"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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lunedì 25 aprile 2016

Tu sei la nostra vita

Dolce figlia so cosa volevi dire oggi Emoticon heart "Tu sei la nostra vita" Emoticon heart 

“Sono Giuliana”, ecco cosa mi piacerebbe dirti!

Quello che faccio non è contro di te; se mi arrabbio, mi faccio del male, distruggo qualcosa o mi muovo in eccesso, è perché è difficile capire o fare quello che stai chiedendo. Già faccio fatica a capire le intenzioni degli altri, quindi non attribuirmi delle cattive intenzioni.

Voi siete troppo complicati. Il mio mondo non è né complesso né chiuso, anche se ciò ti sembra strano. Il mio mondo è talmente aperto, senza veli né bugie, così ingenuamente esposto agli altri, che sembra difficile da capire. Io non abito in una “fortezza vuota” ma in una pianura talmente aperta che può sembrare inaccessibile. Sono molto meno complicato di voi persone “normali”. 

Né i miei genitori né io abbiamo colpa di quello che mi succede. Non ce l’hanno nemmeno i professionisti che mi aiutano. Non serve a niente darsi le colpe l’un con l’altro. A volte le mie reazioni e i miei comportamenti possono essere difficili da capire e da affrontare, ma non è colpa di nessuno. L’idea di colpa produce soltanto sofferenza, ma non aiuta.
(Angel Riviere, professore di Psicologia evolutiva presso l’Università Autonoma di Madrid, scomparso nel 2000)

Elogio ad una donna speciale

Un elogio ad una donna speciale

C' è una donna che ha qualcosa di Dio per l'immensità del suo amore, e molto di angelo per la tua instancabile richiesta delle sue cure; una donna che, pur essendo giovane ha la riflessione di una vecchietta, e nella vecchiaia, lavora con il vigore della gioventù; la donna che se è ignorante, scopre i segreti della vita con più saggezza che un saggio, e se è istruita si accomoda alla semplicità dei bambini; una donna che essendo ricca, darebbe volentieri il suo tesoro per non soffrire nel suo cuore la ferita della ingratitudine; una donna che essendo debole si assume a volte con la bravura del leone; una donna che mentre vive non la sappiamo valutare perché al suo fianco tutti i dolori si dimenticano, ma che dopo morta, daremmo tutto quello che siamo e tutto quello che abbiamo per guardarla di nuovo un istante, per ricevere da lei un solo abbraccio, per sentire un solo accento dei suoi battiti. Di quella donna non mi chiedere il nome: è una madre...
-mons. Ramon Angel Jara- 
-Dipinto di di mio fratello Angelo che ora è in cielo (dono di quando ho adottato Giuliana) -

venerdì 1 aprile 2016

Il mistero della tradizione del Primo di Aprile

Buon Primo AprileEmoticon heart
Come è nata questa tradizione è ancora un mistero o, meglio, ci sono più teorie in merito e la più accreditata ci porta indietro. 

In Europa, i festeggiamenti del primo d'aprile diventano usanza intorno alla fine del 1500: pochi anni dopo l'adozione del nuovo calendario Gregoriano. Nella Francia di Re Carlo IX e nella Germania degli Asburgo, la tradizione prende il via e si diffonde poi in Inghilterra (nel XVIII secolo) e negli altri stati europei.
La leggenda vuole che molti francesi, contrari a questo cambiamento o semplicemente sbadati, continuassero a scambiarsi regali tra marzo e aprile, festeggiando il Capodanno come ai vecchi tempi. 
Dei burloni iniziarono così, per sbeffeggiarli, a consegnar loro regali assurdi o vuoti durante feste inesistenti. Nel regalo vuoto si poteva trovare un biglietto con scritto "poisson d'avril": pesce d'aprile, in francese.


Un'altra ipotesi vede protagoniste le prime pesche primaverili del passato. Spesso accadeva che i pescatori, non trovando pesci sui fondali nei primi giorni di aprile, tornassero in porto a mani vuote e per questo motivo erano oggetto di ilarità e scherno da parte dei compaesani.
Tradizione marinaresca nostrana vuole, infatti, che in passato fosse vietato uscire in mare il 1 aprile, giorno in cui la Sirena Partenope avrebbe trasformato, per gioco e scherzo, i marinai in pesci. Nasce da qui la tradizione nostrana del pesce d’aprile, che a Napoli diventa anche dolce di cioccolato proprio per compensare i pescatori del mancato bottino nel giorno sconsigliato dalla leggenda per recarsi a pescare.
Occhio, dunque: non credete a tutto quello che vi viene detto in questa data!