoria corta,
che me sia messa in croce capovorta,
ma Tu Signore nun rimorirai”.
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San Paolo invece fu decapitato,
‘ndo c’è sta er santuario a Tre Fontane,
che a ‘gni rimbarzo er capo ha zampillato.
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Quasi a scusasse pe st’esecuzzioni,
de Paolo e Pietro a Roma j’arimane,
d’aricordalli mo Santi Patroni.

Stefano Agostino
-Ilia Rubini Chiesa cattolica Abu Dhabi (Emirati Arabi)-


San PIETRO Apostolo - 
Bethsaida (Galilea) - † Roma, 67 d.C.
Pietro, scelto da Cristo a fondamento dell'edificio ecclesiale, clavigero del regno dei cieli (Mt 16,13-19), pastore del gregge santo (Gv 21,15-17), confermatore dei fratelli (Lc 22,32), è nella sua persona e nei suoi successori il segno visibile dell'unità e della comunione nella fede e nella carità. Gli apostoli Pietro e Paolo sigillarono con il martirio a Roma, verso l'anno 67, la loro testimonianza al Maestro. (Mess. Rom.) ...
San PAOLO Apostolo - 
Paolo, cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso sulla via di Damasco, strumento eletto per portare il suo nome davanti ai popoli, è il più grande missionario di tutti tempi, l'avvocato dei pagani, l'apostolo delle genti, colui che insieme a Pietro far risuonare il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo. Gli apostoli Pietro e Paolo sigillarono con il martirio a Roma, verso l'anno 67, la loro testimonianza al Maestro

giovedì 21 giugno 2018

Curare il dolore

L’arte più potente della vita è fare del dolore un talismano che cura. 
Una farfalla rinasce, fiorita in una festa di colori.
dipinto e scritto di Frida Khalo


Frida Khalo: l’intensità nella vita e nelle opere d’arte
Nata a Coyoacan in Messico nel 1907, Frida vive una vita complessa, dall’amore alla salute, passando per gli avvenimenti politici di cui è testimone, la rivoluzione contadina messicana che trasforma anche la concezione di arte, aperta alle grandi masse dalla generazione dei muralisti. L’arte funziona da cura, a volte da sfogo per il dolore intenso, in una comunione totale con la sua esperienza di vita e con la sua indole indipendente e passionale.

L’incidente del 1925 è uno spartiacque nella sua vita, quando su un autobus di ritorno da scuola, in seguito ad un incidente, viene trafitta da un corrimano, la colonna vertebrale si spezza in tre punti, si frantuma il collo del femore, le costole, la gamba sinistra in 11 punti, il piede destro è slogato e schiacciato, la spalla sinistra è lussata e l’osso pelvico spezzato in tre. 32 operazioni chirurgiche saranno necessarie per riparare parzialmente a questi danni. Dimessa dall’ospedale e costretta ad anni di riposo a casa, col busto ingessato, si dedica all’arte dipingendo principalmente autoritratti e allo studio del comunismo.

Proprio l’incontro con Diego Rivera, segretario del Partito Comunista messicano, la introduce alla vita attiva del suo paese e diventa una militante. E nel 1929 sposa Diego, più vecchio di lei di anni. Questa unione viene definita dalla strana combinazione dei due: “l’unione di una colomba con un elefante”. Frida però è stregata da Diego e del primo incontro dirà con una sensibilità che solo le donne possono capire: “Diego è nel mio cuore, nel mio sogno, nella mia follia. Dire “è in tutto” è stupido e magnifico”.

Questo rapporto intenso e discontinuo, totalizzante e estenuante, segna la vita di Frida, che divorzia da Diego per il tradimento di lui con la sorella Cristina Khalo; a distanza di un anno si risposano, Frida comincia ad avere amanti di entrambi i sessi. Le pagine del suo diario spiegano bene quanto la figura di Diego fosse qualcosa di imprescindibile nella sue esistenza, benché consapevole dei suoi tradimenti:

Subisce almeno tre aborti spontanei, il suo dolore più grande che la accompagna tutta la vita e che ritrae ossessivamente nei suoi dipinti, questo figlio strappatole da dentro più volte, lacerazione incolmabile.

Pochi anni prima di morire di bronchite bronchiale, subisce l’amputazione della gamba sinistra, ma ancora una volta l’attaccamento alla vita è più forte, manifestato dall’ultimo dipinto terminato 8 giorni prima di morire, dal titolo “Viva la vida”, e dalla nota sul suo diario dopo l’amputazione: “Piedi, a che mi servono, se ho ali per volare?”

Il corpo martoriato, la rivoluzione contadina del popolo messicano, gli animali e paesaggi esotici sono al centro delle sue opere intrise di folclore messicano, con un erotismo di fondo che la accompagna sempre nei riferimenti fisici dei suoi soggetti. La sua pittura racconta di un intimo raccoglimento anche quando tratta tematiche sociali, perché tutto è filtrato dalla sua interpretazione personalissima della realtà. Rifiuta più volte l’etichetta surrealista, perché quello che dipinge non sono in sogni ma la realtà.

Frida è diventata un mito della cultura femminista dagli anni ’70 e del movimento lesbico per le sue svariate relazioni con donne di ogni tipo. Il suo amore-odio per la vita che le ha provocato tante sofferenze ma che le ha dato molto, così come lo stesso Diego, ha fatto sì che le sue opere risultassero estremamente comunicative e intense, rispecchiando il suo modo di vivere.

Oltre la pittura, un modo per alleviare il dolore, sarà la stesura del diario personale, consigliatale negli anni in cui per i vari interventi non riusciva a dipingere, che la accompagna negli anni più bui, quelli della separazione da Diego e della nevrosi, che esorcizzerà con degli scarabocchi compulsivi, unico modo di esternare la sofferenza.

La vita e la sofferenza, tramutate in opere d’arte colorate e dirette, arrivano dritte al cuore dell’osservatore, senza che ci sia neanche tanto bisogno di annotazioni esplicative a lato. Una vita così intensa, che svela e non ne ha timore, i suoi momenti più difficili, alcuni superati con la forza di un’artista consapevole del suo ruolo di comunicatrice anticonformista e di donna simbolo di una rivoluzione, alcuni che lasciano trasparire la profonda fragilità che tanta sofferenza si porta dietro.
Marina Bassano

Svelare i ricordi

Nei ricordi di ogni uomo ci sono certe cose che egli non svela a tutti, ma forse soltanto agli amici. Ce ne sono altre che non svelerà neppure agli amici, ma forse solo a sé stesso, e comunque in gran segreto. Ma ve ne sono infine, di quelle che l’uomo ha paura di svelare perfino a sé stesso, e ogni uomo perbene accumula parecchie cose del genere.
(Fëdor Dostoevskij)

lunedì 4 giugno 2018

Tenerezza verso noi e gli altri


Il cuore colmo di pazienza, misericordia e tenerezza verso noi e verso gli altri 
"Errare humanum est" dicevano i latini: "la nostra autobiografia - se è sincera - è intessuta di cadute, errori, fallimenti…è la fragilità della nostra libertà". 
G. Ravasi

Ammirare un fiore

L’albero si chiama melograno,
il frutto melagrana, 
il fiore… non si chiama si ammira.

il mio primo fiore del melograno

Paura di fallire


“Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire!” 
P. Coelho

Il coraggio non ha confini

Non ha confini il coraggio che nasce dall’amore e per amore si realizza. Non tiene conto di alcun pericolo. Non ascolta nessuna forma di raziocinio. Pretende di muovere le montagne e spesso le muove.
-Oriana Fallaci - 
dipinto Ferrandiz- Amore universale-

Il cammino della vita

Cammina vicino a chi ti vuole bene / ma non stargli mai davanti perché non ti accorgeresti / se per caso si fermasse per qualche difficoltà. / Non stargli mai dietro, perché nei momenti più felici / non riusciresti a vedere la gioia sul suo volto.../ e nei momenti più tristi non vedresti le sue lacrime. / Camminagli accanto ma in silenzio, / in modo che la tua presenza non diventi un intralcio, / ma ricordati che standogli accanto vivrai tutte le emozioni che vive e se si dovesse fermare potrai fermarti ad aiutarlo. / Non essere mai un peso per chi ti vuole bene, / ma una felice compagnia nel cammino della sua vita.
- fonte web-