"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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domenica 31 gennaio 2021

sabato 30 gennaio 2021

Coronavirus: La Santa Famiglia in Sacra Famiglia

 

Coronavirus: E' la prima volta, da quando abbiamo adottata Giuliana, che non siamo uniti fisicamente a lei nel giorno che si festeggia la Famiglia. Il cuore colmo di amore ci unisce a nostra figlia ed a tutto il personale del nucleo psichiatrico che formano una originale Sacra Famiglia. Auguri con gratitudine a tutte/i con la speranza che termini questo distacco fisico che da 11 mesi vieta di abbracciarci.
La Santa Famiglia vegli.
Il gruppo statuario "Sacra Famiglia", in grandezza naturale, è un'opera in lastra di ferro forgiata dal Cav. Alfonso Cavaiuolo e donata all'Istituto nel 2001. Sistemata sopra un masso di granito, all'incrocio dei viali interni dell'Istituto dove è ricoverata Giuliana

Essere come una matita

 

La storia della matita

Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera.
Ad un certo punto, chiese: "Stai scrivendo una storia su di noi? E' per caso una storia su di me?".
La nonna smise di scrivere, sorrise e disse al nipote: "In effetti, sto scrivendo su di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando. Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande."
Il bimbo osservò la matita, incuriosito e non vide niente di speciale.
"Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!".
"Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose.

Ci sono 5 qualità in essa che, se tu riuscirai a mantenere, faranno sempre di te un uomo in pace con il mondo.
Prima qualità: tu puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi: questa mano noi la chiamiamo Dio e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la Sua volontà.
Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo ed usare il temperino. Questo fa sì che la matita soffra un poco, ma alla fine essa sarà più affilata. Pertanto, sappi sopportare un po' di dolore, perché ciò ti renderà una persona migliore.
Terza qualità: la matita ci permette sempre d'usare una gomma per cancellare gli sbagli. Capisci che correggere qualcosa che abbiamo fatto non è necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via.
Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che è all'interno.

Dunque fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te.
Infine la quinta qualità della matita: lascia sempre un segno. Ugualmente, sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce e cerca d'essere conscio d'ogni singola azione.

(Paulo Coelho)

mercoledì 27 gennaio 2021

Coronavirus: la mascherina non toglie la libertà

 
"Se sono libero è perché continuo a correre".

- J. Hendrix -

La Shoah spiegata ai bambini di A. Maltoni

 
Il ricordo e la memoria di Angela Maltoni

La Giornata della Memoria è un momento importante e penso che l’argomento debba essere affrontato già nella scuola primaria. “Ricordare” è fondamentale, soprattutto quando bisogna cercare di rimediare alle brutture perpetrate dalla follia umana. Al tempo stesso, tuttavia, sono altrettanto convinta che sia riduttivo concentrarsi su alcuni “giorni speciali” slegati dalla programmazione didattica, un po’ come accade per i Diritti dell’infanzia o per la Resistenza. Il 27 gennaio – “Giornata della memoria” – bisognerebbe evitare, considerata la complessità del tema, di proporre attività estemporanee completamente avulse dal resto della progettazione didattica.
L’“Educazione alla cittadinanza”, di cui queste tematiche fanno parte, dovrebbero perciò diventare una consuetudine e non un’azione didattica a spot, legata a una sorta di semplice “ricorrenza civile”. Lo stesso accade per l’ intercultura e quindi penso che il modo migliore perché queste “buone pratiche” diventino prassi sia “viverle” giorno per giorno attraverso il piacere di stare insieme in una classe che gradualmente diventa comunità.

Libri tra filo spinato e sogni

Fin dalla prima cerco di far riflettere i bambini sui valori dei diritti umani , sulla “non discriminazione” e sul rispetto e la valorizzazione delle diversità e delle differenze . E ogni anno al tema dell’Olocausto – seppur in maniera graduale e interdisciplinare – riservo almeno un’intera settimana. Non mi limito a un solo giorno, estemporaneo, perché ritengo che buona parte del lavoro educativo quotidiano vada speso per far crescere nei bambini una coscienza sociale che li porti ad accettare “naturalmente” la diversità come un valore e non come un ostacolo. Tutto questo è possibile con un’impostazione interdisciplinare attenta alle tematiche sociali e interculturali.
Riguardo al tema della Shoah , sono consapevole di quanto sia difficile descrivere le dimensioni della tragedia, l’enormità delle perdite umane e l’abisso in cui l’uomo è riuscito a spingersi. Ogni volta la mia più grande preoccupazione è quella di riuscire a coinvolgere gli alunni senza traumatizzarli e – se ancora piccoli – senza procurare loro incubi notturni. Dico questo perché proprio lo scorso anno, in seconda, ho potuto toccare con mano quanto i bambini siano sensibili e impressionabili di fronte alla lettura di un libro, nel caso specifico “La portinaia Apollonia” di Lia Levi . Alcuni di loro si sono talmente immedesimati nel protagonista – Daniel, un bambino ebreo – da sognarlo la notte successiva prima di traslocare in lacrime nel lettone dei loro genitori.
Penso sia importante portare avanti certe proposte cercando però l’approccio più adeguato, utilizzando gli strumenti più adatti alla sensibilità e alle capacità cognitive dei bambini. Quelli, cioè, che servono ad alimentare la conoscenza e la competenza interpretativa.
I libri per l’infanzia dedicati alla Shoah sono tanti, tutti però rivolti a una fascia d’età superiore ai sei/sette anni. Fa eccezione “La storia di Vera” di Gabriele Clima (Edizioni San Paolo), “consigliato” per il finale positivo e ritenuto “adatto” ai piccoli di cinque anni pur raccontando la triste storia di una bambina portata in un campo “circondato da filo spinato” che sopporta oltre alla detenzione anche la morte della sorella maggiore. Per quanto mi riguarda, ho proposto il racconto in seconda e i bambini sono rimasti comunque colpiti dalla storia.
Un'altra lettura interessante e delicata – sempre in seconda classe – è “Il mestolo di Adele”, di Sebastiano Ruiz Mignone , che ha suscitato molto interesse perché parla di un oggetto caro e per l’attività successiva, che è consistita nell’individuare un qualcosa di personale da portare con sé durante un viaggio. Un oggetto, soprattutto, che possa evocare ricordi o emozioni: ogni bambino ne ha nominato almeno uno e quelli nati all’estero, che hanno vissuto la migrazione, hanno potuto raccontare qualcosa di dimenticato e di non più trovato ma che per loro era importante.

Amicizie e speranze

In quinta il libro che propongo per primo è “Il volo di Sara”, di Lorenza Farina e Sonia Possentini . Parla di campi di concentramento ma anche di amicizia, e questo rende meno d’impatto il tema.
Anche la lettura, altrettanto profonda ma con un finale positivo, di “La storia di Erika”, di Vander Zee Ruth, lascia molti interrogativi e spesso la conversazione successiva alla lettura diventa “silenziosa”. In questo caso la protagonista è una bambina sopravvissuta grazie al grande gesto d’amore della sua mamma che durante la deportazione “getta un fagottino” dal treno in corsa. Sempre per i bambini degli ultimi anni della primaria ho letto “E’ stato il silenzio”, di Paola Valente, un racconto scritto in modo semplice dove nelle ultime pagine è presente un approfondimento sulla guerra e la nascita del razzismo. Solitamente non amo proporre ai bambini materiali predisposti a priori, tuttavia ho trovato i contenuti interessanti e utili per una rilettura critica del testo.

Storie di vita

Tra i miei libri preferiti, che propongo solitamente in quarta per introdurre la storia di Anne Frank, c’è “L’albero di Anne”, di Irène Cohen Janca . A seguire leggiamo alcune pagine tratte dal diario di Anne e le commentiamo insieme. La storia colpisce molto e solitamente l’argomento viene approfondito anche ricercando materiale in rete. Lo scorso ciclo ricordo che i bambini hanno trovato molte informazioni sulla ragazza e la sua famiglia e insieme abbiamo anche visionato e commentato immagini del rifugio segreto. Un libro molto bello che ci ha guidato in questa ricerca è “La storia di Anne Frank”, edito da Mondadori, che raccoglie frammenti di vita, immagini, informazioni e fotografie originali del diario.
Parallelamente, soprattutto nelle ultime classi della scuola primaria, propongo la visione dei disegni dei Bambini di Terezin e la lettura delle loro poesie. Lo scorso ciclo, dopo averli visionati ognuno ha scelto di dedicare a questi coetanei una poesia . Alla fine del lavoro ho proposto la versione musicata del “Salmo 23” che le maestre ebree deportate nei campi di concentramento facevano cantare ai bambini.

Leggi razziali e vecchi registri

In quinta, oltre a proporre la lettura di alcuni racconti, l’attenzione va a focalizzarsi sulle leggi razziali e sul manifesto della razza , anche in parallelo con alcuni articoli della Costituzione Italiana e della Dichiarazione dei Diritti Umani. Come spesso avviene, sono partita proponendo una discussione e un brainstorming per verificare il loro grado di conoscenza e di consapevolezza rispetto all’argomento. Interessante è stata la successiva visione di alcuni vecchi registri dell’epoca scovati nell’archivio della scuola che riportavano alcune strane diciture. Osservando questi documenti insieme abbiamo potuto notare che alcuni bambini erano stati ritirati da scuola in corso d’anno per il trasferimento delle famiglie nelle campagne. In realtà nessuno compariva con la scritta ebreo, tuttavia è stato interessante osservare che spesso le lezioni venivano interrotte per via degli allarmi. Il passo successivo è stato quello di chiedere la collaborazione delle famiglie per raccogliere testimonianze. In questo modo hanno potuto toccare con mano i racconti dei nonni più anziani e hanno scoperto che in altre parti del mondo, anche se in tempi diversi e molto più recenti, ci sono state guerre e persecuzioni dovute anche in questo caso alla religione o a ideologie politiche diverse. A conclusione del lavoro è stato interessante leggere e commentare la toccante poesia di Primo Levi; dopodiché li ho lasciati liberi di scrivere brevi testi o poesie che sono risultate molto intense e toccanti.

Angela Maltoni

martedì 26 gennaio 2021

27 gennaio del 1945 furono aperti i cancelli di Auschwitz

 

"La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! ...E' un dovere verso i milioni di ebrei 'passati per il camino', gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell'assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell'universo che il male del mondo ha voluto spegnere . . . I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia oggi, si sta paurosamente ripetendo."
Op. Cit. pag. 13-14-15
Elisa Springer

Il vento crea un'opera d'arte unica

 

Alle pendici del maestoso Gran Sasso si estende Campo Imperatore, straordinario altopiano abruzzese conosciuto anche come “Piccolo Tibet”. Un nome davvero importante che evoca paesaggi eccezionali e anni di storia geologica tumultuosa.

giovedì 21 gennaio 2021

Coronavirus: c’è un vuoto nel mio cuore e nel tuo nella Giornata mondiale degli abbracci

 

21 gennaio 2021 giornata mondiale degli abbracci.
Mai come quest'anno la Giornata mondiale degli abbracci rappresenta una ricorrenza da festeggiare come buon auspicio. In lockdown, ma soprattutto negli ospedali e nelle rsa, il virus Covid-19 ha negato la possibilità di dare e ricevere conforto.
"Dal mio cuore nel tuo cuore Giuliana: se senti, in modo a me sconosciuto, questo abbraccio silenzioso che ti invio sarà, per me, un dono meraviglioso. Prendo quell'abbraccio NON DATO DA UN ANNO, causa coronavirus, e lo metto proprio dove c’è un vuoto nel mio cuore e nel tuo".

Sant' Agnese Vergine e martire proteggi le nostre figlie

 

21 gennaio Sant' Agnese Vergine e martire proteggi le nostre figlie, le nostre nipoti, tutte le ragazze
🙏
Agnese nacque a Roma da genitori cristiani, di una illustre famiglia patrizia, nel III secolo. Quando era ancora dodicenne, scoppiò una persecuzione e molti furono i fedeli che s'abbandonavano alla defezione. Agnese, che aveva deciso di offrire al Signore la sua verginità, fu denunciata come cristiana dal figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei ma respinto. Fu esposta nuda al Circo Agonale, nei pressi dell'attuale piazza Navona. Un uomo che cercò di avvicinarla cadde morto prima di poterla sfiorare e altrettanto miracolosamente risorse per intercessione della santa. Gettata nel fuoco, questo si estinse per le sue orazioni, fu allora trafitta con colpo di spada alla gola, nel modo con cui si uccidevano gli agnelli. Per questo nell'iconografia è raffigurata spesso con una pecorella o un agnello, simboli del candore e del sacrificio. La data della morte non è certa, qualcuno la colloca tra il 249 e il 251 durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio, altri nel 304 durante la persecuzione di Diocleziano.

mercoledì 20 gennaio 2021

La malattia ti avvisa che stai sbagliando il cammino.

 

Quante volte ho sbagliato il cammino!
La malattia è un conflitto tra la personalità e l'anima.
Molte volte…
Il raffreddore “cola” quando il corpo non piange…
Il dolore di gola “tampona” quando non è possibile comunicare le afflizioni.
Lo stomaco “arde” quando le rabbie non riescono ad uscire.
Il corpo “ingrassa” quando l’insoddisfazione stringe.
Il mal di testa “deprime” quando i dubbi aumentano.
Il cuore “allenta” quando il senso della vita sembra finire.
Il petto “stringe” quando l’orgoglio schiavizza.
La pressione “sale” quando la paura imprigiona.
Le nevrosi “paralizza” quando il bambino interno tiranneggia.
La febbre “scalda” quando le difese sfruttano le frontiere dell’immunità.
Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega.
Il cancro “ammazza” quando ti stanchi di vivere.
Ed i tuoi dolori silenziosi? Come parlano nel tuo corpo?
La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino.
Jodorowsky

sabato 16 gennaio 2021

La "Madonnina" più riprodotta di tutti i tempi.

 LA VERA STORIA DI QUESTO QUADRO

In realtà, il quadro ritrae una fanciulla di undici anni, Angela Cian, con il fratellino più piccolo Giovanni in braccio.
Il pittore Roberto Ferruzzi (Dalmazia 1853 - Luvigliano, Colli Euganei, 1934) era figlio di un noto avvocato, e, dopo gli studi classici, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova.
Molto dotato nel disegno, pur continuando i corsi universitari, studiò disegno e pittura e si dedicò anche alla musica. Nel 1879 si stabilì a Luvigliano (Colli Euganei) dove si dedicò esclusivamente alla pittura creando attorno a sé un cenacolo culturale che divenne meta dei maggiori artisti dell’epoca.
Un giorno vide una ragazzina, Angelina Cian, seconda di quindici figli, che teneva in braccio il fratellino Giovanni addormentato. L'immagine dei fratellini colpì il pittore per la sua tenera dolcezza, e la riprodusse in un dipinto che intitolò ‘Maternità’.
Il dipinto fu esposto alla Biennale di Venezia nel 1897 e venne premiato; il successo popolare suggerì un cambiò di titolo in ‘Madonnina’.
Il quadro fu acquistato per tremila lire, cifra astronomica per l’epoca, e più volte rivenduto. Infine fu acquistato dai fratelli Alinari, noti fotografi di Firenze che lo misero in esposizione nei loro studi. Fu ancora rivenduto, ma i fratelli Alinari si riservarono i diritti di riproduzione. La"Madonnina", detta "delle vie", o "del riposo", fu riprodotta in migliaia di copie, biglietti, "santini", oggetti di devozione.
Durante la Seconda Guerra mondiale, l'ambasciatore americano in Francia, John G.A. Leishman, acquistò il quadro, ma durante il viaggio verso gli Stati Uniti la nave venne silurata e la bella Madonnina finì in fondo al mare. Alcuni sostengono che non sia perduta, ma in una collezione privata in Pennsylvania.
La ragazza del ritratto, Angelina, che ispirò la Madonnina, si era nel frattempo trasferita a Venezia. Si sposò e seguì, nel 1906, il marito in California, a Oakland. Ebbe dieci figli, ma la sua felicità svanì per l’improvvisa morte del marito; vedova, non fu in grado di affrontare le avversità della vita; i suoi figli furono ospitati in orfanatrofio e lei, in preda alla disperazione, fu internata in manicomio. Morì nel 1972.
Non sapeva che il suo viso avrebbe ispirato milioni di preghiere in tutto il mondo.

Alloro: una pianta nobile

 

L’alloro, una pianta nobile

L’alloro è una delle piante più note nell’antichità, tanto in Grecia quanto a Roma. Era il simbolo di trionfo tanto nelle imprese militari quanto nelle gare sportive. I vincitori, infatti, venivano coronati con rami di alloro intrecciati e questo rappresentava la massima onoreficienza. 

Chiunque ottenesse la stima dei grandi, godeva del copricapo e conferiva al vincitore della gara o dell’impresa militare il titolo di “persona nobile”. Da qui il suo nome più noto, quello latino e scientifico, Laurus Nobilis

La tradizione di premiare con le foglie di alloro si diffuse anche negli ambienti intellettuali nel periodo del Medioevo e del Rinascimento. Così anche i poeti divennero “laureati” e ancora oggi vi è la tradizione di posare sul copricapo dei neo-laureati una corona di alloro.


Una delle tante leggende dell'alloro

Alla bellissima Dafne  piaceva il buio dei boschi e non gli interessava l'amore. Incontrando il Dio Apollo, il quale se ne innamorò perdutamente,  lei  fuggi nel bosco scappando da lui. Correndo i suoi capelli al vento divennero sempre più lunghi e belli. Stanca della corsa senza riuscire a fuggire  da Apollo, chiese aiuto al padre chiedendo di trasformare la sua figura troppo piaciuta da apollo. Il padre pregò per esaudire il suo desiderio e i capelli si allungarono in fronde e il corpo si fasciò di una fibra sottile, le braccia in rami, mentre il volto svanisce in una cima, i piedi si trasformano in radici. Dafne si trasforma in un Alloro, Albero sempreverde, immortale come i trionfi dei poeti, degli atleti, dei condottieri che porteranno le sue fronde in corona sul capo. Apollo l'amerà comunque, poiché non potrà essere moglie sua sarà almeno il suo albero.

foto di Flavio Gorni- Principato di Seborga

mercoledì 13 gennaio 2021

Il bacio di Hayez


ll bacio venne commissionato privatamente a Francesco Hayez dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto; Hayez era un pittore molto noto nella Milano dei circoli patriottici, tanto da esser ritenuto da Giuseppe Mazzini «capo della scuola di pittura storica, che il pensiero Nazionale reclamava in Italia»,[4] quindi non vi è sorpresa se il Visconti gli incaricò di trasportare in pittura le speranze associate all'alleanza tra la Francia ed il regno di Sardegna.

Il dipinto, terminato nel 1859 e presentato a Brera il 9 settembre dello stesso anno con il titolo Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV',[5] andò quindi ad ornare la lussuosa dimora del Visconti per più di venticinque anni; solo nel 1886, un anno prima della sua morte,[6] il conte destinò la tela alla Pinacoteca di Brera,[7] dove è tuttora esposta nella sala XXXVII.[8]
La versione di Brera è indubbiamente la più famosa, ma Hayez realizzò tre versioni del dipinto. La seconda copia si differenzia dalla prima in quanto qui la fanciulla indossa un abito bianco; realizzata nel 1861 per la famiglia Mylius, è stata inviata all'Esposizione Universale di Parigi del 1867 e nel 2008 è stata battuta all'asta da Sotheby's per la somma di 780,450 sterline.[9] La terza versione è l'unica ad esser stata trasposta su un acquarello su carta, di formato ovoidale; realizzata nel 1859 (dunque coeva a quella di Brera), fu donata da Hayez alla sorella della giovane amante Carolina Zucchi, ed è oggi esposta alla Pinacoteca Ambrosiana, a Milano.[10] L'ultima e quarta copia, infine, si discosta da quella originale per il drappo bianco steso sui gradini ed il verde e acceso del manto dell'uomo.[3]La scena è ambientata in un vago interno medievale. Si tratta dell'androne di un castello, di cui sono messi in rilievo tre gradini, a destra della tela, e l'estesa parete lapidea; la superficie di quest'ultima occupa omogeneamente quasi tutto lo sfondo del dipinto, e di fatto viene interrotta solo da un varco archiacuto gotico, introdotto da una sottile colonnina, e da una bifora che si staglia in alto a destra, appena accennata in quanto tagliata dal margine superiore del quadro. Ebbene, in quest'ambientazione medievaleggiante si sta consumando un appassionato quanto sensuale bacio tra due giovani amanti, in un clima di romantica sospensione.
L'uomo ha un ruolo attivo nell'amplesso, trattenendo saldamente tra le mani il capo e il viso dell'amata; al contrario, quest'ultima si abbandona languidamente alle effusioni, limitandosi a stringere le spalle dell'amato con il braccio sinistro. Rapiti in un'estasi d'amore, i due corpi si compenetrano appassionatamente, con il busto dell'uomo che asseconda il flessuoso corpo della compagna, arcuato dinanzi a una passione così travolgente.[10]
Il bacio è molto sensuale, ma non è molto tranquillo. L'uomo, infatti, poggia la gamba sinistra sul primo gradino della scalinata, lasciando emergere l'elsa di un pugnale dal mantello: quest'instabilità fisica manifesta un certo nervosismo, come se il bacio fosse mosso non da un semplice anelito sentimentale, bensì da un'imminente dipartita, trasformando questo romantico gesto in uno straziante commiato. I toni melodrammatici sono esasperati dalla presenza di una figura in penombra in posizione tergale, dietro il varco archiacuto: le interpretazioni sono molteplici, tanto che si è pensato che si possa trattare di un uomo intento a spiare furtivamente la scena, di un congiurato che attende il congedo del suo sodale dall'amata per cominciare la loro azione, anche se più probabilmente non è nient'altro che una semplice domestica. 
(Da Wikipedia)

Le sette porte della conoscenza di Enzo Primerano

 

LE SETTE PORTE DELLA CONOSCENZA
Quante le porte sul mio cammino
Che ben celate scoprirò
Con l’entusiasmo di un bambino
una ad una le aprirò
La prima è la porta della Volontà
Quella ce l’hai nel dna
Segue la porta del Sacrificio
Sii come pietra di puro silicio
Tutto il Quadrivio della Scienza
Per aprire la porte della Sapienza
Ma ti servirà pur l’Intelletto
per comprenderne il giochetto
Irta è la porta dell’Obbedienza
Ti fermi subito se ci provi senza
Tuo vero amico è il portone del Dubbio
Solo da lui troverai l’equilibrio
E ti armerai in un sol momento
di coraggio e di ardimento
E giungerai alla porta a forma di cuore
quella che unisce Scienza all’Amore.
Ultimo è il pertugio più piccolino
Ci dovrai passare chino
Quella è la porta dell’Umiltà
Solo da lì vedrai la verità.
Dottor Primerano Enzo

domenica 10 gennaio 2021

Un ritratto si trasfoma in un dipinto d'epoca

 

Ti ringrazio Carlo del dono del ritratto di Giuliana realizzato con un app che trasforma una foto in un quadro d'epoca.
La tua tenerezza mi commuove dolcissimo amico prof. Carlo de Lauro. Hai donato il tuo tempo prezioso per la nostra Giuliana. Sembra reale, hai colto l'essenza di Giuliana e mi viene spontaneo toccarla.

sabato 9 gennaio 2021

Se manca qualcuno.

 

Quando ti manca qualcuno, puoi anche cercare di tenerti occupato tanto da non avere tempo per pensarci. Ma poi basta che ti fermi un attimo e lo senti subito quel vuoto. Perché gli impegni possono anche riempirti la testa, ma solo le persone ti riempiono il cuore.
A. Curnetta

Battesimo di Gesù: piccola riflessione

... la festa del Battesimo di Gesù, è da sempre l’occasione più propizia per riflettere sul Battesimo dei cristiani; i Padri della Chiesa dicevano che Gesù scendendo nelle acque del Giordano, ha idealmente santificato le acque di tutti i Battisteri...
Borrelli
Vetrata del Battistero presso Basilica S. Stefano-Sesto S. Giovanni

mercoledì 6 gennaio 2021

Coronavirus:: per i fragili declinazione di responsabilità di tanti.

Coronavirus: Questa mattina mi hanno detto che il dolore è per la gloria di Dio!!! Ora solo un grande silenzio, una intensa preghiera e un devastante vuoto da offrire per la gloria di Dio!

Se fossi un “ fragile” vorrei essere contagiata con abbracci, baci e carezze dai miei cari e poter decidere di poter morire di coronavirus piuttosto che di solitudine, distanziamento forzato, abbandono! Non ci posso credere che in tutto questo tempo non abbiano pensato alle modalità, in sicurezza logicamente, per poter stare con nostra figlia. È già difficile per tutti, stare lontani dai propri cari, figuriamoci per delle persone fragili. La situazione è seria e delicata, il problema a mio parere è dovuto al fatto che nessun organo, figura istituzionale preposta, è stato in grado di assumersi responsabilità e scelte che potessero interessare i più fragili e i loro familiari, ovviamente mettendo in atto tutti i protocolli di sicurezza, ma c'è un Ma, i fragili, i bambini, gli anziani sono coloro che brutalmente non sono presi in considerazione, non producono, non scendono in piazza a torto o ragione, non manifestano, hanno voce Si, ma la loro voce , le loro difficoltà i loro diritti, sono muti spenti, dovuta alla sordità e alla declinazione di responsabilità di tanti.

lunedì 4 gennaio 2021

Coronavirus: ci abbracciamo di nuovo.

 

Un abbraccio universale d'amore all'umanità.

Che nel 2021 ci abbracciamo di nuovo!!!

Neve: un tocco di magia.

 

La neve è uno degli spettacoli più incantevoli che ci offre la natura.
Quando cade trasforma magicamente il paesaggio, ricoprendo con grazia con uno strato di candido bianco.
Dona all’albero un tocco di magia che affascina.

sabato 2 gennaio 2021

Coronavirus: la vetta della vita faticosa da scalare

 

2/1/21Coronavirus: prosegue il divieto di incontrare Giuliana. persistono purtroppo le problematiche infettivologiche.

Sempre con immensa gratitudine Ermes che stai scalando faticosamente per raggiungere una vetta accanto e con i "fragili" ed anche con Giuliana. Raggiungerai questo traguardo e sarà gioia per te e per noi: E' LA VETTA DELLA VITA. Noi genitori spettatori impotenti seguiamo con il cuore e con apprensione il tuo complicato scalare nella speranza del meglio che tarda a venire. Complimenti e sempre grazie a te ed a tutti i tuoi compagni di "cordata".

venerdì 1 gennaio 2021

Coronavirus: auguri di Capodanno a Giuliana ed al nucleo di psichiatria

 

Capodanno 2021- Coronavirus-
Giuliana ti siamo accanto, con il cuore e con Amore, uniti ai nostri amici di facebook ed amici del blog...
Sia un giorno sereno accanto alle tue / tuoi "compagne/i" , alle/ai baby-sitters, medici, educatori, operatori, infermieri...
Auguri e Buon Anno Giuliana alla e nella "famiglia" speciale.

Coronavirus: Capodanno 2021


 - Capodanno 2021 -

Ci sono anni che si chiudono lasciandoci nel cuore la sensazione di non sapere come abbiamo fatto starci dentro...
Ci sono due cose che neanche questo virus può toglierci: l’amore e la speranza.
AUGURO pace e serenità, forza e prudenza, carità e saggezza, salute e speranza e tanto amore da donare e ricevere.